Ebbene sì, il mio animo zingaro mi ha portata a partecipare a una
seconda gita questa estate. Dall'11 al 15 agosto 2012 ho partecipato alla
gita in Slovenia organizzata dalla mia agenzia preferita, Partiti e contenti.
11/8 Partenza dalla Val di Susa verso Codroipo
Codroipo è un comune italiano di 15.996 abitanti della
provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia. E’ stata la nostra tappa
perché nella frazione Passariano si trova villa Manin, l'ultima residenza dei dogi di Venezia in Friuli.
Il maestoso complesso di Villa Manin
è uno dei monumenti artistici più significativi del Friuli Venezia
Giulia e uno dei simboli più conosciuti del turismo e della cultura
regionale. Fu fatta edificare nel Seicento da Ludovico I Manin per
celebrare la ricchezza e la potenza della sua casata, utilizzata dai
Manin come casa di campagna. Il conte era donnaiolo e questo ha portato a
leggende su strani fruscii che si sentono nella villa, uniti a un
singolare profumo di menta.
Il compendio è composto da un corpo centrale adibito a
residenza gentilizia, e da alcune zone di servizio ad esso ortogonali
dove si svolgevano le attività agricole della Villa. Nella barchessa di sinistra erano collocate le cantine e i granai, mentre le scuderie erano posizionate nella barchessa di destra.
L’atrio della villa è un accogliente benvenuto per i visitatori che si
immergono nella stanza più riccamente affrescata: fu Louis Dorigny, tra i
pittori più richiesti dell’epoca, a dipingere il Trionfo della
Primavera, nel tondo centrale, e i racconti mitologici realizzati a
monocromo sulle pareti. Il salone delle feste è stato splendido scenario
di incontri ed eventi storici. Gli stucchi che lo decorano risalgono al
Settecento, i maestosi lampadari che illuminano tutto il piano terra sono in vetro di Murano (lampadari a bicchierino).
Napoleone Bonaparte vi dimorò per due mesi conducendo
la fase finale della campagna contro lo stato Veneto. Caduta Venezia
nelle sale della villa vennero discusse le trattative per la resa.
Con il Trattato di Campoformido (17 ottobre 1797) tra Austria e Francia, firmato a Villa Manin, vennero cambiati i confini e i destini dell'Europa, premessa alla storia contemporanea.
Con il Trattato di Campoformido (17 ottobre 1797) tra Austria e Francia, firmato a Villa Manin, vennero cambiati i confini e i destini dell'Europa, premessa alla storia contemporanea.
A Villa Manin si possono ammirare alcune collezioni museali stabili (Museo delle Carrozze e Armeria).
Nell’Armeria (sede distaccata dei Civici Musei di Udine) è esposta una
splendida collezione di armi e armature provenienti da diverse parti del
mondo. Il resto della villa ospita perennemente mostre di vario genere: la visita della villa per noi si è ridotta alla parte esterna,
al parco e
alla cappella gentilizia di Sant’Andrea apostolo,
opera (1700-1720) dell'architetto Domenico Rossi, che è un ottagono
irregolare a facciata palladiana addossato alla barchessa
orientale. All’interno si possono ammirare dei veri e propri capolavori
in marmo di Giuseppe Torretti, il maggior scultore veneto del XVIII
secolo, autore del principesco velario, del Miracolo di sant’Antonio
istoriato sull’altare di destra, del Transito di San Giuseppe
scalpellato su quello di sinistra, di un Crocifisso, di una Madonna con
bambino, e di due pannelli custoditi nella sagrestia; del tiepolesco
Fontebasso da Venezia sono i due quadroni monocromi con Scene della vita
di Adamo, dalla bottega Marinali, emula del genio torrettiano, esce
l’altar maggiore con Madonna, bambino e i santi Ludovico e Andrea.
Un parco secolare di diciotto ettari costituisce parte integrante del complesso monumentale, molto interessante dal punto di vista botanico,
per le numerose specie importanti e rare: oltre a tigli, un cedro
glauco, un cedro del Libano, un cedro di Goa ci sono una palma del
Giappone, una sequoia e un tasso che dovrebbe avere dai 150 ai 200 anni.
Sono presenti inoltre viali (delle mimose e delle magnolie), laghetti e
monticelli con gruppi statuari di soggetto mitologico, che evocano
favole e richiamano lo spirito arcadico. Il grande prato centrale, in
primavera, presenta una straordinaria e rigogliosa fioritura di narcisi.
Partenza verso Lubiana, capitale della Slovenia
La Slovenia, situata nell'Europa centro-orientale, tra
le Alpi e l'Adriatico, è una delle più piccole tra le nazioni europee.
Confina con Italia ad ovest, Austria a nord, Ungheria ad est e Croazia a
sud. La superficie totale ammonta a 20.273 kmq, la metà della
quale è coperta dai boschi, che ne fanno la terza nazione europea, dopo
Finlandia e Svezia, ad avere un così ampio territorio boschivo. La
regione nord-occidentale è occupata prevalentemente dalle Alpi, dove si trova la cima più alta, il monte Tricorno. Ad ovest dell'altipiano del Carso si apre il ridottissimo spazio costiero, costituito da poco più di 40 km di costa.
La popolazione ammonta a circa due milioni di abitanti; la stragrande
maggioranza è slovena, ma esistono anche minoranze di
origine italiana ed ungherese. La lingua ufficiale è lo sloveno,
una lingua slava affine ma distinta dal serbo-croato. La religione più
diffusa è quella cattolica. La capitale è Lubiana, la città più popolata
con circa 330mila abitanti; le altre città più importanti sono Maribor,
Kranj, Celje, Murska Sabota, Novo Mesto, Nova Gorica e Capodistria.
Arrivo a Lubiana
(in sloveno Ljubljana), visitata in tarda serata in piccoli gruppi. La
visita con la guida ci sarà domani, ma intanto ammiriamo questa
deliziosa città per conto nostro.
12/8 Partenza verso Bled, con il suo splendido lago e il castello.
Il treno storico che collega Gorizia a Bled
Bled è un comune della Slovenia situato nella parte nordoccidentale del paese, ai piedi delle Alpi Giulie. Sebbene piccolo è un importante centro turistico per l'omonimo lago, il castello e le fonti termali che iniziarono ad essere sfruttate fin dalla seconda metà dell'Ottocento.
Il lago di Bled è lungo 2120 e largo 1380 metri. Ha
una profondità massima di 30,6 metri ed è un lago di origine tettonica,
sorto nell'ultima era glaciale. Non ha
immissari maggiori e viene rifornito di acqua soltanto da alcuni
torrenti. Le sorgenti termali sono convogliate in tre piscine
situate negli alberghi Toplice, Park e Golf. Il lago presenta condizioni
ideali per praticare sport quali il canottaggio. Ospitò i Campionati del mondo di canottaggio, nel 1966, 1979, 1989 e 2011.
L'immagine del lago viene resa più pittoresca dall'isoletta nel centro, che si raggiunge con grosse barche
caratteristiche, a remi, le “pletnje”, visto che non sono tollerate
imbarcazioni a motore, se non per motivi di servizio, per evitare
inquinamento. Secondo una leggenda l’Isola di Bled si formò per la
punizione di Dio, perchè la gente del posto non si preoccupò di
proteggere la cappella della Madonna, che si trovava in mezzo ai prati, con
un recinto, per cui il bestiame che era al pascolo vi entrava e
profanava il santuario.
Per i più romantici o per chi si vuol fare una rematina in solitudine
ci sono da affittare anche delle graziose barche a forma di cigno.
Sono stati trovati sull'isola reperti preistorici (dall'undicesimo all'ottavo secolo a.C.) e della colonizzazione slava. Nell'alto Medioevo, sul punto dove oggi si
trova la chiesa, c'era un sito funebre paleocristiano. Vi sono state scoperte ben 124 tombe con scheletri risalenti al decimo
ed undicesimo secolo. Circa dello stesso periodo sono anche le
fondamenta della cappella paleocristiana, costruita durante
l'opera di evangelizzazione di questi territori.
La prima chiesa in muratura fu una basilica romanica
a tre navate, consacrata nel 1142 dal Patriarca di Aquileia.
Nel quindicesimo secolo la chiesa fu riedificata in stile gotico. Nel 1509 un terremoto
danneggiò gravemente l'edificio tanto che si dovette
procedere alla sua completa ristrutturazione, in
stile barocco. Della precedente chiesa gotica sono
stati conservati soltanto gli affreschi nel presbiterio e la statua
lignea della Madonna, che probabilmente ornava l'altare maggiore.
L'attuale aspetto risale al diciottesimo secolo, quando la chiesa fu ristrutturata dopo un nuovo terremoto. L'altare maggiore, con bassorilievi dorati, è del 1747, mentre la scultura centrale, raffigurante la Madonna seduta con accanto Enrico II e sua moglie Cunegonda, che donarono al vescovo di Bressanone
i loro possedimenti, e gli altari laterali, dedicati a San Sebastiano, a
Santa Maddalena e a Sant'Anna, sono della fine del diciassettesimo
secolo.
Il campanile, costruito nel quindicesimo secolo,
è stato più volte restaurato, dato che è rimasto seriamente danneggiato
da due terremoti e nel 1688 è stato colpito da un fulmine.
L'attuale campanile è alto 54 metri ed ha tre campane. La scalinata
monumentale di 99 scalini che conduce alla chiesa deve essere
affrontata portando in braccio la sposa per chi vuole sposarsi nella
chiesetta ed essere baciato dalla buona sorte.
Una particolarità della chiesetta sull'isola è "la campana dei desideri",
del 1534, sull'ultima trave della navata. Secondo la leggenda, al castello di Bled viveva la ricca vedova
Polissena che, inconsolabile per la morte del marito, ucciso dai
briganti, raccolse tutti gli ori e gli argenti che possedeva e li fece
fondere in una campanella per la chiesa dell'isola. Durante il
trasporto l'imbarcazione si capovolse per un
temporale, la campana affondò e i barcaioli annegarono.
Nelle notti di quiete si può ancora udire il suono argentino della campanella provenire dal fondo del lago.
A seguito della sventura la giovane vedova divenne ancora più triste e
si trasferì a Roma dove si fece monaca. Alla sua morte il Papa inviò
alla chiesetta sull'isola una nuova campana. Chiunque riesca a suonarla fissando la Madonna sull’altare vedrà avverarsi un suo desiderio.
Sopra il lago di Bled si eleva, su uno sperone di roccia alto 124 metri, il più antico castello della Slovenia. Nel 1004, quando l'imperatore germanico Enrico II donò i possedimenti di Bled al vescovo di Bressanone
sul sito in cui oggi sorge il castello c'era con tutta probabilità una
torre romanica, protetta dalle mura di cinta della cittadina. Nel
Medioevo furono costruite altre torri e consolidato il sistema di
fortificazione.
Affascinante l'entrata attraverso le mura esterne, con un arco gotico ed il ponte levatoio su un fossato, oggi prosciugato. Altri edifici residenziali e popolari intorno ai due cortili furono aggiunti in epoca barocca; il tutto era protetto da un duplice giro di mura di cinta e da fossati. L'aspetto attuale del castello è il risultato dei lavori di restauro durati molti anni, fino al 1961.
I nuclei sono disposti su due cortili. Sul cortile
inferiore si affacciano gli edifici di servizio e per la servitù, mentre
su quello superiore si affacciano le residenze nobiliari. I
cortili sono collegati da una scalinata centrale barocca.
Subito a sinistra, si incontra la stamperia, dove è stato ricostruito un piccolo torchio ligneo per la stampa,
simile a quello di Gutenberg. Uno dei motivi della presenza della
stamperia sono legati al fatto che nel castello soggiornò Primoz Trubar,
fautore della Riforma protestante e autore dei primi libri scritti in
sloveno. Nella piazzetta, fuori dalla sua bottega che contiene oggetti
in ferro battuto, c'è il titolare che conia con gran fracasso monete per i turisti.
Il castello è oggi adibito a spazio espositivo. Nel
tratto padronale accanto al castello si trova il nucleo più
interessante dell'edificio. Qui sono esposte le raccolte che
testimoniano la storia più antica di Bled, dai reperti
archeologici più antichi in poi, seguendo le singole fasi di sviluppo
storico con gli arredi del tempo. Gli arredi non sono originali, ma sono significativi per illustrare lo stile dei singoli periodi storici, nei quali il castello di Bled è stato abitato.
Bellissime le vedute sul lago e la regione circostante che si godono dal terrazzo superiore su cui affaccia la piccola cappella gotica del XVI secolo,
con gli affreschi barocchi raffiguranti l'Imperatore Enrico II, la
moglie Cunegonda e il Vescovo Arduino mentre riceve l'investitura.
Sparsi ovunque nelle sale e nelle pareti esterne, affrescati o
scolpiti, ci sono gli stemmi dei vescovi e dei governatori di Bled, dai quali è possibile ripercorrere le tappe della storia del castello.
A malincuore ci stacchiamo da questi posti da favola ma ci dirigiamo verso un altro gioiellino, la città di Lubiana.
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