mercoledì 30 novembre 2016

Gita in Normandia e Bretagna - nona parte - Concarneau, Nantes, Bourges e rientro


Concarneau, in Bretone KONK KERNE' (rifugio della Cornovaglia), è un porto commerciale specializzato nella pesca della sardina e del tonno ma ha anche un porto turistico. Fra i due porti si trova Ville Close, una piccola città fortificata su un isolotto lungo 350 m e largo 100.

Essendo unita alla terraferma solo da un ponte levatoio e circondata da bastioni offriva un rifugio sicuro in caso di invasione (da questo il suo nome). Ville Close conserva un fascino antico con la sua residenza del capitano militare, la torre dell’orologio, i cannoni spiegati, i negozi che vendono ceramiche dipinte a mano, magliette a righe e incerate da marinaio, le creperie e i giardini. 

Arriviamo lunedì 17, quando si è appena conclusa la Festa dei Filets Bleus, durata tre giorni, da venerdì a domenica. E' il clou del folklore cittadino; istituita nel 1905 serve per ricordare l'inizio del secolo scorso, quando la pesca alle sardine stava attraversando un periodo difficile e per ingannare il pesce e catturarlo fu deciso di dipingere le reti di blu.

Pranziamo presso il ristorante La porte au vin, proprio nel cuore della cittadella fortificata. Con la pietra e le travi a vista, ma anche con i camini monumentali su entrambi i lati della stanza, il locale è molto caratteristico e permette di vedere alcuni mobili bretoni antichi e molte decorazioni marinare. 

I due romanzi di Georges Simenon "Le signorine di Concarneau" e "Il cane giallo", quest'ultimo con protagonista il Commissario Maigret, sono ambientati proprio a Concarneau. E con questo salutiamo Concarneau e attraversiamo il Morbihan, dirigendoci verso la tappa finale, Nantes, nei paesi della Loira.


Il Morbihan è un dipartimento della Bretagna. Il nome deriva dal bretone: è infatti l'unione di mor (mare) e di bihan (piccolo) e fa riferimento alla collocazione del territorio sulla costa dell'Oceano Atlantico, su cui forma il Golfo di Morbihan. È l'unico dipartimento dello stato a non avere un nome francese. Il capoluogo è Vannes. Arrivando dal Finistére questo tratto di costa appare improvvisamente dolce e tranquillo, con le spiagge di sabbia bianca, le cittadine medievali, i siti archeologici con i celebri megaliti. Se la costa è caratterizzata da splendide località balneari, riserve naturali e isole, l'entroterra è punteggiato dai misteriosi menhir, dolmen e cairn, da pittoreschi castelli e canali navigabili. Nel dipartimento è ancora molto diffusa la lingua bretone, che viene insegnata anche nelle scuole dell'obbligo bilingui. 

La regione fu popolata dai Veneti nell'Età del ferro. I Veneti sarebbero stati un ceppo etnico indo-europeo proveniente dall'Anatolia. Nella loro migrazione verso Nord-Ovest popolarono la pianura padana e poi, attraversate le Alpi, arrivarono fino in Bretagna.

Il golfo è lungo 20 km da est a ovest e largo 15 da nord a sud; è collegato alla baia di Quiberon attraverso uno stretto passaggio di mare fra Locmariaquer e Arzon. Un terzo della superficie del golfo (40 km²) è costituita da piane di maree (in particolare verso sud-est), dalle quali il mare si ritira durante la bassa marea. Le piane di marea e le paludi del golfo hanno favorito lo sviluppo di un ecosistema variegato, specialmente per la presenza di un basso fondale erboso di zostere, che contribuiscono a stabilizzare il terreno, a ridurre la torbidità dell'acqua, a favorirne l'ossigenazione e la produzione di fitoplancton e costituisce un rifugio naturale per la riproduzione. Il golfo è rinomato soprattutto per il suo interesse ornitologico. Oltre alle varie specie di gabbiani, la zona ospita numerose specie di uccelli migratori, delle quali ospita nella stagione invernale, dai 60.000 ai 130.000 esemplari: Oche colombaccio, Anatree Trampolieri.


E' cosparso di numerose isole (da 30 a 40, a seconda di come le si vuol definire) e di isolotti, ognuna diversa: si passa dal semplice isolotto sabbioso abitato solo da uccelli a piccole realtà con minuscole comunità di pescatori, agricoltori e artisti. 

Solo due sono le isole con una superficie ed una popolazione degne di nota: l'Île aux Moines e l'île d'Arz. Si tratta di comuni francesi, essendo le altre isole proprietà privata o, in certi casi, dello Stato (come la riserva ornitologica di Saint-Colombier).

Secondo la leggenda il golfo sarebbe stato creato dalle lacrime delle fate cacciate dalla vicina foresta di Paimpont, le quali vi avrebbero poi gettato le loro corone, che si sarebbero trasformate in isole ed isolotti. 






Siamo entrati nella regione dei Paesi della Loira. E' doveroso parlare di questo importantissimo fiume.


La Loira, con un corso di 1.020 km totali, è il più lungo fiume di Francia. Il suo bacino è assai esteso (117.000 km²) e occupa più di un quinto del territorio francese. Già importante asse di navigazione e di trasporto merci, la Loira è oggi navigabile dalle grosse imbarcazioni solo nei pressi del suo estuario, circa fino a Nantes. Sembra che originariamente la Loira si gettasse nella Senna, fino a che un evento geologico non ne dirottò il percorso verso l’oceano.

Il fiume Loira si snoda lungo una magnifica valle ricoperta di vigneti per poi gettarsi nell’Oceano Atlantico. Lungo il suo corso sinuoso s’incontrano borghi pittoreschi, incantevoli paesaggi rurali ma soprattutto magnifici e imponenti castelli che costituiscono un così grande e variegato patrimonio architettonico da inserire la Valle della Loira nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Il fiume al suo inizio non è che una moltitudine di rivoli di acqua che costituiscono altrettanti piccoli ruscelli che si riuniscono rapidamente.


La Loira ha le sue sorgenti a sud-est del Massiccio centrale, nel Vivarais, ai piedi del monte Gerbier de Jonc, nel comune di Sainte-Eulalie. La presenza di una falda freatica sotto il monte Gerbier de Jonc dà origine a una molteplicità di sorgenti relativamente vicine e tre fra queste sono considerate sorgenti del fiume: 

La «sorgente geografica», al centro delle tre, si versa in un fontanile all'interno di una stalla dell'antica fattoria de la Loire, altezza 1408 m s.l.m.






La «sorgente autentica», a ovest e a contatto a valle della strada dipartimentale 378, distinta dal monumento eretto nel 1938 dal Touring club de France, altezza 1412 m s.l.m. 



La «vera sorgente», a est, corrispondente alla sorgente ufficiale indicata sotto la fattoria del Sagnas; scorre in un ambiente naturale ed esce in un prato sotto una losa che porta l'iscrizione « Ici commence ma course vers l'Océan ». Altezza 1404 m s.l.m.

Sfocia nell'Oceano Atlantico a Saint-Nazaire, dove ci sono gli Chantiers de l'Atlantique, uno dei maggiori cantieri navali della costa francese. Fino alla metà del XIX secolo era un porto peschereccio, ma le difficoltà d'accesso al bacino di Nantes delle navi di grosso tonnellaggio richiesero un porto ad acque profonde.

La regione dei Paesi della Loira è nella Francia settentrionale e ha come capoluogo Nantes. È composta da 5 dipartimenti: Loira Atlantica, Mayenne, Maine e Loira, Sarthe, Vandea.

Il territorio della regione confina con quello della Bretagna a nord-ovest, della Bassa Normandia a nord, del Centro a est e del Poitou-Charentes a sud-est. La Regione, ricca di porti pittoreschi e rinomate stazioni balneari e costeggiata dall'Atlantico per 368 km, è anche uno dei feudi dei Castelli della Loira. Dinamica, accoglie due leggendarie corse: la 24 Ore di Le Mans e la Vendée Globe.


La Loira atlantica è uno dei 5 dipartimenti creati nel 1790 dalla provincia di Bretagna, insieme a Morbihan, Finistère, Côtes-d'Armor e Ille-et-Vilaine, che oggi costituiscono la regione amministrativa della Bretagna. Nonostante sia stata ammessa al dipartimento della Loira dopo la seconda guerra mondiale, questa zona rimane profondamente legata allo spirito bretone e celtico. Come pochi altri luoghi al mondo, la regione della Loira ci rimanda alle favole di maestosi castelli, dei loro principi e principesse che nel periodo medievale popolavano questa fantastica regione. 


Nantes è il capoluogo del dipartimento della Loira Atlantica, situata in una vallata alluvionale della Loira, alla confluenza di molti corsi d'acqua. A causa della sua posizione e delle numerose isole e canali che vi si trovavano, Nantes è stata a lungo soprannominata la Venezia dell'ovest.

Conquistata da Giulio Cesare nel 56 a.C., divenne Condevicnum, poi, sotto l'Impero Romano, Portus Namnetum. Ormai bretone, la città dei duchi di Bretagna afferma la sua vocazione marittima fino a divenire, nel XVI secolo, il primo porto francese. Oggi è uno dei maggiori centri economici del Grande Ovest.

 
L'epoca d'oro di Nantes iniziò a profilarsi fin dal XVI secolo, con lo sviluppo dei traffici atlantici e la costante ascesa del porto, che, all'inizio del Settecento, era il più importante scalo francese, nonostante la lontananza dal mare (quasi 50 km), fondando la sua prosperità sul commercio triangolare, in particolare per il commercio degli schiavi (Nantes, schiavi presi in Africa, schiavi venduti nei Caraibi).

Un tempo prato sfruttato per il pascolo degli animali, terreno industriale dei saponifici, dei cantieri navali e del commercio marittimo, l'Isola di Nantes è oggi una zona in piena metamorfosi. I suoi 5 km2 di superficie sono oggetto di un progetto urbano che combina alloggi, commercio e patrimonio storico.

Nantes è una città costruita «in orizzontale». Ciò non impedisce che la Torre di Bretagna, il secondo grattacielo francese al di fuori di Parigi, nel centro-città, sia alta 144 m. Doveva rappresentare la potenza economica della città ma si rivelò un vero fiasco; ospita uffici amministrativi. I nantesi, dopo aver disprezzato a lungo il suo aspetto rigido e monolitico, sembrano ormai averla accettata.

La città vanta un ricco patrimonio storico. Da Anna di Bretagna al famoso scrittore Jules Verne, la città ha molti monumenti che testimoniano il suo glorioso passato, come le case del 15° secolo, il Castello dei duchi di Bretagna o la Cattedrale. Nel 2013 è stata eletta Capitale verde europea.

 
La cattedrale di Nantes o cattedrale dei Santi Pietro e Paolo è in stile gotico. La sua costruzione è durata più di 450 anni, dal 1434 al 1891, ma tale lungo periodo non ha inciso sulla qualità e la coerenza del suo stile. L'attuale cattedrale è stata preceduta da tre edifici religiosi cristiani, sorti nel medesimo luogo: una basilica edificata nel IV secolo, una prima cattedrale costruita nel VI secolo e una seconda cattedrale costruita nell'XI secolo. È classificata monumento storico dal 1862.



Pernottiamo a Nantes e la nostra preziosa guida, che ci ha raccontato con molta pazienza un sacco di cose (permettendomi di riempire questo trattato quasi enciclopedico) ci lascia. Domani sarà il giorno del rientro, quasi mille chilometri da percorrere.


18 agosto: rientro, con tappa a Bourges.


Bourges è situata lungo l'Yèvre, a pochi chilometri dal centro esatto della Francia, nella regione storica del Berry. Fondata dal popolo gallo dei biturigi con il nome di Avarico, durante le guerre galliche Cesare riuscì ad espugnarla dopo un assedio durato circa un mese.

Nel Medioevo fu sede di un viscontato fino al XIV secolo e fu una delle capitali europee dell'alchimia; numerosi edifici situati nel centro della città ricordano questo ricco passato. Bourges affascina per la sua anima medievale: l’imponente cattedrale gotica con le sue meravigliose vetrate, le case a graticcio nei vicoli pittoreschi del centro, i palazzi medievali e le mura romane.

La cattedrale di Santo Stefano è stata inserita nel 1992 nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. E' uno dei capolavori dell'architettura gotica in Francia e la sua facciata, larga 40 metri, è la più grande per questo tipo di edifici. La sua costruzione iniziò nel 1195 praticamente in contemporanea con l'edificazione della cattedrale di Chartres.

Nel XIV secolo, per un problema strutturale della torre sud, fu costruito un contrafforte. La torre nord, invece, venne costruita nel XV secolo, ma crollò nel 1506 distruggendo il portale della facciata, che in seguito venne ricostruito. La torre più bassa posta sulla destra di chi guarda (torre sud) è la Tour Sourde, mentre l’altra è la Tour de Beurre.


L’esterno della cattedrale è veramente imponente con oltre 30 contrafforti da cui partono a congiungersi col corpo centrale gli elegantissimi archi rampanti a duplice volta. La facciata occidentale è compresa fra due imponenti torri campanarie asimmetriche. Personalmente sono rimasta senza fiato per la meraviglia. 

Arricchisce l'esterno anche il giardino alla francese dell'arcivescovado. Il giardino è formato da due aiuole quadrate separate da un viale. Ai quatttro angoli i vasi di Cugnot rappresentano l’allegoria delle stagioni. La parte meridionale è allestita in parco con vasca centrale e chiosco per la musica che risale all’inizio del 900. 
 
La pianta della cattedrale è a cinque navate con un'abside circolare e senza transetto. Nella facciata sono stati inseriti 5 portali d'accesso, uno per ogni navata, e altri due si trovano a metà delle navate più esterne. Ogni portale è ornato da notevoli sculture, la più famosa delle quali è quella che si trova nel portale centrale della facciata e che illustra il giudizio universale. 

La mancanza del transetto distingue la cattedrale di Bourges dalle altre cattedrali francesi, caratteristica che amplia notevolmente lo spazio interno. La navata centrale non subisce interruzioni, pertanto il visitatore che entra nella cattedrale ha l’impressione di una grande profondità. Questa singolarità potrebbe spiegarsi con la necessità di valersi delle costruzioni già esistenti. Comunque, un ingegnoso artificio corregge ciò che la pianta ha d'insolito: la distanza tra i pilastri del coro è maggiore di quella che c'è tra i pilastri della navata. L’interno, come già scritto, è a 5 navate su alti pilastri a fascio, con coro a doppio deambulatorio e cappelle radiali. 

Ad eccezione di quelle della cappella assiale, quasi tutte le vetrate della zona absidale sono quelle originali del XIII secolo. L'iconografia che traspare dalle figure rappresentate è insolita: si vedono per esempio eventi dell'Antico Testamento sotto forma di prefigurazioni di episodi della vita di Cristo, mentre altre vetrate mostrano scene tratte dall'Apocalisse o dai Vangeli. 

Qui si chiude la cronaca della gita, ma ci saranno altre curiosità nelle solite considerazioni finali. Chi ha avuto la pazienza di seguirmi fino a qui si sarà reso conto di quanto siano per me affascinanti questi posti, dunque kenavo, cioè arrivederci in bretone, perché spero proprio di tornarci ancora. 



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