mercoledì 2 novembre 2016

Gita alle Eolie - quarta parte - Lipari

4 ottobre: Lipari

In realtà la programmazione della gita ha subito cambiamenti, quindi il 4 siamo andati al mattino a fare il giro dell'isola in pullman ma la circumnavigazione è stata fatta al rientro da Salina. il 4 pomeriggio siamo andati a Vulcano. Per esigenze tecniche ho separato così le isole.

A questo punto è doveroso parlare anche dell'isola che ci ha ospitato durante il soggiorno, cioè Lipari. In antichità era già nota col nome Lipara, ricco e fertile, e anche Meligunis. L'isola di Lipari ha una storia millenaria, che inizia con le popolazioni preistoriche per giungere, senza soluzione di continuità, alla storia moderna. L'isola di Lipari, come tutte le isole Eolie, è il risultato di una complessa serie di eruzioni vulcaniche che si sono succedute nel corso dei millenni. Nel corso della sua lunga storia, l'isola è stata ampliata e modificata dalle eruzioni e dall'erosione. La costa reca i segni di diverse variazioni del livello del mare, ricollegabili all'alternarsi di epoche glaciali e interglaciali. Nelle fasi glaciali, le calotte polari erano estese e assorbivano molta dell'acqua disponibile, mentre nel progressivo passaggio alle fasi interglaciali, con clima paragonabile a quello odierno, lo scioglimento dei ghiacci forniva grandi quantità di acqua ai mari.

Lipari è la "città galleggiante" dell'arcipelago, l'isola con più servizi e più caos d'estate, che scema anche qui, con la fine dei mesi caldi. È anche l'isola del bianco e nero, della pomice e dell'ossidiana e delle cave ormai in disuso. Ha uno dei musei archeologici, per reperti di civiltà preistoriche e antiche, tra i più importanti d'Europa, con una bella sezione dedicata alla vulcanologia.
E' anche la più popolosa isola dell'arcipelago ed i suoi 12.000 abitanti vivono in diversi centri abitati: Lipari centro, Pianoconte, Canneto, Quattropani, Acquacalda, Porticello, che sono collegati tra loro da una eccellente rete stradale. In particolare il centro storico di Lipari e la zona balneare di Canneto sono collegati di continuo (anche di notte nei mesi di alta stagione) da un servizio bus-navetta molto frequente. Lipari assume i connotati di una vera e propria cittadina anche grazie alla presenza dell’unico Complesso Ospedaliero Eoliano, dotato anche di camera iperbarica. Con l'eccezione di Salina, tutte le altre isole dipendono amministrativamente da Lipari.

L'attracco principale dell'isola è nella città di Lipari con i suoi due porti: quello di Marina Corta, sorvegliata dalla chiesetta delle Anime del Purgatorio (un tempo isolata su uno scoglio poi unito alla terraferma) e dalla secentesca Chiesa di S. Giuseppe (che chiude la baia a sud), e Marina Lunga, il porto più esteso. 



Marina Lunga è situata a Nord del Castello; si estende da questo punto fino a porto Pignataro; la baia ospita 5 pontili.





 
Marina Corta è situata a Sud del Castello e si compone di un molo a “Y”; nel punto di incrocio dei due moli sorge la chiesetta. L’insolita forma crea due darsene, la più grande sorge a Nord della chiesa, è completamente banchinata e delimitata da un pontile che si estende in direzione Nord-Est, destinata prevalentemente a natanti da pesca


La seconda, a sud e decisamente più piccola, consente l’ormeggio a piccole imbarcazioni da diporto, di solito occupate da noleggiatori. É vietato l’ormeggio sul lato Sud-Est del pontile, destinato agli aliscafi e catamarani di linea.

 
La Chiesa di S. Cosma e Damiano, chiamata delle Anime del Purgatorio è il piccolo gioiello del territorio. Gli storici datano la costruzione dell’aula liturgica già nel 1544, quando il Barbarossa ne fece il quartier generale piantandovi 16 pezzi di artiglieria e facendovi la sede del suo consiglio.


Dopo la distruzione del Barbarossa, la “ruina”, fu ricostruita nel 1545. Già in documenti del 1681 la troviamo indicata col titolo Anime del Purgatorio o della Madonna della Neve. Nacque così questa chiesina che aveva soltanto due altari. La chiesa è anche la sede di una delle più belle rappresentazioni presepiali d’Italia.

Il presepe del mare è attivo tutto l’anno; la sua particolarità più interessante, oltre alla pregevole fattura, è data dalla raffigurazione dei personaggi più noti dell’isola immortalati nella loro quotidianità, trasportando le scene tipiche della nascita di Cristo nello scenario suggestivo e marinaresco di Lipari. 




Cura l'allestimento l'Associazione SS. Cosma e Damiano, con la miniatura di un ipotetico borgo marinaro e i particolari costruttivi dell'architettura eoliana. Nella "pinnata" è stata ubicata la Natività con le figure appositamente realizzate da famosi artigiani leccesi.





La chiesa di San Giuseppe risale al Seicento. Fu costruita al di sopra di una cripta che custodiva le presunte reliquie di San Bartolomeo, il protettore delle Isole e il patrono di Lipari. La struttura si affaccia sulla spiaggia attigua e sulla piazza, in cui troneggia la statua del protettore. 



A lato, una foto d'epoca dello stesso scorcio.





 
Il centro storico di Lipari è dominato dal Castello, costituito da torri greco-medioevali e da cortine murarie di epoca spagnola, realizzato nella sommità di una roccia di origine vulcanica, che svetta a circa 50 metri a strapiombo sul Mar Tirreno. Fino al XVIII secolo fra le sue mura viveva la comunità dei cittadini di Lipari. A questo proposito si veda anche la cronaca relativa a Salina.


 
La via più frequentata è Corso Vittorio Emanuele, conosciuta dagli abitanti semplicemente come "Il Corso", la strada che pullula di negozi e di vita anche fino a tarda notte, quando molti locali accendono le luci e si preparano ad animare le serate con musica dal vivo e intrattenimento. (foto antica per precisa scelta personale)


 
La strada più caratteristica è però Via Garibaldi, da cui si dipartono numerosi vicoli che la rendono suggestiva. Essa congiunge il castello di Lipari con Piazza Ugo di Sant'Onofrio. Si può passeggiare tra le strade del centro, sia tra i negozietti di souvenir o di moda, sia alla ricerca delle autentiche tradizioni siciliane.


Un'altra piazza del centro storico di Lipari è Piazza Giuseppe Mazzini, nota come "Sopra la Civita", da dove si può accedere al castello e alla cattedrale. La piazza, in ristrutturazione dal 2011, è stata fino a pochi anni fa la sede del Municipio. Un'altra strada importante è Via Francesco Crispi, nota come "Marina Lunga", un lungomare recentemente risistemato. 


A questo punto saliamo sul pullman e percorriamo l'isola.
LEGENDA: 
1 - Lipari;  
2 - Pietralunga; 
3 - Pianoconte; 
4 -  Terme di San Calogero; 
5 - Chiesa vecchia di Quattropani; 
6 - Acquacalda; 
7 - Cave di Pomice; 
8 - Canneto;
9 - Monterosa; 
10 - Monte Sant'Angelo.




Una bella strada panoramica, che scorre a tratti lungo la costa, unisce le principali contrade dell’Isola: dal versante “Montano” con Quattrocchi, Pianoconte (San Calogero) e Quattropani a quello “Marittimo” con Acquacalda, Porticello e Canneto. 






Ci muoviamo in senso orario dirigendoci verso il Monte Giardina (m. 278) e il Monte Guardia (m. 365); sono i vulcani che formarono l'intera punta meridionale. A volte la strada si affaccia alta sul mare, per poi inerpicarsi nel cuore della montagna attraversando verdi valli e terrazze coltivate;
 
ridiscende quindi fiancheggiando la parte di costa più aspra e selvaggia dell’Isola, per arrivare al suggestivo Belvedere di Quattrocchi, dal quale si può ammirare un paesaggio meraviglioso di mare, scogli e Faraglioni, proprio di fronte all’Isola di Vulcano



A cavallo tra il VI ed il VII secolo, sopite le nefandezze barbariche degli anni passati, ci fu un periodo di relativa tranquillità. Monaci provenienti dalle province del Medio Oriente, invase dai Persiani, occuparono e coltivarono la zona pianeggiante posta all'interno di Lipari, in alto verso ovest, che ancora oggi prende il nome di Piana de' Greci.

 
Passiamo per Pianoconte, che è una piccola ma suggestiva frazione collinare a circa cinque chilometri da Lipari. Il borgo mantiene intatte le sue testimonianze storiche, tra le quali spicca la barocca Chiesa dell’Annunziata. Si potrebbe deviare e raggiungere così



 
le terme di San Calogero, ma l'attuale stabilimento, che entrò in funzione probabilmente nel 1872 per lo sfruttamento di sorgenti termali note ed utilizzate già dall'antichità, dal 1975 è chiuso. Dal 2011 l'ex stabilimento è stato rifunzionalizzato e all'interno si susseguono stagionalmente diversi eventi d'arte contemporanea (alcuni anche a carattere internazionale). 

Quattropani si trova nell'area nord-occidentale dell'isola. Il centro abitato è a circa 280 m s.l.m., sulle propaggini occidentali del monte Chirica. Vicino alla frazione una stradina conduce alle vecchie cave di caolino, ormai in disuso. Quattropani deriva il proprio nome dall'attività di quattro centri vulcanici.




 
L'attività vulcanica da 16.800 a 1.400 anni fa è confinata nel settore nord orientale ed è collegata all'attività di quattro centri: Canneto Dentro, Gabellotto, Monte Pilato e Forgia Vecchia. Dopo una stasi vulcanica di circa 3.000 anni l'attività riprende dal Monte Pilato con una serie di eruzioni esplosive, che portano alla costruzione di un grande cono di pomici riolitiche 


dal quale tracima la potente colata lavica, ossidianacea e riolitica, di rocce rosse, che arriverà al mare in località Acquacalda. (Qui il Monte Pilato con le cave di pomice e la colata delle Rocche Rosse). L′ossidiana, se viene sottoposta a temperature molto elevate, libera il gas che contiene e diventa pomice. Ossidiana e pomice sono il prodotto di una stessa eruzione di lava viscosa e sono caratterizzate dalla stessa composizione chimica.


 
L’interno di questa colata, con le tipiche fratture curvate verso l’alto (ramping) che si formano nelle lave poco fluide, si vede dal mare, tra Porticello e Acquacalda, mentre la strada che unisce le due località corre sul dorso stesso della colata.





 
Acquacalda si trova nella zona più settentrionale dell'Isola. Il suo nome deriva probabilmente dall'antica presenza di sorgenti termali oggi scomparse e la sua storia è legata allo sfruttamento della pietra pomice, di cui si ha traccia già agli inizi del XVII secolo. Lo sfruttamento industriale inizia invece attorno alla fine del XIX secolo e con esso lo sviluppo urbanistico. 


Nel 2000 si ferma l'attività estrattiva ad Acquacalda, mentre proseguirà ancora per qualche tempo nella vicina frazione di Porticello, per l'iscrizione delle Isole Eolie nella lista dei beni Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, per l'unicità geoogica e particolarmente vulcanologica dei luoghi. Nella foto, particolare delle rocche rosse.



 
La Spiaggia di Porticello è di colore grigio-scuro con sabbie, ghiaia e ciottoli misti a pomice rotondeggiante, mentre in passato gli scarti di lavorazione della pietra pomice formavano un arenile completamente bianco. Nella bella baia ci sono fabbriche, ora in disuso, di estrazione della pietra pomice.

 
Sul mare di un azzurro chiarissimo e quasi vitreo (per i depositi di pomice sul fondo) si protendono ancora le vecchie passerelle che un tempo venivano utilizzate per portare i carichi di pomice direttamente alle navi. 



Ci fermiamo a Canneto, che dista circa 3 chilometri da Lipari ed è separata da esso dal Monte Rosa, attraversato da una galleria che rende facili le comunicazioni. Esposta a mareggiate, sia pure non frequenti, ha un forte orientamento balneare; la sua via principale è il lungomare Marina Garibaldi, da cui si diramano delle stradine più piccole che portano alle abitazioni.





Circumnavighiamo ora l'isola, cominciando dai suoi scogli più famosi, i Faraglioni, che  sono nella zona meridionale, presso lo stretto tra Lipari e Vulcano. Sono chiamati Pietra Lunga e Pietra Menalda e classificati come neck (o spine vulcaniche); sono cioè quello che rimane di edifici vulcanici che smisero di eruttare in epoca antica. 



Gli agenti atmosferici cominciarono a eroderne le pendici, fino a farle scomparire completamente; rimasero soltanto due torri di magma solidificato. Sui Faraglioni e le antistanti scogliere nidifica il gabbiano reale mediterraneo. È inoltre presente un ristretto numero di specie vegetali, di cui la più importante, soprattutto su Pietra Lunga, è il fiordaliso delle Eolie.


 
In questo tratto di mare si concentrano parecchie meraviglie: nella prima foto sui faraglioni si nota a sinistra, in alto, un'immagine che sembra scolpita apposta nella roccia e che richiama il profilo di un Papa o un Cardinale.





 
Si nota poi che sulla costa sono presenti una serie di formazioni rocciose altamente spettacolari, testimoni dell’intensa attività vulcanica dell’isola, come gli scogli di roccia lavica delle Formiche e il caratteristico arco roccioso di Punta del Perciato



 
sotto il quale c'è la Grotta degli Angeli, così chiamata perché, secondo una leggenda, una famiglia di tedeschi, su un piccolo gozzo, voleva visitarla ma le condizioni avverse del mare fecero rovesciare l'imbarcazione. Solo il figlioletto riuscì a salvarsi, forse per l'intervento del suo angelo custode.


 
Caratteristica è anche una formazione rocciosa slanciata, la cui forma ha suggerito il nome di Scoglio della Mummia.







 
Proseguendo si passa davanti alla scogliera di monte Guardia e sotto monte Giardina si trova la spiaggia Valle Muria. Considerata da molti la più bella dell'isola,  si trova sul versante opposto al paese di Lipari. Ha forma allungata, chiusa da due promontori rocciosi, di fronte a Vulcano e ai  Faraglioni Pietra Lunga e Pietra Menalda. 



 
Il litorale è di sabbia scura a grani grossi, bagnato da un mare limpido e dalle infinite tonalità di azzurro. Lungo la parete meridionale ci sono piccole grotte scavate dall'uomo come riparo nella tenera roccia tufacea




Da qui in poi il litorale diventa selvaggio, punteggiato di scogli e faraglioni, tra cui lo scoglio Bianco, la Pietra del Bagno, i faraglioni di Cala Fico, lo scoglio di Scansia e i faraglioni le Torricelle. E’ questa un’area praticamente disabitata. La superficie dell’isola ha forme molto irregolari.


 

La possente natura vulcanica e la costante azione erosiva del mare ha creato crepacci e scarpate soprattutto sulla costa occidentale, che appare scura e tenebrosa, mentre gli altri pendii appaiono più dolci e in parte colorati dal bianco della pomice.





 
Pietra del Bagno è uno scoglio situato a meno di 500 metri dalla costa occidentale dell'isola; di origine vulcanica, è alto 21 metri e ampio 2.100 metri quadrati. Sullo scoglio nidifica il gabbiano reale mediterraneo ed è presente un ristretto numero di invertebrati tra i quali la cimice rossonera, ragni e coleotteri.

 
A nord dello scoglio la scogliera di Cala Fico non lascia dubbi riguardo alla denominazione del luogo, vista l’abbondanza di fichi d’india. E' una Falesia a picco sul mare, popolata da gabbiani, che custodisce una piccola spiaggia; all’orizzonte si vedono le sagome di Alicudi e Filicudi. 


Procedendo si raggiunge la Punta di Cugno Lungo, formata dalle colate di lava del Timpone Mazzacaruso. Sullo sfondo, l'isola di Salina.


 

Lo scoglio Le Torricelle è una struttura lavica di tipo colonnare, appiattita in cima durante un lungo evento di erosione, poi ricoperta da un tipico livello a ciottoli arrotondati e depositi piroclastici, come i terrazzi marini antistanti il Timpone Ospedale, dove sono egualmente visibili coperture sabbiose.



Veduta panoramica di una parte del tratto percorso





 
con qualche angolo suggestivo.






 
Arriviamo anche via mare alle antiche miniere di pomice di Acquacalda.




 
Il promontorio di Punta Castagna è formato da stratificazioni di ossidiana avvenute nei secoli ed è luogo ideale per gli appassionati di immersioni: i suoi fondali, cosparsi di polvere di pietra pomice, presentano profondi canali, in uno scenario irreale.

 
La Spiaggia Bianca, una delle più belle di Lipari, è formata da ciottoli grigiastri ma è chiamata così per il colore del fondale marino, dovuto ai sedimenti di pomice depositatisi in mare nel corso degli anni.







Ripassiamo per Canneto, doppiamo la penisola formata dai due coni vulcanici del Monterosa,

 


sulla cui sommità è visibile dal mare una grande croce di ferro, accanto a una chiesetta. Il monte è sottoposto a rimboschimento.







 
Rivediamo Lipari dominata dal Monte sant'Angelo.






 
Gli scogli della secca.





 
La costa sud di Lipari, Punta della Crapazza, che solo uno stretto braccio di mare separa da Vulcano, è la più selvaggia e pittoresca dell’isola. Narra una leggenda che un tempo Lipari e Vulcano erano unite e che San Bartolomeo compì il miracolo di separarle per liberare i liparoti dall’incubo degli scuotimenti tellurici. Oggi i fenomeni vulcanici sono assai deboli in tutto l’arcipelago e solo a Stromboli e a Salina si sono registrati terremoti. Persistono invece fenomeni secondari: fonti termali solforose, soffioni, fumarole.



 
Concludiamo il periplo dell'isola nella Praia di Vinci, raggiungibile solo via mare e per questo più tranquilla. E' una spiaggia di sabbia e grossi ciottoli, lunga e stretta; si trova all’estremità meridionale di Lipari di fronte all’isola di Vulcano. Le acque che bagnano la spiaggia di Praia di Vinci sono  cristalline e particolarmente adatte allo snorkeling.


 
Dettaglio suggestivo della Praia.







E con questo particolare della Praia di Vinci, con lo scoglio del Brigghio, ci accingiamo a salpare verso l'ultima isola che abbiamo visitato, Vulcano.

Apro una nuova pagina.




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