17 agosto: visita di Ragusa (Dubrovnik).
Ragusa (Dubrovnik) è situata lungo la costa della Dalmazia e ha lungamente mantenuto la sua indipendenza. Vanta un centro storico di particolare bellezza che figura nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO. Lord Byron, tra i tanti, la definì la "perla dell'Adriatico".
Antica repubblica marinara e città a forte vocazione commerciale, Dubrovnik è sempre stata fiera della sua indipendenza, difesa strenuamente dai suoi combattivi abitanti, i ragusani, al punto che il motto cittadino che si legge all'ingresso della fortezza di San Lorenzo è "Non Bene Pro Toto Libertas Venditur Auro" ovvero "La Libertà non si vende per tutto l'oro del mondo."
Una città forte e orgogliosa, capace di rialzarsi dopo il terribile terremoto del 1667 che la rase al suolo e di rinascere, in tempi recenti, dopo le bombe che nel 1991 e 1992 distrussero buona parte della città e che oggi vengono ricordate nel Museo della guerra di indipendenza croata, ospitato all’interno del Forte Imperiale.
Nella lingua dei Romani, la città di Ragusa non è chiamata Ragusa, ma, poiché si trova in cima a dei colli, nell'idioma romano è chiamata lau, "la rupe", sicché gli abitanti sono chiamati "Lausaioi", cioè "quelli che vivono sulla rupe". Ma la consuetudine, che corrompe spesso i nomi alterando le loro lettere, ha mutato questo appellativo, e li chiama "Rausaioi". Nel tempo il nome della città venne scritto in vari modi, tutti derivanti dalla stessa radice: Lausa, Labusa, Raugia, Rausia, Rachusa e finalmente Ragusa.
Il nome slavo Dubrovnik deriva invece dalla parola dubrava, e cioè foresta di querce: questi alberi infatti ricoprivano un tempo la montagna di San Sergio, sulle pendici della quale venne costruito il
nucleo antico della città.
Dal 1969 al 1991 è stata in funzione una funivia tra la sua vetta e la periferia di Ragusa, andata poi distrutta durante l'assedio della stessa città nella Guerra d'indipendenza croata; è stata in seguito sostituita da una cabinovia.
La città è stata fondata originariamente su un'isola rocciosa e poi collegata alla terraferma mediante interramento di un sottile braccio di mare (che corrisponde oggi alla parte pianeggiante della città). Le fortificazioni attuali risalgono al XVII secolo, quando in seguito a un devastante terremoto la città venne ricostruita quasi interamente.
Le mura della città, un susseguirsi impressionante di muri in pietra, costruite per difendere la Repubblica di Ragusa contro diversi invasori nel corso dei secoli, sono state costruite dal 12˚ al 17˚ secolo. Con quasi 2 chilometri di lunghezza e in alcuni punti anche 25 metri di altezza, interamente percorribili a piedi, le mura rappresentano uno dei complessi fortificati più grandi e più completi in Europa.
Costruite in più riprese, ampliate, rafforzate nei secoli, le mura sono la caratteristica principale di Dubrovnik. Circondano tutta la città vecchia incluso il porto; quelle rivolte alla terraferma hanno ampiezza di 4 e 6 metri e sono protette da un'aggiunta di mura, mentre quelle verso il mare sono più sottili - 1.5/3 metri.
Lungo tutto il perimetro si trovano 15 torri difensive costruite nel XIV secolo. Dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi (1453) vengono rinforzate le fortezze rivolte al retroterra e costruite nuove fortificazioni e bastioni nella parte anteriore.
La Fortezza di Minčeta è
il punto più elevato dell'intero sistema di mura difensive che in
passato proteggeva la città dalle offensive nemiche. Grazie alla sua
posizione sopraelevata, la struttura è perfettamente visibile da
qualsiasi punto della città. In più, offre un panorama mozzafiato di
Dubrovnik e dintorni.
Il forte fu fatto costruire nel XIV secolo allo scopo di proteggere la Porta Pile e il centro storico. Con l'intensificarsi degli attacchi da parte degli eserciti nemici, il bastione fu fatto rinforzare e ristrutturare in più occasioni. Le mura della torre, spesse quasi 6 metri, hanno permesso a Dubrovnik di resistere ai numerosi tentativi di conquista subiti nel corso degli anni.
Nel 1464 Giorgio Orsini, di cui ho parlato nella pagina dedicata a Sebenico, si recò a Ragusa, dove lavorò intensamente alle fortificazioni, mostrando la sua abilità anche come architetto militare: sue sono, tra l'altro, la Torre Menze (Minčeta) e la Torre di Santa Caterina; in questa città collaborò con il Michelozzo nella ristrutturazione del Palazzo del Rettore, del quale progettò l'elegante portico rinascimentale.
Situata all'esterno delle mura, dirimpetto al tratto occidentale, la fortezza di San Lorenzo svolse il ruolo maggiore nell'assicurare l'indipendenza della città. I Veneziani nei loro ripetuti sforzi di assoggettare Ragusa, tentarono fin dall'XI secolo di realizzare una postazione sulla scogliera ma non ci riuscirono, in quanto alla nave giunta da Venezia con i materiali da costruzione fu impedito l'approdo.
Il punto migliore da cui iniziare la visita di Dubrovnik è l'ingresso da Porta Pile, costruita nel 1537. Il ponte levatoio veniva sollevato tutte le sere, quindi la porta veniva chiusa e la chiave consegnata al rettore. Un tempo c'erano quattro porte, due
davano sulla terra ferma, due sul mare. Ora ne restano solo due.
La costruzione è formata da una porta esterna e da una interna, datata 1460. Anticamente, le due porte erano collegate da un lungo ponte mobile in legno, che è poi stato sostituito dall'attuale struttura in pietra. Celebre fu il passaggio di Napoleone nel 1806, che attraversò la porta per annunciare la fine della Repubblica di Dubrovnik.
La statua di san Biagio, santo patrono della città, è collocata in una nicchia sopra l'arco in stile rinascimentale della Porta; il santo tiene in mano un modellino della città. Dopo aver varcato la porta esterna e superato un portale interno del 1460, ci si trova
sulla Placa ("pietra liscia" in greco), più comunemente detta Stradun, la via principale che si estende fino al limite
della città vecchia; alla sua estremità orientale si allarga a formare
Piazza Luža, piazza della Loggia, oltre la quale sta l'antico porto di Ragusa sorvegliato dalla fortezza di San Giovanni e dove un tempo si svolgeva il mercato. Lo Stradun era un canale paludoso
che separava la città dall'insediamento nella vicina foresta di
Dubrava; nel XIII secolo il canale fu riempito, diventando la via
principale della città che si stava ingrandendo e ora si estende per 300
metri secondo una direzione est-ovest, collegando l'ingresso occidentale, Porta Pile con quello orientale, la Porta di Ploce.
La Chiesa del Salvatore si trova tra la Porta di Pile e il Monastero francescano ed è una delle poche strutture che non sono state distrutte dal terremoto del 1667. Questa piccola chiesetta presenta una facciata con influenze rinascimentali e un elaborato rosone. L'interno invece è sormontato da volte gotiche. Fu costruita nel 1528 dagli abitanti della città, come ringraziamento per averli salvati dal terremoto del 1520. Da allora ha subito pochissime modifiche.
La Grande Fontana d'Onofrio si trova al centro della piccola piazza dopo l'ingresso da Porta Pile, di fronte alla Chiesa del Salvatore. È stata costruita nel 1438 dal costruttore napoletano Onofrio Giordano,
noto anche come Onofrio della Cava, con cui la Repubblica aveva
stipulato un contratto per la costruzione dell'acquedotto cittadino.
Onofrio portò in città l'acqua della sorgente Šumet, distante dodici
chilometri, da cui nasce il fiume Dubrovača. La fontana fu gravemente
danneggiata nel terremoto del 1667 e l'aspetto attuale è una
ricostruzione del volume architettonico; si sono conservati solo i 16 rilievi dei mascheroni, dalle cui bocche scorreva l'acqua.
L'acqua era disponibile oltre che dal
grande edificio poligonale, che fungeva da cisterna, della fontana
maggiore, anche da una fontana di dimensioni più ridotte, la Fontana Minore di Onofrio,
che serviva a rifornire il mercato in piazza Loggia. Oltre a queste due
fontane se ne trovavano anche nella zona del porto e nell'area della
pescheria, nel Palazzo del Rettore, e nel Convento Francescano, oltre
alla Fontana Giudea.
Accanto alla fontana d'Onofrio una
piazzetta incornicia un edificio nel quale, sino all'occupazione
francese, fu ospitato uno dei più conosciuti conventi femminili di Dubrovnik, il Convento di Santa Chiara, edificato a cavallo dei secoli XIII e XIV. In una parte di questo convento, già nel 1434, fu aperta una casa per l'accoglienza dei bambini abbandonati e illegittimi, una delle prime istituzioni di questo genere al mondo. Le autorità francesi, al tempo di Napoleone, chiusero il convento, lo trasformarono in arsenale e, più tardi, in scuderia.
Ai piedi della fortezza Minceta è situato il convento francescano dei Frati minori,
preziosa testimonianza dell'archittetura ragusea del XIV secolo. La
chiesa e il convento sono stati fondati nel 1250 circa e nei secoli
subirono varie trasformazioni. Il fortissimo terremoto del 1667 distrusse completamente la chiesa come gran parte della città. Una delle poche testimonianze sopravvissute del vecchio edificio è il portale che si affaccia sullo Stradun.
Di stile tardo gotico fiorito veneziano, il portale fu eseguito nel 1498; sopra l’architrave, nella lunetta, un bellissimo altorilievo raffigurante la Pietà. Ai lati della lunetta, entro le edicole, si trovano le sculture di San Giovanni Battista a destra e San Girolamo a sinistra. Sulla sommità del timpano trilobato, ornato con fogliame a fiamma, domina la statua di Dio Padre.
All'interno del complesso monastico si può ammirare il chiostro risalente alla metà del XIV secolo, una delle più pregevoli strutture in stile tardoromanico di tutta la Dalmazia. Ciascuno dei capitelli che sovrastano le coppie di colonne slanciate è sormontato da figure differenti, che possono rappresentare teste umane, animali o composizioni floreali.
Il chiostro ha resistito ai terremoti e si apre su un cortile ricco di piante, con sedili in pietra e una fontana gotica con la statua di San Francesco. Il monastero è stato anche ospedale e farmacia per chi aveva bisogno di cure mediche gratuite.
Il convento ospita infatti una farmacia che esiste dal 1317 ed è la seconda in Europa per età; nata per le esigenze del monastero e apertasi poi al pubblico, fornisce richiestissimi prodotti di bellezza a base di erbe. La farmacia è un luogo apprezzato anche dagli stessi abitanti della città.
Piccola curiosità: alla sinistra dell'entrata della chiesa, a una cinquantina di cm da terra, c'è una pietra sporgente raffigurante un gufo, chiamata anche ‘pietra dell'equilibrio', sulla quale bisogna cercare di rimanere in piedi almeno un minuto (il che non è semplice) per assicurarsi la buona sorte.
Il centro storico (che è tassativamente pedonale) è diviso a metà dal lungo Stradun, pavimentato con blocchi di pietra levigata lucida e, pertanto, è talvolta chiamato il salone - strada. I palazzi e le case che vi si affacciano risalgono al XVII secolo, ricostruite
secondo lo stile dell'epoca, dopo che la città aveva subito gravi
danni, a causa del terremoto del 1667. Come conseguenza tutti gli
edifici sulla via, oltre allo stile, condividono la struttura. I locali del negozio a piano terra, separati dalle stanze abitate, che occupavano gli altri piani; negozi che avevano una porta e una finestra ad arco, da dove venivano passate le merci ai clienti.
La via parallela, “Ulica od Puca”, letteralmente la “via dei pozzi”
era il luogo in cui gli abitanti si recavano per prendere l'acqua dai
pozzi e oggi ospita numerosi negozi di souvenirs. Vi si trova anche la chiesa ortodossa della Santissima Annunziata, costruita nel XIX secolo e impreziosita da una bellissima cancellata.
Tra gli stretti vicoli e le scalinate che caratterizzano il borgo vecchio, signorili e nobiliari dimore si mescolano a pittoresche abitazioni comuni, con i loro caratteristici panni stesi e i loro piccoli orti fioriti.
Purtroppo, come già detto, la guerra e i terremoti hanno devastato pesantemente la città; i lavori di restauro sono stati completati, ma a un osservatore attento non sfuggiranno i tetti nuovi e altri piccoli segni indicatori delle devastazioni subite.
Nascosta in uno dei tanti vicoli che si distaccano dalla Stradun e che un tempo formavano il ghetto di Ragusa, la Sinagoga
ospita un museo che raccoglie oggetti liturgici. Al tempo dell'assedio
serbo alla città molti oggetti preziosi furono trasferiti all'Università
Yeshiva di New York e non hanno fatto ancora ritorno; tra questi un Torah del XIII secolo. L'edificio subì pesanti danni
durante i bombardamenti del 1990 e riaprì i battenti al pubblico nel
1997 dopo delicati lavori di restauro. La comunità ebrea, presente a
Ragusa fin dai tempi della sua fondazione, si ingrandì enormemente con l'afflusso di ebrei sefarditi in conseguenza della persecuzione da parte dell'inquisizione spagnola e portoghese. Oggi la comunità ebrea conta solo una ventina di membri.
Cuore della città, la Piazza della Loggia
assunse la sua forma primitiva nei secoli XV-XVI, ma l'attuale aspetto è
successivo al grande terremoto del 1667, quando iniziò un lungo periodo
di circa sessant'anni che la rimodellò completamente. Vi si trovano o
vi affacciano alcuni dei principali monumenti cittadini:
una colonna in pietra nella quale fu scolpito un guerriero medievale con indosso la corazza, con tanto di spada e scudo. Fu scolpito dal maestro locale Antun Dubrovčanin, nel 1418. È il simbolo della libertà di Dubrovnik e, su di essa, in occasione delle celebrazioni, viene issata la bandiera della Repubblica,
mentre dal suo piedistallo una volta si leggevano i proclami
governativi e il bando rivolto al popolo. È la raffigurazione in pietra
del leggendario Orlando (o Rolando), il paladino protagonista della celeberrima opera letteraria medievale Chanson de Roland. La scelta di raffigurare questo personaggio è dovuta allo scontro che Ragusa ebbe col pirata saraceno Spucente, che secondo la fantasia popolare sarebbe stato ucciso proprio da Orlando presso Lacroma.
La statua serviva anche da sistema di misurazione:
la lunghezza dell'avanbraccio (51,2 cm) rappresentava il "cubito
ragusano" mentre, alla base della colonna, alcune tacche nella pietra
permettevano di misurare la merce.
L'aspetto attuale della colonna risale agli inizi del XV secolo, ma nei secoli venne spostata o rimossa, anche per cause naturali: nel 1825 un violento fortunale
la abbatté e venne conservata in un magazzino per oltre cinquant'anni.
Al momento del suo ripristino, il paladino venne rivolto verso nord,
mentre precedentemente volgeva lo sguardo e la spada a Levante, verso i
turchi.
Sulla piazza inoltre si affaccia il Palazzo Sponza, un suggestivo edificio costruito tra il 1516 e il 1524 da artigiani locali, che nella sua architettura combina elementi gotici e rinascimentali. Al tempo della Repubblica ospitava la dogana,
tanto da essere anche chiamato "Divona", la zecca, la banca dello
stato, la tesoreria, l'armeria. In seguito ha funzionato come circolo letterario,
dove la buona società della città si riuniva nell'elegante patio per
discutere di filosofia. Attraverso queste sale scorreva la ricchezza
della città, oggi il palazzo custodisce l'Archivio storico raguseo.
A fianco, il portale del Palazzo dove è scritta con i chiodi la dicitura “Dogana”.
Una scala interna del Palazzo.
Nel 1444, accanto all'edificio del Quartier generale, venne eretto il campanile cittadino, alto 31 metri. Luka Mihocin, figlio d'ammiraglio, realizzò la lastra metallica per l'orologio, sotto la quale pose le fasi lunari e due figure lignee che battevano l'ora. Il grande maestro Ivan Rabljanin, fonditore dei cannoni di Dubrovnik, realizzò una nuova campana nel 1506. Le figure lignee vennero sostituite con altre di bronzo. La stabilità
del campanile venne compromessa dal grande terremoto, inclinandosi con
il passare del tempo e minacciando di crollare. Nel 1929 venne
completamente ricostruito in base al vecchio modello.
Gli abitanti chiamano Maro e Baro le due figure in bronzo, ma è rimasto il soprannome "zelenci", che significa uomini verdi, dal colore che ha dato loro l'ossidazione nel tempo.
Tra il campanile cittadino ed il palazzo Sponza si trova Luža, il vecchio campanile, con la loggia delle campane che spiega il nome della piazza. Eretto nel 1463 e restaurato nel 1952, la sua campana veniva suonata in occasione dell'adunanza del Consiglio o per l'incombere di qualche pericolo (incendio o altro). Ai piedi della Luža si trova la porta cittadina interna, che conduce dalla Placa verso la Porta di Ploče e verso il porto cittadino.
Nella foto, sulla sinistra: sopra lo stendardo rosso la loggia, sotto la porta.
Dettaglio della loggia.
Il Palazzo dei Rettori
fu la sede del governo della Repubblica di Ragusa, il luogo delle
udienze e delle cerimonie ufficiali. Vi abitava il Rettore, appartenente
sempre a una famiglia patrizia e con il mandato di un solo mese, cui
veniva consegnata alla sera la chiave delle due porte della città. Durante il mandato, il Rettore non poteva lasciare il palazzo.
Al posto dell'edificio attuale esisteva già un palazzo, sin dal XIV secolo. Nel 1435 un'esplosione della polvere da sparo dell'armeria causò
pesanti danni. Dopo questo evento, il palazzo dovette essere
ricostruito. I lavori andarono dal 1435 al 1463, su progetto iniziale di
Michelozzo, cui subentrò poi Giorgio Orsini da Sebenico, che si ritiene abbia progettato l'elegante portico rinascimentale.
Lo stile del palazzo è una fusione di gotico e di rinascimentale. Il
disastroso terremoto del 1667 ha danneggiato soprattutto l’interno
dell’edificio; fu quindi nuovamente ricostruito verso la fine del XVII
secolo in stile gotico con elementi barocchi.
Oggi è sede del Dipartimento di Storia del Museo
di Dubrovnik e vi si trovano arredi, ritratti e stemmi
dell'aristocrazia ragusea, una raccolta numismatica di denaro in conio
appartenente alla Repubblica, le chiavi originali delle porte della città e una serie di copie di importanti documenti di stato.
Nel cortile del palazzo si trova la statua di Michele Prazatto, che lasciò tutti i suoi beni
allo Stato: si tratta dell’unico monumento pubblico della Repubblica
permesso a un privato cittadino, scolpito da Pierpaolo Jiacometti di
Recanati (1637).
La Cattedrale dell’Assunzione della Vergine, situata sul lato opposto della piazza rispetto al Palazzo dei Rettori, è una struttura le cui radici
sono da ricercare molto indietro nel tempo. Costruita tra il 1672 e
1713 sul sito di preesistenti edifici distrutti da continui terremoti,
la sua cupola verde-azzurra domina dall'alto i vecchi tetti della città, e insieme alla cinta muraria rappresenta il simbolo visivo di Dubrovnik.
Il primo edificio fu costruito tra il VII
e il VI secolo in stile bizantino (vedi sotto). Fra il XII e il XIV
secolo fu poi ricostruita in stile romanico. Secondo
una leggenda la ricostruzione sarebbe stata possibile grazie a una
donazione di re Riccardo Cuor di Leone, che si era salvato dal naufragio
al rientro dalla terza crociata nel 1192 sulla vicina isola di Lokrum.
Subito dopo il crollo della prima cattedrale a causa del terremoto del
1667 iniziarono i lavori per costruirne una nuova in puro stile barocco, che fu portata a termine nel 1713 ed è l'edificio visibile oggi.
Un altro forte terremoto, nel 1979, danneggiò nuovamente la cattedrale, in seguito al quale si aprirono fenditure nelle pareti, nella cupola e nella facciata. I lavori di riparazione
della cattedrale durarono alcuni anni e richiesero il rafforzamento
delle stesse fondamenta. Durante gli scavi, a una profondità di alcuni
metri, gli archeologi giunsero a una scoperta di valore eccezionale. Riportarono alla luce le fondamenta e le pareti di una terza chiesa, sino ad allora sconosciuta, una basilica a tre navate con tre absidi. Ma la cosa più sorprendente di tutte furono le dimensioni
di tale prima chiesa inferiore, che consta di più di 30 m di lunghezza e
di 15 m di larghezza. Gli archeologi datano questa basilica intorno al
VII ed VIII secolo, forse anche a prima.
Nella foto, resti della chiesa bizantina.
La chiesa è dotata di un impianto a croce latina con tre alte navate, terminanti con altrettante absidi. La crociata del transetto è sovrastata da un'ampia cupola barocca. La cattedrale è abbellita con altari barocchi e numerosi dipinti di valore, tra i quali c'è una maggioranza di opere di pittori italiani, ma sono presenti anche opere di maestri locali e fiamminghi. Spicca in maniera particolare, per il suo valore artistico, il grande polittico dell'Assunzione di Maria (XVI secolo), posto sull'altare maggiore, opera del grande maestro veneziano Tiziano e del suo laboratorio.
Nella tesoreria della cattedrale oggi si conservano reliquie d'inestimabile valore, come quelle del patrono della città - una mano e la testa di San Biagio
- realizzate con un'abilità artigiana eccelsa in stile bizantino,
d'argento e d'oro, decorate con pietre preziose e smalto, con
eccezionali dettagli in filigrana, opera dei maestri di Dubrovnik e
risalenti ai secoli XI e XII. Splendida è anche una croce argentea
dell'orafo di Dubrovnik Jeronim Matova, del XVI secolo, così come tanti
altri oggetti e reliquie di altri santi.
Dubrovnik era conosciuta infatti anche come una delle principali città europee per lo sviluppo dell'arte orafa,
con tanti laboratori artigiani nei quali venivano realizzati
decorazioni, oggetti d'oreficeria e gioielli, con una tecnica minuziosa e
raffinata, sviluppata sino a raggiungere la dignità di opera d'arte.
Tutte le regge europee cercavano di avere oggetti decorativi d'oreficeria e gioielli dei rinomati laboratori di Dubrovnik.
La tesoreria custodisce inoltre una riproduzione di una Madonna della Seggiola, di Raffaello
e numerosi oggetti sacri d'oro. Tra di essi sono comprese una brocca e
un bacile ornati con piante e animali delle zone circostanti la città.
e l'organo di Giovanni Tonoli, 1880.
Quando i Gesuiti si installarono a Ragusa costruirono una splendida chiesa barocca
in onore del fondatore del loro ordine religioso. Copia dell'omonima
chiesa romana, fu progettata da Andrea Pozzo e inaugurata nel 1699. Ha
un bel portale barocco e un'imponente facciata che domina tutto il luogo.
La scalinata barocca,
che con questa chiesa costituisce un tutt'uno armonico, fu progettata
dal costruttore romano Padalacqua, nel 1738. Sale dalla piazza del
mercato ed è ispirata a quella di Trinità dei Monti a Roma.
San Biagio è il santo protettore della città. La chiesa a lui dedicata sorge alla fine dello Stradun, nella Piazza della Loggia. La costruzione in stile barocco risale al Settecento (1706-1714) e vi si accede tramite una scalinata. L'attuale edificio venne preceduto da una chiesa in stile romanico del XIV secolo, gravemente lesionata durante il terremoto del 1667 e definitivamente distrutta
da un incendio nel 1706, che bruciò quasi per intero la notevole
collezione di arredi sacri e opere d'arte contenute nella chiesa.
Secondo le ricostruzioni dell'epoca, a salvarsi fu solamente una statua in argento e oro di San Biagio, capolavoro dell'arte orafa locale del XV secolo e attualmente collocata sull'altare maggiore.
Miracolosamente recuperata fra le ceneri dell'incendio, la statua
rappresenta il santo in piedi col pastorale sulla mano destra, mentre
tiene con la sinistra un modellino di Ragusa.
Il 3 febbraio, con una gran festa e la processione, si celebra il patrono della città, san Biagio.
La festa inizia il 2 febbraio, nel giorno della Candelora, quando
davanti alla chiesa del Santo patrono con l'innalzamento della bandiera raffigurante San Biagio in cima alla colonna d'Orlando, vengono liberate le colombe bianche, simbolo di libertà e pace. Gli abitanti delle città vicine raggiungono in costume Dubrovnik per eseguire le tradizionali danze. La messa è seguita da una processione di fedeli e vengono trasportati i preziosi reliquiari del santo. Al rientro in chiesa, i sacerdoti benedicono i fedeli con due candele intrecciate sotto la gola, per proteggerli dalle malattie.
Nella parte orientale della città, cinto dalle alte mura difensive cittadine e protetto dalla possente torre Revelin, è situato il monastero domenicano,
uno dei più ricchi tesori del patrimonio culturale, artistico e storico
dell'antica Dubrovnik. Con l'aiuto economico del governo della città e
grazie agli sforzi di tutti gli abitanti del quartiere
che, in base a un'ordinanza del governo, dovettero partecipare alla
costruzione dell'edificio, nel 1301 continuò intensamente l'edificazione
di questo grande complesso urbano. Il monastero, all'inizio, si trovava
al di là delle mura cittadine, collocato com'era su un punto strategico molto importante per la difesa della Repubblica. Presto fu inserito all'interno
della cinta muraria, tanto da creare con essa una singolare unità. Il
terremoto riuscì soltanto parzialmente a danneggiarlo; sono visibili
elementi di stili differenti, sia romanico che barocco, anche se spiccano soprattutto gli elementi floreali del gotico e quelli del rinascimento.
Il chiostro, fastosamente decorato con colonne, loggiati, splendide trifore e con un pozzo di pietra
al centro, venne lavorato di scalpello, costruito e decorato da maestri
locali in base all'idea del maestro fiorentino Masso di Bartolomeo, che
operò nella metà del XV secolo. Questo chiostro s'annovera tra le opere
più sfarzose del gotico fiorito dalmata, risalente alla seconda metà del XV secolo.
La grande fortezza Revelin, a pianta quadrangolare irregolare, venne eretta fuori delle mura
cittadine, nella parte orientale della città, davanti alla porta di
Ploče alla metà del secolo XVI, al tempo cioè in cui la Repubblica di
Dubrovnik subì nuovamente la grande minaccia di
Venezia. Costruzione monumentale e imponente, da una parte circondata
dal mare e sui tre restanti lati da un fossato, fu degno e inespugnabile
guardiano del porto della città.
Siamo ormai vicini al porto...
Eretta nel XIV secolo a protezione del lato sud dell'antico porto di Ragusa, la fortezza di San Giovanni fu
sottoposta a notevoli ampliamenti nei due secoli successivi. Molto
prudenti nei confronti delle navi che si avvicinavano al porto, i
Ragusani chiudevano il porto con pesanti catene onde
cautelarsi da eventuali assalti di pirati. Oggi la fortezza ospita
l'acquario, il museo del mare e quello etnografico.
Di fronte alla città c'è l'isola di Lacroma (Lokrum), dalla vegetazione lussureggiante, che accolse a partire dal 1023 una congregazione di Benedettini i quali vi fondarono un'abbazia. Chiusa durante l'occupazione napoleonica, la costruzione venne utilizzata nel 1859 come residenza estiva da Massimiliano d'Asburgo,
che vi sistemò un giardino botanico ricco di piante esotiche. Come già
detto, secondo la leggenda, Riccardo Cuor di Leone si salvò proprio qui
dal naufragio.
Durante i mesi estivi a Ragusa fanno tappa numerose crociere e a volte diventa quasi impossibile riuscire a muoversi tra la folla di turisti che assaltano il piccolo centro.
I Giochi estivi di Dubrovnik si svolgono dal 1956. Il retaggio del festival nazionale di cultura
più longevo impone che ogni anno venga stilato un programma ricco e
variegato nel campo dell’arte teatrale, di danza, della musica classica e
dell’opera. Il Festival è rinomato in tutta l’Europa e
anche fuori dai suoi confini: vanta infatti spettatori regolari che
giungono da lontano per godere del mare, del paesaggio, della
gastronomia di Ragusa, oltre che per seguire il Festival. La bellissima
Dubrovnik ha un ruolo importante in questa manifestazione: i suoi muri
di cinta sono un palcoscenico assolutamente da vedere e sono importanti
quanto gli spettacoli che vi vengono allestiti. Rappresentazioni classiche e spettacoli di balletto
si svolgono nelle strade e nelle piazze, il che rende il Festival una
parte essenziale di Dubrovnik. I Giochi estivi ospitano ogni anno
compositori, solisti e orchestre di fama mondiale.
Dopo un'ultima occhiata a questa
città meravigliosa, in cui ci siamo fermati quasi l'intera giornata,
siamo rientrati con la navetta in albergo per riposare e prepararci a
un'altra meraviglia - Trogir - ma anche a un lungo viaggio.
Come sempre la cronaca continua in altra pagina.
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