giovedì 1 dicembre 2016

La foresta di Paimpont


La foresta di Paimpont, conosciuta anche come Brocelandia, è situata nel dipartimento dell’Ile et Vilaine, in Bretagna, a 30 chilometri ad ovest di Rennes. Può sembrare immensa ma non è che una piccola parte, sopravvissuta fino ad oggi, di quella che un tempo era la sterminata Foresta Armoricana, lunga 140 chilometri, parte che le cartine medievali indicavano col nome di Brecilien o Brecheliant, il bosco delle acque pure, con torrenti, sorgenti e ruscelli, alberi di quercia, di faggio e di betulla, dei castani e degli ontani.
 
La sua bellezza, la maestosità dei suoi alberi e le proprietà magico–curative delle acque della Fonte di Barenton sono citate a partire dal XII secolo. Robert Wace, nel suo Roman de Rou, ne descrisse le meraviglie e in particolare menzionò l'abitudine degli abitanti della zona di recarsi alla fonte, riempire un corno con l'acqua calda che ne sgorgava e bagnare le pietre, per ottenere la pioggia nella stagione secca.

La foresta appertiene principalmente a privati che si occupano del suo mantenimento e la sfruttano per il legname e la cacciagione; solo una piccola porzione (10%), nella parte nord orientale, appartiene allo stato ed è gestita dalla Commissione Nazionale per le Foreste. Questa situazione impedisce la libertà di movimento all'interno della foresta. I proprietari, tuttavia, hanno siglato una convenzione che autorizza, dal 1º aprile fino alla fine di settembre, l'utilizzo di alcuni sentieri. Tra le responsabilità delle guardie forestali c'è quella di evitare i comportamenti che potrebbero minacciare la foresta, la sua flora e la sua fauna.

Nel Settembre 1990 la foresta di Paimpont ha bruciato per 5 giorni. Per ricordare l’avvenimento l’artista François Davin ha creato l’Oro di Broceliande, detto anche “Albero d’Oro”,  un castagno dorato circondato da 5 alberi neri a simboleggiare la foresta bruciata; l’oro è il simbolo di immortalità della foresta. L’Albero d’Oro è diventato la nuova leggenda di Broceliande perché l’artista ha voluto anche evocare le corna del cervo delle antiche civiltà e il mago Merlino. 
Le fucine sono un ex sito industriale della foresta, a. partire dal XVIII secolo; sono rimaste in funzione fino alla fine del XIX secolo. La posizione scelta è dovuta all'esistenza di minerale di ferro estratto a cielo aperto e un importante sistema fluviale. Nel 1853 vi lavoravano da 250 a 400 operai, per fornire l'arsenale di Brest, l'arsenale di artiglieria di Rennes e le rotaie ferroviarie per i collegamenti nella regione. Il sito è monumento storico dal 24 luglio 2001.


Per coloro che vivono nei pressi di Paimpont le leggende Arturiane sono fortemente radicate. Molti nomi dei miti possono essere tradotti in Bretone o Francese, per esempio il nome Lancillotto (lancelot) significa "nomade" o "vagabondo" in Bretone. È presente inoltre una forte influenza dei Druidi, e in tutta la Bretagna è possibile trovare menhir o allineamenti, i più famosi dei quali sono situati nei pressi di Carnac; gli allineamenti a Kerlescan (foto) sono soprannominati "i soldati di Artù". 

Sotto il nome di Brocelandia la foresta di Paimpont ebbe un importante ruolo nell'immaginario Medievale come luogo di magia e mistero. L’antica e misteriosa foresta di Brocéliande è intrisa di leggende che ruotano attorno alle mitologiche figure di Merlino, Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda. La bellezza di questi boschi, fra laghetti, ruscelli, rocce ricoperte di muschio e pietre dalle forme curiose, fa da cornice ai racconti magici e a numerose avventure del Ciclo bretone, in particolare Yvain il cavaliere del leone di Chrétien de Troyes; gli abitanti del luogo sostengono che l'albero in cui si suppone che la Dama del Lago abbia imprigionato Merlino sia tuttora visibile. Si dice che all'interno della foresta siano presenti altri siti leggendari, tra i quali la Valle senza Ritorno, la tomba di Merlino, la Fonte della Giovinezza, e l'Hotié de Vivianne (il castello della Dama del Lago).


Brocéliande è stata, ed è ancora, la terra di Merlino. Appena gli era possibile Merlino tornava nella foresta di Brocéliande. Un giorno, recatosi a meditare vicino alla fonte di Barenton, con le sue grosse bolle d’azoto che danno l’impressione che la superficie della fonte sia in ebollizione, incontrò Viviana. La leggenda vuole che qui Merlino scatenasse i temporali con un arcano rito magico. 

La fonte di Barenton è uno dei luoghi più carichi di leggenda della foresta. L'acqua di questa fonte è fredda ma gorgoglia di bollicine magiche. Pare sia in grado di curare la tigna, placare la follia dei pazzi e aiutare le fanciulle a trovare un marito. Se sognate invece la giovinezza, la Fontaine de Jouvence (fonte della giovinezza) si trova a due passi da qui.

Secondo la leggenda, nella foresta c'è anche la tomba di Merlino; si tratta di un cumulo di pietre, un megalite rovinato che poco ha a che fare con la maestosità delle leggende, in un punto difficile da trovare. Dopo aver sedotto Merlino, Viviana lo rinchiuse in una prigione d'aria, che nessuno può vedere né aprire, fino alla fine dei tempi. 

Oggi rimane ben poco del maestoso monumento originale, un viale coperto dell'epoca neolitica, che  inizialmente misurava 10,5 m di lunghezza per 1,6 m di larghezza. Il proprietario del luogo, per cercare un ipotetico tesoro, lo fece saltare con la dinamite nel 1892. Un albero segna l'ingresso alla tomba di Merlino, dove l'incantatore riposa per l'eternità. Sui suoi rami, uomini e donne appendono fiori intrecciati a foglie e nastri colorati, per chiedere un incantesimo d'amore al mago che perse tutto per amore: tutti girano tre volte in senso orario attorno all'albero, mormorando la propria preghiera o la propria richiesta. Merlino è sempre presente in questa foresta incantata.


La quercia di Guillotin è un'altra maestosa attrazione; ha circa 1000 anni di età (stimata), 20 metri di altezza e 9,65 metri di circonferenza. Ha un'apertura apparentemente molto stretta ma al suo interno accoglie comodamente anche un uomo. 

Si racconta che durante il periodo del terrore un frate fosse sfuggito ai rivoluzionari francesi nascondendosi proprio in una fenditura di questa fenomenale quercia. La quercia è conosciuta anche come l'albero di Eon l'Etoile, una singolare figura di monaco-eremita che fu protagonista di una vicenda di ribellione popolare contro i signori medievali e che venne ritenuto ispirato da Mago Merlino, salvo poi essere arrestato e imprigionato a Parigi, mentre i suoi seguaci venivano massacrati dalle truppe del re (intorno al 1145 d.C.).



Il giardino dei Monaci è il monumento più enigmatico della foresta. E’ una costruzione megalitica a forma di  quadrilatero lungo 25 metri e largo 5 o 6, datato dai 2 ai 3000 anni a.C. Si tratta probabilmente di un monumento a scopo culturale: secondo la leggenda i monaci passavano il loro tempo a festeggiare e Saint-Méen li invitò a una vita più morigerata, ma essi lo ignorarono: furono trasformati in pietre, sul luogo stesso delle loro feste. 

Situata vicino a Tréhorenteuc, ad ovest di Paimpont, la Valle senza Ritorno è scavata tra pietre di scisto rosso. Secondo la leggenda, la fata Morgana sorellastra di re Artù, tradita dal suo amante, vi si ritirò e incantò la valle: gli amanti fedeli potevano attraversarla senza pericolo, mentre quelli infedeli vi rimanevano intrappolati senza più possibilità di uscirne.

Un sentiero ad anello lungo 4 chilomenti passa nella valle. Lancillotto, il prode cavaliere senza macchia, ruppe l'incantesimo affrontando i draghi e liberò tutti i prigionieri. Si dice che qui però risuoni ancora il lamento del grande mago Merlino che scelse questi boschi come ultimo rifugio. 

In fondo alla valle le fate leggevano il futuro gettando un seme di frumento nelle acque lisce del lago chiamato Le Miroir des Fées (lo specchio delle fate). Il nome deriva dal fatto che la foresta attorno al lago è talmente fitta che il vento non riesce a passare, rendendo il lago totalmente immobile. In questo luogo si percepisce una grande energia e serenità.

La casa di  Viviana è situata nel sottobosco di una piccola collina, nella Valle senza Ritorno. Chiamata anche “Tomba dei Druidi”, è un megalite del 2500 a.C. circa, costituito da una formazione di lastre di scisto rosso e un Cromlech di 12 metri di diametro. Nel sito sono stati ritrovati diversi oggetti: un'ascia in dolerite, dei cocci di ceramica, degli elementi in silice, delle punte e dei gioielli rudimentali. 

Il Ponte del  Segreto si trova su un affluente dell’Aff. La leggenda dice che re Artù all’apogeo della sua gloria, scelse Ginevra come sposa e la fece accompagnare da Lancillotto del Lago, attraverso la foresta, fino al suo castello di Camelot per celebrare le nozze. Ginevra, mentre  passava sul ponte, chiese a Lancillotto: “Signore, chi è la tua dama?” e lui rispose: “Ma siete voi, mia regina e per l’eternità.”

Ai confini della foresta di Broceliande si trova il castello di Trecesson, oggi dimora del conte di Prunelè. Il giardino è caratterizzato da un incredibile color viola dovuto allo scisto di cui è ricco tutto il terreno della foresta e si può ammirare la statua della signora di Trecesson. Il castello è circondato da fantastiche leggende, la più famosa narra la triste storia della sposa di Trecesson.  

Una notte, un bracconiere nascosto nel parco del castello, vide fermarsi una carrozza scura. Ne scesero due uomini in nero che cominciarono a scavare una fossa profonda. Dopo aver terminato, fecero scendere dalla carrozza una giovane vestita da sposa e, nonostante le lacrime della ragazza, la seppellirono viva prima di fuggire.

Il bracconiere avvisò il signore di Trècesson che fece liberare subito la donna, ma i soccorsi arrivarono troppo tardi e, all’alba, la sfortunata giovane morì senza svelare il proprio segreto. Non si scoprì mai il terribile segreto della sposa. Il velo e la corona della donna rimasero fino alla rivoluzione sull’altare della cappella del castello. 

La chiesa di Tréhorenteuc, detta “Chiesa del Graal”, risale al IX e X secolo d.C. Parroco in tempi recenti fu l'abate Gillard, appassionato di leggende arturiane, che dedicò la vita alla leggenda del Graal. Durante gli anni di ministero, dal 1942 al 1962, aveva fatto decorare e ristrutturare la chiesa con l’estetica e il linguaggio simbolico delle leggende celtiche e della tradizione cristiana.

Allontanato per questo motivo dai superiori, fu finalmente riabilitato e sepolto vicino alla chiesa stessa dopo la morte nel 1979. Ogni vetrata è un'opera d'arte, ricca di simboli e di riferimenti nascosti, come quella che ritrae un’ultima cena dove Gesù (rassomigliante ad un Artù) alza un Calice mentre intorno alla tavola siedono degli apostoli insolitamente abbigliati da cavalieri e una donna (Maddalena, o forse Ginevra?) è seduta in disparte. 


Interessante è l’affresco di un enorme cervo bianco (uno dei simboli con cui è rappresentato Merlino, ma anche la divinità celtica cornuta di Kernunos) circondato da quattro leoni rossi, che la chiesa interpreta come Cristo e i quattro evangelisti, ma che, secondo le leggende arturiane, ritroviamo anche sulla Tavola Rotonda.

Tutto nella chiesa celebra la fusione della fede cristiana, della tradizione celtica e delle leggende arturiane. Per l’abate Henri Gillard la fede era una: il cristianesimo, giunto però dopo la religione druidica e le leggende di questa comunità e delle quali non si poteva non tenere conto. Così è riuscito a fare di un “luogo di culto, un luogo culturale” fondendo linguaggi simbolici elaborati da tradizioni diverse. 

Ultimo dei misteri di questa piccola chiesa nascosta nel cuore della foresta, è la scritta che campeggia sul portale d’ingresso e che accoglie il visitatore: “La porte est en dedans” ossia, “La porta è dentro”, quasi rimandi ad un percorso iniziatico interiore che ciascun uomo deve percorrere nel corso della propria esistenza, alla ricerca della propria verità, del proprio sacro Graal.
 





Il castello di Comper si trova nella valle che sorge davanti alle vecchia roccaforte di Dionas. Questo posto meraviglioso, dove all'imbrunire la bruma ricopre l'acqua del lago, è legato al ciclo bretone della letteratura arturiana e racconta di una storia d’amore folle e sfortunata, quella tra il vecchio Merlino e la giovane Viviana. Il mago per amore le regalò un castello di cristallo invisibile ad occhio umano, ma il visitatore più attento può scorgerlo attraverso i riflessi nello specchio d'acqua situato ai piedi del castello di Comper. Si racconta anche che qui la fata allevò Lancillotto ed è riconosciuta come la Dama Bianca o la Dama del Lago delle leggende arturiane. Pare che la Dama del Lago permetta a pochi eletti di vedere riflesso il suo regno. Tra le stanze del vero castello c’è il Centro dell’Immaginario Arturiano, un museo che ripercorre la leggenda di re Artù, con riproduzioni anche a grandezza naturale. 

Per tutti gli amanti del genere nella prima quindicina di luglio si svolge la settimana arturiana con giochi, spettacoli itineranti, rievocazioni ed escursioni guidate. Io non sono stata in questa foresta, ma mi affascina ciò che ho qui riportato e, chissà, magari un giorno la visiterò anch'io. Dunque, a presto.

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