martedì 13 dicembre 2016

Tour Bretagna - Normandia - Seconda parte - Pont-Aven, Concarneau, Quimper, La Pointe du Raz

24/7 Partenza verso Pont-Aven, entrando nel Finistère.

Il Finistère, Penn-ar-Bed in lingua bretone, è un dipartimento bretone della Repubblica francese. Confina con i dipartimenti delle Côtes-d'Armor a nord-est e del Morbihan a sud-est. È bagnato a nord dal Canale della Manica e a sud ed a ovest dall'Oceano Atlantico.
Il nome di "Finistère" viene dal latino Finis terrae, cioè fine della terra. Il nome di "Penn-ar-Bed", letteralmente "punta del mondo", però è anche traducibile come "fine del mondo".
Vi si parla un misto di francese e bretone. Fino alla Prima guerra mondiale, quasi tutta la popolazione parlava solo bretone, e fino alla metà degli anni sessanta, la grande maggioranza della popolazione parlava bretone, ma aveva imparato il francese.

Pont-Aven è una cittadina deliziosa, una volta conosciuta come "città dei mugnai" per i numerosi mulini, con un mercato che si sviluppa lungo l'Aven, il fiume che giustifica il nome. L'Aven, un fiume irrequieto nella prima parte del suo percorso, attraversando Pont-Aven si trasforma in un placido estuario segnato dalle maree e solcato da imbarcazioni turistiche. Il corso d'acqua si districa tra grandi massi arrotondati e fa girare le ruote in legno dei 14 mulini rimasti attivi.

Negli anni dopo il 1870 fu luogo di soggiorno di numerosi artisti, specialmente statunitensi, attirati dalle favorevoli condizioni di vita dell'area. Uno di loro, Armand Jobbé-Duval, fondò la corrente del sintetismo. Giunto nel 1886, Paul Gauguin, accompagnato da Emile Bernard, Paul Sérusier e Maurice Denis, rende celebre Pont-Aven, fondandovi una scuola che si distingue per la sua forte espressività e i contrasti dei colori.

Con la denominazione Scuola di Pont-Aven si indica un folto gruppo di pittori impressionisti che operarono nell'omonimo villaggio nella seconda metà dell'Ottocento. Tali artisti, guidati da Paul Gauguin, furono: Émile Bernard, Charles Laval, Henry Moret, Maxime Maufra, Paul Sérusier, Charles Filiger, Meyer de Haan, Armand Séguin, Ernest Ponthier de Chamaillard e altri.  Dalla pensione Gloanec, dove vivevano, i pittori erano soliti spostarsi verso il Bois d'Amour, dove posizionavano i cavalletti. Un piacevole sentiero permette oggi di ripercorrere i luoghi che li ispiravano, mentre il museo e le gallerie del centro raccolgono il testamento di quell'epoca artistica.

Ma non solo d'arte si vive e quindi  assaggiamo i biscotti bretoni, che sono una vera e propria istituzione. Ne esistono di diversi tipi ma in particolare si distingue la galetta bretone, originaria di qui. Ingredienti: farina di grano, burro, bretone ovviamente, zucchero e uova. Questo frollino rotondo e croccante è molto apprezzato come dessert o con un bicchiere di sidro.

Concarneau (Konk-Kerne in bretone) è un'apprezzata meta turistica, considerata uno fra i più importanti porti pescherecci francesi, il primo in Europa per la pesca dei tonni e il terzo di Francia per il pesce fresco. La sua intensa vita portuale si nota dalle oltre duecento imbarcazioni da pesca che animano i moli e le vendite all'asta.

 
Città d'arte e di storia, Concarneau è un ex complesso militare. Il suo passato costiero e di piazzaforte è evidenziato dai grandi bastioni risalenti al XIII secolo, restaurati da Vauban nel XVII secolo. Le spiagge di sabbia fine e il porto turistico sono luoghi ideali per le attività nautiche e balneari.



La vera essenza di Concarneau è la Ville Close, una piccola città fortificata costruita su un isolotto lungo 350 m e largo 100: circondata da bastioni e collegata alla terraferma da un ponte di pietra conserva un fascino antico con la sua residenza del capitano militare, la torre dell’orologio, i cannoni spiegati, i negozi da cartolina, le creperie, i giardini e i bastioni. Qui una vista con la bassa marea.



Due piccoli ponti conducono alle porte delle mura. Rue Vauban, l'arteria principale, è costeggiata da deliziose case con insegne in armonia con l'atmosfera della città. Ai lati, si possono percorrere dei vicoli lastricati che conducono al porto dei pescatori. Notevole la bella fontana in place Saint-Guénolé.

Il blu era il colore delle reti utilizzate per attrarre meglio i pesci. Dal 1905, il Festival Filets bleus sono una festa inizialmente organizzata come solidarietà verso i pescatori quando i banchi di sardine sono scomparsi. Oggi questa festa tradizionale attira ogni anno molte persone, nel mese di agosto.


Per concludere, abbiamo sentito dal vivo proprio qui a Concarneau il complesso di musicisti bretoni Micamac.

Se non ti scoccia sentir parlare francese clicca qui.

I due romanzi di Georges Simenon Le signorine di Concarneau e Il cane giallo con protagonista il Commissario Maigret, sono ambientati a Concarneau.

Quimper (Kemper in bretone), è l'antica capitale della regione storica della Cornovaglia francese. La città fu fondata alla confluenza di due fiumi, lo Steir e l'Odet, come capitale del reame di Cornovaglia, sotto il patronato di san Corentino. Secondo la leggenda, il re Gradlon, dopo la distruzione della sua capitale mitica Ys, avrebbe dato il territorio della futura città a san Corentino. La città fu divisa tra il suo vescovo ed il conte di Cornovaglia, in seguito divenuto duca di Bretagna.
Quimper, “la vera anima della Bretagna” conserva uno stile architettonico e un’atmosfera tutta bretone ed è anche considerata la capitale artistica e culturale della regione. E’ fatta di vie acciottolate, case in legno e muratura, e magnolie che danno la tipica atmosfera di un villaggio. Il centro storico è quasi tutto pedonale, si estende a ovest e a nord-ovest della cattedrale ed è dominato dal Mont Frugy.

In tutta la Bretagna e qui in particolare si osservano segnali stradali bilingue, sia in francese sia in bretone. Ci sono molti musei e la fabbrica Faienceries HB Henriot, che racchiude un’esposizione di oltre 500 pezzi di terracotta. L’arte della terracotta a Quimper risale a 200 anni fa. E' detta "la città della ceramica" e le sue strade hanno nomi di mestieri.

La cattedrale di San Corentino è la chiesa cattolica principale di Quimper, classificata come monumento storico dal 1862 e uno dei più antichi esempi di architettura gotica della regione. Ci sono voluti tre secoli per edificare la cattedrale; perfettamente restaurate, due sorprendenti guglie si innalzano a 76 m di altezza. Superando il maestoso portale d'ingresso, l’interno è semplice, riempito dalla luce che entra dalle magnifiche vetrate policrome.

La sua peculiarità è la deviazione dell'asse della navata centrale, forse per attaccarsi alla cappella della Vittoria in fondo, a sinistra.  La chiesa è dedicata a Corentino di Quimper, primo vescovo della diocesi. La costruzione della cattedrale, sul luogo di una precedente chiesa romanica durò dal XIII al XV secolo (fino al XIX secolo per le guglie).


Sulla facciata occidentale della cattedrale si nota la statua equestre di re Gradlon, un leggendario re della Cornovaglia, figlio di Conan Meriadoc e fratello di Gadeon, nonché uno dei personaggi della leggenda bretone di Ys.

Costeggiando l'Odet si raggiunge il quartiere di Locmaria, culla dei ceramisti. La ceramica di Quimper sfoggia tocchi naïf e vivaci. Le ciotole hanno reso famosa la celebre coppia di bretoni in costume tipico. Assistere alle diverse fasi della fabbricazione, soprattutto al delicato lavoro delle "peinteuses" (decoratrici) è un vero privilegio. A lato, facciata della Faïencerie HB-Henriot.

La Pointe du Raz è un promontorio che si affaccia sul Mer d'Iroise (bene protetto dall'UNESCO), nella costa atlantica della Bretagna, nella Francia nord-occidentale, situato all'estremità di Cap Sizun. È spesso considerato idealmente il lembo di terra più ad ovest dell'intera nazione, isole escluse, sebbene questo primato spetti di poco a Pointe de Corsen, un altro promontorio del Finistère, situato un po' più a nord.

Si affaccia sull'Isola di Sein e fa parte, dal punto di vista amministrativo, del territorio del comune di Plogoff (dipartimento del Finistère).
« Soccorrimi, o Dio, al Raz: la mia nave è così piccola e il mare è così immenso... » è la preghiera recitata dai naviganti, affrontando il tratto di mare di fronte alla Pointe du Raz.

Le ripide scogliere si ergono sino a 72 metri sul mare e il panorama del luogo è stato celebrato da vari autori quali Gustave Flaubert e Victor Hugo. Di fronte si staglia il faro quadrato dell’Île de la Vieille. Acceso nel 1887, il faro fu automatizzato nel 1995; fino ad allora, intrepidi guardiani si succedevano in condizioni climatiche spesso difficili. 

Una statua intitolata a Notre-Dame-des-Naufrages  ("Nostra Signora dei Naufragi"), posta in loco nel 1904, rammenta ai naviganti la pericolosità di questo tratto di mare.
È considerato Grand site national.

Questo sito, un tempo temuto dai marinai, richiama oggi escursionisti e surfisti, invitando sia all’attività sportiva che alla contemplazione. I primi apprezzeranno il sentiero messo in sicurezza che costeggia il bordo delle falesie. Per i secondi, appuntamento alla Baie des Trépassés (baia dei trapassati) per scivolare sulle onde. Leggi qui


La cronaca continua. 

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