Dal 12 al 15 agosto 2013 sono andata con la solita agenzia Partiti e contenti a fare una gita in Svizzera.
La Svizzera è il paese delle Alpi, dei laghi e dei grandi fiumi dell’Europa Centrale. Per due terzi il suo territorio è montuoso, la parte rimanente è
occupata da un altopiano compreso fra i 400 ed i 600 m di altitudine che
si estende dal lago di Ginevra a quello di Costanza.
I principali fiumi svizzeri hanno origine nel nodo idrografico del San Gottardo,
dal quale si diramano per mandare le loro acque in quattro mari
diversi: il Rodano, nel Mediterraneo; il Reno nel Mare del Nord; l’Inn,
nel Mar Nero, tramite il Danubio, di cui è affluente; il Ticino, nel
Mare Adriatico, tramite il Po.
La Svizzera è una Repubblica federale composta da 26 stati,
che corrispondono ai Cantoni omonimi e che si estende su una superficie
di 41.285 km2. Ogni Stato ha un proprio governo che regola gli affari
interni; per gli affari comuni vi è un governo centrale che risiede a
Berna. La sua popolazione è di circa 7,5 milioni di abitanti che
detengono uno dei redditi medi tra i più elevati del mondo.
Pur non disponendo di materie prime ha un settore industriale molto
sviluppato; tra le produzioni storiche più conosciute vi sono quelle
dell’alimentare, del chimico e dell’orologeria. L’industria pesante e
quella meccanica hanno anch’esse una importanza economica, favorite
dalla grande disponibilità di energia idroelettrica (che costituisce circa il 60% dell’energia prodotta nel Paese).
Il punto di forza dell’economia svizzera è il settore terziario. In Svizzera hanno
sede alcune tra le principali banche e compagnie assicurative
internazionali. Il settore turistico è favorito dall’ottima
organizzazione alberghiera e dalla varietà dell’offerta: stazioni
invernali (St. Moritz), località di soggiorno sui laghi (Locarno, Lucerna e Costanza), centri di congressi e di affari (Lugano, Zurigo e Ginevra).
Note storiche
Elvetia è il nome antico di questa nazione, dal popolo degli Elvezi, di stirpe celtica, presenti in questo territorio prima dell’arrivo dei romani (15 a.C.). Sotto la dominazione romana il territorio svizzero fu diviso tra la Gallia Bellica e la Raetia. Ai romani si deve: la costruzione dell’ossatura viaria e la fondazione delle maggiori città della Svizzera, Coira (Curia), Zurigo (Turicum), Losanna (Lousanna), Martigny (Octodurus), Ginevra (Genava), Baden (Aquae), Basilea (Augusta Raurica), la costruzione del sistema fortificato lungo i fiumi Reno e Danubio, che favorirono i traffici fluviali e commerciali, e il sentimento di una comunità nazionale e del diritto. A partire dal IV° secolo ha inizio l’evangelizzazione del territorio elvetico.
La crisi dell’impero romano, nel V° secolo, dà inizio alle invasioni barbariche degli alemanni ad est e dei burgundi ad ovest e ha dato inizio alla divisione linguistica che ancora oggi permane.
Nel 538 i Franchi occupano l’Elvetia, introducendo la loro cultura e la diffusione del Cristianesimo, favorendo la costruzione di chiese e monasteri. Trent’anni dopo i longobardi occupano la Lombardia e il Canton Ticino.
Nel 843, con la divisione dell’impero carolingio, la parte orientale venne assegnata a Germanico, mentre quella occidentale verrà assegnata dapprima a Lotario, poi, nell’888, entrerà a far parte del regno dell’Alta Borgogna con capitale Ginevra. Con il Sacro Romano impero il governo del territorio, affidato agli emissari imperiali e ad alcuni vescovi conti, causò, nei secoli XII° e XIII°, le lotte contro i signori feudali.
Nel 1291 gli abitanti di Uri, di Svitto e di Untervarvaldo ( detto anche dei Paesi Forestali Waldstätte) stipularono il Patto Federale contro gli Asburgo. I secoli XIV° e XV° sono segnati da guerre per l’autonomia delle città confederate contro gli Asburgo e i sovrani di Borgogna. Al termine della guerra della Lega Santa (1516), Bellinzona e alcuni territori del Ticinese vengono sottratti al Ducato di Milano ed entrano a far parte del Canton Ticino.
Dopo la breve occupazione napoleonica (1798-1815) il Congresso di Vienna ripristina la Confederazione Elvetica. A seguito della guerra civile (1847) tra i cantoni cattolici e quelli protestanti, si ha la riforma costituzionale e l’istituzione del Governo Federale dei Cantoni Svizzeri (1848).
Elvetia è il nome antico di questa nazione, dal popolo degli Elvezi, di stirpe celtica, presenti in questo territorio prima dell’arrivo dei romani (15 a.C.). Sotto la dominazione romana il territorio svizzero fu diviso tra la Gallia Bellica e la Raetia. Ai romani si deve: la costruzione dell’ossatura viaria e la fondazione delle maggiori città della Svizzera, Coira (Curia), Zurigo (Turicum), Losanna (Lousanna), Martigny (Octodurus), Ginevra (Genava), Baden (Aquae), Basilea (Augusta Raurica), la costruzione del sistema fortificato lungo i fiumi Reno e Danubio, che favorirono i traffici fluviali e commerciali, e il sentimento di una comunità nazionale e del diritto. A partire dal IV° secolo ha inizio l’evangelizzazione del territorio elvetico.
La crisi dell’impero romano, nel V° secolo, dà inizio alle invasioni barbariche degli alemanni ad est e dei burgundi ad ovest e ha dato inizio alla divisione linguistica che ancora oggi permane.
Nel 538 i Franchi occupano l’Elvetia, introducendo la loro cultura e la diffusione del Cristianesimo, favorendo la costruzione di chiese e monasteri. Trent’anni dopo i longobardi occupano la Lombardia e il Canton Ticino.
Nel 843, con la divisione dell’impero carolingio, la parte orientale venne assegnata a Germanico, mentre quella occidentale verrà assegnata dapprima a Lotario, poi, nell’888, entrerà a far parte del regno dell’Alta Borgogna con capitale Ginevra. Con il Sacro Romano impero il governo del territorio, affidato agli emissari imperiali e ad alcuni vescovi conti, causò, nei secoli XII° e XIII°, le lotte contro i signori feudali.
Nel 1291 gli abitanti di Uri, di Svitto e di Untervarvaldo ( detto anche dei Paesi Forestali Waldstätte) stipularono il Patto Federale contro gli Asburgo. I secoli XIV° e XV° sono segnati da guerre per l’autonomia delle città confederate contro gli Asburgo e i sovrani di Borgogna. Al termine della guerra della Lega Santa (1516), Bellinzona e alcuni territori del Ticinese vengono sottratti al Ducato di Milano ed entrano a far parte del Canton Ticino.
Dopo la breve occupazione napoleonica (1798-1815) il Congresso di Vienna ripristina la Confederazione Elvetica. A seguito della guerra civile (1847) tra i cantoni cattolici e quelli protestanti, si ha la riforma costituzionale e l’istituzione del Governo Federale dei Cantoni Svizzeri (1848).
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Negli anni ’90 la Svizzera ha realizzato, attraverso la collaborazione
di associazioni ed Enti Locali (Comuni e Cantoni), il Progetto “Svizzera
– paese della bicicletta”, con 9 Itinerari Nazionali
segnalati e protetti, per complessivi 3.300 km, sostenuto da una
efficiente rete di intermodalità con le Ferrovie, pullman, battelli di
navigazione, rete alberghiera, ospitalità e informativa.
Il nostro itinerario.
12 agosto: partenza dalla Valsusa alla solita ora antelucana, passaggio attraverso il Gran San Bernardo, tappe intermedie. Tempo bello.
Arrivo a Broc, alla fabbrica di cioccolato più famosa, la Cailler.
Grande edificio bianco dallo stile un po' vintage, la maison Cailler è
aperta al pubblico e vanta un gran numero di visitatori in ogni
stagione.
Anche fuori si può già sentire l'odore del cioccolato che si è ormai
infiltrato nei muri della costruzione. Sulla sinistra un atelier di
cioccolato, dove alcuni specialisti insegnano ai bambini e ai golosi a
preparare formine di cioccolato. Sulla destra, c'è la caffetteria, che
offre un'ampia scelta di cioccolato al latte.
Gli adulti pagano dieci franchi svizzeri; i bambini entrano gratis.
All'inizio del percorso un filmato spiega la storia del cioccolato e
l'evoluzione di Cailler nel corso degli anni. Alla fine ci è offerto un
mega assaggio di ogni specialità. Abbuffata storica, ovviamente.
Dopo pranzo partenza per Neuchatel, situata sulle rive del lago omonimo, che ha la particolarità di essere il più esteso interamente in territorio svizzero,
e sulle pendici meridionali del monte Chaumont. Deve la sua prosperità
alla posizione nel punto d'incrocio d'importanti vie di comunicazione e
ai numerosi istituti di educazione, molto frequentati da stranieri. Il
clima risente dell'azione mitigatrice del lago ed è
relativamente mite.
Nel sec. XIV il lago occupava parte dell'area sulla quale si trova
attualmente la città, che si è potuta sviluppare solo in seguito, a mano
a mano che si formavano i terreni alluvionali con i
materiali trasportati e deposti dal fiume Seyon. Nei tempi moderni i
lavori di colmata artificiale, il prosciugamento delle paludi, la
deviazione del Seyon, condotto al lago attraverso una
galleria, hanno permesso di guadagnare terreno fabbricabile.
Dopo la costruzione della prima ferrovia (1859) Neuchâtel si è venuta estendendo nelle parti più alte; anche la popolazione è notevolmente aumentata. L'università, sorta come accademia nel 1838, riorganizzata nel 1894, ha avuto un ordinamento moderno nel 1909: comprende le facoltà di lettere, di scienze, di teologia e di diritto.
Dopo la costruzione della prima ferrovia (1859) Neuchâtel si è venuta estendendo nelle parti più alte; anche la popolazione è notevolmente aumentata. L'università, sorta come accademia nel 1838, riorganizzata nel 1894, ha avuto un ordinamento moderno nel 1909: comprende le facoltà di lettere, di scienze, di teologia e di diritto.
Il centro della città vecchia è dominato dal colle roccioso su cui sorgono il castello e la chiesa della collegiata.
Questi edifici conservano parti romaniche (un'ala del castello, e il
coro della chiesa con due bassi ambienti laterali di forma
semicircolare) risalenti al sec. XII.
Un tempo il castello ospitava i signori di Neuchatel; oggi è sede del
governo cantonale e funge da palazzo di giustizia. Neuchâtel fu più
volte distrutta e ricostruita. Un incendio del 1450 risparmiò solo una
dozzina di case e un altro incendio del 1714 distrusse una sessantina di
case nella zona sottostante il Castello. Dopo ogni disgrazia la città
risorgeva più solida e più bella.
La Collegiata fu probabilmente iniziata nel 1170 per
opera del conte di Neuchâtel Ulrico II e di sua moglie Berta di Grenchen
o di Granges-Grammont: il portale recava un'iscrizione oggi scomparsa,
relativa alla fondazione.
La consacrazione avvenne nel 1276. Il transetto e la parte occidentale
sono del periodo gotico primitivo, il campanile fu finito nel 1428. Nel
1530, durante la lotta iconoclastica della Riforma, la ricca decorazione
dell'interno andò distrutta: si salvò soltanto il pregevole cenotafio
del conte Luigi (1372), con 15 figure, di cui tre del secolo XV
(restaurato nel 1840). Dal 1867 al 1875 la chiesa e il chiostro furono
restaurati.
(Un cenotafio è un monumento sepolcrale che viene eretto per ricordare una persona o un gruppo di persone sepolte in altro luogo.)
Un po' di storia.
La località dove sorge oggi Neuchâtel era certamente abitata già
nell'epoca preistorica; tuttavia la prima menzione sicura di un centro
abitato si ha solo nel 1011, quando Novum Castellum appare essere una
roccaforte in potere del re di Borgogna. Attorno al castello si sviluppò
nei secoli XI e XII l'agglomerato urbano, che nel 1214 era già tanto
cresciuto da ottenere dai conti una carta di franchige comunali,
confermata ancora nel 1454. Ma nell'intervallo tra la prima concessione e
la conferma della carta, la borghesia di Neuchâtel, raffermatasi,
cresciuta in ricchezza e potenza, aveva già iniziato la sua lotta contro
il potere comitale, cercando di rendersi, di fatto, indipendente: e per
assicurarsi un valido aiuto, nell'aprile 1406, i cittadini di
Neuchâtel, stipularono un trattato con Berna, che li
costringeva a recare aiuto ai Bernesi nelle loro guerre, ma che, d'altra
parte, assicurava loro l'aiuto della già potente città.
Per parare il colpo, il conte di Neuchâtel, a sua volta, stipulò un trattato con Berna, ma questo contribuì ancora più a rendere Berna arbitra della situazione di Neuchâtel. Praticamente, dopo il trattato del 1406 l'influsso del conte nella città fu sostituito da quello di Berna, che consentiva tuttavia alla borghesia di Neuchâtel ampia libertà d'azione, soprattutto nelle cose interne, anzi la esortava a cercar di rendere sempre più completa la sua autorità di governo e a costituirsi in città indipendente, come Berna. Passata alla religione riformata, nel 1530, soprattutto per l'influsso bernese, a opera del Farel, la borghesia di Neuchâtel continuò a tenere nelle sue mani il potere per lungo tempo. Solo con la seconda metà del secolo XVIII la sua potenza politica scompare e le vicende della città vengono allora più strettamente collegate con quelle del principato, poi del cantone.
Per parare il colpo, il conte di Neuchâtel, a sua volta, stipulò un trattato con Berna, ma questo contribuì ancora più a rendere Berna arbitra della situazione di Neuchâtel. Praticamente, dopo il trattato del 1406 l'influsso del conte nella città fu sostituito da quello di Berna, che consentiva tuttavia alla borghesia di Neuchâtel ampia libertà d'azione, soprattutto nelle cose interne, anzi la esortava a cercar di rendere sempre più completa la sua autorità di governo e a costituirsi in città indipendente, come Berna. Passata alla religione riformata, nel 1530, soprattutto per l'influsso bernese, a opera del Farel, la borghesia di Neuchâtel continuò a tenere nelle sue mani il potere per lungo tempo. Solo con la seconda metà del secolo XVIII la sua potenza politica scompare e le vicende della città vengono allora più strettamente collegate con quelle del principato, poi del cantone.
Partenza per Biel (fr. Bienne), città della Svizzera
nord-occidentale nel cantone di Berna, situata a 432 m s.l.m. sulla
sponda NE del lago omonimo, ai piedi della catena del Giura, dove
pernotteremo per tre giorni. Gli abitanti sono per due terzi di lingua
tedesca e per un terzo di lingua francese. Già abitata in età
preistorica, deriva il suo nome dalla divinità celtica Beleno.
Si chiude qui la prima giornata, ma la cronaca continua.
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