14 agosto: laghi e Parco di Plitvice, arrivo a Biograd na Moru (Zara vecchia)
Il Parco nazionale dei laghi di Plitvice (in croato Nacionalni park Plitvička jezera) si trova nel complesso montuoso di Lička Plješivica, in un territorio di fitte foreste, ricco di corsi d'acqua, laghi e cascate. I laghi divennero un'attrazione turistica già alla fine dell'Ottocento; il primo hotel venne aperto nel 1896 e già dal 1893 c'era una commissione per la tutela dell'area, una sorta di predecessore dell'attuale ente di gestione del parco.
Divenne presto la più importante attrazione turistica della Jugoslavia. Nel marzo del 1991 fu teatro del primo scontro armato della Guerra d'Indipendenza Croata.
Tenuto dalle forze serbe durante il conflitto, fu teatro di scontri con
numerose vittime anche civili. Nel 1995 venne preso dall'esercito
croato con l'operazione che sancì la fine della guerra.
Il parco occupa una superficie di 33.000 ettari e comprende 16 laghi in successione, collegati da cascate.
All'interno del parco ci sono anche numerose grotte di cui solo una
piccola parte è agibile. I boschi del parco sono popolati da 157 specie
di uccelli, 50 di mammiferi, 321 di lepidotteri e altri animali, fra i
quali l'orso bruno, il cinghiale, il lupo, la lince e il capriolo.
Il parco è inserito nel più ampio contesto dell'area carsica dinarica, caratterizzato da forme carsiche e da rari fenomeni di corsi d'aqua superficiali oltre che da un forte legame tra la superficie e il sottosuolo attraverso le numerose crepe. Da qui nasce la straordinarietà del luogo.
Un ruolo importante in questa struttura concatenata
di laghi è svolto dal serbatoio che fornisce e distribuisce l'acqua,
che è molto permeabile, caratterizzato da numerose forme carsiche del
sottosuolo (grotte e fosse) e della superficie (doline e campi). Esso
però è privo di corsi supeficiali. I vertici calcarei si innalzano
proprio in queste zone, dove si trova anche la vetta più alta (Seliški 1279 m). La particolarità sta nel fatto che dopo aver percorso il sottosuolo
per un tratto, l'acqua incontra un ostacolo, un'area di roccia
impermeabile, che la costringe ad emergere in superficie formando i
numerosi ruscelli, che a loro volta alimentano i laghi.
I laghi sono infatti formati da due fiumi: il Fiume Bianco e il Fiume Nero, che confluiscono nel fiume Korana. Le acque di questi fiumi sono ricche di sali calcarei
(in massima parte carbonato di calcio e carbonato di magnesio),
provenienti dalla dissoluzione delle rocce carbonatiche costituenti la
struttura geologica del sito.
Questi sali vengono fatti precipitare dalla vegetazione, formando così degli strati di travertino, una roccia sedimentaria recente. Col passare del tempo, questi depositi formano delle vere e proprie dighe naturali
che fungono da sbarramenti per l'acqua, crescendo di circa un
centimetro ogni anno. Ad un certo punto la pressione dell'acqua rompe
questi argini naturali, aprendosi nel terreno nuovi percorsi. Questo
meccanismo, in realtà comune a tutte le acque calcaree, a Plitvice ha
assunto una particolare importanza.
Il Parco di Plitvice si divide in due parti: la parte superiore, i cui laghi si trovano in una valle dolomitica circondati da foreste e collegati da spettacolari cascate, e la parte inferiore, dove si possono vedere laghi più piccoli e vegetazione più bassa.
Non tutte le aree sono accessibili ai visitatori, ma i laghi sono visitabili grazie a una rete ben segnata di sentieri e da 18 km di passerelle di legno, che danno al tragitto a pelo d'acqua un fascino unico.
Oltre alle passerelle di legno, per gli spostamenti all'interno del parco vengono messi a disposizione battelli elettrici, che navigano per il lago più grande, il Lago di Kozjak, collegando così i Laghi Inferiori con i Laghi Superiori, barche e un trenino.
Il Parco è aperto anche d'inverno,
ma con percorsi ridotti che variano a seconda della quantità di neve
presente al momento: raggiungere il Parco può essere più impegnativo
dato che si tratta di una zona di montagna, ma lo spettacolo dei laghi e
delle cascate ghiacciate è qualcosa di magico e imperdibile.
Lasciamo questo mondo incantato per dirigerci verso quella che viene chiamata Zara Vecchia, che ci ospiterà per due notti.
Biograd na Moru (bianca città sul mare) è un comune nel nord della Dalmazia con vista sull'isola di Pasman sulla strada che da Zara porta a Vodice e Sibenik. Si trova a 28 km a sud di Zara su una piccola penisola con due baie, Bosana a nord e Soline a sud e di fronte a due isole, Planac e Sveta Katarina.
La città, fondata nel X secolo dai Croati, è stata un'importante capitale nella storia del paese balcanico. Nel 1202, durante la quarta crociata, quando i Crociati conquistarono la vicina Zara, molti degli abitanti di quella città si rifugiarono a Biograd, che venne così ribattezzata Zara Nuova. Due anni dopo gli zaratini tornarono nella loro città natale e Biograd divenne Zara Vecchia.
Nei dintorni vi sono resti di ville romane. Entrò a far parte della repubblica di Venezia nel 1409, e vi rimase fino al 1797. Zara vecchia subì diversi saccheggi e incendi e, recentemente, nel corso della guerra d'indipendenza croata, fu danneggiata dai combattimenti. Il museo cittadino raccoglie reperti di epoca romana e medievale.
La cronaca continua in altra pagina.
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