mercoledì 30 novembre 2016

Gita in Normandia e Bretagna - Quinta parte - Cancale, Saint Malò

Seconda parte - Bretagna


La Bretagna  è una regione nel nord-ovest della Francia, antico Stato indipendente, che forma un vasto promontorio verso la Manica e l'Oceano Atlantico. La lingua ufficiale è il francese, mentre le lingue regionali sono il bretone ed il gallo. Anche qui tralascio la storia  e mi limito ad alcuni cenni. 
Il nome Bretagna deriva da quello del popolo bretone, che vi si installò fuggendo dalla nativa Britannia, l'attuale Gran Bretagna, e chiamò (piccola) Britannia la penisola che avevano occupato.
Poverissima e sotto-attrezzata, gravemente danneggiata dai bombardamenti di Saint-Malo, Brest, Lorient, Saint-Nazaire, Nantes e Rennes durante l'ultima guerra, terra di emigrazione dalla fine dell'Ottocento sino al 1970, la Bretagna ha conosciuto in questi ultimi 40 anni uno sviluppo strutturale, economico ed industriale nominato "miracolo". È ormai la prima regione agricola francese (allevamento di suini, bovini e polli, produzione di primizie, latte, burro), la prima regione per la pesca, ma anche la costruzione navale militare e civile (piroscafi). È anche una grande regione industriale, turistica e commerciale. In particolare, fu un bretone a fondare l'azienda di grande distribuzione E.Leclerc.
La Bretagna si divide tra la costa, detta "Armor", tradizionalmente più ricca e popolata, e le terre, dette "Argoat", più isolate. In bretone la parola armor significa "il mare", e argoat "la foresta, la terra, la campagna".
Si divide anche tra est e ovest secondo la cosiddetta frontiera linguistica: ad ovest, in Bassa-Bretagna si parlava storicamente bretone fino alla fine dell'Ottocento (ed ancora oggi la maggior parte dei praticanti della lingua bretone si trovano ad ovest della penisola) mentre in bretagna orientale, la Alta-Bretagna, si parlava storicamente gallo o francese, come a Nantes o a Rennes.


Dopo una severissima politica anti-bretone dello Stato francese, l'uso del bretone è diminuito moltissimo a vantaggio del francese, soprattutto durante il XX secolo. Il bretone tuttavia si è "risvegliato" negli anni 1970, grazie anche all'istituzione di scuole bilingui, e i difensori del gallo cominciarono a farsi sentire negli anni 1990. In molte città i cartelli sono bilingui.


I fari in Bretagna sono il simbolo della vita marittima. La regione possiede da sola più di un terzo dei fari e torri faro che illuminano il litorale della Francia. Sfidando correnti e tempeste, queste fortezze di granito segnalano dal XVIII secolo ai lontani navigatori i pericoli di coste selvagge e irte di rocce traditrici. Quelli del Finistère sono i più leggendari.

Sin dall'antichità, greci e fenici sono ricorsi all'illuminazione per semplificare i punti di passaggio pericolosi. In Francia, la segnaletica delle coste è inesistente fino al medioevo, poiché si preferisce non attirare l'attenzione dei barbari e dei potenziali saccheggiatori. In seguito certi luoghi sono stati segnalati da semplici fuochi di legno.

I primi fari sono costruiti nel XVII e XVIII secolo, ma è soprattutto nel XIX secolo che la loro costruzione si diffonde. Il faro più antico della Bretagna è quello di Stiff, sull'isola di Ouessant, la cui costruzione ha inizio nel 1685 su ordine di Vauban e che è acceso nel 1700.

Oggi i fari sono quasi tutti automatizzati. Il mito del guardiano del faro, mestiere tra l'altro molto vincolante, sta quindi sparendo. Il guardiano ha ormai come compito quello di sorvegliare i sistemi automatizzati e intervenire in caso di malfunzionamento. Si occupa della manutenzione del faro e dei dintorni, assicura i collegamenti radio e il bollettino meteo.

Alcune realizzazioni sono state eseguite in condizioni incredibili, su rocce ricoperte dall'alta marea e in zone di correnti e tempeste. Il faro d'Armen, il più leggendario di tutti, è costruito su una roccia che emerge solo di 1,50 m in condizioni di bassa marea, in pieno Raz de Sein. Quando il tempo lo consentiva gli operai praticavano un foro per le future strutture portanti. Il primo anno sono stati praticati solo 15 fori, l'anno seguente 34. Durante tutto l'anno 1870 è stato possibile lavorarci solo 8 ore, 6 nel 1873. La costruzione di Armen è durata ben 14 anni

Ci fermiamo a Cancale, cittadina incastonata in una bellissima baia che ricorda la forma di una conchiglia. E' il paradiso per gli amanti delle ostriche, infatti con la bassa marea si possono vedere le file ordinate degli allevamenti di ostriche.

Nel XIX secolo i marinai sono ingaggiati per le stagioni di pesca al merluzzo sull’isola di Terranova, divenendo così dei Terre-Neuvas e lasciando alle loro consorti la gestione del borgo. Il porto di La Houle e le pittoresche rues de derrière, addossate alla falesia, sono ora invece dedicate all'allevamento e alla vendita di ostriche. 

Il porto è sempre trafficato da pescherecci e carretti carichi di ostriche; Cancale è soggetta all'affascinante fenomeno dei repentini flussi di marea, per cui barche da diporto e pescherecci rimangono non di rado adagiati sul melmoso fondale.

Siamo arrivati a ferragosto, durante la festa dei pescatori, con addobbi sulle case e successiva processione, nata un tempo per raccogliere fondi e aiutare le famiglie dei pescatori che si spingevano fin sui banchi di Terranova e talvolta non rientravano. Pranzo ottimo, con "buco normanno", cioè bevuta d'un fiato d'un bicchierino di Calvados tra la prima e la seconda portata. 

Arriviamo a Saint-Malo, fondata nel IV sec dai santi Aaron e Brendan, riconosciuta dal 550 in poi come la celtica Saint Maclou o MacLow. Negli anni successivi i corsari controllarono la cittadina costringendo le navi inglesi che risalivano la manica a pagare tributi e proclamando addirittura Saint Malo Repubblica indipendente nel 1590.

I corsari lavoravano per il re (a differenza dei pirati, che lavoravano per conto loro). Erano in possesso di un documento ufficiale che legalizzava la loro attività per combattere i nemici e dovevano rispettare scrupolosamente le regole di guerra, altrimenti erano considerati pirati. Saint-Malo diventa molto ricca nel XVII secolo, periodo in cui i corsari controllano il traffico marittimo del Mare del Sud e quello delle Indie Orientali.

A lato il corsaro Surcouf, la cui statua eretta a Saint-Malo indica con il dito la direzione dell'Inghilterra, terra nemica da combattere.

Saint Malo è una città costiera, il centro storico è interamente cinto da bastioni di granito grigio ed è costruito su un'isola collegata alla costa. Il suo porto sbocca sul Canale della Manica e il suo litorale è, tra quelli francesi, il maggiormente esposto al fenomeno delle maree (l'ampiezza supera i 10 metri). 

La città viene distrutta quasi interamente durante la Seconda guerra mondiale. Del suo passato glorioso, Saint-Malo conserva numerosi monumenti storici ed edifici, nella maggior parte ricostruiti. Tra i più visitati, la cattedrale Saint-Vincent, il Castello Ducale, le Mura della città chiusa, il forte Nazionale, il forte del Petit Bê, la torre Solidor. All'interno della Cattedrale c'è la tomba del navigatore Jacques Cartier, che scoprì il Canada.


La ricchezza degli antichi negozianti si esprime nelle costruzioni che hanno lasciato. Se le case in muratura con travatura lignea a vista, con vetri colorati che sembrano castelli di poppa di navi sono quasi scomparse, le antiche costruzioni in pietra sono invece ancora molto numerose. 

I bastioni, eretti in origine nel 400 e ridisegnati quattro secoli dopo dall'architetto militare di Luigi XIV Vauban, possono essere percorsi e mostrano meravigliose vedute panoramiche. La città vecchia è per lo più zona pedonale: è possibile passeggiare nelle vie tra case antiche, palazzi privati, pittoreschi cortili.


Percorrendo i bastioni si vede anche una zona di mare limitata come una piscina con tanto di trampolini, esente dall'influsso delle maree. 






Proprio dinanzi a una delle più belle distese di sabbia della città, c'è la "Ile du Grand-Be", un isolotto dove si trova la tomba dello scrittore, padre del Romanticismo francese, François René de Chateaubriand, nato e morto proprio a Saint Malo. 




Il Fort National è situato su un isolotto al largo di Saint-Malo, costruito per volere di re Luigi XIV di Francia. È uno dei cinque forti costieri che proteggevano Saint Malo ed è il più grande dei tre forti che si trovano su altrettanti isolotti situati al largo della città. L'edificio, di proprietà privata ma aperto al pubblico, è raggiungibile solo con la bassa marea.

Prima di chiudere una chicca. La locuzione "Cave Canem" («Attento al cane», in latino), ben si adatta al medioevo di Saint Malo. Durante la notte infatti c'era l'abitudine di lasciare liberi dei cani da guardia feroci, ma dopo qualche grave e spiacevole incidente si rinunciò a questa difesa. Troviamo tombini dell'epoca che richiamano alla mente questo fatto. 





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