Di nuovo in viaggio, passando attraverso campagne ricche di suggestione e molto fertili dove pascolano tranquille le "mucche con gli occhiali".
La mucca di razza normanna è molto ricercata per la qualità delle
carni; il suo latte, ricco di proteine, contribuisce alla fama dei formaggi della Normandia. E' la seconda razza dopo la Frisona, allevata quasi permanentemente al pascolo, rustica, resistente e docile.
Altra caratteristica sono i campi di lino dove le piantine, ormai tagliate, sono lasciate a essiccare fino a settembre.
Vediamo inoltre molte pale eoliche, che girano pigre ma continue, fattorie circondate da alti alberi che le proteggono dai forti venti, le clos masure, meleti per la produzione del tipico sidro, casette con i tetti d'ardesia e altre con i muri a graticcio. Ovunque ordine, pulizia e fiori.
Caratteristiche sono anche le chaumières, costruzioni particolari con il tetto in paglia, sulla cui sommità spesso si vedono piantine di iris,
per tenere umida l'argilla che cementa il tetto. Nata come casa di
gente povera, costruita con materiali locali, paglia, legno, argilla,
questa abitazione è stata ripristinata e spesso trasformata in casa
vacanza.
Passiamo davanti alla Villa dei Verguies, dove trascorse l'infanzia uno dei tanti celebri personaggi della Normandia, Guy de Maupassant, nato a Tourville-sur-Arques. Fino
a tredici anni Guy vive con la madre e con il fratello a Étretat, dove
cresce tra il mare e un entroterra lussureggiante. La passione per la
natura e per una vita "selvaggia" è in lui già delineata.
Arriviamo a Étretat, comune nel dipartimento della Senna Marittima, affacciato sul Canale della Manica. È una delle principali località della Costa d'Alabastro.
Sorta come un modesto villaggio di pescatori, Etretat oggi è una delle
stazioni balneari più rinomate per la bellezza delle spiagge ghiaiose,
ma soprattutto per le sue falesie naturali di calcare, che includono un famoso arco naturale.
Queste scogliere, insieme alle spiagge frequentate da villeggianti, hanno attratto molti artisti, tra cui i pittori Eugène Boudin, Gustave Courbet e Claude Monet che le hanno immortalate, ma anche scrittori come Maurice Leblanc, che vi ha ambientato un racconto del suo personaggio più famoso, Arsenio Lupin, Gustave Flaubert e Guy de Maupassant.
Procedendo in direzione di Honfleur si transita sul Ponte di Normandia,
costruito nel 1995. Vero e proprio capolavoro di ingegneria, ha come
caratteristiche la leggerezza e la resistenza al vento sino a 440Km/h.
E' largo 23m, lungo 2141m, e i due pilastri su cui poggia sono alti 59m. Attraversa la Senna che alla foce nell’Atlantico è larga più di 2 km.
Honfleur è situata nel
dipartimento del Calvados, sulla riva meridionale dell'estuario della
Senna. Per la metà del XII secolo la città rappresentava un punto di transito significativo per i beni tra Rouen e l'Inghilterra. Alla fine della guerra dei cento anni, Honfleur si arricchì col commercio marittimo fino alla fine del XVIII secolo.
Dopo il 1608 Honfleur commerciò con il
Canada, le Antille, le coste Africane e le Azzorre. In conseguenza di
ciò fu uno dei cinque principali porti francesi per il commercio di schiavi. In questo periodo di rapida crescita della città vennero demolite
le sue fortificazioni. Le guerre rivoluzionarie francesi e quelle
napoleoniche, in particolare il blocco continentale, furono la sua rovina.
Ci accoglie nel bellissimo porto una giostra un po' retrò, superata la quale aspettiamo che il ponte mobile,
alzatosi per permettere il transito di alcuni battelli, torni ad
abbassarsi e ci dirigiamo verso il centro della cittadina, ricco di
tipiche abitazioni a colombages, con le strutture di legno a vista.
Dopo la guerra dei cent'anni, la Chiesa di Santa Caterina era stata praticamente distrutta e l'incarico della ricostruzione fu affidato ai "Maestri d'Ascia"
di Honfleur, che costruivano le barche in legno. Essi decisero di
utilizzare il materiale e i sistemi che conoscevano e costruirono una
chiesa interamente in legno, con il soffitto che sembra la carena di una barca rovesciata.
Nel 16° secolo la popolazione era tanto aumentata che la piccola chiesa non era più sufficiente a contenere tutti i fedeli; venne quindi chiesto ai Maestri d'Ascia di ingrandirla.
Ma essi non sapevano costruire carene di dimensioni maggiori, quindi ne
fecero un'altra quasi uguale e la posero alla destra della prima.
Il campanile è una robusta costruzione di legno di quercia, ricoperta di legno di castagno appoggiata su una larga base che era un tempo la casa del campanaro. Si temeva che la chiesa di legno non avrebbe retto il peso del campanile: quindi esso è di fronte alla Chiesa e l'ex-casa del campanaro è diventata un piccolo Museo di Arte Religiosa.
Particolare curioso: si vedono sul tetto della chiesa due piccoli gatti in ceramica.
Durante il tragitto verso la prossima tappa si parla di colline e formaggi: minuscolo e collinare, Camembert
è un paesino di campagna. Nella piazzetta centrale vi sono i maggiori
produttori di formaggio locale. Il Camembert nacque nel 1791 ad opera di
una contadina, Marie Harel. Nel 1890 l'ing. Ridel inventa la scatola tonda di legno per spedirlo nel mondo. E' doc dal 1983.
E' doveroso a questo punto parlare di sidro, ottenuto dalla fermentazione alcolica delle mele
e talvolta delle pere. La sua origine in Francia e in Normandia risale
al Medioevo, ma la sua invenzione è antecedente. Il metodo è basato
sulla fermentazione naturale partendo dalla spremitura delle mele. La fermentazione dura circa due settimane, a una temperatura attorno ai 20 °C.
Il Calvados è un'acquavite di sidro di mela, a denominazione di origine controllata prodotta nell'omonimo dipartimento francese della Bassa Normandia. Dopo almeno due anni di invecchiamento in
barili di quercia, può essere venduto come Calvados. Più tempo
invecchia, più diventa gradevole. Solitamente la maturazione dura diversi anni.
Il Calvados è la base del tradizionale trou Normand, cioè "il buco normanno". Questo è costituito da un sorso di Calvados preso tra le varie portate di un lungo pasto,
a volte con un sorbetto di mela, che si pensa risvegli l'appetito. Il
Calvados può essere servito come aperitivo, in cocktail, tra i pasti,
come digestivo o con il caffè.
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