martedì 29 novembre 2016

Gita in Normandia e Bretagna - Quarta parte - Arromanches, Omaha Beach, Pointe du Hoc, Mont Saint Michel


Ci avviamo verso il lunghissimo litorale, più di 80 km, che vide lo sbarco in Normandia (nome in codice operazione Neptune, parte marittima della più ampia operazione Overlord), una delle più grandi invasioni anfibie della storia, messa in atto dalle forze alleate durante la seconda guerra mondiale per aprire un secondo fronte in Europa, dirigersi verso la Germania nazista e allo stesso tempo alleggerire il fronte orientale, sul quale da tre anni l'Armata Rossa stava sostenendo un aspro confronto contro i tedeschi. L'invasione iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944 (data conosciuta come D-Day), quando toccarono terra nella penisola del Cotentin e nella zona di Caen le truppe alleate aviotrasportate, che aprirono la strada alle forze terrestri. All'alba del 6 giugno, precedute da un imponente bombardamento aeronavale, le fanterie sbarcarono su cinque spiagge.


Famosa la battaglia per il ponte di ferro Pegasus Bridge, nella notte fra il 5 e il 6 giugno 1944, tra le guardie tedesche del ponte e plotoni inglesi atterrati utilizzando alianti Horsa agli ordini del maggiore Howard. Il ponte fu il primo obiettivo catturato durante il D-Day.
 
Al termine della guerra, i Francesi battezzeranno il ponte sul canale di Caen "Pegasus Bridge" in onore dei soldati inglesi che lo avevano conquistato, sulla cui manica spiccava il simbolo di Pegaso, il cavallo alato della mitologia greca. 

Arriviamo ad Arromanches; lungo la via principale del paesino sventolano tutto l'anno bandiere francesi, americane, canadesi ed olandesi (gli alleati). Villaggio di pescatori e di agricoltori, Arromanches-les bains è dal 1870 particolarmente popolare come luogo di villeggiatura. Incassata tra le falesie, la cittadina assicura ai suoi visitatori calma e tranquillità.
 
Arromanches ha una storia anche prima della Seconda Guerra mondiale: le prime tracce della popolazione risalgono all'età del ferro. Succesivamente celtica, gallica e Vichinga, l'antica Arremancia, dovuta alla sua posizione strategica, ha ospitato un forte ai piedi della falesia per proteggersi dalle incursioni marittime. 

La stazione balneare era un obiettivo prioritario delle truppe alleate, che volevano installare un porto artificiale, in grado di adattarsi alle maree, per poter rifornire di armi e munizioni le truppe sbarcate. I vari componenti vennero costruiti in Gran Bretagna, rimorchiati attraverso la Manica


per essere montati di fronte alle coste della Normandia. Venne creata anche una barriera tramite l'immersione di blocchi di cemento forato e vecchie navi. Prese così forma il porto "Mulberry"



Arromanches viene liberata il 6 giugno di sera e dal 7 giugno vengono affondate le prime navi. L'8 giugno vengono immersi i primi cassoni Phoenix. Il 14 giugno iniziano i primi scarichi. Il porto artificiale darà prova del proprio valore durante la grande offensiva di Montgomery a metà luglio su Caen. Saranno scaricate oltre 18.000 tonnellate di merci tutti i giorni.

Le vestigia del porto artificiale sono ancora visibili ad Arromanches e alcune decine di cassoni PHOENIX continuano ad assicurare ad Arromanches uno specchio d'acqua calmo e protetto. Vero e proprio capolavoro d'ingegneria, il porto artificiale di Arromanches fu la chiave della vittoria in Europa. 

L'intera regione della Normandia conserva cicatrici e segni di quello che è storicamente ricordato come "il giorno più lungo". Cicatrici e segni che sono stati trasformati in memoria, e il  D-Day Museum di Arromanches ne fa parte.





Al suo interno, oltre alla ricostruzione del Mulberry Harbor, ci sono plastici animati e panoramica sul sito storico, un diorama che permette di rivivere il D-Day, un cinema che presenta un filmato composto da immagini d'archivio eccezionali sulla costruzione del porto artificiale, la traversata degli elementi che lo componevano attraverso la Manica, il suo assemblaggio e il suo utilizzo.
 
I visitatori della Normandia odierna trovano molti ricordi di quel 6 giugno 1944. I più notevoli sono le spiagge, che vengono ancora indicate sulle cartine e sui cartelli con i nomi in codice assegnati durante l'invasione; sulla costa sono inoltre visibili diversi bunker del Vallo Atlantico.

Tutto questo tratto di splendida costa chiamato Côte de Nacre ovvero di madreperla, è completamente disseminato di campi di battaglia, buchi lasciati dai bombardamenti, cimiteri e musei di guerra a testimoniare l’orrore che qui si è consumato.




Longues-sur-Mer è l‘unica batteria di difesa della costa classificata «Monumento storico» situata nel cuore delle spiagge dello Sbarco. Opera maggiore del Vallo Atlantico, la batteria comprende un posto di direzione del tiro e quattro casematte che proteggono ognuna un pezzo d’artiglieria da 150 mm ancora sul posto. 

Situata al centro del settore d’assalto alleato, sulla cima di una falesia che sovrasta la Manica, ebbe un ruolo strategico durante lo Sbarco delle forze alleate il 6 giugno 1944. Oggi è l’unica batteria ancora equipaggiata di cannoni d’epoca. Situata tra Arromanches e Omaha Beach offre una vista panoramica sulle spiagge dello Sbarco.

Sostiamo per il pranzo a Port en Bessin, importante porto per la pesca delle capesante, le coquilles St-Jacques, con una splendida cornice naturale, incastonato fra due alte scogliere. Anche qui la battaglia per l’invasione fu feroce e venne liberato solo la sera del 7 giugno dopo aspri scontri. Abbiamo raccolto gusci di capesante, che i pescatori abbandonano sulla riva. 

Omaha Beach ("Bloody Omaha", per i veterani) è il nome in codice dato dagli alleati a una delle cinque spiagge su cui avvennero gli sbarchi il 6 giugno 1944. La spiaggia, lunga 8 chilometri, si snoda da Sainte-Honorine-des-Pertes a Vierville-sur-Mer.

Le prime truppe a sbarcare furono quelle appartenenti alla 29ª Divisione di Fanteria americana, nei settori occidentali, e l'oramai esperta 1ª Divisione di Fanteria, anch'essa americana, nei settori orientali. Su questa spiaggia gli alleati registrarono il maggior numero di perdite


Colleville-sur-Mer è la sede del più famoso cimitero americano della seconda guerra mondiale in Europa; sorge a strapiombo sulla spiaggia di Omaha.  Sul lato est del complesso è situato un giardino semicircolare, delimitato da un muro sul quale sono poste le targhe dei 1557 soldati americani dispersi o non identificati.

Per ogni soldato, in una distesa di erba verdissima e curatissima, c'è una croce di marmo bianca con il nome, la compagnia di appartenenza e la data della morte. Le croci sono disposte tutte rivolte verso l'oceano, orientate verso il lato di spiaggia dove i soldati caddero in battaglia. 

Copre una superficie di 70 ettari e contiene le spoglie di 9387 soldati americani, 307 dei quali ignoti e 4 di sesso femminile, per lo più deceduti durante lo sbarco o le operazioni belliche successive. Tuttavia i militari qui sepolti rappresentano solo una parte dei caduti, dal momento che circa 14000 di essi sono stati rimpatriati per volere delle famiglie.

Come per tutti gli altri cimiteri americani in Francia gli Stati Uniti hanno ottenuto dal governo francese una speciale concessione territoriale permanente e libera da tassazione. Quello su cui è situato il cimitero risulta quindi essere a tutti gli effetti territorio americano. Viene suonato l'inno statunitense, l'inno ai caduti e viene ammainata la bandiera a stelle e strisce. 

A metà strada tra Omaha e Utah Beach, la Pointe du Hoc domina il mare con le sue falesie di circa 30 mt. All'alba del 6 giugno 1944 225 rangers americani scalarono le scogliere, dove c'era una postazione tedesca di artiglieria pesante. A testimonianza dei combattimenti avvenuti si possono vedere crateri larghi tre metri provocati dalle bombe.


Con gravi perdite i Rangers raggiunsero la vetta di Point du Hoc: anche se pochi e disorientati sgominarono la resistenza tedesca, già indebolita dai bombardamenti aeronavali, e iniziarono a infiltrarsi verso l’interno, dove i superstiti vennero raggiunti due giorni dopo dalle truppe sbarcate a Omaha Beach. 

Costeggiamo il litorale osservando Utah beach, che costituiva il settore più occidentale della costa interessata dalle operazioni militari. Le difese costiere erano pressoché identiche a quelle posizionate su Omaha Beach, ma non essendovi alte scogliere su cui costruire roccaforti, gli unici ostacoli furono quelli posizionati direttamente sulla spiaggia, a cinquanta, cento metri dal mare.

Non lontano da Omaha Beach, si trova Isigny-sur-Mer: è un paese costiero conosciuto soprattutto per i suoi caramels: dolci realizzati con burro, zucchero, crema, latte, i migliori ingredienti normanni, tutti originati dal latte e caramellizzati. Un’altra specialità di Isigny è il burro; per la sua incredibile produzione di ottimo latte il caseificio a Isigny esporta latte per i neonati cinesi

Piccola chicca: il comune di Isigny è un candidato per l'origine del cognome di Walt Disney, la famiglia infatti proverrebbe da questo paese. Trasferendosi in Inghilterra divennero i D'Isigny, nel tempo anglicizzato Disney.



La prima cosa che si vede quando si arriva a Sainte-Mere Eglise è un manichino a grandezza naturale di John Steele, intrappolato con il suo paracadute sul campanile della chiesa. Il soldato si era lanciato la mattina del 6 giugno 1944, giorno dello sbarco. Sainte-Mere Eglise era di vitale importanza per gli americani, perché da lì si poteva proteggere Utah Beach. 


Migliaia di parà vengono paracadutati su Sainte-Mère e sui dintorni. L’immagine di John Steele rimasto impigliato sul campanile della chiesa ha fatto il giro del mondo ed è diventata il simbolo non solo del D-Day ma anche della cittadina. Anche una vetrata della Chiesa lo ricorda.

L'episodio è narrato nel libro di Cornelius Ryan Il giorno più lungo, e riportato nel film omonimo del 1962. Il soldato rimase per molte ore appeso lungo la parete del campanile, salvandosi dallo scontro a fuoco con i tedeschi seguito ai primi lanci.



 
Gli strateghi di Overlord non hanno pensato alla configurazione così particolare del bocage normanno. La pesante macchina di guerra americana si adatta male al labirinto di piccoli campi chiusi e di stradine incassate, più propizie a una guerriglia. Imboscati nei cedui, i tiratori muniti di Panzerschreck distrussero i carri che avanzando nelle siepi presentavano la parte anteriore priva di corazzatura

La «battaglia delle siepi» sarà innanzitutto una battaglia di fanti in cui il difensore si trova in posizione di forza. I soldati americani caddero a centinaia, per prendere una siepe identica a quella appena conquistata e disperatamente identica a quelle che ancora dovevano essere prese. L’operazione Cobra, lanciata a fine luglio, aprì infine la breccia decisiva nelle linee tedesche.

Per effettuare lo sfondamento iniziale delle difese tedesche nel settore ristretto a ovest di Saint-Lô i generali americani contavano sulle novità tecniche introdotte sui carri armati M4 Sherman che, equipaggiati con l'apparecchiatura metallica, hedge-cutter, proposta dal sergente Custiss G. Culin, furono finalmente in grado di superare gli ostacoli costituiti dalle siepi e dal terreno boscoso del Bocage. 

Pontorson si trova all'interno della baia di Mont Saint-Michel, a circa 9 chilometri dal famoso isolotto. La città fu fondata nel dodicesimo secolo da Guglielmo il Conquistatore. Importante roccaforte alle porte della Bretagna, fu rasa al suolo nel 1623 per ordine di Louis XIII. Alcune vestigia rimangono di questo periodo, come la Cattedrale di Notre-Dame. Ci siamo fermati solo a pernottare.



15 agosto: Mont Saint-Michel, Cancale, Saint Malò.


Arriviamo a Mont Saint-Michel, famoso in tutto il mondo per l'incanto che suscita la sua vista. Ne ho già parlato diffusamente nella cronaca della gita precedente, quindi mi limito a ricordare il fenomeno dell'ampiezza delle maree (circa 14 metri di dislivello) che, anche a causa dell'andamento piatto, montano con grande rapidità (si dice con la velocità di un cavallo al galoppo).

Ecco lo spettacolare Mont Saint-Michel in versione finalmente e completamente isolana. Non accadeva dal 1879, complici i detriti portati dal fiume Couesnon, il cui estuario è proprio davanti al promontorio, e quelli accumulati attorno alla strada-parcheggio, eredità del turismo di massa.

Smantellato il parcheggio e con i lavori di deviazione del fiume ormai avanzati, la marea eccezionale di febbraio 2015 ha permesso di assistere, di nuovo, al fenomeno. La replica, ancor più eclatante, c'è stata a marzo, data del successivo novilunio, che tra l'altro è coinciso  con un'eclissi totale di sole.





La cronaca continua con la seconda grossa tappa della gita, la Bretagna.



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