« Paesaggio roccioso e austero, asilo di pescatori e di contadini
viventi a frusto a frusto su un lembo di spiaggia che in certi tratti va
sempre più assottigliandosi, nuda e solenne cornice di una delle più
primitive d'Italia. Monterosso, Vernazza, Corniglia, nidi di falchi e di
gabbiani, Manarola e Riomaggiore sono, procedendo da ponente a levante,
i nomi di pochi paesi o frazioni di paesi così asserragliati fra le
rupi e il mare. »
(Eugenio Montale, "Fuori di casa")
(Eugenio Montale, "Fuori di casa")
Quando, nel lontano 2012, sono andata a vedere le cinque terre, non erano ancora successi i disastri che poi le hanno sconvolte. Posto qui il ricordo di quella bellissima gita.
Le Cinque Terre sono un frastagliato tratto di costa
della riviera ligure di levante situato nel territorio della provincia
della Spezia tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nel quale si trovano
cinque borghi o, come si diceva anticamente, terre, qui elencati da
ovest verso est:
• Monterosso
• Vernazza
• Corniglia
• Manarola
• Riomaggiore
• Monterosso
• Vernazza
• Corniglia
• Manarola
• Riomaggiore
Grazie alle caratteristiche geografiche ed antropiche del territorio
dove sorgono, le Cinque Terre costituiscono una delle principali
attrattive turistiche della riviera spezzina, e in generale della
Liguria, per il loro contesto orografico collinare naturalmente aspro ed accidentato,
addolcito dalla costruzione di terrazzamenti o fasce per la coltura,
che cala verso il mare con forti pendenze; nei punti in cui il mare si insinua nella terra sorgono i borghi, snodati a seguire la naturale forma delle colline.
L'opera dell'uomo, nei secoli, ha modellato il territorio alterandone purtroppo talvolta i delicati equilibri, ma esaltandone la bellezza; la
necessità di terrazzare i declivi, dovuta alla
particolare tecnica agricola tesa a sfruttare per quanto possibile i
terreni posti in forte pendenza che digrada verso il mare, ne ha fatto
così uno dei più caratteristici e affascinanti paesaggi della Liguria.
Nel 1997, su istanza della provincia della Spezia, le Cinque Terre, insieme a Porto Venere ed alle isole Palmaria, Tino e Tinetto, sono state inserite tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Nel 1997, su istanza della provincia della Spezia, le Cinque Terre, insieme a Porto Venere ed alle isole Palmaria, Tino e Tinetto, sono state inserite tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Nel 1998 il Ministero dell'Ambiente ha istituito l'Area naturale marina
protetta Cinque Terre per la tutela e la
valorizzazione delle risorse biologiche, per la divulgazione e
promozione di uno sviluppo socio-economico compatibile con la rilevanza
naturalistico-paesaggistica dell'area. Nel 1999 è stato poi istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre per la tutela del paesaggio e la salvaguardia dei valori antropologici del luogo.
Percorrendo il tratto di costa da ovest verso est,
ovvero da Genova verso La Spezia, i paesi che si incontrano sono
nell'ordine: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Di
questi soltanto Monterosso, Vernazza e Riomaggiore sono comuni, mentre
Corniglia e Manarola sono frazioni, rispettivamente, di Vernazza e
Riomaggiore.
Monterosso è la più occidentale e la più popolosa
delle Cinque Terre. La sua posizione geografica ne fa il borgo più
strategico dei cinque: infatti Monterosso sorge ai piedi del crinale su
cui convergono le tre direzioni stradali principali del comprensorio: la
S.P. 36 dalla Val di Vara (che collega con l'Aurelia), la statale
Litoranea e la S.P. 43 (da Levanto alla Litoranea). E' ubicato al centro di un piccolo golfo naturale, protetto
da una modesta scogliera artificiale.
Ad ovest del paese, al di là del Colle dei Cappuccini,
si trova l'abitato di Fegina, naturale espansione turistica e balneare
del piccolo borgo originario, dove è ubicata la stazione ferroviaria e
dove si trovano spiagge di ghiaia sottile. Rispetto agli altri borghi
che costituiscono le Cinque Terre, a Monterosso si trovano le
spiagge relativamente più estese, per l'ampiezza del golfo su
cui si affaccia il paese.
Procedendo da ovest verso est, dopo Monterosso al Mare si trova Vernazza.
Il borgo sorge su un piccolo promontorio che si incunea nel mare,
raggiungibile con una strada che scende dalla S.S. "Litoranea". Si
ritiene che il nome derivi dall'aggettivo latino "verna", ossia "del
luogo", "indigeno", ma è plausibile anche che possa essere legato al più
celebre prodotto locale: il vino denominato "Vernaccia".
Il territorio è infatti caratterizzato dai tipici terrazzamenti per la coltivazione della vite,
uno stile morfologico realizzato nei secoli dall'uomo e che, secondo
una stima, pare sia sviluppato per oltre 7000 chilometri di muretti a
secco. Il suo porticciolo garantisce un sicuro approdo, sin dai tempi
delle Repubbliche marinare, in un'insenatura naturale che permette
l'attracco di mezzi natanti e rende ancora più caratteristico e
suggestivo quello che è considerato uno dei borghi più belli d'Italia.
Corniglia, frazione di Vernazza, è in posizione
centrale rispetto agli altri abitati delle Cinque Terre, situata ad est
del capoluogo comunale di Vernazza e di Monterosso, e ad ovest di
Manarola e Riomaggiore. Si differenzia dagli altri paesi delle Cinque
Terre in quanto è l'unico borgo che non si affaccia direttamente sul mare, ma si trova sulla cima di un promontorio alto circa cento metri,
circondato da vigneti posti su caratteristici terrazzamenti a fasce,
tranne sul lato che guarda verso il mare. Per raggiungere Corniglia è
necessario salire una scalinata detta Lardarina, costituita da 33 rampe
con 382 gradini, oppure percorrere la strada che la collega alla
stazione ferroviaria. Inoltre Corniglia è unita a Vernazza da una
suggestiva passeggiata posta a mezza costa fra la vetta e il mare.
Manarola, frazione di Riomaggiore, nasce dallo
spostamento di popolazioni che dalla Val di Vara si mossero verso il
mare. Il suo nome deriva, forse, da Manium arula, che significa "piccolo
tempio dedicato ai Mani". Posto su un promontorio in alto rispetto al mare, il paese si sviluppa nella gola che scende verso il mare, chiusa tra due speroni rocciosi, ospitando un piccolo approdo.
Fra i cinque borghi è il più piccolo dopo Corniglia.
Il borgo sorge nel tratto terminale della valle del torrente Groppo. Le
abitazioni si affacciano una ridosso all'altra sulla via principale,
sorta in seguito alla copertura del corso d'acqua e chiamata perciò
dagli abitanti U Canâ (il Canale).
Riomaggiore è la più orientale delle Cinque Terre. Il
centro storico, il cui nucleo originario risale al XIII secolo, è
situato nella valle del torrente Rio Maggiore, l'antico Rivus Major dal
quale il borgo prende il nome.
L'abitato è composto da diversi ordini paralleli di case torri genovesi
che seguono il ripido corso del torrente.
Il nuovo quartiere della
Stazione, così chiamato in quanto sviluppatosi a partire dalla seconda
metà del XIX secolo con l'arrivo della ferrovia, è situato invece
nell'adiacente valle del torrente Rio Finale, così denominato in quanto
segnava un tempo il confine tra le terre di Riomaggiore e quelle di
Manarola.
Le due vallate su cui si estende l'abitato sono separate dalla ripida
costa di Campiòne. La valle del Rio Maggiore è sormontata dal Monte Verugola le cui tre cime, raffigurate nello stemma comunale, rappresentano da sempre il simbolo del borgo.
Il parco nazionale delle Cinque Terre comprende, oltre
al territorio dei tre comuni delle Cinque Terre (Riomaggiore, Vernazza e
Monterosso), una porzione dei comuni di Levanto (Punta Mesco) e della
Spezia (Campiglia Tramonti).
Il parco si può suddividere in due parti: la zona costiera, il vero e proprio parco nazionale, e la zona marina, l'area naturale marina protetta.
Il parco si può suddividere in due parti: la zona costiera, il vero e proprio parco nazionale, e la zona marina, l'area naturale marina protetta.
E’ l'unico ente in Italia finalizzato alla tutela di un ambiente antropizzato
e prevede, tra le altre cose, la salvaguardia del sistema di muri a
secco che sorreggono i terrazzamenti coltivati a picco sul mare. Il
parco tutela una zona costiera dove l'uomo ha creato una vita stabile e
di reciproca convivenza tra sé e la natura. I borghi e i terrazzamenti sono immersi in un ambiente costiero
tipicamente mediterraneo dove i monti dell'Appennino Ligure arrivano a
picco al mare in un ambiente unico.
L'ambiente è habitat di svariate
specie animali che trovano in queste località ambienti favorevoli. Sono
presenti tra gli uccelli il gabbiano reale, il falco pellegrino e il corvo imperiale. Tra i mammiferi il ghiro, la donnola, la talpa, il tasso, la faina, la volpe e il cinghiale (la cui presenza è molto contestata per i danni alle colture). Tra i rettili ci sono la lucertola muraiola, il ramarro e vari serpenti. Attorno ai ruscelli vivono anfibi come rane e salamandre.
L'Area naturale marina protetta Cinque Terre è stata
istituita con decreto del Ministero dell'Ambiente il 12 dicembre 1997
nell'area marina compresa tra Punta Mesco a ovest e Punta di Montenero a
est, di fronte al Parco nazionale delle Cinque Terre.
Caratterizzati da notevoli profondità, i fondali delle Cinque
Terre sono considerati fra i più vari e ricchi di fauna marina di tutta
la Liguria.
Data l'ubicazione relativamente impervia dei paesi e la carenza
strutturale di parcheggi, l'accesso più agevole è di gran lunga quello
tramite la ferrovia.
Le stazioni ferroviarie delle Cinque Terre sono situate sulla linea tirrenica Genova-Roma. Sia che si provenga da nord, sia che si provenga da sud conviene scendere alla stazione La Spezia Centrale, dove fermano tutti i treni a lunga percorrenza, per poi proseguire con i treni regionali. Alcuni treni Intercity fermano tuttavia anche alla Stazione di Monterosso.
Le corse dei treni regionali hanno una notevole frequenza, in particolare durante la stagione estiva, senza dimenticare comunque che a Monterosso e a Riomaggiore fermano anche i treni interregionali a media percorrenza.
Le stazioni ferroviarie delle Cinque Terre sono situate sulla linea tirrenica Genova-Roma. Sia che si provenga da nord, sia che si provenga da sud conviene scendere alla stazione La Spezia Centrale, dove fermano tutti i treni a lunga percorrenza, per poi proseguire con i treni regionali. Alcuni treni Intercity fermano tuttavia anche alla Stazione di Monterosso.
Le corse dei treni regionali hanno una notevole frequenza, in particolare durante la stagione estiva, senza dimenticare comunque che a Monterosso e a Riomaggiore fermano anche i treni interregionali a media percorrenza.
L'auto non è il miglior mezzo di trasporto: alte colline sul mare, strade strette e molte curve
sono le caratteristiche principali. Anche il parcheggio è problematico, essendo i cinque borghi chiusi al traffico dei non
residenti. La discesa ai borghi può essere possibile solo a piedi.
Esiste un servizio di bus elettrici gestito dal Parco
Nazionale che nei periodi di maggior afflusso turistico garantisce il
collegamento dei centri abitati con la Litoranea.
Nella stagione turistica un servizio di battelli di linea
collega regolarmente i borghi di Monterosso, Vernazza, Manarola e
Riomaggiore con Porto Venere, a sua volta collegata con la Spezia e
Lerici. Corniglia, invece, non è dotata di un punto di approdo, non
avendo costa.
Le Cinque Terre devono molto del loro successo turistico ai
sentieri che si snodano lungo la costa o raggiungono i santuari che
sovrastano ciascun paese.
Il sentiero n. 1 del CAI della Spezia è conosciuto
anche come "Alta via delle Cinque Terre": un itinerario pedonale che
parte da Portovenere e termina a Levanto. Inizia a quota zero sul
livello del mare (Portovenere) sale in quota fino a raggiungere gli 800
metri per poi ridiscendere a quota zero (Levanto). E' lungo una
quarantina di chilometri.
Vi è poi il sentiero costiero numero 2, conosciuto
come Sentiero azzurro, il quale congiunge Levanto a Porto Venere
attraversando tutti i borghi delle Cinque Terre e assumendo nel tratto
tra Riomaggiore e Manarola la celebre denominazione di via dell'Amore. Si possono ammirare le Arenarie zonate di
Riomaggiore con gli strati a pieghe, a ginocchio, a cerniera, le
impronte di carico, di corrente e i segni dell'erosione marina. La vegetazione è esotica con agavi, pitosfori, fichi d'India e Ottentotti.
Oltre alle Cinque terre ci sono altri posti suggestivi, continuando a esplorare la parte di levante della Liguria.
Porto Venere è un comune italiano di 3.906 abitanti della provincia della Spezia in Liguria. Alla città è stata conferita nel 2006 la Bandiera Blu per la qualità dei servizi del porto turistico (Marina di Porto Venere). Il paese sorge all’estremità meridionale di una penisola,
la quale, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della riviera
ligure di levante, va a formare la sponda occidentale del Golfo della
Spezia.
Alla fine di questa penisola si trovano tre piccole isole: la Palmaria, il Tino e il Tinetto;
solo l'isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto
Venere al di là di uno stretto braccio di mare, è in piccola parte
abitata. Dal 1997, come già scritto sopra, Porto Venere insieme alle isole Palmaria, Tino,
Tinetto e alle Cinque Terre è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
L’isola Palmaria con la sua superficie di 1,89 km², è
la più grande delle tre isole del Golfo della Spezia e dell'intero
territorio ligure; posta di fronte al borgo di Porto Venere, da cui è
separata da uno stretto braccio di mare detto Le bocche,
è parte di un arcipelago costituito anche dalle isole del Tino e del
Tinetto. Il suo territorio fa parte del comune di Porto Venere.
L’isola ha una forma triangolare: i lati che si
affacciano verso Porto Venere e il golfo della Spezia sono quelli più
antropizzati e degradano dolcemente sino al livello del mare, ricoperti
dalla tipica vegetazione mediterranea; il lato che guarda verso ovest,
ossia verso il mare aperto, è caratterizzato invece da alte falesie a picco sull’acqua,
nelle quali si aprono molteplici grotte.
I lati più antropizzati vedono
la presenza di alcune abitazioni private, di una trattoria (in località
Pozzale) e soprattutto di stabilimenti balneari, sia pubblici sia
riservati ai dipendenti di Marina Militare e Aeronautica Militare. L'isola deve il suo nome alle numerose grotte che si
aprono improvvise alla base di una costa aspra, rocciosa e a picco sul
mare, infatti nel dialetto celtico- ligure le grotte erano dette “balme”, da cui Balmaria e quindi Palmaria.
Le più famose, la Grotta Azzurra e la Grotta Vulcanica, si trovano nel versante occidentale.
La prima ha un particolare colore azzurro dell’acqua, che tinge di riflessi iridescenti le pareti della roccia. La grotta ha uno sviluppo di quasi 60 metri, con una batimetrica massima di 19 metri e l’accesso è consentito solo a piccole imbarcazioni. Guardando verso l’alto, sulla parete interna, una stalattite ha assunto la forma di una tartaruga protesa verso il mare.
La prima ha un particolare colore azzurro dell’acqua, che tinge di riflessi iridescenti le pareti della roccia. La grotta ha uno sviluppo di quasi 60 metri, con una batimetrica massima di 19 metri e l’accesso è consentito solo a piccole imbarcazioni. Guardando verso l’alto, sulla parete interna, una stalattite ha assunto la forma di una tartaruga protesa verso il mare.
L’altra grotta, denominata Vulcanica, perché la conformazione delle rocce assomiglia a una colata di lava, ha al suo interno una polla d’acqua dolce.
A sud - ovest dell’isola, a circa 30 metri di altezza dalla superficie del mare, si apre la Grotta dei Colombi, dove ha vissuto l’uomo preistorico.
L’isola del Tino dista 500 m dall'Isola Palmaria e 2,5 km dalla terraferma. Può essere considerata, fra le tre isole del Golfo, come quella "intermedia",
sia come dimensioni, sia come posizione. A Nord infatti troviamo
l’isola Palmaria, la più estesa, mentre a Sud vi è l’isolotto del
Tinetto, di dimensioni più ridotte. Entrambe le isole citate distano dal
Tino solo alcune decine di metri. La superficie dell'isola è di 127.000
m2 ed il suo perimetro di quasi 2 km.
Anche nella parete occidentale dell’isolotto del Tino si apre una fenditura alta 28 metri circa, prodotta dalla forte erosione del mare. Viene chiamata “sifone del Tino” per la caratteristica forma o “Grotta del Lupo”
perché durante le violenti mareggiate i flutti si spingono nel suo
interno per fuoriuscire da una bocca superiore, emettendo tenebrosi
rumori simili ai lamenti di un animale.
L’isola del Tinetto, rispetto alle tre isole del
Golfo, è quella che ha dimensioni più ridotte e che si trova più a Sud, a
poca distanza dal Tino. In realtà il Tinetto con i suoi circa 6000
metri quadri di superficie è poco più di uno scoglio, privo di
vegetazione arborea (sono presenti alcuni arbusti tipici della macchia
mediterranea); tuttavia esso conserva tracce della presenza di comunità religiose sul suo angusto territorio.
Le rocce che costituiscono Tino, Palmaria e tutto il
promontorio di Porto Venere e che un tempo costituivano un unico blocco
emergente, sono di origine sedimentaria, si sono
formate cioè in seguito a una deposizione continua di materiali derivati
dall’alterazione ed erosione di rocce preesistenti.
Se la mia esposizione ti ha convinto, lettore fedele, ti invito a visitare questo angolo incantato di mondo e ti saluto.