Ci avviamo ora verso una delle principali piazze di Berlino, la Potsdamer Platz,
posta nel quartiere Tiergarten, al confine con Mitte. Prende nome dalla
città di Potsdam, situata 25 km a sud-ovest. La piazza ha avuto
una storia travagliata, risentendo degli eventi che hanno trasformato
Berlino durante il XX secolo: negli anni della repubblica di Weimar
costituiva il maggiore centro commerciale, culturale e di trasporti
della città; devastata dalla guerra e drammaticamente segnata
dall'erezione del Muro, ha costituito negli anni novanta il più
ambizioso progetto urbano della città riunificata. Come entità fisica,
Potsdamer Platz nacque come accozzaglia di strade e vie che passavano
per la porta di Potsdam. Secondo quanto riportato da una vecchia guida,
non divenne mai una vera e propria piazza, bensì un incrocio a cinque
strade che collegava i principali centri europei.
Assunse il nome attuale l'8 luglio 1831, anche se quest'area iniziò il proprio sviluppo nei primi anni del 1800, sotto forma di quartiere tranquillo.
Mentre Berlino cresceva e si congestionava, molti dei cittadini più
ricchi si spostarono all'esterno delle mura cittadine costruendo nuove
case spaziose intorno alle stazioni di posta, lungo le nuove boulevard, e
attorno al lato meridionale del Tiergarten.
Il primo semaforo venne creato qui il 20 ottobre 1924
nel tentativo di controllare il traffico imponente. Nel 1900 più di
100.000 persone, 20.000 macchine e carrozze a cavalli oltre a migliaia
di biciclette passavano quotidianamente nella piazza.
Come nel resto di Berlino, gran parte degli edifici andarono completamente distrutti
o furono pesantemente danneggiati da raid aerei e bombardamenti
d'artiglieria soprattutto nelle ultime fasi della Seconda guerra
mondiale. Mentre la città veniva divisa in settori durante l'occupazione
degli alleati alla fine della guerra, la piazza venne a trovarsi sul confine dei territori reclamati da americani, inglesi e russi.
Con il nascere della Guerra Fredda negli anni cinquanta, vennero posti
limiti al transito tra settore russo (Berlino Est) e settore occidentale
(Berlino Ovest). Trovandosi su questa invisibile frontiera, Potsdamer Platz perse il suo importante ruolo di accentramento dei berlinesi.
Con la costruzione del Muro di Berlino, il 13 agosto 1961, lungo questa frontiera, Potsdamer Platz si trovò divisa in due. Quello che una volta era un centro trafficatissimo diventò desolato. Dopo aver abbattuto quanto rimaneva la zona divenne un'area vuota di una dozzina di ettari.
Con la costruzione del Muro di Berlino, il 13 agosto 1961, lungo questa frontiera, Potsdamer Platz si trovò divisa in due. Quello che una volta era un centro trafficatissimo diventò desolato. Dopo aver abbattuto quanto rimaneva la zona divenne un'area vuota di una dozzina di ettari.
Dopo la caduta del muro il 9 novembre 1989, la piazza
ridivenne il fulcro dell'attenzione e tornò ad essere argomento di
discussione tra i migliori architetti europei. Il governo cittadino
divise l'area in quattro parti, da vendere separatamente a quattro
diversi investitori. Durante la ricostruzione la Potsdamer Platz era la
più vasta area edificabile d'Europa.
La più ampia delle quattro zone andò alla Daimler-Benz, la seconda sezione più grande andò alla Sony, la quale eresse i suoi nuovi uffici centrali europei. Il Sony Center è considerato uno dei migliori pezzi di arte moderna di Berlino.
L’obiettivo condiviso è stato quello di attirare qui l’autentica vita metropolitana
- dopo che l’area era rimasta così a lungo abbandonata - offrendo spazi
per abitazioni private, shopping, divertimento e affari, in modo che il
quartiere potesse essere attivo e vitale in ogni momento.
Il risultato visibile oggi è un buon compromesso tra tutte queste
diverse esigenze, un misto di area urbana all’americana, nei pressi del
Sony Centre, e di tradizionale piazzetta alberata all’europea, in Marlene Dietrich Platz.
Attualmente Potsdamer Platz è centro di un nuovo quartiere residenziale, direzionale e commerciale;
costituisce un eccezionale richiamo turistico e simboleggia la nuova
Berlino. Nell'immagine si nota la ricostruzione di quella che fu la
prima postazione con semaforo.
Ci dirigiamo ora verso uno dei simboli più forti che rappresentano la città di Berlino: la Porta di Brandeburgo.
Se l'unica porta della città di Berlino che si è conservata costituiva
nel passato l'elemento divisorio della città tra la parte est e la parte
ovest, dalla caduta del Muro è diventata invece simbolo dell'unità
tedesca.
Alla fine del '700, quando la Prussia, con la sua capitale Berlino, era
al culmine del suo potere, la Porta di Brandeburgo era solo un piccolo posto di controllo che non faceva assolutamente capire che si stava entrando in una delle metropoli dei grandi poteri europei.
L'architetto Langhans, incaricato dal re di Prussia,
doveva costruire una nuova porta più grande e più rappresentativa: prese
come modello i templi dell'acropoli di Atene. La
Porta fu inaugurata nel 1794: è alta 26 metri e larga 65. Le colonne
doriche in pietra, che a terra hanno un diametro di 1,75 metri, creano 5
punti di passaggio.
Pochi anni dopo, nel 1806, Napoleone conquistò l'Europa e anche la Prussia dovette cedere al suo potere. Il vincitore tolse la quadriga
(che rappresenta la dea della vittoria, Irene, con quattro cavalli)
dalla cima della Porta di Brandeburgo e la portò come trofeo a Parigi.
Nel 1814 i prussiani la riportarono indietro, ed aggiunsero la croce di
ferro alla corona che sormonta l´asta in mano alla dea della pace.
Sopra, la Porta di Brandeburgo nel 1945, alla fine della guerra, quando la Germania firma la capitolazione incondizionata, Berlino è ridotta a un campo di macerie.
Tre anni di continui bombardamenti hanno totalmente distrutto le città
tedesche fino a trasformarle in paesaggi lunari come questo.
Appena finita la guerra che gli alleati avevano combattuto insieme
contro la Germania scoppiò la Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati
Uniti, che si sarebbe trascinata in forme più o meno aspre fino agli
anni ottanta. E al centro della Guerra fredda c'era Berlino, la città divisa in due.
(Ne parlo ancora dopo)
Al momento
della divisione della Germania la Porta faceva parte della Repubblica
Democratica Tedesca e fu cambiata la posizione della Quadriga:
inizialmente rivolta verso ovest fu girata ad est. La zona attorno alla
Porta divenne terra di nessuno.
Quando la sera del 9 novembre 1989 un portavoce del
governo della DDR annunciò una riforma molto ampia della legge sui
viaggi all'estero, la gente di Berlino est lo interpretò a modo suo: il
muro doveva sparire. Nell'incredibile confusione di quella notte,
qualcuno, e ancora oggi non si sa esattamente chi sia stato, aveva dato
l'ordine ai soldati di ritirarsi e, tra lacrime ed abbracci, migliaia di
persone dall'est e dall'ovest, scavalcando il muro, si poterono
incontrare di nuovo.
Arriviamo poi al cuore pulsante di Berlino, Alexanderplatz. In origine era un mercato di bestiame,
ed era perciò denominata Ochsenplatz ("piazza dei buoi"); le fu dato
nome Alexanderplatz in onore di una visita dell'Imperatore russo
Alessandro I a Berlino il 25 ottobre 1805. La piazza divenne importante
nel tardo XIX secolo con la costruzione di una stazione
(con lo stesso nome della piazza) e dei mercati generali:
Alexanderplatz divenne così una delle maggiori zone commerciali della
città, e tale rimase fino al 1940-45, quando i bombardamenti la
danneggiarono gravemente.
Alexanderplatz è circondata da diversi edifici famosi, tra i quali il Fernsehturm, la Torre della Televisione,
la seconda struttura più alta in Europa. Fu costruita tra il 1966 e il
1969 nella zona est della città di Berlino, allora territorio della
Repubblica Democratica Tedesca (RDT). Negli anni sessanta il
governo della RDT aveva deciso di costruire la torre della televisione
anche per il motivo, non meno importante di quello tecnico, di
dimostrare la forza e l'efficienza del sistema socialista,
un simbolo architettonico della nuova Berlino capitale della "nuova
Germania democratica".
L'antenna bianca e rossa posta sulla sommità
costituisce il coronamento della torre della televisione. Essa, con la
sua altezza di 118 metri, porta la torre della TV a raggiungere
l'altezza complessiva di 368 metri. Particolare curioso: sul globo della
torre il sole forma una croce, ben visibile, che poco si adattava al regime che l'aveva voluta.
La piazza ospita anche l'Hotel Park Inn, la struttura abitabile più alta della città, e l'Orologio del Tempo del mondo,
una struttura che ruota continuamente mostrando l'ora nelle varie zone
della Terra, unita ad una rappresentazione simbolica del mondo. Dal
momento della sua installazione il 30 settembre 1969 costituisce uno dei
più amati punti di incontro di Berlino.
La Brunnen der Völkerfreundschaft ("fontana
dell'amicizia fra i popoli"), al centro dell'area pedonale, fu
inaugurata nel 1970. La fontana è di forma circolare, con un diametro di
23 metri e un'altezza massima di 6,2 metri. Fu disegnata da un gruppo
di artisti sotto la guida di Walter Womacka. La base è decorata con
ceramiche smaltate, la parte superiore è invece costituita da 17
strutture a forma d'ombrello, dalle quali scende l'acqua. La fontana è stata restaurata nel 2002 e nel 2007 è stata ripristinata l'originale illuminazione subacquea.
La Neptunbrunnen è una fontana che si trova nel
quartiere di Mitte, nel grande spazio verde centrale che
circonda la torre della televisione; fronteggia, oltre alla stessa
torre, il Rotes Rathaus e il Marx-Engels-Forum. Realizzata nel 1886, si trovava
sullo Schlossplatz, di fronte
alla facciata meridionale del castello; fu trasferita nella posizione
attuale nel 1969, con il "ridisegno socialista" delle aree centrali di
Berlino Est.
Di impostazione neobarocca, rimanda alle fontane barocche
romane di Bernini e a quelle presenti nel parco della Reggia di
Versailles progettate per il Re Sole. La figura principale, quella del dio greco-romano Nettuno,
è raffigurata al centro della fontana; attorno a lui sono disposte le
figure allegoriche dei più importanti fiumi della Germania, il Reno, la
Vistola, l'Oder e l'Elba. I fiumi sono accompagnati da un coccodrillo, una foca, una tartaruga e un serpente.
Il Municipio Rosso, meglio conosciuto come Rotes
Rathaus, è il municipio della città di Berlino. Il nome deriva
dalla facciata completamente rivestita da mattoni rossi. Fu costruito
tra il 1861 e il 1869 da Hermann Friedrich Wäsemann nello stile
Rinascimentale dell'Italia settentrionale, ispirandosi in particolare
alle città di Ferrara e Bologna dove era fatto molto uso del cotto e dei
mattoni rossi.
L'architettura della torre ricorda la torre campanaria
della cattedrale di Laon in Francia. Fu costruito al di sopra di un'area
medievale, da sempre sede del Municipio. Durante la divisione della città era utilizzato solo come municipio di Berlino Est,
mentre il municipio di Schöneberg ospitava il senato di Berlino Ovest.
Nel 1990 l'amministrazione di Berlino unificata tornò al Rotes Rathaus a
seguito della riunificazione della Germania e della città.
Vicino alla torre della televisione c'è anche una delle uniche due
chiese di Berlino che hanno resistito allo scempio della guerra. La chiesa evangelica St. Marienkirche venne concepita come chiesa parrocchiale nel contesto del primo ampliamento urbanistico medievale di Berlino dopo il 1250.
Numerosi altri edifici importanti sono presenti nella piazza e
l'altezza dei grattacieli è consentita dal fatto che il terreno, in
quella zona, non è paludoso come in altre zone della città, bensì
sabbioso e quindi in grado di reggere grosse fondamenta.
Si conclude così la nostra prima, densissima giornata. In
realtà abbiamo anche visto l'isola dei musei, ma ne parlerò quando
tratterò del Pergamon Museum.
La cronaca continua.
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