Lasciamo Brest attraversando il ponte de l'Iroise, inaugurato il 12 luglio 1994 in sostituzione del ponte Albert Louppe, che ancora oggi gli passa accanto parallelamente. Il ponte è lungo 800 metri, la distanza tra i due piloni, che arrivano a 115 metri di altezza, è di 400 metri.
Il ponte Albert Louppe, costruito tra il 1927 e il 1930, collegava il Léon e la Cornouaille. Fu inaugurato il 9 ottobre 1930, ma venne parzialmente distrutto nel 1944 dai tedeschi. Oggi il ponte rimane come un luogo per passeggiare sull'Élorn, il tratto di acqua che da qui si spinge a est. Viene indicato come le nouveau «pont des suicidés» per il gran numero di persone che lo scavalcano per suicidarsi.
Siamo ora nella penisola di Plougastel, tra i fiumi Elorn e Daoulas, collegata alla rada di Brest. Si gode di una bella vista sul braccio di mare che collega la rada di Brest all'oceano Atlantico e sulla penisola di Crozon. Lontana dalle strade a grande scorrimento, è uno dei luoghi dove la campagna bretone offre un aspetto tradizionale, caratterizzato dal bocage con poche case.
Le fragole hanno dato fama alla regione. La famosa fragola di Plougastel è di solito una gariguette,
un frutto allungato e di ottima qualità. Trova la sua origine in
Bretagna fin dal XVIII secolo, grazie ad un ingegnere di marina chiamato
Amédée-François Frézier, che la portò dal Cile e la piantò nell'orto botanico di Brest, oltre che a casa sua, a Plougastel.
In lontananza vediamo le Montagnes Noires,
una delle due catene montuose della Bretagna insieme ai Monts d'Arrée.
Si trovano tra i dipartimenti del Morbihan, del Finistère e delle
Côtes-d'Armor e fanno parte del Massiccio armoricano.
Devono il loro nome alle foreste che le ricoprivano o al colore delle
loro rocce (ardesia, quarzo e granito). Sono il luogo di numerose
leggende.
La vetta più alta, 326 metri, è la Roc Toullaëron, e si trova nel territorio comunale di Spezet. Il termine montagna sembra eccessivo per descrivere tali altezze, che assomigliano in realtà più colline con brughiere e paludi. Sono numerose però le foreste di abeti, il risultato di una recente riforestazione.
Il Ménez-Hom, 330 m di altezza, è la seconda montagna più alta della Bretagna; rappresenta una "propaggine" delle Montagnes Noires, anche se va considerato come un monte a sé stante. Era una delle montagne sacre
alle popolazioni celtiche dell'Armorica. È costituito di due cime, lo
Yed (la cima principale) e il Petit Menez ("Piccolo monte") o Yelc'h.
La penisola di Crozon si caratterizza per la sua forma che ricorda quella di una croce; è il posto ideale per chi ama le scogliere selvagge, le campagne deserte, le piccole calette appartate. Nel passato era considerato di importanza strategica come avamposto per la difesa del territorio e ancora oggi sono visibili forti diroccati e postazioni di artiglieria. Fa parte del Parco Naturale Regionale d'Armorica.
Ancorata in cima alla baia di Brest, sulla foce dell'Aulne, Landévennec
si espande su uno sperone roccioso. Tra gli alberi, il paese si estende
dall'antica abbazia alla chiesa del XVII secolo, da cui si ha una vista
splendida sulle anse del fiume, sull'île de Térénez e sul cimitero delle navi. Negli avamposti della penisola di Crozon, riparata da venti sferzanti, questo luogo gode di un clima particolarmente mite.
Questo angolo paradisiaco è stato scelto da san Guénolé per fondare intorno al 485 il più antico dei santuari bretoni.
Degli edifici, più volte ristrutturati, rimangono bellissime vestigia
dell'XI e XII secolo: alte mura, basi di colonne e tracce della navata. I
Normanni nel 913 e poi la Rivoluzione segnarono la fine di questo luogo monastico.
Nel 1958 i benedettini ritrovarono l'atmosfera tranquilla di Landévennec in un nuovo monastero,
costruito con pietra da taglio di Logona, 500 m sopra quello antico.
Dal frutteto all'accoglienza dei visitatori, i monaci conducono varie
attività, fedeli ai precetti di San Benedetto. Preparano e vendono
ottime gelatine di frutta.
Questi posti fatati sono la logica cornice per i Korrigans, fate o gnomi, per lo più dispettosi. Il termine è usato in vari modi dai diversi scrittori di folklore bretone. Molto spesso un Korrigan viene considerato un nano, uno spirito o demone condannato a vivere sulla terra in penitenza per un tempo indefinito. Altre volte una sirena,
molto bella al crepuscolo ma spaventosa di giorno. In molti racconti
popolari ingannano i mortali imprudenti che li vedono ballare e rubano i
bambini, sostituendoli con i loro. Il tema del bambino scambiato è comune tra letteratura medievale e riflette la preoccupazione per i neonati afflitti da malattie inspiegabili, disturbi o disabilità dello sviluppo.
Île Longue è una penisola della rada di Brest, sulla penisola di Crozon; ha una superficie di 1,10 km2. A nord della penisola si trovano due piccoli isolotti, Île des Morts e Île Trébéron. Originariamente l'istmo era un banco di sabbia pura, e il suo accesso era possibile soltanto con la bassa marea. Nel corso del XXI secolo, è stato migliorato con un percorso in pietra.
Grazie alle sue scogliere, alle risorse idriche locali, un istmo raggiungibile solo con la bassa marea e la sua posizione difendibile dalla base navale di Brest, l'Ile Longue risultava una postazione strategica e facilmente difendibile. Nel XXI secolo, sulla penisola si trovavano tre piccoli villaggi: Kernalleguen (meno di un chilometro dall'istmo), Kermeur (1,5 km dall'istmo) e Bothuelc'h, leggermente a nord.
Durante l'occupazione tedesca della seconda guerra mondiale, i tedeschi usavano Île Longue come batteria contraerea, che rimase attiva fino al 1944. Monumenti megalitici sono stati distrutti per la costruzione di bunker e blockhaus.
Nel 1965, durante la visita all'accademia navale, il generale Charles de Gaulle scelse Île Longue come sede per la componente nucleare della forza militare francese. I contadini vennero espropriati, secondo la procedura di estrema urgenza nel pubblico interesse. Ora è la base dei SNLE, i sottomarini lanciamissili balistici, uno dei luoghi più segreti e difesi in Francia.
La Pointe de Pen-Hir è un promontorio che si erge per circa 70 m sul Mer d'Iroise, nella costa atlantica della Bretagna, situato nella Penisola di Crozon e nel territorio comunale di Camaret-sur-Mer. Ai piedi del promontorio la fila di rocce isolate detta Tas de Pois (mucchio di piselli o di ceci) segna il punto in cui si trovava l'antica linea costiera.
Indimenticabile la vista che spazia sull'oceano e sugli scogli temuti dai navigatori che fanno rotta verso Camaret e testimoni di non pochi naufragi. Ottima zona per la pesca delle sardine e ai piedi del promontorio quella delle aragoste.
E' il più spettacolare dei 4 promontori della Penisola di Crozon. Le sue alte scogliere e le profonde insenature sono il risultato della frattura verificatasi milioni di anni fa in questo settore dell'altopiano armoricano, oltre che del fenomeno di erosione che continua ad esercitarsi ogni giorno. L'erosione costiera ha portato anche alla luce filoni di quarzite, liberandoli dalla copertura di arenaria che li nascondeva.
Tra le rocce cresce un tappeto colorato di erica in fiore; aria pulita, mare a perdita d'occhio e scogliere che hanno preso forme bizzarre. Ci sono sentieri costieri e un museo della Seconda Guerra Mondiale, incastonato tra bunker tedeschi.
Dopo la liberazione sul promontorio è stata eretta una massiccia croce di Lorena in granito: è il Monument aux Bretons de la France Libre, detto anche “Croix de Pen-Hir”, in onore dei Bretoni che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale, inaugurato dal Generale De Gaulle il 15 luglio 1951.
Situato all’estremità occidentale della penisola di Crozon, Camaret-sur-mer è l'emblema del tipico borgo bretone: scogliere a picco sul mare, un porto affollato di barche a vela e pescherecci, spiagge che scompaiono con l’alta marea, un piccolo cimitero di barche e tante case colorate.
La cappella romanica di Notre Dame de Rocamadour, in ardesia gialla di Logonna, costruita nel XVI secolo, è circondata dal mare in quanto si trova sul solco di Camaret
(sollevamento di ciottoli naturali). All’interno, un piccolo altare e
molti riferimenti iconografici al mare; dal soffitto pendono le
riproduzioni in miniatura di alcune barche, realizzate come ex-voto dai marinai salvati da sciagure marine.
La Torre di Vauban, patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, proteggeva la sponda di Camaret e l’entrata dell’imboccatura di Brest. E' una fortificazione a base poligonale alta 18 m per tre piani di elevazione, fiancheggiata da muraglie, un corpo di guardia e una postazione d'artiglieria che poteva ospitare fino a 11 batterie, e una fonderia per la produzione di palle da cannone.
Camaret, da vecchio borgo peschereccio, si è trasformato in una deliziosa località turistica, ma senza perdere le sue tradizioni originarie, con i tetti di ardesia del paese, la lunga spiaggia chiara vicino all’ingresso del porto e un piccolo cimitero di barche da pesca, sulla riva, lambite dalle maree.
Gli allineamenti di Lagatjar, un quadrilatero di 65 menhir esteso su più di 200 metri nel comune di Camaret-sur-Mer, sono solo una piccola parte di questo strano patrimonio. La Bretagna conta infatti circa 6000 menhir e oltre 1000 dolmen, a cui si aggiungono i numerosi cairn, presenti soprattutto lungo il litorale.
Questi manufatti in pietra furono edificati a partire dal 5000 a. C. da tribù di agricoltori provenienti dal Vicino Oriente e bloccati nella loro progressione verso ovest dalla presenza dell’oceano Atlantico. Giunti alla “fine della terra” (Finistère) queste tribù si sostituiscono alle popolazioni locali e iniziano a erigere imponenti monumenti funerari.
I menhir hanno probabilmente qualche significato simbolico, sono sistemati in modo da servire da punto di riferimento. Gli allineamenti sono probabilmente i resti di monumenti religiosi, mentre i menhir isolati costituiscono le vestigia di architetture più complesse. Alcuni menhir puntano verso occidente e formano un emiciclo o cromlech (cerchio di pietra), come a Carnac.
Gli allineamenti sembrerebbero generalmente orientati in funzione di solstizi ed equinozi, ma questa lettura di tipo astronomico non è sufficientemente comprovata. I Romani adattarono poi alcuni menhir per i loro riti, scolpendovi immagini divine, o come segnalazioni stradali. La religione cristiana fece proprie queste pietre erette issandovi sopra delle croci o incidendovi i propri simboli.
Douarnenez è un porto bretone situato nel dipartimento del Finistère. In lingua bretone, il suo nome significa territorio dell'isola (Douar an enez). Ciò è dovuto all'isola "Tristan",
di fronte alla città, dove regnò il crudele signore de La Fontenelle
alla fine del XVI secolo. L'isola dista 50 metri dalla costa e con la
bassa marea è raggiungibile a piedi.
In epoca medievale esportava tele da vela e nel XIX secolo era famosa per la pesca della sardina e per l'industria conserviera del pesce. Gli abitanti erano chiamati penn sardin, testa di sardina, e la vita della città era imperniata sulla loro lavorazione e inscatolamento.
Il kouign-amann è un dolce di pasta sfoglia, specialità regionale di Douarnenez. Il nome in bretone significa: kouign, dolce o brioche, e amann, burro.
Viene venduto in moltissime pasticcerie in Bretagna e lo si trova come
dolce per più persone, pre-affettato o no, ma anche come dolce monoporzione, spesso modellato e cotto in uno stampo usa e getta.
Ys è un'isola mitica edificata nella baia di Douarnenez da Gradlon,
re di Cornovaglia. L'isola si trovava sotto il livello del mare: per
questo attorno all'isola era stato costruito un sistema di dighe che proteggevano la città dalle acque dell'oceano. Il re aveva una splendida figlia, di nome Dahud, e come gesto d'amore nei suoi confronti, Gradlon le diede le chiavi che permettevano di aprire le dighe.
Secondo la leggenda, un mattino un principe vestito di rosso arrivò in città. Dahut si innamorò dello straniero e gli donò le chiavi, ma siccome in lui si nascondeva il Demonio, aprì le dighe della città permettendo all'Oceano di sommergere l'isola distruggendola.
Solo re Gradlon riuscì a scappare da quell'inferno grazie all'aiuto di san Gwenole. Sul suo cavallo marino si mise a cavalcare tra le onde portando con sé la figlia, ma durante il tragitto Dio gli disse di gettarla in mare perché posseduta dal Demonio. Gradlon abbandonò il corpo della figlia e riuscì a raggiungere la riva, salvandosi.
Dahud, per adattarsi alle acque dell'oceano, si trasformò in una sirena che, con il suo dolce ma ossessivo canto, riesce a incantare i marinai. Ancora oggi, quando il mare è calmo, i pescatori ascoltano le campane che dicono che Ys un giorno tornerà, più bella che mai.
La Bretagna merita ampiamente il nome di Terra delle leggende.
La sua storia, le sue influenze celtiche, i suoi siti misteriosi, le
sue lande segrete invitano al sogno. Le leggende arturiane si svolgono
nella foresta di Paimpont, l'eco di popoli scomparsi e di città sommerse risuona tra menhir e al largo del Douarnenez. Di questo parlerò ancora.
La basilica di Sainte-Anne-d'Auray è un edificio religioso dedicato a Sant'Anna nell'omonima cittadina francese nel Morbihan, costruito in stile neogotico e neorinascimentale tra il 1865/1866 e il 1872. È parte di un santuario che rappresenta il più importante luogo di pellegrinaggio della Bretagna e il secondo luogo in Francia dopo il santuario di Lourdes.
La storia del santuario ebbe inizio tra il 1623 e il 1625, quando, secondo la tradizione, Sant'Anna sarebbe apparsa a Yves Nicolazic (1591-1645), un contadino
del piccolo villaggio di Ker Anna. La santa, pronunciando le parole
"Dio vuole che io sia onorata qui", avrebbe chiesto a Nicolazic di
ricostruire una cappella poiché quella costruita nel VI secolo da immigranti bretoni della Gran Bretagna era andata distrutta.
Nel 1630 fu costruita una piccola chiesa.
Nel XIX secolo era però diventata troppo piccola per contenere tutti i
fedeli e si iniziò nello stesso luogo nel 1866 la costruzione
dell'attuale basilica. Il 20 settembre del 1996 ricevette la visita di papa Giovanni Paolo II. Il 26 luglio di ogni anno, festa di Sant’Anna, arrivano numerosissimi pellegrini, in particolare mamme che desiderano avere figli o sono in attesa.
Arriviamo a Châteaulin, comune situato nel dipartimento del Finistère, una volta conosciuto per le sue cave di ardesia. Ora sono in disuso ma si è creata una riserva di pipistrelli in una ex cava, ora chiusa.
Passiamo senza fermarci - il tempo è tiranno e ci aspettano per pranzo a Concarneau - e passiamo su un ponte sul fiume Aulne, un tempo ricco di salmoni.
La cronaca finirà nella prossima pagina.
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