Seconda parte - Bretagna
La Bretagna è una regione nel nord-ovest della Francia, antico Stato indipendente, che forma un vasto promontorio verso la Manica e l'Oceano Atlantico. La lingua ufficiale è il francese, mentre le lingue regionali sono il bretone ed il gallo. Anche qui tralascio la storia e mi limito ad alcuni cenni.
Il nome Bretagna deriva da quello del popolo bretone,
che vi si installò fuggendo dalla nativa Britannia, l'attuale Gran
Bretagna, e chiamò (piccola) Britannia la penisola che avevano occupato.
Poverissima e sotto-attrezzata, gravemente danneggiata dai bombardamenti
di Saint-Malo, Brest, Lorient, Saint-Nazaire, Nantes e Rennes durante
l'ultima guerra, terra di emigrazione dalla fine dell'Ottocento sino al
1970, la Bretagna ha conosciuto in questi ultimi 40 anni uno sviluppo
strutturale, economico ed industriale nominato "miracolo".
È ormai la prima regione agricola francese (allevamento di suini,
bovini e polli, produzione di primizie, latte, burro), la prima regione
per la pesca, ma anche la costruzione navale militare e civile
(piroscafi). È anche una grande regione industriale, turistica e commerciale. In particolare, fu un bretone a fondare l'azienda di grande distribuzione E.Leclerc.
La Bretagna si divide tra la costa, detta "Armor", tradizionalmente più ricca e popolata, e le terre, dette "Argoat", più isolate. In bretone la parola armor significa "il mare", e argoat "la foresta, la terra, la campagna".
Si divide anche tra est e ovest secondo la cosiddetta frontiera linguistica: ad ovest, in Bassa-Bretagna si parlava storicamente bretone
fino alla fine dell'Ottocento (ed ancora oggi la maggior parte dei
praticanti della lingua bretone si trovano ad ovest della penisola)
mentre in bretagna orientale, la Alta-Bretagna, si parlava storicamente gallo o francese, come a Nantes o a Rennes.
Dopo una severissima politica anti-bretone
dello Stato francese, l'uso del bretone è diminuito moltissimo a
vantaggio del francese, soprattutto durante il XX secolo. Il bretone
tuttavia si è "risvegliato" negli anni 1970, grazie anche all'istituzione di scuole bilingui, e i difensori del gallo cominciarono a farsi sentire negli anni 1990. In molte città i cartelli sono bilingui.
I fari in Bretagna sono il simbolo della vita marittima. La regione possiede da sola più di un terzo
dei fari e torri faro che illuminano il litorale della Francia.
Sfidando correnti e tempeste, queste fortezze di granito segnalano dal
XVIII secolo ai lontani navigatori i pericoli di coste selvagge e irte di rocce traditrici. Quelli del Finistère sono i più leggendari.
Sin dall'antichità, greci e fenici sono
ricorsi all'illuminazione per semplificare i punti di passaggio
pericolosi. In Francia, la segnaletica delle coste è inesistente fino al medioevo,
poiché si preferisce non attirare l'attenzione dei barbari e dei
potenziali saccheggiatori. In seguito certi luoghi sono stati segnalati
da semplici fuochi di legno.
I primi fari sono costruiti nel XVII e
XVIII secolo, ma è soprattutto nel XIX secolo che la loro costruzione si
diffonde. Il faro più antico della Bretagna è quello di Stiff, sull'isola di Ouessant, la cui costruzione ha inizio nel 1685 su ordine di Vauban e che è acceso nel 1700.
Oggi i fari sono quasi tutti automatizzati.
Il mito del guardiano del faro, mestiere tra l'altro molto vincolante,
sta quindi sparendo. Il guardiano ha ormai come compito quello di sorvegliare i sistemi automatizzati e intervenire
in caso di malfunzionamento. Si occupa della manutenzione del faro e
dei dintorni, assicura i collegamenti radio e il bollettino meteo.
Alcune realizzazioni sono state eseguite in condizioni incredibili, su rocce ricoperte dall'alta marea e in zone di correnti e tempeste. Il faro d'Armen,
il più leggendario di tutti, è costruito su una roccia che emerge solo
di 1,50 m in condizioni di bassa marea, in pieno Raz de Sein. Quando il
tempo lo consentiva gli operai praticavano un foro per le future
strutture portanti. Il primo anno sono stati praticati solo 15 fori,
l'anno seguente 34. Durante tutto l'anno 1870 è stato possibile
lavorarci solo 8 ore, 6 nel 1873. La costruzione di Armen è durata ben 14 anni.
Ci fermiamo a Cancale, cittadina incastonata in una bellissima baia che ricorda la forma di una conchiglia. E' il paradiso per gli amanti delle ostriche, infatti con la bassa marea si possono vedere le file ordinate degli allevamenti di ostriche.
Nel XIX secolo i marinai sono ingaggiati per le stagioni di pesca al merluzzo sull’isola di Terranova, divenendo così dei Terre-Neuvas e lasciando alle loro consorti la gestione del borgo. Il porto di La Houle e le pittoresche rues de derrière, addossate alla falesia, sono ora invece dedicate all'allevamento e alla vendita di ostriche.
Il porto è sempre trafficato da
pescherecci e carretti carichi di ostriche; Cancale è soggetta
all'affascinante fenomeno dei repentini flussi di marea, per cui barche da diporto e pescherecci rimangono non di rado adagiati sul melmoso fondale.
Siamo arrivati a ferragosto, durante la festa dei pescatori,
con addobbi sulle case e successiva processione, nata un tempo per
raccogliere fondi e aiutare le famiglie dei pescatori che si spingevano
fin sui banchi di Terranova e talvolta non rientravano. Pranzo ottimo,
con "buco normanno", cioè bevuta d'un fiato d'un bicchierino di Calvados tra la prima e la seconda portata.
Arriviamo a Saint-Malo, fondata nel IV sec dai santi Aaron e Brendan, riconosciuta dal 550 in poi come la celtica Saint Maclou o MacLow. Negli anni successivi i corsari controllarono la cittadina costringendo le navi inglesi che risalivano la manica a pagare tributi e proclamando addirittura Saint Malo Repubblica indipendente nel 1590.
I corsari lavoravano per il re
(a differenza dei pirati, che lavoravano per conto loro). Erano in
possesso di un documento ufficiale che legalizzava la loro attività per
combattere i nemici e dovevano rispettare scrupolosamente le regole di
guerra, altrimenti erano considerati pirati. Saint-Malo diventa molto
ricca nel XVII secolo, periodo in cui i corsari controllano il traffico
marittimo del Mare del Sud e quello delle Indie Orientali.
A lato il corsaro Surcouf, la cui statua eretta a Saint-Malo indica con il dito la direzione dell'Inghilterra, terra nemica da combattere.
Saint Malo è una città costiera, il centro storico è interamente cinto da bastioni di granito grigio ed è costruito su un'isola collegata alla costa. Il suo porto sbocca sul Canale della Manica e il suo litorale è, tra quelli francesi, il maggiormente esposto al fenomeno delle maree (l'ampiezza supera i 10 metri).
La città viene distrutta quasi interamente durante la Seconda guerra mondiale. Del suo passato glorioso, Saint-Malo conserva numerosi monumenti storici ed edifici, nella maggior parte ricostruiti. Tra i più visitati, la cattedrale Saint-Vincent, il Castello Ducale, le Mura della città chiusa, il forte Nazionale, il forte del Petit Bê, la torre Solidor. All'interno della Cattedrale c'è la tomba del navigatore Jacques Cartier, che scoprì il Canada.
La ricchezza degli antichi negozianti si esprime nelle costruzioni
che hanno lasciato. Se le case in muratura con travatura lignea a
vista, con vetri colorati che sembrano castelli di poppa di navi sono
quasi scomparse, le antiche costruzioni in pietra sono invece ancora molto numerose.
I bastioni, eretti in
origine nel 400 e ridisegnati quattro secoli dopo dall'architetto
militare di Luigi XIV Vauban, possono essere percorsi e mostrano
meravigliose vedute panoramiche. La città vecchia è per lo più zona pedonale: è possibile passeggiare nelle vie tra case antiche, palazzi privati, pittoreschi cortili.
Percorrendo i bastioni si vede anche una zona di mare limitata come una piscina con tanto di trampolini, esente dall'influsso delle maree.
Proprio dinanzi a una delle più belle distese di sabbia della città, c'è la "Ile du Grand-Be", un isolotto dove si trova la tomba dello scrittore, padre del Romanticismo francese, François René de Chateaubriand, nato e morto proprio a Saint Malo.
Il Fort National è situato su un isolotto
al largo di Saint-Malo, costruito per volere di re Luigi XIV di
Francia. È uno dei cinque forti costieri che proteggevano Saint Malo ed è
il più grande dei tre forti che si trovano su altrettanti isolotti
situati al largo della città. L'edificio, di proprietà privata ma aperto al pubblico, è raggiungibile solo con la bassa marea.
Prima di chiudere una chicca. La locuzione "Cave Canem" («Attento al cane», in latino), ben si adatta al medioevo
di Saint Malo. Durante la notte infatti c'era l'abitudine di lasciare
liberi dei cani da guardia feroci, ma dopo qualche grave e spiacevole
incidente si rinunciò a questa difesa. Troviamo tombini dell'epoca che richiamano alla mente questo fatto.
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