sabato 17 dicembre 2016

Le cinque terre

« Paesaggio roccioso e austero, asilo di pescatori e di contadini viventi a frusto a frusto su un lembo di spiaggia che in certi tratti va sempre più assottigliandosi, nuda e solenne cornice di una delle più primitive d'Italia. Monterosso, Vernazza, Corniglia, nidi di falchi e di gabbiani, Manarola e Riomaggiore sono, procedendo da ponente a levante, i nomi di pochi paesi o frazioni di paesi così asserragliati fra le rupi e il mare. »
(Eugenio Montale, "Fuori di casa")


Quando, nel lontano 2012, sono andata a vedere le cinque terre, non erano ancora successi i disastri che poi le hanno sconvolte. Posto qui il ricordo di quella bellissima gita.

Le Cinque Terre sono un frastagliato tratto di costa della riviera ligure di levante situato nel territorio della provincia della Spezia tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nel quale si trovano cinque borghi o, come si diceva anticamente, terre, qui elencati da ovest verso est:
Monterosso
Vernazza
Corniglia
Manarola
Riomaggiore

Grazie alle caratteristiche geografiche ed antropiche del territorio dove sorgono, le Cinque Terre costituiscono una delle principali attrattive turistiche della riviera spezzina, e in generale della Liguria, per il loro contesto orografico collinare naturalmente aspro ed accidentato, addolcito dalla costruzione di terrazzamenti o fasce per la coltura, che cala verso il mare con forti pendenze; nei punti in cui il mare si insinua nella terra sorgono i borghi, snodati a seguire la naturale forma delle colline.
 
L'opera dell'uomo, nei secoli, ha modellato il territorio alterandone purtroppo talvolta i delicati equilibri, ma esaltandone la bellezza; la necessità di terrazzare i declivi, dovuta alla particolare tecnica agricola tesa a sfruttare per quanto possibile i terreni posti in forte pendenza che digrada verso il mare, ne ha fatto così uno dei più caratteristici e affascinanti paesaggi della Liguria.
Nel 1997, su istanza della provincia della Spezia, le Cinque Terre, insieme a Porto Venere ed alle isole Palmaria, Tino e Tinetto, sono state inserite tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Nel 1998 il Ministero dell'Ambiente ha istituito l'Area naturale marina protetta Cinque Terre per la tutela e la valorizzazione delle risorse biologiche, per la divulgazione e promozione di uno sviluppo socio-economico compatibile con la rilevanza naturalistico-paesaggistica dell'area. Nel 1999 è stato poi istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre per la tutela del paesaggio e la salvaguardia dei valori antropologici del luogo.

Percorrendo il tratto di costa da ovest verso est, ovvero da Genova verso La Spezia, i paesi che si incontrano sono nell'ordine: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Di questi soltanto Monterosso, Vernazza e Riomaggiore sono comuni, mentre Corniglia e Manarola sono frazioni, rispettivamente, di Vernazza e Riomaggiore.

Monterosso è la più occidentale e la più popolosa delle Cinque Terre. La sua posizione geografica ne fa il borgo più strategico dei cinque: infatti Monterosso sorge ai piedi del crinale su cui convergono le tre direzioni stradali principali del comprensorio: la S.P. 36 dalla Val di Vara (che collega con l'Aurelia), la statale Litoranea e la S.P. 43 (da Levanto alla Litoranea). E' ubicato al centro di un piccolo golfo naturale, protetto da una modesta scogliera artificiale.
Ad ovest del paese, al di là del Colle dei Cappuccini, si trova l'abitato di Fegina, naturale espansione turistica e balneare del piccolo borgo originario, dove è ubicata la stazione ferroviaria e dove si trovano spiagge di ghiaia sottile. Rispetto agli altri borghi che costituiscono le Cinque Terre, a Monterosso si trovano le spiagge relativamente più estese, per l'ampiezza del golfo su cui si affaccia il paese.

Procedendo da ovest verso est, dopo Monterosso al Mare si trova Vernazza. Il borgo sorge su un piccolo promontorio che si incunea nel mare, raggiungibile con una strada che scende dalla S.S. "Litoranea". Si ritiene che il nome derivi dall'aggettivo latino "verna", ossia "del luogo", "indigeno", ma è plausibile anche che possa essere legato al più celebre prodotto locale: il vino denominato "Vernaccia".

Il territorio è infatti caratterizzato dai tipici terrazzamenti per la coltivazione della vite, uno stile morfologico realizzato nei secoli dall'uomo e che, secondo una stima, pare sia sviluppato per oltre 7000 chilometri di muretti a secco. Il suo porticciolo garantisce un sicuro approdo, sin dai tempi delle Repubbliche marinare, in un'insenatura naturale che permette l'attracco di mezzi natanti e rende ancora più caratteristico e suggestivo quello che è considerato uno dei borghi più belli d'Italia.

Corniglia, frazione di Vernazza, è in posizione centrale rispetto agli altri abitati delle Cinque Terre, situata ad est del capoluogo comunale di Vernazza e di Monterosso, e ad ovest di Manarola e Riomaggiore. Si differenzia dagli altri paesi delle Cinque Terre in quanto è l'unico borgo che non si affaccia direttamente sul mare, ma si trova sulla cima di un promontorio alto circa cento metri,

circondato da vigneti posti su caratteristici terrazzamenti a fasce, tranne sul lato che guarda verso il mare. Per raggiungere Corniglia è necessario salire una scalinata detta Lardarina, costituita da 33 rampe con 382 gradini, oppure percorrere la strada che la collega alla stazione ferroviaria. Inoltre Corniglia è unita a Vernazza da una suggestiva passeggiata posta a mezza costa fra la vetta e il mare.
Manarola, frazione di Riomaggiore, nasce dallo spostamento di popolazioni che dalla Val di Vara si mossero verso il mare. Il suo nome deriva, forse, da Manium arula, che significa "piccolo tempio dedicato ai Mani". Posto su un promontorio in alto rispetto al mare, il paese si sviluppa nella gola che scende verso il mare, chiusa tra due speroni rocciosi, ospitando un piccolo approdo.

Fra i cinque borghi è il più piccolo dopo Corniglia. Il borgo sorge nel tratto terminale della valle del torrente Groppo. Le abitazioni si affacciano una ridosso all'altra sulla via principale, sorta in seguito alla copertura del corso d'acqua e chiamata perciò dagli abitanti U Canâ (il Canale).

Riomaggiore è la più orientale delle Cinque Terre. Il centro storico, il cui nucleo originario risale al XIII secolo, è situato nella valle del torrente Rio Maggiore, l'antico Rivus Major dal quale il borgo prende il nome.
L'abitato è composto da diversi ordini paralleli di case torri genovesi che seguono il ripido corso del torrente.

Il nuovo quartiere della Stazione, così chiamato in quanto sviluppatosi a partire dalla seconda metà del XIX secolo con l'arrivo della ferrovia, è situato invece nell'adiacente valle del torrente Rio Finale, così denominato in quanto segnava un tempo il confine tra le terre di Riomaggiore e quelle di Manarola.

Le due vallate su cui si estende l'abitato sono separate dalla ripida costa di Campiòne. La valle del Rio Maggiore è sormontata dal Monte Verugola le cui tre cime, raffigurate nello stemma comunale, rappresentano da sempre il simbolo del borgo.




 
Il parco nazionale delle Cinque Terre comprende, oltre al territorio dei tre comuni delle Cinque Terre (Riomaggiore, Vernazza e Monterosso), una porzione dei comuni di Levanto (Punta Mesco) e della Spezia (Campiglia Tramonti).
Il parco si può suddividere in due parti: la zona costiera, il vero e proprio parco nazionale, e la zona marina, l'area naturale marina protetta.
E’ l'unico ente in Italia finalizzato alla tutela di un ambiente antropizzato e prevede, tra le altre cose, la salvaguardia del sistema di muri a secco che sorreggono i terrazzamenti coltivati a picco sul mare. Il parco tutela una zona costiera dove l'uomo ha creato una vita stabile e di reciproca convivenza tra sé e la natura. I borghi e i terrazzamenti sono immersi in un ambiente costiero tipicamente mediterraneo dove i monti dell'Appennino Ligure arrivano a picco al mare in un ambiente unico. 
L'ambiente è habitat di svariate specie animali che trovano in queste località ambienti favorevoli. Sono presenti tra gli uccelli il gabbiano reale, il falco pellegrino e il corvo imperiale. Tra i  mammiferi il ghiro, la donnola, la talpa, il tasso, la faina, la volpe e il cinghiale (la cui presenza è molto contestata per i danni alle colture). Tra i rettili ci sono la lucertola muraiola, il ramarro e vari serpenti. Attorno ai ruscelli vivono anfibi come rane e salamandre. 

L'Area naturale marina protetta Cinque Terre è stata istituita con decreto del Ministero dell'Ambiente il 12 dicembre 1997 nell'area marina compresa tra Punta Mesco a ovest e Punta di Montenero a est, di fronte al Parco nazionale delle Cinque Terre.
Caratterizzati da notevoli profondità, i fondali delle Cinque Terre sono considerati fra i più vari e ricchi di fauna marina di tutta la Liguria.

Data l'ubicazione relativamente impervia dei paesi e la carenza strutturale di parcheggi, l'accesso più agevole è di gran lunga quello tramite la ferrovia.
Le stazioni ferroviarie delle Cinque Terre sono situate sulla linea tirrenica Genova-Roma. Sia che si provenga da nord, sia che si provenga da sud conviene scendere alla stazione La Spezia Centrale, dove fermano tutti i treni a lunga percorrenza, per poi proseguire con i treni regionali. Alcuni treni Intercity fermano tuttavia anche alla Stazione di Monterosso.
Le corse dei treni regionali hanno una notevole frequenza, in particolare durante la stagione estiva, senza dimenticare comunque che a Monterosso e a Riomaggiore fermano anche i treni interregionali a media percorrenza. 
L'auto non è il miglior mezzo di trasporto:  alte colline sul mare, strade strette e molte curve sono le caratteristiche principali. Anche il parcheggio è problematico, essendo i cinque borghi chiusi al traffico dei non residenti. La discesa ai borghi può essere possibile solo a piedi.

Esiste un servizio di bus elettrici gestito dal Parco Nazionale che nei periodi di maggior afflusso turistico garantisce il collegamento dei centri abitati con la Litoranea.
Nella stagione turistica un servizio di battelli di linea collega regolarmente i borghi di Monterosso, Vernazza, Manarola e Riomaggiore con Porto Venere, a sua volta collegata con la Spezia e Lerici. Corniglia, invece, non è dotata di un punto di approdo, non avendo costa. 



Le Cinque Terre devono molto del loro successo turistico ai sentieri che si snodano lungo la costa o raggiungono i santuari che sovrastano ciascun paese. 

Il sentiero n. 1 del CAI della Spezia è conosciuto anche come "Alta via delle Cinque Terre": un itinerario pedonale che parte da Portovenere e termina a Levanto. Inizia a quota zero sul livello del mare (Portovenere) sale in quota fino a raggiungere gli 800 metri per poi ridiscendere a quota zero (Levanto). E' lungo una quarantina di chilometri.

Vi è poi il sentiero costiero numero 2, conosciuto come Sentiero azzurro, il quale congiunge Levanto a Porto Venere attraversando tutti i borghi delle Cinque Terre e assumendo nel tratto tra Riomaggiore e Manarola la celebre denominazione di via dell'Amore. Si possono ammirare le Arenarie zonate di Riomaggiore con gli strati a pieghe, a ginocchio, a cerniera, le impronte di carico, di corrente e i segni dell'erosione marina. La vegetazione è esotica con agavi, pitosfori, fichi d'India e Ottentotti.


Oltre alle Cinque terre ci sono altri posti suggestivi, continuando a esplorare la parte di levante della Liguria. 


Porto Venere è un comune italiano di 3.906 abitanti della provincia della Spezia in Liguria. Alla città è stata conferita nel 2006 la Bandiera Blu per la qualità dei servizi del porto turistico (Marina di Porto Venere). Il paese sorge all’estremità meridionale di una penisola, la quale, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della riviera ligure di levante, va a formare la sponda occidentale del Golfo della Spezia.

Alla fine di questa penisola si trovano tre piccole isole: la Palmaria, il Tino e il Tinetto; solo l'isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto Venere al di là di uno stretto braccio di mare, è in piccola parte abitata. Dal 1997, come già scritto sopra, Porto Venere insieme alle isole Palmaria, Tino, Tinetto e alle Cinque Terre è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
 
L’isola Palmaria con la sua superficie di 1,89 km², è la più grande delle tre isole del Golfo della Spezia e dell'intero territorio ligure; posta di fronte al borgo di Porto Venere, da cui è separata da uno stretto braccio di mare detto Le bocche, è parte di un arcipelago costituito anche dalle isole del Tino e del Tinetto. Il suo territorio fa parte del comune di Porto Venere. 

L’isola ha una forma triangolare: i lati che si affacciano verso Porto Venere e il golfo della Spezia sono quelli più antropizzati e degradano dolcemente sino al livello del mare, ricoperti dalla tipica vegetazione mediterranea; il lato che guarda verso ovest, ossia verso il mare aperto, è caratterizzato invece da alte falesie a picco sull’acqua, nelle quali si aprono molteplici grotte. 
I lati più antropizzati vedono la presenza di alcune abitazioni private, di una trattoria (in località Pozzale) e soprattutto di stabilimenti balneari, sia pubblici sia riservati ai dipendenti di Marina Militare e Aeronautica Militare. L'isola deve il suo nome alle numerose grotte che si aprono improvvise alla base di una costa aspra, rocciosa e a picco sul mare, infatti nel dialetto celtico- ligure le grotte erano dette “balme”, da cui Balmaria e quindi Palmaria.
Le più famose, la Grotta Azzurra e la Grotta Vulcanica, si trovano nel versante occidentale.
La prima ha un particolare colore azzurro dell’acqua, che tinge di riflessi iridescenti le pareti della roccia. La grotta ha uno sviluppo di quasi 60 metri, con una batimetrica massima di 19 metri e l’accesso è consentito solo a piccole imbarcazioni. Guardando verso l’alto, sulla parete interna, una stalattite ha assunto la forma di una tartaruga protesa verso il mare.

L’altra grotta, denominata Vulcanica, perché la conformazione delle rocce assomiglia a una colata di lava, ha al suo interno una polla d’acqua dolce.

A sud - ovest dell’isola, a circa 30 metri di altezza dalla superficie del mare, si apre la Grotta dei Colombi, dove ha vissuto l’uomo preistorico.


L’isola del Tino dista 500 m dall'Isola Palmaria e 2,5 km dalla terraferma. Può essere considerata, fra le tre isole del Golfo, come quella "intermedia", sia come dimensioni, sia come posizione. A Nord infatti troviamo l’isola Palmaria, la più estesa, mentre a Sud vi è l’isolotto del Tinetto, di dimensioni più ridotte. Entrambe le isole citate distano dal Tino solo alcune decine di metri. La superficie dell'isola è di 127.000 m2 ed il suo perimetro di quasi 2 km. 

Anche nella parete occidentale dell’isolotto del Tino si apre una fenditura alta 28 metri circa, prodotta dalla forte erosione del mare. Viene chiamata “sifone del Tino” per la caratteristica forma o “Grotta del Lupo” perché durante le violenti mareggiate i flutti si spingono nel suo interno per fuoriuscire da una bocca superiore, emettendo tenebrosi rumori simili ai lamenti di un animale.

L’isola del Tinetto, rispetto alle tre isole del Golfo, è quella che ha dimensioni più ridotte e che si trova più a Sud, a poca distanza dal Tino. In realtà il Tinetto con i suoi circa 6000 metri quadri di superficie è poco più di uno scoglio, privo di vegetazione arborea (sono presenti alcuni arbusti tipici della macchia mediterranea); tuttavia esso conserva tracce della presenza di comunità religiose sul suo angusto territorio. 

Le rocce che costituiscono Tino, Palmaria e tutto il promontorio di Porto Venere e che un tempo costituivano un unico blocco emergente, sono di origine sedimentaria, si sono formate cioè in seguito a una deposizione continua di materiali derivati dall’alterazione ed erosione di rocce preesistenti.

Se la mia esposizione ti ha convinto, lettore fedele, ti invito a visitare questo angolo incantato di mondo e ti saluto.

venerdì 16 dicembre 2016

Considerazioni sul tour Bretagna - Normandia

 
Una gita densa, di circa 3400 chilometri, trottando dietro un folletto accompagnatore di nome Sara, che ci ha portato a vedere le bellezze di queste Regioni.

Ovunque fiori, bellissimi, coloratissimi
 
sterminate distese di grano


girasoli




con enormi pale per generare energia eolica.




Abbiamo visto cattedrali maestose, case a graticcio, menhir, opere moderne  



 
spiagge mozzafiato con tanti gabbiani,




ovini e bovini pascolare tranquilli,


ma anche testimonianze tristi di un passato mai dimenticato. 


Abbiamo bevuto dell'ottimo sidro.

(Il sidro è una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione dei frutti di alcune piante della sottofamiglia delle Pomoidee (mele, mele cotogne e pere), di cui la regione abbonda.)

 
gustato il Calvados

(Il Calvados è un brandy di mela tipico dell'omonimo dipartimento francese della Bassa Normandia.)



e assaggiato delle ottime gallette, i palets bretons, che sono una specialità dolciaria molto sostanziosa a base di molto burro fresco, farina di frumento, zucchero, uova e una punta di sale. Un dolcetto, più che un biscotto, da degustare a tutte le ore. 

Tra i dolci, una vera e propria delizia è il kouign-amann, che significa letteralmente "dolce al burro": farina, zucchero e soprattutto burro. Leggermente riscaldato, questo dolce è una vera e propria delizia per il palato, soprattutto se gustato nelle pasticcerie di Locronan e Douarnenez. 

Altro piatto tipico, che comunque si prepara facilmente anche in casa nostra, sono le crepes.
Le crêpes francesi sono realizzate con uova, latte e farina bianca e affondano le loro radici nella Bassa Bretagna.

Le galettes della Bretagna sono invece fatte con grano saraceno, sale e acqua, e costituiscono un pasto completo dal momento che si consumano accompagnate da formaggio, prosciutto, uova o salsiccia.

Ci hanno servito anche l'agnello pré-salé, un ovino che pascola sui campi che circondano Mont-Saint-Michel.  Il termine pré-salé significa "prato salato" e proprio dell'erba ricca di sale e iodio si cibano gli agnelli allevati sulle coste normanne; la conseguenza di questa particolare alimentazione è una carne di inimitabile sapidità (dicono, a me è sembrato solo molto grasso). 

Non sempre il pane che - da buoni italiani - chiedevamo in continuazione era l'ottima baguette; talvolta ci riempivano il panierino con panini non ben cotti, ma la fame era tanta e allora...



Qualcuno del nostro gruppo ha anche mangiato freschissime ostriche, ovviamente non presenti nel menù riservato alla gita ma acquistate a parte. 


Abbiamo visto ovunque il triskell (o trischele), un antico simbolo celtico a forma di croce con tre braccia a spirale che rappresentano terra, fuoco e acqua. La Bretagna è un paese nel quale diverse culture (quella celtica e quella francese) si fondono ed è per questo che è così ricca di tradizioni.
e alcune immagini dei costumi tipici (leggi qui).
Un elemento distintivo dei costumi degli abitanti del Bigouden è la coiffe bigoudène, il lungo copricapo in pizzo portato dalle donne della Bretagna e, in particolare, di Pays Bigouden.
La coiffe bigoudène si caratterizza per la sua altezza di oltre 30 centimetri. Sia il costume femminile che quello maschile si caratterizzano per i particolari ricami, la cui realizzazione spetta agli uomini.
 
A Concarneau abbiamo ascoltato i Micamac e se vuoi sentire altre musiche clicca qui, oppure goditi il video qui.


Il clima della Bretagna è influenzato in maniera molto consistente dall'Oceano Atlantico, con le sue correnti (corrente del golfo in primis), i venti occidentali e le veloci perturbazioni in arrivo dal continente artico e nordamericano; tutto questo determina una gran quantità di precipitazioni (soprattutto sull'estremità occidentale) e temperature miti durante tutto l'arco dell'anno, nonostante l'elevata latitudine. 

Il clima della Normandia è di tipo marittimo, fortemente influenzato dai venti temperati che costantemente soffiano sulla regione e dall’azione mitigatrice del mare, grazie al quale le estati non sono mai particolarmente afose e gli inverni, lungo la costa, non presentano temperature molto  rigide. Noi siamo stati fortunati, con mattinate e serate fresche, giornate calde di cui una sola piovosa.


E infine i Francesi: cerimoniosi nel saluto, mi sono parsi talvolta un po' freddi e scostanti, con la "puzza sotto il naso" come si suol dire, ma tutto sommato la mia intenzione era visitare le loro terre, non entrare nelle loro simpatie :-)