lunedì 14 novembre 2016

Gita in Umbria - Prima parte - Storia


Dal 30 maggio al 2 giugno 2015 sono andata, con la solita agenzia "Partiti e contenti", a fare una gita in Umbria.


L'Umbria è una regione dell'Italia centrale, posta nel cuore della penisola. E' l'unica regione non situata ai confini politici o marittimi della nazione ed è l'unica regione dell'Italia peninsulare non bagnata dal mare. Il suo territorio, che si estende sul bacino del Tevere, è formato prevalentemente da colline, monti, conche e fondi vallici. Vanta il maggior lago dell’Italia centrale, il Lago Trasimeno, nel cui territorio sono presenti, ancora oggi, i resti di insediamenti etruschi, specie nell’area di Castiglione del Lago. Ci sono poi anche il lago di Piediluco, i fiumi Chiascio, Nera, Corno e Topino, le Cascate delle Marmore. Il capoluogo regionale è Perugia.


Come scritto sopra, la regione offre un'ampia varietà di caratteri geomorfologici e paesaggistici attraverso il susseguirsi di vallate, catene montuose, altipiani e pianure, che costituiscono la caratteristica geografica dominante. Il fascino dell’Umbria nasce dalla fusione tra arte e natura, dalla pace e serenità che ispirano i suoi luoghi ricchi di capolavori rinascimentali, e dei borghi medioevali incastonati nelle colline. 

Prima di partire con la cronaca della gita, vediamo qualche informazione storica sulla regione. Ci sono belle pagine di informazioni storiche qui. (Chi mi legge può saltare questa parte e andare direttamente alla cronaca, se preferisce.)


L'Umbria venne abitata in epoca protostorica dagli Umbri e dagli Etruschi. Nel 672 a.C. viene fissata la leggendaria fondazione di Terni. Nel 295 a.C. dopo la battaglia di Sentino fu conquistata dai Romani, che vi stanziarono alcune colonie e ne attraversarono il territorio con la via Flaminia (220 a.C.) che è stata la prima, e per molti secoli l'unica, strada terrestre di collegamento tra Roma e il nord Italia.
(In colore blu il tracciato originale della via Flaminia.)


 

Vi ebbe luogo la battaglia del Trasimeno (217 a.C.) durante l'invasione di Annibale nel corso della seconda guerra punica e Perugia venne espugnata e data alle fiamme nel Bellum Perusinum, durante la guerra civile tra Marco Antonio e Ottaviano nel 40 a.C.
Facciamo ora un salto temporale. Ci sarebbe da scrivere ancora molto ma è meglio tagliare un po', le informazioni abbondano in rete.



Il territorio della regione, dopo la fine dell'impero romano vide le lotte tra Ostrogoti e Bizantini e la fondazione nella parte orientale della regione del longobardo ducato di Spoleto (indipendente tra il 571 e la metà del XIII secolo). 









Ai Bizantini rimase comunque il cosiddetto corridoio bizantino, striscia di territorio estesa lungo il corso del Tevere e facente capo all'Esarcato di Ravenna. Carlo Magno conquistò la maggior parte dei domini longobardi e li cedette al Papa. Le città conquistarono una certa autonomia e furono spesso in guerra tra loro, inserendosi nel più generale conflitto tra papato e impero e tra Guelfi e Ghibellini.






 

La grande epoca dei Comuni vede il fiorire di edifici pubblici e religiosi, urbanisticamente contrapposti a simboleggiare le strategie di dominio e potere. Numerosi i luoghi fortificati da rocche, fortezze e cinte murarie, dominati dai castelli dei signori che legarono le proprie sorti a quelle delle proprie città. Se i Comuni poterono nascere e consolidarsi nell'Italia settentrionale, ciò dipese anche dalla debolezza del Sacro Romano Impero, in preda alla lotta per le investiture contro il Papato, e ai contrasti che divisero i grandi feudatari tedeschi, ai quali spettava l'elezione dell'imperatore. L'Impero era contesto fra due duchi di Svevia (o Hohenstaufen), detti "ghibellini" dal loro castello di Weiblingen, e i duchi di Baviera, detti "guelfi" dal loro capostipite Welf  (Guelfo).


Nel XIV secolo nacquero diverse signorie locali che furono quindi assorbite dallo Stato Pontificio, sotto cui la regione rimase fino alla fine del XVIII secolo. Nel 1441 papa Eugenio IV cede Sansepolcro alla Repubblica fiorentina, e la città passa così dall'Umbria alla Toscana. Dalla prima metà del Cinquecento alla fine del Settecento l'Umbria rimase ai margini della storia italiana, con il completo asservimento allo Stato Pontificio e la fine delle autonomie municipali. Le città della regione furono infatti definitivamente assorbite dallo Stato della Chiesa perdendo la propria sfera di autonomia interna.



 

Il Rinascimento interviene sull'aspetto medievale con palazzi ampi e prestigiosi e con artisti di altissima qualità. Due sole citazioni: Filippo Lippi a Spoleto e Pietro Perugino. Chiese e Palazzi sono stati decorati con affreschi, pale d'altare, crocifissi dipinti o scolpiti, tutti da scoprire. A lato  Prudenza e Giustizia sopra sei savi antichi - collegio del Cambio - Perugia


Le lotte intestine e il fallimento di alcune rivolte contro il potere ecclesiastico favorirono il dominio diretto del Papato sul territorio. Emblematico a questo proposito è il caso di Perugia. Nel 1540 i Perugini si ribellarono allo Stato Pontificio a causa di un'imposta sul sale, ma la rivolta venne repressa duramente da papa Paolo III, che fece radere al suolo le dimore dei Baglioni e su di esse fece erigere, poco dopo, la Rocca Paolina. 


Con l'Illuminismo e la Rivoluzione francese del 1789, anche in Umbria si diffusero i primi moti di rivolta contro il potere ecclesiastico. Per ben due volte la Chiesa vide spezzato il proprio dominio sui territori umbri: tra il 1798 e 1799, quando le truppe francesi invasero la regione annettendola alla Repubblica Romana, e tra il 1809 e il 1814 quando divenne un dipartimento dell'Impero napoleonico con capitale prima a Foligno e poi a Spoleto. 



 


Alla caduta di Napoleone e del suo Impero (1815), la Chiesa rientrò in possesso della regione, riuscendo a soffocare sia i moti del 1848, sia quelli del 1859, scoppiati a Perugia. Nel settembre 1860, a seguito dell'entrata delle truppe piemontesi a Perugia (14 settembre) e in Umbria, l'intera regione venne incorporata nel nascente regno d'Italia.
 


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