mercoledì 30 novembre 2016

Gita in Normandia e Bretagna - nona parte - Concarneau, Nantes, Bourges e rientro


Concarneau, in Bretone KONK KERNE' (rifugio della Cornovaglia), è un porto commerciale specializzato nella pesca della sardina e del tonno ma ha anche un porto turistico. Fra i due porti si trova Ville Close, una piccola città fortificata su un isolotto lungo 350 m e largo 100.

Essendo unita alla terraferma solo da un ponte levatoio e circondata da bastioni offriva un rifugio sicuro in caso di invasione (da questo il suo nome). Ville Close conserva un fascino antico con la sua residenza del capitano militare, la torre dell’orologio, i cannoni spiegati, i negozi che vendono ceramiche dipinte a mano, magliette a righe e incerate da marinaio, le creperie e i giardini. 

Arriviamo lunedì 17, quando si è appena conclusa la Festa dei Filets Bleus, durata tre giorni, da venerdì a domenica. E' il clou del folklore cittadino; istituita nel 1905 serve per ricordare l'inizio del secolo scorso, quando la pesca alle sardine stava attraversando un periodo difficile e per ingannare il pesce e catturarlo fu deciso di dipingere le reti di blu.

Pranziamo presso il ristorante La porte au vin, proprio nel cuore della cittadella fortificata. Con la pietra e le travi a vista, ma anche con i camini monumentali su entrambi i lati della stanza, il locale è molto caratteristico e permette di vedere alcuni mobili bretoni antichi e molte decorazioni marinare. 

I due romanzi di Georges Simenon "Le signorine di Concarneau" e "Il cane giallo", quest'ultimo con protagonista il Commissario Maigret, sono ambientati proprio a Concarneau. E con questo salutiamo Concarneau e attraversiamo il Morbihan, dirigendoci verso la tappa finale, Nantes, nei paesi della Loira.


Il Morbihan è un dipartimento della Bretagna. Il nome deriva dal bretone: è infatti l'unione di mor (mare) e di bihan (piccolo) e fa riferimento alla collocazione del territorio sulla costa dell'Oceano Atlantico, su cui forma il Golfo di Morbihan. È l'unico dipartimento dello stato a non avere un nome francese. Il capoluogo è Vannes. Arrivando dal Finistére questo tratto di costa appare improvvisamente dolce e tranquillo, con le spiagge di sabbia bianca, le cittadine medievali, i siti archeologici con i celebri megaliti. Se la costa è caratterizzata da splendide località balneari, riserve naturali e isole, l'entroterra è punteggiato dai misteriosi menhir, dolmen e cairn, da pittoreschi castelli e canali navigabili. Nel dipartimento è ancora molto diffusa la lingua bretone, che viene insegnata anche nelle scuole dell'obbligo bilingui. 

La regione fu popolata dai Veneti nell'Età del ferro. I Veneti sarebbero stati un ceppo etnico indo-europeo proveniente dall'Anatolia. Nella loro migrazione verso Nord-Ovest popolarono la pianura padana e poi, attraversate le Alpi, arrivarono fino in Bretagna.

Il golfo è lungo 20 km da est a ovest e largo 15 da nord a sud; è collegato alla baia di Quiberon attraverso uno stretto passaggio di mare fra Locmariaquer e Arzon. Un terzo della superficie del golfo (40 km²) è costituita da piane di maree (in particolare verso sud-est), dalle quali il mare si ritira durante la bassa marea. Le piane di marea e le paludi del golfo hanno favorito lo sviluppo di un ecosistema variegato, specialmente per la presenza di un basso fondale erboso di zostere, che contribuiscono a stabilizzare il terreno, a ridurre la torbidità dell'acqua, a favorirne l'ossigenazione e la produzione di fitoplancton e costituisce un rifugio naturale per la riproduzione. Il golfo è rinomato soprattutto per il suo interesse ornitologico. Oltre alle varie specie di gabbiani, la zona ospita numerose specie di uccelli migratori, delle quali ospita nella stagione invernale, dai 60.000 ai 130.000 esemplari: Oche colombaccio, Anatree Trampolieri.


E' cosparso di numerose isole (da 30 a 40, a seconda di come le si vuol definire) e di isolotti, ognuna diversa: si passa dal semplice isolotto sabbioso abitato solo da uccelli a piccole realtà con minuscole comunità di pescatori, agricoltori e artisti. 

Solo due sono le isole con una superficie ed una popolazione degne di nota: l'Île aux Moines e l'île d'Arz. Si tratta di comuni francesi, essendo le altre isole proprietà privata o, in certi casi, dello Stato (come la riserva ornitologica di Saint-Colombier).

Secondo la leggenda il golfo sarebbe stato creato dalle lacrime delle fate cacciate dalla vicina foresta di Paimpont, le quali vi avrebbero poi gettato le loro corone, che si sarebbero trasformate in isole ed isolotti. 






Siamo entrati nella regione dei Paesi della Loira. E' doveroso parlare di questo importantissimo fiume.


La Loira, con un corso di 1.020 km totali, è il più lungo fiume di Francia. Il suo bacino è assai esteso (117.000 km²) e occupa più di un quinto del territorio francese. Già importante asse di navigazione e di trasporto merci, la Loira è oggi navigabile dalle grosse imbarcazioni solo nei pressi del suo estuario, circa fino a Nantes. Sembra che originariamente la Loira si gettasse nella Senna, fino a che un evento geologico non ne dirottò il percorso verso l’oceano.

Il fiume Loira si snoda lungo una magnifica valle ricoperta di vigneti per poi gettarsi nell’Oceano Atlantico. Lungo il suo corso sinuoso s’incontrano borghi pittoreschi, incantevoli paesaggi rurali ma soprattutto magnifici e imponenti castelli che costituiscono un così grande e variegato patrimonio architettonico da inserire la Valle della Loira nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Il fiume al suo inizio non è che una moltitudine di rivoli di acqua che costituiscono altrettanti piccoli ruscelli che si riuniscono rapidamente.


La Loira ha le sue sorgenti a sud-est del Massiccio centrale, nel Vivarais, ai piedi del monte Gerbier de Jonc, nel comune di Sainte-Eulalie. La presenza di una falda freatica sotto il monte Gerbier de Jonc dà origine a una molteplicità di sorgenti relativamente vicine e tre fra queste sono considerate sorgenti del fiume: 

La «sorgente geografica», al centro delle tre, si versa in un fontanile all'interno di una stalla dell'antica fattoria de la Loire, altezza 1408 m s.l.m.






La «sorgente autentica», a ovest e a contatto a valle della strada dipartimentale 378, distinta dal monumento eretto nel 1938 dal Touring club de France, altezza 1412 m s.l.m. 



La «vera sorgente», a est, corrispondente alla sorgente ufficiale indicata sotto la fattoria del Sagnas; scorre in un ambiente naturale ed esce in un prato sotto una losa che porta l'iscrizione « Ici commence ma course vers l'Océan ». Altezza 1404 m s.l.m.

Sfocia nell'Oceano Atlantico a Saint-Nazaire, dove ci sono gli Chantiers de l'Atlantique, uno dei maggiori cantieri navali della costa francese. Fino alla metà del XIX secolo era un porto peschereccio, ma le difficoltà d'accesso al bacino di Nantes delle navi di grosso tonnellaggio richiesero un porto ad acque profonde.

La regione dei Paesi della Loira è nella Francia settentrionale e ha come capoluogo Nantes. È composta da 5 dipartimenti: Loira Atlantica, Mayenne, Maine e Loira, Sarthe, Vandea.

Il territorio della regione confina con quello della Bretagna a nord-ovest, della Bassa Normandia a nord, del Centro a est e del Poitou-Charentes a sud-est. La Regione, ricca di porti pittoreschi e rinomate stazioni balneari e costeggiata dall'Atlantico per 368 km, è anche uno dei feudi dei Castelli della Loira. Dinamica, accoglie due leggendarie corse: la 24 Ore di Le Mans e la Vendée Globe.


La Loira atlantica è uno dei 5 dipartimenti creati nel 1790 dalla provincia di Bretagna, insieme a Morbihan, Finistère, Côtes-d'Armor e Ille-et-Vilaine, che oggi costituiscono la regione amministrativa della Bretagna. Nonostante sia stata ammessa al dipartimento della Loira dopo la seconda guerra mondiale, questa zona rimane profondamente legata allo spirito bretone e celtico. Come pochi altri luoghi al mondo, la regione della Loira ci rimanda alle favole di maestosi castelli, dei loro principi e principesse che nel periodo medievale popolavano questa fantastica regione. 


Nantes è il capoluogo del dipartimento della Loira Atlantica, situata in una vallata alluvionale della Loira, alla confluenza di molti corsi d'acqua. A causa della sua posizione e delle numerose isole e canali che vi si trovavano, Nantes è stata a lungo soprannominata la Venezia dell'ovest.

Conquistata da Giulio Cesare nel 56 a.C., divenne Condevicnum, poi, sotto l'Impero Romano, Portus Namnetum. Ormai bretone, la città dei duchi di Bretagna afferma la sua vocazione marittima fino a divenire, nel XVI secolo, il primo porto francese. Oggi è uno dei maggiori centri economici del Grande Ovest.

 
L'epoca d'oro di Nantes iniziò a profilarsi fin dal XVI secolo, con lo sviluppo dei traffici atlantici e la costante ascesa del porto, che, all'inizio del Settecento, era il più importante scalo francese, nonostante la lontananza dal mare (quasi 50 km), fondando la sua prosperità sul commercio triangolare, in particolare per il commercio degli schiavi (Nantes, schiavi presi in Africa, schiavi venduti nei Caraibi).

Un tempo prato sfruttato per il pascolo degli animali, terreno industriale dei saponifici, dei cantieri navali e del commercio marittimo, l'Isola di Nantes è oggi una zona in piena metamorfosi. I suoi 5 km2 di superficie sono oggetto di un progetto urbano che combina alloggi, commercio e patrimonio storico.

Nantes è una città costruita «in orizzontale». Ciò non impedisce che la Torre di Bretagna, il secondo grattacielo francese al di fuori di Parigi, nel centro-città, sia alta 144 m. Doveva rappresentare la potenza economica della città ma si rivelò un vero fiasco; ospita uffici amministrativi. I nantesi, dopo aver disprezzato a lungo il suo aspetto rigido e monolitico, sembrano ormai averla accettata.

La città vanta un ricco patrimonio storico. Da Anna di Bretagna al famoso scrittore Jules Verne, la città ha molti monumenti che testimoniano il suo glorioso passato, come le case del 15° secolo, il Castello dei duchi di Bretagna o la Cattedrale. Nel 2013 è stata eletta Capitale verde europea.

 
La cattedrale di Nantes o cattedrale dei Santi Pietro e Paolo è in stile gotico. La sua costruzione è durata più di 450 anni, dal 1434 al 1891, ma tale lungo periodo non ha inciso sulla qualità e la coerenza del suo stile. L'attuale cattedrale è stata preceduta da tre edifici religiosi cristiani, sorti nel medesimo luogo: una basilica edificata nel IV secolo, una prima cattedrale costruita nel VI secolo e una seconda cattedrale costruita nell'XI secolo. È classificata monumento storico dal 1862.



Pernottiamo a Nantes e la nostra preziosa guida, che ci ha raccontato con molta pazienza un sacco di cose (permettendomi di riempire questo trattato quasi enciclopedico) ci lascia. Domani sarà il giorno del rientro, quasi mille chilometri da percorrere.


18 agosto: rientro, con tappa a Bourges.


Bourges è situata lungo l'Yèvre, a pochi chilometri dal centro esatto della Francia, nella regione storica del Berry. Fondata dal popolo gallo dei biturigi con il nome di Avarico, durante le guerre galliche Cesare riuscì ad espugnarla dopo un assedio durato circa un mese.

Nel Medioevo fu sede di un viscontato fino al XIV secolo e fu una delle capitali europee dell'alchimia; numerosi edifici situati nel centro della città ricordano questo ricco passato. Bourges affascina per la sua anima medievale: l’imponente cattedrale gotica con le sue meravigliose vetrate, le case a graticcio nei vicoli pittoreschi del centro, i palazzi medievali e le mura romane.

La cattedrale di Santo Stefano è stata inserita nel 1992 nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. E' uno dei capolavori dell'architettura gotica in Francia e la sua facciata, larga 40 metri, è la più grande per questo tipo di edifici. La sua costruzione iniziò nel 1195 praticamente in contemporanea con l'edificazione della cattedrale di Chartres.

Nel XIV secolo, per un problema strutturale della torre sud, fu costruito un contrafforte. La torre nord, invece, venne costruita nel XV secolo, ma crollò nel 1506 distruggendo il portale della facciata, che in seguito venne ricostruito. La torre più bassa posta sulla destra di chi guarda (torre sud) è la Tour Sourde, mentre l’altra è la Tour de Beurre.


L’esterno della cattedrale è veramente imponente con oltre 30 contrafforti da cui partono a congiungersi col corpo centrale gli elegantissimi archi rampanti a duplice volta. La facciata occidentale è compresa fra due imponenti torri campanarie asimmetriche. Personalmente sono rimasta senza fiato per la meraviglia. 

Arricchisce l'esterno anche il giardino alla francese dell'arcivescovado. Il giardino è formato da due aiuole quadrate separate da un viale. Ai quatttro angoli i vasi di Cugnot rappresentano l’allegoria delle stagioni. La parte meridionale è allestita in parco con vasca centrale e chiosco per la musica che risale all’inizio del 900. 
 
La pianta della cattedrale è a cinque navate con un'abside circolare e senza transetto. Nella facciata sono stati inseriti 5 portali d'accesso, uno per ogni navata, e altri due si trovano a metà delle navate più esterne. Ogni portale è ornato da notevoli sculture, la più famosa delle quali è quella che si trova nel portale centrale della facciata e che illustra il giudizio universale. 

La mancanza del transetto distingue la cattedrale di Bourges dalle altre cattedrali francesi, caratteristica che amplia notevolmente lo spazio interno. La navata centrale non subisce interruzioni, pertanto il visitatore che entra nella cattedrale ha l’impressione di una grande profondità. Questa singolarità potrebbe spiegarsi con la necessità di valersi delle costruzioni già esistenti. Comunque, un ingegnoso artificio corregge ciò che la pianta ha d'insolito: la distanza tra i pilastri del coro è maggiore di quella che c'è tra i pilastri della navata. L’interno, come già scritto, è a 5 navate su alti pilastri a fascio, con coro a doppio deambulatorio e cappelle radiali. 

Ad eccezione di quelle della cappella assiale, quasi tutte le vetrate della zona absidale sono quelle originali del XIII secolo. L'iconografia che traspare dalle figure rappresentate è insolita: si vedono per esempio eventi dell'Antico Testamento sotto forma di prefigurazioni di episodi della vita di Cristo, mentre altre vetrate mostrano scene tratte dall'Apocalisse o dai Vangeli. 

Qui si chiude la cronaca della gita, ma ci saranno altre curiosità nelle solite considerazioni finali. Chi ha avuto la pazienza di seguirmi fino a qui si sarà reso conto di quanto siano per me affascinanti questi posti, dunque kenavo, cioè arrivederci in bretone, perché spero proprio di tornarci ancora. 



Gita in Normandia e Bretagna - Ottava parte - Pointe de Pen Hir, Camaret


Lasciamo Brest attraversando il ponte de l'Iroise, inaugurato il 12 luglio 1994 in sostituzione del ponte Albert Louppe, che ancora oggi gli passa accanto parallelamente. Il ponte è lungo 800 metri, la distanza tra i due piloni, che arrivano a 115 metri di altezza, è di 400 metri.

Il ponte Albert Louppe, costruito tra il 1927 e il 1930, collegava il Léon e la Cornouaille. Fu inaugurato il 9 ottobre 1930, ma venne parzialmente distrutto nel 1944 dai tedeschi. Oggi il ponte rimane come un luogo per passeggiare sull'Élorn, il tratto di acqua che da qui si spinge a est. Viene indicato come le nouveau «pont des suicidés» per il gran numero di persone che lo scavalcano per suicidarsi. 

Siamo ora nella penisola di Plougastel, tra i fiumi Elorn e Daoulas, collegata alla rada di Brest. Si gode di una bella vista sul braccio di mare che collega la rada di Brest all'oceano Atlantico e sulla penisola di Crozon. Lontana dalle strade a grande scorrimento, è uno dei luoghi dove la campagna bretone offre un aspetto tradizionale, caratterizzato dal bocage con poche case.

Le fragole hanno dato fama alla regione. La famosa fragola di Plougastel è di solito una gariguette, un frutto allungato e di ottima qualità. Trova la sua origine in Bretagna fin dal XVIII secolo, grazie ad un ingegnere di marina chiamato Amédée-François Frézier, che la portò dal Cile e la piantò nell'orto botanico di Brest, oltre che a casa sua, a Plougastel. 

In lontananza vediamo le Montagnes Noires, una delle due catene montuose della Bretagna insieme ai Monts d'Arrée. Si trovano tra i dipartimenti del Morbihan, del Finistère e delle Côtes-d'Armor e fanno parte del Massiccio armoricano. Devono il loro nome alle foreste che le ricoprivano o al colore delle loro rocce (ardesia, quarzo e granito). Sono il luogo di numerose leggende.

La vetta più alta, 326 metri, è la Roc Toullaëron, e si trova nel territorio comunale di Spezet. Il termine montagna sembra eccessivo per descrivere tali altezze, che assomigliano in realtà più colline con brughiere e paludi. Sono numerose però le foreste di abeti, il risultato di una recente riforestazione


Il Ménez-Hom, 330 m di altezza, è la seconda montagna più alta della Bretagna;  rappresenta una "propaggine" delle Montagnes Noires, anche se va considerato come un monte a sé stante. Era una delle montagne sacre alle popolazioni celtiche dell'Armorica. È costituito di due cime, lo Yed (la cima principale) e il Petit Menez ("Piccolo monte") o Yelc'h.
 
La penisola di Crozon si caratterizza per la sua forma che ricorda quella di una croce; è il posto ideale per chi ama le scogliere selvagge, le campagne deserte, le piccole calette appartate. Nel passato era considerato di importanza strategica come avamposto per la difesa del territorio e ancora oggi sono visibili forti diroccati e postazioni di artiglieria. Fa parte del Parco Naturale Regionale d'Armorica. 


Ancorata in cima alla baia di Brest, sulla foce dell'Aulne, Landévennec si espande su uno sperone roccioso. Tra gli alberi, il paese si estende dall'antica abbazia alla chiesa del XVII secolo, da cui si ha una vista splendida sulle anse del fiume, sull'île de Térénez e sul cimitero delle navi. Negli avamposti della penisola di Crozon, riparata da venti sferzanti, questo luogo gode di un clima particolarmente mite.

Questo angolo paradisiaco è stato scelto da san Guénolé per fondare intorno al 485 il più antico dei santuari bretoni. Degli edifici, più volte ristrutturati, rimangono bellissime vestigia dell'XI e XII secolo: alte mura, basi di colonne e tracce della navata. I Normanni nel 913 e poi la Rivoluzione segnarono la fine di questo luogo monastico.

Nel 1958 i benedettini ritrovarono l'atmosfera tranquilla di Landévennec in un nuovo monastero, costruito con pietra da taglio di Logona, 500 m sopra quello antico. Dal frutteto all'accoglienza dei visitatori, i monaci conducono varie attività, fedeli ai precetti di San Benedetto. Preparano e vendono ottime gelatine di frutta.

Questi posti fatati sono la logica cornice per i Korrigans, fate o gnomi, per lo più dispettosi. Il termine è usato in vari modi dai diversi scrittori di folklore bretone. Molto spesso un Korrigan viene considerato un nano, uno spirito o demone condannato a vivere sulla terra in penitenza per un tempo indefinito. Altre volte una sirena, molto bella al crepuscolo ma spaventosa di giorno. In molti racconti popolari ingannano i mortali imprudenti che li vedono ballare e rubano i bambini, sostituendoli con i loro. Il tema del bambino scambiato è comune tra letteratura medievale e riflette la preoccupazione per i neonati afflitti da malattie inspiegabili, disturbi o disabilità dello sviluppo.



Île Longue è una penisola della rada di Brest, sulla penisola di Crozon; ha una superficie di 1,10 km2. A nord della penisola si trovano due piccoli isolotti, Île des Morts e Île Trébéron. Originariamente l'istmo era un banco di sabbia pura, e il suo accesso era possibile soltanto con la bassa marea. Nel corso del XXI secolo, è stato migliorato con un percorso in pietra.

Grazie alle sue scogliere, alle risorse idriche locali, un istmo raggiungibile solo con la bassa marea e la sua posizione difendibile dalla base navale di Brest, l'Ile Longue risultava una postazione strategica e facilmente difendibile. Nel XXI secolo, sulla penisola si trovavano tre piccoli villaggi: Kernalleguen (meno di un chilometro dall'istmo), Kermeur (1,5 km dall'istmo) e Bothuelc'h, leggermente a nord.


Durante l'occupazione tedesca della seconda guerra mondiale, i tedeschi usavano Île Longue come batteria contraerea, che rimase attiva fino al 1944. Monumenti megalitici sono stati distrutti per la costruzione di bunker e blockhaus.


Nel 1965, durante la visita all'accademia navale, il generale Charles de Gaulle scelse Île Longue come sede per la componente nucleare della forza militare francese. I contadini vennero espropriati, secondo la procedura di estrema urgenza nel pubblico interesse. Ora è la base dei SNLE, i sottomarini lanciamissili balistici, uno dei luoghi più segreti e difesi in Francia.

La Pointe de Pen-Hir è un promontorio che si erge per circa 70 m sul Mer d'Iroise, nella costa atlantica della Bretagna, situato nella Penisola di Crozon e nel territorio comunale di Camaret-sur-Mer. Ai piedi del promontorio la fila di rocce isolate detta Tas de Pois (mucchio di piselli o di ceci) segna il punto in cui si trovava l'antica linea costiera.

Indimenticabile la vista che spazia sull'oceano e sugli scogli temuti dai navigatori che fanno rotta verso Camaret e testimoni di non pochi naufragi. Ottima zona per la pesca delle sardine e ai piedi del promontorio quella delle aragoste.

E' il più spettacolare dei 4 promontori della Penisola di Crozon. Le sue alte scogliere e le profonde insenature sono il risultato della frattura verificatasi milioni di anni fa in questo settore dell'altopiano armoricano, oltre che del fenomeno di erosione che continua ad esercitarsi ogni giorno. L'erosione costiera ha portato anche alla luce filoni di quarzite, liberandoli dalla copertura di arenaria che li nascondeva. 


Tra le rocce cresce un tappeto colorato di erica in fiore; aria pulita, mare a perdita d'occhio e scogliere che hanno preso forme bizzarre. Ci sono sentieri costieri e un museo della Seconda Guerra Mondiale, incastonato tra bunker tedeschi.

Dopo la liberazione sul promontorio è stata eretta una massiccia croce di Lorena in granito: è il Monument aux Bretons de la France Libre, detto anche “Croix de Pen-Hir”, in onore dei Bretoni che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale, inaugurato dal Generale De Gaulle il 15 luglio 1951. 

Situato all’estremità occidentale della penisola di Crozon, Camaret-sur-mer è l'emblema del tipico borgo bretone: scogliere a picco sul mare, un porto affollato di barche a vela e pescherecci, spiagge che scompaiono con l’alta marea, un piccolo cimitero di barche e tante case colorate.

La cappella romanica di Notre Dame de Rocamadour, in ardesia gialla di Logonna, costruita nel XVI secolo, è circondata dal mare in quanto si trova sul solco di Camaret (sollevamento di ciottoli naturali). All’interno, un piccolo altare e molti riferimenti iconografici al mare; dal soffitto pendono le riproduzioni in miniatura di alcune barche, realizzate come ex-voto dai marinai salvati da sciagure marine. 

La Torre di Vauban, patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, proteggeva la sponda di Camaret e l’entrata dell’imboccatura di Brest. E' una fortificazione a base poligonale alta 18 m per tre piani di elevazione, fiancheggiata da muraglie, un corpo di guardia e una postazione d'artiglieria che poteva ospitare fino a 11 batterie, e una fonderia per la produzione di palle da cannone.

Camaret, da vecchio borgo peschereccio, si è trasformato in una deliziosa località turistica, ma senza perdere le sue tradizioni originarie, con i tetti di ardesia del paese, la lunga spiaggia chiara vicino all’ingresso del porto e un piccolo cimitero di barche da pesca, sulla riva, lambite dalle maree. 

Gli allineamenti di Lagatjar, un quadrilatero di 65 menhir esteso su più di 200 metri nel comune di Camaret-sur-Mer, sono solo una piccola parte di questo strano patrimonio. La Bretagna conta infatti circa 6000 menhir e oltre 1000 dolmen, a cui si aggiungono i numerosi cairn, presenti soprattutto lungo il litorale.


Questi manufatti in pietra furono edificati a partire dal 5000 a. C. da tribù di agricoltori provenienti dal Vicino Oriente e bloccati nella loro progressione verso ovest dalla presenza dell’oceano Atlantico. Giunti alla “fine della terra” (Finistère) queste tribù si sostituiscono alle popolazioni locali e iniziano a erigere imponenti monumenti funerari

I menhir hanno probabilmente qualche significato simbolico, sono sistemati in modo da servire da punto di riferimento. Gli allineamenti sono probabilmente i resti di monumenti religiosi, mentre i menhir isolati costituiscono le vestigia di architetture più complesse. Alcuni menhir puntano verso occidente e formano un emiciclo o cromlech (cerchio di pietra), come a Carnac.

Gli allineamenti sembrerebbero generalmente orientati in funzione di solstizi ed equinozi, ma questa lettura di tipo astronomico non è sufficientemente comprovata. I Romani adattarono poi alcuni menhir per i loro riti, scolpendovi immagini divine, o come segnalazioni stradali. La religione cristiana fece proprie queste pietre erette issandovi sopra delle croci o incidendovi i propri simboli.


Douarnenez è un porto bretone situato nel dipartimento del Finistère. In lingua bretone, il suo nome significa territorio dell'isola (Douar an enez). Ciò è dovuto all'isola "Tristan", di fronte alla città, dove regnò il crudele signore de La Fontenelle alla fine del XVI secolo. L'isola dista 50 metri dalla costa e con la bassa marea è raggiungibile a piedi.
In epoca medievale esportava tele da vela e nel XIX secolo era famosa per la pesca della sardina e per l'industria conserviera del pesce. Gli abitanti erano chiamati penn sardin, testa di sardina, e la vita della città era imperniata sulla loro lavorazione e inscatolamento.

Il kouign-amann è un dolce di pasta sfoglia, specialità regionale di Douarnenez. Il nome in bretone significa: kouign, dolce o brioche, e amann, burro. Viene venduto in moltissime pasticcerie in Bretagna e lo si trova come dolce per più persone, pre-affettato o no, ma anche come dolce monoporzione, spesso modellato e cotto in uno stampo usa e getta.
 
Ys è un'isola mitica edificata nella baia di Douarnenez da Gradlon, re di Cornovaglia. L'isola si trovava sotto il livello del mare: per questo attorno all'isola era stato costruito un sistema di dighe che proteggevano la città dalle acque dell'oceano. Il re aveva una splendida figlia, di nome Dahud, e come gesto d'amore nei suoi confronti, Gradlon le diede le chiavi che permettevano di aprire le dighe. 

Secondo la leggenda, un mattino un principe vestito di rosso arrivò in città. Dahut si innamorò dello straniero e gli donò le chiavi, ma siccome in lui si nascondeva il Demonio, aprì le dighe della città permettendo all'Oceano di sommergere l'isola distruggendola.


Solo re Gradlon riuscì a scappare da quell'inferno grazie all'aiuto di san Gwenole. Sul suo cavallo marino si mise a cavalcare tra le onde portando con sé la figlia, ma durante il tragitto Dio gli disse di gettarla in mare perché posseduta dal Demonio. Gradlon abbandonò il corpo della figlia e riuscì a raggiungere la riva, salvandosi. 

Dahud, per adattarsi alle acque dell'oceano, si trasformò in una sirena che, con il suo dolce ma ossessivo canto, riesce a incantare i marinai. Ancora oggi, quando il mare è calmo, i pescatori ascoltano le campane che dicono che Ys un giorno tornerà, più bella che mai.
La Bretagna merita ampiamente il nome di Terra delle leggende. La sua storia, le sue influenze celtiche, i suoi siti misteriosi, le sue lande segrete invitano al sogno. Le leggende arturiane si svolgono nella foresta di Paimpont, l'eco di popoli scomparsi e di città sommerse risuona tra menhir e al largo del Douarnenez. Di questo parlerò ancora.

La basilica di Sainte-Anne-d'Auray è un edificio religioso dedicato a Sant'Anna nell'omonima cittadina francese nel Morbihan, costruito in stile neogotico e neorinascimentale tra il 1865/1866 e il 1872. È parte di un santuario che rappresenta il più importante luogo di pellegrinaggio della Bretagna e il secondo luogo in Francia dopo il santuario di Lourdes

La storia del santuario ebbe inizio tra il 1623 e il 1625, quando, secondo la tradizione, Sant'Anna sarebbe apparsa a Yves Nicolazic (1591-1645), un contadino del piccolo villaggio di Ker Anna. La santa, pronunciando le parole "Dio vuole che io sia onorata qui", avrebbe chiesto a Nicolazic di ricostruire una cappella poiché quella costruita nel VI secolo da immigranti bretoni della Gran Bretagna era andata distrutta.

Nel 1630 fu costruita una piccola chiesa. Nel XIX secolo era però diventata troppo piccola per contenere tutti i fedeli e si iniziò nello stesso luogo nel 1866 la costruzione dell'attuale basilica. Il 20 settembre del 1996 ricevette la visita di papa Giovanni Paolo II. Il 26 luglio di ogni anno, festa di Sant’Anna, arrivano numerosissimi pellegrini, in particolare mamme che desiderano avere figli o sono in attesa. 

Arriviamo a Châteaulin, comune situato nel dipartimento del Finistère, una volta conosciuto per le sue cave di ardesia. Ora sono in disuso ma si è creata una riserva di pipistrelli in una ex cava, ora chiusa.




Passiamo senza fermarci - il tempo è tiranno e ci aspettano per pranzo a Concarneau - e passiamo su un ponte sul fiume Aulne, un tempo ricco di salmoni







La cronaca finirà nella prossima pagina.