venerdì 18 novembre 2016

Gita sulle Dolomiti - Quarta parte - Passo Pordoi, Canazei, lago Fedaia.

16 agosto: passo Pordoi, Sass Pordoi, Canazei, lago Fedaia, museo della Guerra.

Torniamo al Passo Pordoi, di cui ho parlato già precedentemente (14 agosto). Nel versante veneto del passo si trova un ossario che raccoglie, in una tomba comune, i resti di 454 caduti germanici e di 8.128 austro-ungarici caduti nel corso della Grande Guerra, provenienti dai vari cimiteri di guerra. Nei ripiani esterni sono invece tumulati, in tombe singole o combinate, i resti di 842 caduti tedeschi della Wehrmacht della Seconda guerra mondiale, provenienti dai cimiteri della zona di Belluno.


Il Passo Pordoi è stato più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia, nel 1990, 1991, 1996 e 2001. Inoltre è entrato nella leggenda del Giro in quanto, dal 1965, anno di istituzione della Cima Coppi, è stato per ben 13 volte il passaggio più alto del Giro d'Italia, l'ultima delle quali nel 2002, con il passaggio di Perez Cuapio.
A lato, monumento a Fausto Coppi.




Il Sasso Pordoi è un rilievo delle Dolomiti, nel gruppo montuoso del Sella. Esso è lo sperone più avanzato a sud dell'intero Gruppo del Sella, con una vetta costituita da un ampio pianoro. Mentre la Marmolada è considerata la regina delle Dolomiti, il Sasso Pordoi viene chiamato la terrazza delle Dolomiti per la sua caratteristica forma. Nel versante meridionale, infatti, presenta uno strapiombo di 800 m, con una pendenza superiore perfino all'80%. Nel versante settentrionale, invece, il rilievo digrada lentamente. 






Dal Passo Pordoi si ha il più rapido accesso al gruppo del Sella (la cui maggior elevazione è il Piz Boè, 3152 m) per mezzo della funivia prodotta dalla Hölzl che, con un unico balzo, raggiunge i 2950 m s.l.m. del Sass Pordoi. La funivia arriva al Rifugio Maria, dove è presente una terrazza panoramica dalla quale si possono ammirare le Dolomiti a 360°: dalla conca d’Ampezzo, alla Marmolada, dalle Pale di San Martino al Sassolungo, fino alle propaggini meridionali dei gruppi dell’Ortles, del Cevedale e delle Alpi svizzere ed austriache.  Uno spettacolo unico, se c'è bel tempo...

Già dalla stazione a valle della funivia ci si trova di fronte a una delle più belle formazioni rocciose delle Dolomiti: il Sass Pordoi, poggiato su di un tondeggiante piedistallo erboso quasi sospeso sopra un enorme ammasso di detriti rocciosi sgretolatisi negli anni dalla roccia madre. Durante la salita ci si trova “vis a vis” con questa montagna di infinita bellezza, sembra di poterne toccare le sporgenze: è una salita verticale che permette di percepire ogni rilievo, ogni ansa della montagna.

Una delle cime che si osservano  dalla terrazza è Il Piz Boè, 3.152 m. È la vetta più alta del Gruppo del Sella. Si trova al confine delle province di Trento, Bolzano e Belluno. Il Piz Boè è uno fra i 3000 meno difficili delle Dolomiti per quanto riguarda le difficoltà tecniche e il dislivello da percorrere. Delle altre cime ho parlato e parlerò in questa mia cronaca di viaggio.



Scendiamo e andiamo a Canazei, dove siamo già stati di passaggio ieri e dove ora ci fermeremo a mangiare e a guardarci intorno. Canazei, con i suoi 1.465 m., si presenta come il comune più alto della Val di Fassa. Ai piedi degli imponenti scenari montuosi della Marmolada, Gran Vernel, Sass Pordoi e Sella vive una ristretta popolazione di 1800 abitanti che impegna i propri sforzi nella principale fonte di economia locale: 


il turismo.

La sua storia però ricorda pascoli e agricoltura. I mestieri legati alla terra sono ancora praticati, ma solamente da pochi nostalgici, amanti dei ritmi e della vita di una volta.







Ci rimettiamo in viaggio verso il Passo Fedaia e l'omonimo lago.


Il Passo Fedaia  (2.057 m) è un valico alpino che mette in comunicazione la Val di Fassa all'Agordino. È situato al confine fra il Trentino-Alto Adige ed il Veneto, fra le province di Trento e Belluno, ai piedi della Marmolada. Toponimi di questo tipo sono assai diffusi nell'area alpina e derivano dal latino fetaria "pascolo per le pecore". Tutt'oggi in numerosi dialetti veneti e ladini è in uso il termine feda per indicare la pecora. 
 

Il passo è formato da un pianoro di circa 2,5 chilometri, presso il quale si trova un lago artificiale, il Lago Fedaia, utilizzato per la produzione di energia idroelettrica. Dal passo partono inoltre alcuni impianti di risalita e numerosi itinerari per le escursioni sulla Marmolada. Il passo è stato più volte percorso dal Giro d'Italia. Presso il Passo vi è un Museo della Grande Guerra. 




Nel 1950 la SADE (Società Adriatica di Elettricità), (diventata tristemente famosa a causa della diga del Vajont), che allora aveva il monopolio nel Triveneto della produzione e della distribuzione dell’energia elettrica, iniziò la costruzione della diga del Fedaia per ottenere energia idroelettrica immagazzinando le acque di disgelo della Marmolada. Fu costruito ai piedi della diga stessa un laboratorio per lo studio dei raggi cosmici, che poteva disporre di grandi quantità di energia elettrica. Fu quindi possibile sistemarvi un grande elettromagnete che consentiva di separare la materia dall'antimateria carica. Nel laboratorio, attivo fino al 1955, lavorarono fisici di varie università e nazioni, e anche i premi Nobel Fermi, Blackett e Powell vi passarono brevi periodi. 


Alla base del versante nord della Marmolada, alla quota di circa 2.030 metri, è situato il lago Fedaia, lungo circa 2 km. Il lago è sbarrato ad ovest da una diga artificiale in calcestruzzo, di circa 60 metri di altezza e con uno sviluppo del coronamento di 620. La diga permette, a partire dal 1956, la produzione di circa 20 MW di energia idroelettrica. Nella parte est del lago i resti di uno sbarramento morenico segnano invece il luogo del preesistente lago naturale, lungo circa 180 metri, che segnava il confine tra il Principato Vescovile di Bressanone (Impero d'Austria) e la Repubblica di Venezia. Dal lago di Fedaia ha origine il torrente Avisio. 


Sono trascorsi 100 anni da quando sulle montagne di Cortina d'Ampezzo, dell'Alto Agordino e della Val di Zoldo, migliaia di uomini, italiani e austro - ungarici, si affrontarono nell' immane scontro armato della prima Guerra Mondiale. Lungo i sentieri e le piste da sci, a pochi passi dai rifugi e dalle palestre di roccia nel cuore delle Dolomiti è possibile visitare le gallerie di guerra del Lagazuoi, le trincee e le postazioni all'aperto delle 5 Torri, del Col di Lana, della Marmolada, della Tofana. Luoghi che testimoniano la barbarie e l'inutilità di una guerra di cui era difficile persino comprendere il senso. 


Le tracce e i ruderi recuperati oggi "parlano" nel linguaggio utile e civile della conoscenza. Testimoniano la crudeltà della guerra e la sofferenza dell'uomo anche la Ferrata delle Trincee al Monte Padon, gli ossari di Salesei a Livinallongo a Passo Pordoi e a Pocol a Cortina d’Ampezzo, il Museo Valparola con il  villaggio Edelweiss o il Museo in Marmolada a 3.256 m di quota e l’itinerario storico sul Col di Lana. Nel centenario dello scoppio della prima Prima Guerra Mondiale sono previsti molti eventi nei luoghi teatro della Grande Guerra.


Settore di combattimenti di prima linea dal giugno 1915 all’ottobre 1917, è tutta l’area che da Arabba e dal Passo Pordoi si estende sino al Passo Fedaia, al ghiacciaio della Marmolada, e da Malga Ciapela sale fino al Passo Ombretta.



Abbiamo visitato il Museo privato, incastonato tra il meraviglioso scenario di Passo Fedaia, ai piedi del massiccio della Marmolada: è stato ristrutturato ed ampliato di recente, dopo un’inizio relativamente recente e particolarmente fortunato.

La maggior parte degli esclusivi reperti, raccolti negli anni con estrema passione e metodologie altamente professionali dal creatore e curatore del Museo, Andrea De Bernardin, provengono in gran parte dal ghiacciaio della Marmolada. Molti ritrovamenti sono stati possibili per il ritiro subito dal ghiacciaio, che ha restituito i mementi di tre anni di durissima guerra nell’Agordino.


Arricchisce il Museo un ampio book shop con pubblicazioni, Cd, Dvd videocassette, cartine; fanno da sottofondo canzoni di guerra degli alpini e in una delle salette è possibile visionare filmati originali della Prima Guerra Mondiale. 


Si chiude qui la giornata, la cronaca continua in altra pagina.

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