venerdì 14 ottobre 2016

Gita in Croazia - settima parte - Vicenza e rientro

19 Agosto: tappa a Vicenza e rientro.


Vicenza è capoluogo dell'omonima provincia in Veneto e meta di turismo culturale in virtù del suo essere soprannominata "la città del Palladio" dal nome dell'architetto che qui realizzò numerosi edifici nel tardo rinascimento. Proprio perché la città costituisce una realizzazione artistica eccezionale per i numerosi contributi architettonici del Palladio è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.


La città di Vicenza è l'unico comune italiano che come proprio gonfalone ha la Bandiera Nazionale con, al centro, il simbolo della città. Questa scelta fu ufficializzata il 5 novembre 1866 dopo che, poche settimane prima, il re Vittorio Emanuele II era giunto in città per appuntare al gonfalone cittadino la medaglia d'oro al valor militare, guadagnata con le battaglie del 1848.

Lo stemma è costituito da uno scudo rosso, a cui è sovrapposta una croce argento o bianca (nello stemma attuale la croce è argento ma nella bandiera comunale è bianca). Lo scudo è sovrastato dalla corona patriziale veneta. Le due medaglie oro, conferite alla città nel 1866 e nel 1995, sono appese al nastro azzurro al decusso dei rami di quercia e d'alloro, posti sotto lo scudo.

Il pullman ci deposita a Campo Marzo, uno dei maggiori parchi di Vicenza per estensione, da secoli di proprietà comunale. Sorge a poca distanza dal centro storico alle pendici di Monte Berico. Qui ci verrà a riprendere dopo la sosta pranzo per rientrare in Valsusa. Ci avviamo verso il centro della città, percorrendo il viale principale, Viale Roma.

Il viale fu rettificato, sistemato e inaugurato nel 1873; designato dapprima con il nome di Stradone retto del Campo Marzo, poi di Viale della Stazione, nel 1911 venne infine intitolato a Roma. Lungo il viale nel 1932 fu inaugurato il monumento ad Antonio Fogazzaro, un'opera in marmo bianco di Carrara che poggia su un basamento in rosa di Baveno dello scultore Giuseppe Zanetti.
Antonio Fogazzaro (Vicenza, 25 marzo 1842 – Vicenza, 7 marzo 1911) è stato uno scrittore e poeta italiano. Fu nominato senatore del Regno d'Italia nel 1896. Dal 1901 al 1911 fu più volte tra i candidati al Premio Nobel per la letteratura, che tuttavia non vinse.

Arriviamo in Piazzale de Gasperi e vediamo il Torrione di Porta Castello. Delle fortificazioni - castelli, mura, torri, fossati - che hanno difeso la città di Vicenza per due millenni, oggi poco rimane: qualche tratto di mura, specialmente laddove è servito come basamento per le abitazioni, qualche torre, ricordi nella toponomastica.

Il torrione di Porta Castello è quanto resta della fortificazione medievale attestata all’accesso occidentale della città. La poderosa struttura in laterizio risale al Trecento, al tempo della signoria degli Scaligeri. Successiva sembra essere l’aggiunta della fascia merlata su beccatelli, coperta e dotata di lanterna poligonale. Entrando da questa porta ci si trova in Piazza Castello

dove si ammira Palazzo Porto,  noto anche come Porto Breganze, un palazzo nobiliare progettato nel 1571 circa per Alessandro Porto, attribuito ad Andrea Palladio e rimasto incompiuto. È uno dei due palazzi ideati da Palladio in città per la famiglia dei Porto (l'altro è Palazzo Porto in Contrà Porti) ed è inserito nel patrimonio dell'umanità dell'UNESCO "Città di Vicenza e ville palladiane del Veneto". Sulla sinistra è chiaramente visibile la vecchia casa quattrocentesca della famiglia Porto, destinata ad essere progressivamente demolita con l'avanzare del cantiere del nuovo palazzo, cosa che non avvenne a causa della prudenza del committente Alessandro Porto.

Con buona probabilità il palazzo avrebbe dovuto svilupparsi in sette campate e avere un cortile concluso a esedra, come prova un'analisi delle murature superstiti. Non è chiara la ragione del blocco del cantiere, che Vincenzo Scamozzi dichiara nel 1615 di aver portato personalmente alla attuale, parziale conclusione.

Nella piazza si trova anche la statua in marmo di Giuseppe Garibaldi, una delle diverse eseguite da Ettore Ferrari nel 1887.

Stiamo per entrare in Corso Palladio, quindi un inciso è d'obbligo.

Andrea Palladio, pseudonimo di Andrea di Pietro della Gondola (Padova, 30 novembre 1508 – Maser, 19 agosto 1580), è stato un architetto, teorico dell'architettura e scenografo italiano del Rinascimento, cittadino della Repubblica di Venezia. Influenzato dall'architettura greco-romana, anzitutto da Vitruvio, è considerato una delle personalità più influenti nella storia dell'architettura occidentale. L'imitazione del suo stile diede origine a un movimento destinato a durare per tre secoli, il palladianesimo, che si richiama ai principi classico-romani.

Giunse giovane a Vicenza dalla nativa Padova e fu preso a cuore dal mecenate vicentino Gian Giorgio Trissino che lo fece studiare. Le numerose famiglie nobili vicentine (i Porto, i Valmarana, i Thiene, i Trissino solo per citarne alcune) commissionarono a Palladio numerosi palazzi in città nonché altrettante ville, che ridisegnarono completamente la scenografia vicentina. Tra le opere principali la Basilica Palladiana nella centrale Piazza dei Signori, il Teatro Olimpico, Palazzo Chiericati e Villa Capra detta la Rotonda posta appena fuori dall'abitato. La tradizione palladiana venne continuata da Vincenzo Scamozzi e da altri architetti fino al XVIII secolo.
La Casa Bianca, residenza del presidente degli Stati Uniti d'America, è progettata in stile palladiano, così come la residenza di Monticello progettata per sé da Thomas Jefferson. Con la risoluzione n. 259 del 6 dicembre 2010 il Congresso degli Stati Uniti d'America ha riconosciuto Palladio come "padre dell'architettura americana".

Corso Andrea Palladio è la principale strada di Vicenza, intitolata dopo la seconda guerra mondiale al celebre architetto. Lungo circa 700 m, attraversa il nucleo storico della città da ovest a est, rispettivamente da piazza Castello a piazza Giacomo Matteotti. Il tracciato dell'attuale corso corrisponde sostanzialmente a quello che, in epoca romana, era il Decumanus Maximus della città e, nello stesso tempo, il tratto urbano della consolare Via Postumia. Dopo la costruzione della cinta muraria altomedievale fu delimitato a ovest dalla Porta Feliciana (molto vicina alla Porta del Castello) e a est dalla Porta San Pietro (sulla riva destra del fiume Bacchiglione, all'altezza del ponte di San Pietro, ora degli Angeli).

Chiuso al traffico veicolare dal 1983, presenta un fondo in porfido ed è, per buona parte del suo tracciato, fiancheggiato da portici. Considerata la via dello shopping cittadino, è una delle passeggiate tipiche dei vicentini che, specialmente il sabato pomeriggio, amano percorrere il Corso nelle cosiddette "vasche" (andare su e giù da piazza Castello a piazza Matteotti).

Corso Palladio raggiunge il punto di massima elevazione in corrispondenza dell’imponente Palazzo Trissino Baston (civico n. 98), odierna sede del Comune, progettato nel 1588 da Vincenzo Scamozzi, l’erede spirituale del Palladio. L’architetto sfrutta magistralmente le caratteristiche del sito per compensare la ristrettezza del lotto e la limitata prospettiva offerta dal corso. Ne risulta un edificio maestoso, impostato su un alto portico ionico, con piano nobile e attico. Galeazzo Trissino lo aveva commissionato a Vincenzo Scamozzi, visti i bei risultati ottenuti dall'architetto vicentino col Palazzo Trissino al Duomo, terminato 10 anni prima.

Palazzo Trissino al Duomo (noto anche come Trissino Trento) è un grande edificio sito in via Cesare Battisti 10, commissionato da Pier Francesco Trissino a Vincenzo Scamozzi nel 1577 e successivamente ampliato da Giambattista Albanese nel 1621-1622 per Achille Trissino, nipote del fondatore. Il prospetto si è mantenuto un bell'esempio di architettura classica, mentre gran parte delle decorazioni interne sono andate perdute. Sottoposto dal 25/5/1960 a vincolo storico artistico architettonico, è dal 1906 sede di una banca.
Di fianco, facciata del Palazzo Trissino Trento e, sullo sfondo, l'abside della Cattedrale con la cupola del Palladio.





Curiosità.

La “Old Lady”, la bomba della seconda guerra mondiale rinvenuta all'ex aeroporto Dal Molin e disinnescata il 25 aprile 2014 con l'evacuazione di 27 mila residenti nell'arco di 2,5 chilometri, è stata esposta al pubblico dal 16 al 18 maggio dello stesso anno, dalle 9 alle 19, nel cortile di palazzo Trissino Baston, grazie alla collaborazione fra il Comune, la sezione Vicenza dell'Associazione nazionale alpini (Ana) e il gruppo comunale di protezione civile, che ne hanno garantito il servizio di vigilanza.

La cattedrale di Santa Maria Annunciata è il principale luogo di culto cattolico della città. Di origine paleocristiana, fu ricostruita varie volte; la cupola fu progettata da Andrea Palladio, così come probabilmente il portale laterale di settentrione e la cappella Almerico. L'aspetto attuale risale alla metà del Quattrocento: dal 1444 al 1467 fu costruita la facciata gotica, riparate le cappelle fino ad allora costruite e l'abside duecentesca. Nei secoli successivi continuarono i restauri

La facciata gotica attribuita a Domenico da Venezia (XVI secolo), a paramento dicromo, è divisa in quattro settori: l'inferiore a cinque arcate profonde, il secondo spartito a lesene, il terzo liscio, il quarto decorato da cinque statue e due pinnacoli aggiunti nel 1948. Il portale presenta una strombatura.

La costruzione dell'abside prende avvio sin dal 1482 su progetto di Lorenzo da Bologna, ma nel 1531 risulta ancora incompiuta. Solamente nel 1557 il Comune di Vicenza riesce a ottenere dalla Repubblica Veneta la disponibilità di un lascito fatto dal vescovo Zeno all'inizio del secolo, ed è quindi in grado di avviare il completamento dell'opera. Responsabile del progetto, Andrea Palladio molto probabilmente redige un disegno complessivo, che tuttavia viene messo in esecuzione in due fasi: dal 1558 al 1559 si imposta il cornicione sopra le finestre e si realizza il tamburo, e dal 1564 al gennaio 1566 si pone in opera la cupola.

Durante la seconda guerra mondiale la cattedrale fu colpita dai bombardamenti anglo-americani, che distrussero la cupola, gran parte della navata e lesionarono gravemente la facciata e le cappelle meridionali. I sontuosi affreschi che ricoprivano l'interno andarono irrimediabilmente perduti. La ricostruzione e i restauri iniziarono subito dopo il conflitto, ma si protrassero fino al 2002. 

Piazza dei Signori è la piazza principale del centro storico. Originariamente foro romano e luogo del mercato, la piazza costituisce tradizionalmente il crocevia degli affari e del tempo libero della città. Ha  forma rettangolare e lungo un lato maggiore sorge la Basilica Palladiana e la torre Bissara, mentre nel lato opposto si ergono la Loggia del Capitanio (anch'essa opera di Palladio), il Palazzo del Monte di Pietà con la Chiesa di San Vincenzo e vi trovano sbocco numerosi viottoli. Il nome deriva dalle residenze del podestà e del capitano, rappresentanti della Signoria di Venezia, che vi si affacciavano.

Parallelamente al lato minore orientale della piazza fu realizzata nel 1464 la prima delle due colonne attuali: il leone alato che la sovrasta è il simbolo della Repubblica di Venezia e vi venne sistemato nel 1473, dopo che Vicenza si era data alla Serenissima. Oltre un secolo e mezzo dopo fu affiancata da una seconda colonna, con la statua di Cristo Redentore, nel 1640.

La Basilica Palladiana è un edificio pubblico che affaccia su Piazza dei Signori. Andrea Palladio riprogettò il Palazzo della Ragione realizzato secondo il progetto di Domenico da Venezia, che inglobava a sua volta due edifici pubblici preesistenti, aggiungendo alla costruzione gotica le celebri logge in marmo bianco.

Un tempo sede delle magistrature pubbliche di Vicenza, oggi la Basilica Palladiana, dotata di tre spazi espositivi indipendenti, è teatro di mostre d'architettura e d'arte. Dal 1994 è, con le altre architetture di Palladio a Vicenza, nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Dal 2014 il prestigioso edificio riceve gli onori e la promozione a monumento nazionale dalla Camera e dal Senato della Repubblica.
Con una certa enfasi retorica, lo stesso Palladio definisce "basilica" il Palazzo della Ragione circondato dalle nuove logge in pietra, in omaggio alle strutture della Roma antica, dove nella basilica si discuteva di politica e si trattavano affari. Per la carriera di Palladio il cantiere delle logge costituisce un punto di svolta definitivo. Con questo egli diviene ufficialmente l'architetto della città di Vicenza, responsabile di un'opera grandiosa, interamente in pietra.

Piazzetta Palladio è una piccola piazza verso il lato occidentale della Basilica, anticamente nota come piazzetta della Rua (dal nome della macchina in legno portata a braccia attraverso le vie del centro storico durante la processione del Corpus Domini). Il nome attuale è dovuto invece alla presenza di una statua in marmo bianco dedicata ad Andrea Palladio, realizzata dallo scultore romano Vincenzo Gajassi nel 1859, donata alla città da Francesco Bressan. La statua è stata realizzata successivamente a quella collocata nel monumento funebre a Palladio del cimitero Maggiore di Vicenza che risale al 1844.

A lato della Basilica Palladiana svetta la torre civica o Torre Bissara, che con i suoi 82 metri è tuttora una delle costruzioni più alte della città; fu rialzata più volte tra il Trecento e il Quattrocento su una base del XII secolo (il pinnacolo è del 1444). Il suo orologio, opera di Faccio Pisano e collocato nel 1378, rappresenta un gioiello di tecnica meccanica e astronomica; infatti, oltre a battere le ore, l'orologio segna anche le fasi lunari. Caratteristica della torre è, oltre al normale suono delle ore e delle mezz'ore, anche l'ora nona. Si tratta di una particolare melodia che si sente suonare sette minuti prima di mezzogiorno e sette minuti prima delle diciotto (in origine al posto delle 18 suonava alle 24).

Nel corso della seconda guerra mondiale, il 18 marzo 1945, la Basilica fu gravemente danneggiata durante un bombardamento, assieme alla Torre Bissara, malgrado fossero stati inseriti dagli angloamericani tra i monumenti che non dovevano essere colpiti durante gli attacchi aerei. Una bomba incendiaria distrusse la copertura della Basilica, ricostruita nell'immediato dopoguerra nelle forme originali.

Il palazzo del Capitaniato, noto anche come loggia del Capitaniato o loggia Bernarda, di Andrea Palladio, si trova di fronte alla Basilica Palladiana; attualmente è sede del consiglio comunale cittadino. Dal 1994 è, con le altre architetture di Palladio a Vicenza, nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Nel 1565 la città di Vicenza chiese ad Andrea Palladio di realizzare un palazzo per il capitanio, il rappresentante della Repubblica di Venezia in città, da cui l'edificio prese il nome. Il palazzo doveva sostituire un preesistente edificio tardo medievale, già adibito a residenza del capitanio, che si affacciava su piazza dei Signori. In questo modo Palladio si trovò impegnato su due fronti della stessa piazza, dato che il cantiere della Basilica Palladiana, a cui l'architetto vicentino lavorava sin dalla metà degli anni quaranta, era ancora in corso. 

Nel palazzo del Capitaniato l'artista ebbe modo di sfruttare le conoscenze architettoniche e stilistiche nel frattempo acquisite, raggiungendo in tale opera uno dei massimi vertici della propria carriera. La facciata sulla piazza presenta quattro monumentali semicolonne corinzie di ordine gigante che scandiscono tre arcate sormontate da balconi e sorreggono un attico a balconata. I materiali utilizzati, creando una suggestiva bicromia, sono il mattone non intonacato e la pietra. Come molti altri palazzi dell'architetto veneto, l'edificio rimase parzialmente incompiuto: i lavori vennero fermati nel 1572, nonostante il palazzo non fosse terminato, e furono realizzate solo tre campate, invece delle (ipotizzate) cinque o sette inizialmente previste.
Sopra, un disegno del Palladio per la realizzazione del progetto.

Il prospetto su contrà Monte, lavorato su modello degli archi di trionfo romani, presenta quattro semicolonne, ma più basse di quelle della facciata, ed è ornato da stucchi in bassorilievo e due statue allegoriche, collocate negli intercolumni, a ricordare la vittoria della flotta ispano-veneziana contro gli ottomani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), alla quale si arrivò anche grazie al sacrificio di molti vicentini. Sulla base delle statue si possono leggere le due frasi in latino "PALMAM GENUERE CARINAE" ("Le navi determinarono la vittoria") e "BELLI SECURA QUIESCO" ("Riposo al sicuro dalla guerra", cioè sicura della pace conquistata).


Una curiosità.
Nella Loggia, dal 12 al 14 gennaio 2007, con grande successo di pubblico, fu esposta per tre giorni la coppa del mondo, vinta sei mesi prima dalla Nazionale di calcio dell'Italia. Vicenza fu la prima città d'Italia a ospitare la coppa del mondo in tour.

Piazza Matteotti, chiamata in passato piazza dell'Isola (perché era una piccola isola circondata dalle acque del fiume Bacchiglione, che talvolta la invadevano) e in seguito piazza Vittorio Emanuele, è dominata da Palazzo Chiericati (sede della Pinacoteca civica) e dall'ingresso al Teatro Olimpico, entrambi capolavori palladiani.

Qui ci fermiamo e torniamo sui nostri passi per andare a pranzo, dopo aver salutato la rondine che ha costruito il suo nido sotto i portici.
Nel pomeriggio rientriamo in Valsusa.

Come al solito preparerò la pagina delle considerazioni personali. 
In più ci sarà una pagina dedicata ai siti  dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco.
Alla prossima!



 





 

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