13/8 Partenza verso le grotte di Postumia
Le Grotte di Postumia (Postojnska jama) sono un complesso cavernicolo della Slovenia, classico esempio di carsismo,
situato alla periferia della città di Postumia. Sono un intreccio di
oltre 21 km di caverne e gallerie (scoperte fino ad oggi), dove in 185
anni sono passati oltre 30 milioni di visitatori. Sono le grotte più estese del Carso, nonché le più visitate d'Europa.
Nel 1872 nelle grotte vennero collocati i binari, e nel 1884 fu introdotta l’elettricità.
All’ingresso delle grotte, ove le pareti sono annerite per l’esplosione
di un deposito tedesco di carburanti fatto saltare dai partigiani nel
1944, si prende posto su un trenino sotterraneo che percorre circa 5
chilometri.
La temperatura media delle grotte è di 8 °C che aumenta leggermente
d'estate e diminuisce un poco d'inverno. Il tasso di umidità invece è
parecchio elevato. Come detto sopra, il percorso è composto da una parte
di avvicinamento, effettuata a bordo di un trenino, e da un percorso guidato pedonale; la visita dura circa un'ora e mezza.
Sul trenino si percorre il braccio orientale ove si aprono, tra le
altre caverne, quelle stupende del Grande Duomo (Velika dvorana; m
120×50), la grotta dei Nomi Antichi (graffiti del
secolo XIII), la Sala del Congresso (già Sala da Ballo; m 47) così
chiamata a ricordo del Congresso Internazionale di Speleologia qui
tenuto nel 1965.
Il viaggio in treno termina sotto il Monte Grande, noto anche come Calvario,
una collina sotterranea alta 45 metri all’incrocio di tre gallerie.
Guide turistiche multilingue invitano i visitatori a proseguire a piedi.
Per cominciare si attraversa il Ponte Russo, costruito dai prigionieri russi durante la Prima Guerra Mondiale e che attraversa una profonda voragine.
Si entra poi nelle Grotte Belle o del Paradiso (Lepe
jame), di incredibile bellezza e ricchezza di concrezioni variamente
colorate, composte dalla Sala Bianca, che deve il suo nome alla calcite
assolutamente bianca e alle concrezioni bianche di calcite pura, con
poche aggiunte, dalla Sala Rossa, nella quale prevale la calcite
rossastra e dalla sala degli spaghetti.
Notevole il Grande Sipario, cortina calcarea di pochi millimetri di spessore
il Brillante, la più bella stalagmite della grotta, in pura calcite, simbolo delle grotte di Postumia
e quella che viene chiamata "sala degli spaghetti",
nella quale uno accanto all’altro dal soffitto pendono sottili tubetti
di calcite, bianchi e trasparenti. Il soffitto richiama la pioggia
rocciosa.
La Sala dei concerti, punto di partenza e arrivo, può
contenere fino a 10.000 visitatori e ha un'ottima acustica. Di tanto in
tanto si eseguono concerti anche da maestri di fama mondiale, Pietro
Mascagni e il grande Enrico Caruso sono tra gli artisti che sono apparsi
qui in passato.
Le caverne sono ricche di stalagmiti e stalattiti che si formano attraverso processi impercettibili, la cui formazione richiede migliaia di anni.
Lo sviluppo di queste stalagmiti e stalattiti è dovuto all'afflusso
d'acqua contenente carbonato di calcio che si deposita formando le concrezioni. Si formano spesso anche piccoli gruppi di concrezioni che l'immaginazione può portare a indicare come Presepi o altro.
Le Grotte di Postumia erano conosciute già dalla preistoria,
quando fungevano come luogo di riparo dei primi uomini locali. Dal XIII
secolo le grotte, invece, diventano luogo di visita, fatto che possiamo
appurare notando delle firme incise sulle pareti interne, di cui la più
antica risale al 1213.
Gran parte della fauna che abitava le grotte è rimasta a lungo sconosciuta, eccetto il Proteus anguinus, storicamente
oggetto di superstizioni. L'importanza di questo anfibio dalla pelle
rosata e privo di occhi, che può vivere anche 100 anni e rimanere a
digiuno per 12, consiste nel fatto che si trova solo nella regione
carsica. Gran parte delle specie si è rifugiata nelle grotte non aperte alle grandi
masse. La speleofauna delle Grotte, con 48 specie acquatiche e
36 terrestri, risente molto dei fattori dell'inquinamento e
del turismo.
Lasciamo queste grotte meravigliose senza passare dalla Grotta Nera, percorsa dal fiume Pivka, accessibile solo a chi vuole cimentarsi in percorsi difficili e ci dirigiamo verso
il castello di Predjiama, che
dista 9 chilometri dalle grotte di Postumia. Nella parte centrale del
castello rinascimentale del secolo sedicesimo, sono venuti alla luce i resti di un castello ancora più antico, risalente al dodicesimo secolo e che rappresentava la parte residenziale del castello.
Al di sopra c'era la cosiddetta "Tana di Erasmo", un
rifugio allora inaccessibile come un "nido d'aquila" appollaiato nel
mezzo della roccia; vi ci portava uno stretto cornicione roccioso al
disotto del quale c'era un baratro profondo una sessantina di metri.
Fra i suoi proprietari si annoverano i patriarchi di Aquileia, poi gli Asburgo, ma sopratutto il cavaliere Erasmo Lueger,
vissuto nella seconda metà del XV secolo. La storia racconta di questo
eroe, del cavaliere Erasmo, che provocò le ire del suo imperatore,
Federico III, per sfuggire alle quali si rifugiò in questo luogo, sotto
la parete a strapiombo.
Nelle lotte fra l'imperatore d'Austria e il re d'Ungheria Erasmo si
schierò dalla parte di quest'ultimo. Quando poi l'imperatore fece
decapitare un suo amico, Erasmo uccise un parente dell’imperatore. Poi,
per sottrarsi alla condanna a morte, si rifugiò nel castello di Predjama e sfidò l'imperatore, attaccando di continuo le carovane di commercianti.
L'imperatore ordinò al luogotenente di Trieste, tale Gaspare Ravbar, di
catturare Erasmo, però l'assedio dei soldati fu vano, vista la
posizione strategica del castello. Erasmo si serviva di un passaggio segreto per approvigionarsi e poteva quindi resistere a oltranza.
Fu solo con l'aiuto di un servitore infedele che il
Ravbar riuscì a vincere Erasmo. Quando Erasmo andò nel suo gabinetto
privato, il servo infedele diede un segnale e allora (era l'anno 1484)
le pietre catapultate dalla vallata sfondarono la finestrina e colpirono Erasmo alla testa.
Secondo la leggenda il cavaliere sarebbe sepolto accanto alla chiesetta
del XV secolo che oggi è in Slovenia uno dei rari esempi
dell'archittetura tardogotica. Sulla sua tomba cresce un imponente tiglio che la leggenda vuole sia stato piantato proprio dall'amata di Erasmo.
All'inizio del XVII secolo l'uscita segreta, che portava a una piccola
foiba adiacente l'orlo della parete a strapiombo, venne murata perché i
ladri servendosi di questo passaggio erano entrati nel castello
portandosi via molti oggetti preziosi. Dalla fine dell'anno 1990, quando
ebbero inizio i lavori di restauro, le scoperte si susseguirono una dopo l'altra. Nella cantina è stato rinvenuto persino un tesoro sepolto.
Oggi è possibile visitare gli interni del castello, un viaggio nel
tempo che si snoda su quattro piani, tra stanze, saloni, cappelle,
soffitte, pertugi e inquietanti statue di cera che riempiono alcuni ambienti, riproponendo scene di vita del tempo. Di fianco la sala delle donne.
Il castello ospita una raccolta di arredi, quadri e armature d’epoca. Di fianco, una sala che contiene il ritratto di Erasmo.
La cappella
e i trofei di caccia che riempiono le pareti di questo ballatoio coperto. Si vede, in fondo, accanto alle palle da catapulta, la porta del gabinetto di Erasmo, dove lo sventurato trovò la morte.
La sala degli uomini, dove alle donne non era permesso entrare
il ponte levatoio
e, all'esterno, la torretta.
La cronaca continua.
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