domenica 9 ottobre 2016

Gita in Croazia - quarta parte - Spalato

16 agosto - Spalato (Split) e arrivo a Ragusa (Dubrovnik)
Spàlato (in croato Split) è capoluogo e principale centro della Dalmazia e seconda città del Paese. Spalato è anche sede universitaria e arcivescovile. Il nome deriva dalla ginestra spinosa, arbusto molto comune nella regione, che in greco antico era denominato Aspálathos.  Sotto l'Impero romano la città si chiamò "Spalatum" e nel Medioevo "Spalatro" in lingua dalmatica.


Molti considerano Spalato una delle più belle città d’Europa. A renderla unica, l’incredibile vivacità delle sue attività, il fascino degli antichi palazzi romani, il paesaggio naturale in cui è inserita, il contrasto fra le montagne alle sue spalle e il turchese del mare.

 
Da quanto è risultato dalle ricerche archeologiche la storia di Spalato inizia come colonia siracusana, fondata durante il regno di Dionisio il vecchio (395 a.C.) con il nome di Aspálathos. Divenne in seguito città romana, sviluppatasi intorno allo sfarzoso palazzo dell'imperatore Diocleziano, fatto costruire nel 295-304 d.C. (A lato, antica pianta del palazzo, qui un blog molto completo)
Nei secoli successivi, gli abitanti della vicina Salona, già porto illirico e in seguito popolosa città romana, per sfuggire alle incursioni degli Avari e degli Slavi, si rifugiarono fra le sue mura: secondo alcuni il nome romano della nuova città-palazzo "Spalatum" deriva proprio dal latino Salonae Palatium.

 
Non mi dilungo sulla storia della città, rintracciabile in rete; mi limito a pochi cenni ma metto qui un link che porta a un sito davvero interessante (anche se propaganda appartamenti da affittare).
Nel dopoguerra Spalato ritornò alla Jugoslavia, ossia alla Repubblica Socialista di Croazia, nel periodo 1944-1991. Dalla dissoluzione jugoslava del giugno 1991 fa parte della Croazia indipendente.
Durante il conflitto armato in Croazia, all’inizio della guerra nel 1991, ci furono diversi mesi di tensione e di coprifuoco, durante i quali Spalato veniva in continuazione attaccata dal porto della marina militare e dalle numerose caserme dell’ex esercito federale, sparse in luoghi strategici della città. Di giorno e di notte i cecchini spararono alla popolazione uccidendo diversi civili. Il 15 novembre 1991, esattamente alle ore 6.20 del mattino, circondata dalle navi militari, la città di Spalato venne presa a cannonate. Durante i bombardamenti vennero colpite numerose case di Veli Varoš, l’antica chiesa della Madonna di Spinut nell’omonimo quartiere, il Museo dei Monumenti Archeologici e anche il Palazzo di Diocleziano, per fortuna senza subire enormi danneggiamenti. In una risposta lampo, durata poco più di un’ora, il neo formato esercito croato, composto prevalentemente dalla popolazione civile di Spalato, riuscì a danneggiare gravemente la gran parte della flotta navale ex-jugoslava, costringendola alla ritirata verso l’isola di Lesina.
Una curiosità: durante l’attacco navale a Spalato, si registrò un evento senza precedenti nella storia di tutte le guerre nel Mondo. Fu infatti la prima volta nella storia che una nave militare aprì il fuoco e attaccò la città dalla quale prese il proprio nome. Il cacciatorpediniere Split (Spalato), colpito dalle batterie difensive, fu gravemente danneggiato e disabilitato, costretto alla ritirata e messo fuori uso per sempre.

Pur avendo subito danni nelle guerre jugoslave, negli ultimi anni la città sta godendo di un periodo di notevole espansione economica, legato anche all'ingresso della Croazia nella Unione Europea.
L'industria moderna in Dalmazia comincia nel 1860 con il "Primo cementificio dalmata Gilardi e Bettiza". La città di Spalato è stata sede in passato di grandi industrie nel settore delle costruzioni navali, della chimica, della carta e dell'abbigliamento. Dopo il collegamento, avvenuto nel 2005, di Spalato con il resto della rete autostradale croata, i contatti esterni della città sono stati ulteriormente facilitati e sono completati dalla presenza di un porto che fornisce collegamenti tramite traghetto sia con le isole dalmate che con le altre principali città costiere croate e con alcune città italiane come Ancona e Pescara. Gli spostamenti aerei sono garantiti dalla presenza in città del terzo aeroporto croato per importanza.

Spalato è famosa soprattutto per il Palazzo di Diocleziano, la porta Aurea e la cattedrale con il suo celebre campanile. Il complesso storico di Spalato con il Palazzo di Diocleziano sono inclusi dal 1979 nel patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. A lato, ricostruzione dell'antico Palazzo.
 
Il Palazzo è un imponente complesso architettonico fatto edificare dall'imperatore Diocleziano allo scopo di farne la propria dimora; con le sue mura coincide col nucleo originario del centro storico della città. Dopo aver riformato l'Impero romano, con l'entrata in vigore del sistema della tetrarchia, Diocleziano abdicò ritirandosi nel palazzo. Vi visse dal 305 fino alla morte, avvenuta nel 311. La reggia imperiale è una delle opere architettoniche più preziose della tarda antichità, non soltanto per l’ottimo stato di conservazione di alcune parti e complessi originali, ma anche per una serie di forme architettoniche che anticipano l’arte paleocristiana, bizantina e dell’alto Medioevo.



 
Il palazzo, una sorta di grande villa fortificata, si presentava come una struttura autonoma, cittadella dedicata alla figura sacra dell'imperatore, per il quale esisteva già un mausoleo, destinata quindi a ospitarlo in eterno. Nella metà del VII secolo il mausoleo dell'imperatore, persecutore dei cristiani, divenne cattedrale nella quale i posti d'onore furono riservati agli altari con le reliquie di San Doimo e Sant'Anastasio, martiri giustiziati nella vicina Salona. L'ottagono esterno del mausoleo era circondato da un portico (periptero) a 24 colonne. Il suo interno è a pianta circolare con quattro nicchie semicircolari e quattro rettangolari. Al centro fu sistemato il sarcofago di Diocleziano che più tardi venne distrutto

Il campanile della cattedrale (57m) è la più originale costruzione dalmata medievale, iniziata nel XIII secolo. Per la sua costruzione fu necessario demolire il portico originale del mausoleo. A cavallo tra il XIX ed il XX secolo il campanile fu completamente restaurato e alquanto modificato. Vale la pena di affrontare la scalinata che porta in cima al campanile per godere del bellissimo panorama di tutta la città.




 

La cittadella entro il Palazzo è strutturata con la pianta tipica degli accampamenti militari romani: due strade perpendicolari, il cardo ed il decumanus, che si intersecano e dalle quali si dipartono numerose vie trasversali perpendicolari a scacchiera; aveva una forma leggermente trapezoidale, con un lato affacciato sul mare e quattro poderose torri quadrate agli angoli.
In origine, la sua cinta muraria misurava 215,50 m per 175–181 m. In queste mura si aprono tuttora vari torrioni quadrati e quattro porte, affiancate da torri a base ottagonale: la Porta Aurea (a nord), la Porta Argentea (a est), la Porta Ferrea (a ovest) e la Porta Aenea o bronzea, sul mare a sud. Ciascuna era dotata di controporta e cortile d'armi. Le poderose mura furono una sorta di novità rispetto alle ville romane dei secoli precedenti e si resero necessarie per via degli eventi turbolenti della storia romana dell'epoca.
Sopra, ricostruzione della Porta Aurea in epoca romana. 

Il nome dell'attuale Porta Aurea all'epoca romana era Porta septemtrionalis. L'imperatore Diocleziano la varcò per la prima volta il 1 giugno 305 quando fece ingresso al Palazzo. Fu costruita a forma quadrangolare, con doppie porte, come parte del sistema difensivo militare (propugnaculum). Era la più importante delle quattro, posta sull'asse nord-sud e opposta all'affaccio sul mare. La sua facciata è decorata con le nicchie che ospitavano sculture raffiguranti i quattro tetrachi (Diocleziano, Massimiano, Galerio e Costanzo Cloro). Da questa porta, collegata con il Peristilio con la via Cardo, la strada portava direttamente a Salona, capoluogo della provincia romana della Dalmazia, e la potevano usare solo l'imperatore e la sua famiglia. Sotto l'influenza di Venezia, nel XVI secolo, la porta cambiò nome diventando Porta Aurea (Porta d'Oro), che poi è il nome cha ha conservato fino a oggi.
E' da questa porta che noi entriamo nel Palazzo, dopo aver visto però


la statua di Gregorio di Nona, vescovo cattolico croato, opera del 1929 del grande scultore croato Ivan Meštrović. Nel X secolo il vescovo si oppose alle decisioni del Papa sulla Chiesa croata in merito all'uso della lingua latina nella liturgia locale, dopo il 925. Gregorio tradusse il messale del rito romano in lingua slava, adottando l'alfabeto glagolitico. La sua iniziativa costituì un importante passo per l'evoluzione della lingua croata e favorì la diffusione nel cristianesimo nel Regno di Croazia.
La statua si trova fuori dalle mura del palazzo, all'altezza della Porta Aurea. A fianco della statua si trova la piccola chiesa di San Martino.




Secondo la tradizione, toccare l'alluce sinistro della statua porterebbe fortuna. Noi non ci siamo andati, mancava il tempo, ma a guardare le foto si direbbe che l'alluce venga toccato spessissimo :-) 








Il nome della Porta Argentea all'epoca romana era Porta orientalis. La via principale, il decumano, collegava la porta orientale del palazzo con quella occidentale, Porta Ferrea, che oggi conduce verso la Pjaca, piazza centrale della città. La Porta Argentea era più modestamente decorata rispetto alla Porta Aurea e dal Medioevo fino alla metà del secolo scorso era murata. Fu restaurata a fondo nel 1952 dopo l'abbattimento della chiesa barocca di Dušica. Ai lati della porta si vedono i resti delle torri ottagonali, che permettono di immaginare la bellezza della costruzione e la forza di vigilanza sulla porta d'accesso da nord, est e ovest. Entrando dalla porta orientale, ancor oggi possiamo calcare l'originale selciato del decumano antico per il quale una volta passavano i sudditi dell'imperatore. La lunga storia della Porta Argentea nei tempi moderni è stata arricchita da uno dei maggiori eventi legati alla Chiesa cattolica di Spalato: nell'anno 2000 attraverso questa porta è passato papa Giovanni Paolo II, estasiato dalla bellezza della Cattedrale di San Doimo nella quale più tardi ha pregato.


Il nome antico originale della Porta Ferrea era Porta occidentalis. È l'unica delle quattro porte attraverso la quale la vita è scorsa continuamente durante tutti i 17 secoli della storia di Spalato. Fin dal primo giorno la Porta Ferrea è stata testimone di tutti i mutamenti che la città ha subito, dai tempi romani, attraverso il Medioevo fino all'epoca presente. Ancor oggi saluta la sua città e i suoi Spalatini con le campane dell'orologio rinascimentale. Il rilievo raffigurante Nike, la dea pagana della vittoria, fu abbattuto dall'architrave e al suo posto, nel V secolo, i cristiani incisero una croce, il  segno della fede. Nell'XI secolo sopra la porta venne eretta la chiesetta della Madonna del Campanile, originariamente consacrata a San Teodoro, con uno splendido campanile del primo romanico.
 

Il nome della Porta Aenea-Bronzea nel periodo romano era Porta maridionalis. Essendo la porta che, secondo le ipotesi sull'aspetto originale della facciata meridionale del palazzo, era bagnata dal mare, si distingue del tutto dalle altre tre porte. È di dimensioni più modeste per la sua funzione d'accesso al mare, dal primo piano attraverso i sotterranei. Accanto al nome rinascimentale di Aenea-Bronzea, aveva anche l'attributo di Sicura perché garantiva la fuga via mare in caso di attacco al palazzo. Grazie a un restauro parziale, gli autentici blocchi della porta testimoniano ai visitatori la loro impermeabilità in quasi duemila anni di vita. Oggi la „piccola“ porta è diventata la principale, perché i turisti la attraversano per iniziare le loro visite guidate e, passando per le sale sotterranee, raggiungono la parte centrale del palazzo.

Per ora torniamo in superficie...

Dalla prosecuzione colonnata della strada nord-sud si giungeva al portico detto "peristilio", con quattro colonne sostenenti un archivolto a serliana. Verso sud si accedeva a un vano a base circolare coperto da cupola e poi a un vano rettangolare con colonne, l'accesso agli appartamenti privati dell'imperatore, sul lato lungo il mare.

 
Il peristilio è uno degli ambienti meglio conservati tutt'oggi, e pare avesse la funzione di scenografia per le cerimonie ufficiali alle quali partecipava come protagonista l'imperatore. Abbiamo assistito a una gustosa scenetta in cui l'imperatore, circondato dalla scorta d'onore, arringa la folla.

 

Sul Peristilio veglia una sfinge ancora ben conservata, fedele testimone della storia della città. Non è da stupirsi che papa Giovanni Paolo II ne sia rimasto incantato, così come non stupisce che gli spalatini ripetano che il Peristilio è centro di Spalato e del mondo intero.






Dal peristilio si accedeva a est e a ovest ad ambienti di culto:


a ovest erano presenti due edifici rotondi e un tempio probabilmente dedicato a Giove, del quale restano ancora oggi delle rovine, poi trasformato in battistero in epoca tardo antica. La cripta sottostante fu consacrata a San Tommaso. Davanti al Battistero è collocata un'altra delle sfingi di granito parzialmente conservate, che Diocleziano fece portare dall'Egitto.





A est si ergeva l'edificio a base ottagonale del mausoleo imperiale di cui ho già parlato, cinto da una serie di colonne (peristasi) e coperto a cupola, all'esterno protetta da un tetto piramidale; nel VII secolo il mausoleo venne trasformato, come già scritto, in cattedrale, permettendone così la sopravvivenza.




L'appartamento privato era diviso in due metà simmetriche, separate dalla prosecuzione sotterranea della via colonnata. Si conoscono nella parte occidentale le sostruzioni verso il mare e una basilica privata, affiancata da una doppia fila di stanze a pianta centrale, oltre a un complesso termale. La metà orientale del palazzo è conosciuta in maniera scarsa e lacunosa.


Ora scendiamo nei sotterranei...


I sotterranei del palazzo di Diocleziano sono uno dei complessi antichi di questo genere meglio conservati. La loro funzione originaria era quella di innalzare i sovrastanti spazi degli appartamenti dell'imperatore, ma servivano anche come magazzini del Palazzo. Visto che le sale sotterranee ripetevano in pianta la disposizione delle stanze del piano superiore, oggi ci permettono di ricostruire l'aspetto delle sale imperiali.


 


Nelle sale sotterranee oggi si entra attraverso la Porta Aenea, dalla Riva, oppure per la scalinata del Peristilio. È un luogo sempre pieno di vita dove si allestiscono regolarmente mostre, si rappresentano spettacoli teatrali, si organizzano fiere come la Fiera internazionale floreale, eventi gastronomici ed enologici e altre manifestazioni sociali e culturali.




Usciamo dal palazzo per fare un giro esplorativo del resto della città, in parte anche sul pullman.


La Piazza del Popolo, o semplicemente Pjaca, è un’altra piazza che a Spalato nessuno chiama con il suo vero nome. Menzionata per la prima volta nel XIII secolo come lo Spiazzo di San Lorenzo, è la prima parte abitata di Spalato fuori dal Palazzo di Diocleziano, al cui muro occidentale è appoggiata.





Da secoli Pjaca rappresenta il centro della vita cittadina: le autorità risiedevano nel palazzo gotico del municipio che oggi ospita uno spazio di esposizione; nei bellissimi e ancor oggi ben conservati palazzi circostanti vivevano le famiglie patrizie. In Pjaca si trova ed è ancora aperta una delle prime librerie, Libreria Morpurgo, che anche oggi appare quasi come nel 1861.
 

Da secoli in Pjaca sorge la torre con l’orologio cittadino, singolare per il suo quadrante con 24 numeri romani.
Ogni palazzo della Pjaca ha la sua storia ed è testimone della storia e mentalità cittadina.




 
Un angolino delizioso...

 










Non ci sono solo meraviglie antiche però...
Alla fine della seconda Guerra Mondiale, Spalato viene incorporata in Croazia quale parte dello Stato federale Jugoslavo. Segue un periodo di crescita economica e di sviluppo industriale, purtroppo senza badare troppo alle conseguenze ambientali. I resti di questo accelerato sviluppo, insieme all’architettura socialista dell’epoca, sono ancora oggi visibili in diverse parti sia della città (nei quartieri periferici all’entrata verso il centro cittadino ci sono edifici davvero inguardabili) sia nei dintorni, soprattutto nella baia dei Castelli (Kaštelanski Zaljev), sede di diversi insediamenti industriali.


Lo stadio Poljud è il principale impianto calcistico e atletico di Spalato. Ha una capienza di 34.448 posti. Terreno di casa della squadra dell'Hajduk Spalato, dal design innovativo, fu costruito negli anni del regime socialista jugoslavo in occasione dei Giochi del Mediterraneo del 1979 ospitati proprio nella città adriatica.
Spalato, più di tutte le altre in Croazia, è una città sportiva con una gloriosa tradizione alle spalle, che visse i suoi momenti più importanti alla fine degli anni '80 e inizio ’90 del secolo scorso. La squadra di pallacanestro, all’epoca chiamata “Jugoplastika”, una delle migliori squadre europee di tutti i tempi, mise in ginocchio per ben tre volte consecutive (1989, 1990 e 1991) i giganti di basket continentale come Barcelona, Maccabi Tel Aviv, Limoges e Scavolini, conquistando il titolo di Campione d’Europa. Gli anni ’90 erano anche gli anni delle squadre di pallanuoto spalatine, Jadran e Pošk, vincitrici di tre titoli europei nonché di Hajduk Spalato, che visse la sua stagione più lunga in Champions League raggiungendo i quarti di finale (eliminata soltanto da Ajax, allora vincitore del torneo continentale). Nel 2001 poi, quando Goran Ivanišević, “il pazzo tennista croato di Spalato” vinse per la prima volta il torneo di Wimbledon, dopo tre tentativi da finalista andati a mal fine, la città, deserta durante il match, si trasformò in un fiume umano in festa che riempi le antiche strade del palazzo e la riva cittadina. In tutte le occasioni di grandi celebrazioni e festeggiamenti sportivi, le campane di San Doimo, le trombe delle navi e le campane delle altre chiese di Spalato, suonando in continuazione, fanno da sfondo a uno scenario davvero particolare e indimenticabile. 

Forse non tutti sanno che il Corso di Laurea in Medicina in lingua inglese presso l'Università Statale di Spalato è uno dei migliori corsi accademici su scala Comunitaria e Internazionale. Adotta il modello di studio Statunitense-Canadese e ospita ogni anno studenti che provengono da ogni parte del mondo. L’accesso alla facoltà avviene tramite una valutazione del curriculum scolastico, niente test di ingresso. Si richiede una certificazione di conoscenza della lingua inglese a partire dal livello B2. Il punto di forza nello studiare Medicina a Spalato è sicuramente quello di frequentare una facoltà apprezzata su scala internazionale.


Spalato è il luogo ideale per scoprire come si vive veramente da queste parti. Fino a pochi anni fa soltanto un punto di partenza per scoprire le vicine isole dalmate, Spalato non è più un mero punto di transito, bensì una vera destinazione mediterranea, tutta da scoprire e da gustare, lentamente, perché i ritmi in Dalmazia sono molto lenti, come sentirete dire anche dai locali: “Polahko, di je priša?” (Adagio, che fretta c'è?)
 

Con questo pensiero riprendiamo la strada per raggiungere la tappa più a sud, Dubrovnik, dove ci fermeremo due notti. Attraversiamo il ponte Tudjman, lungo 334 metri, che si trova all'ingresso della Marina di Dubrovnik; è un viadotto sulla strada costiera formato da una travata in cemento armato lunga 140 m, una campata di luce di 80 m e da uno sbalzo di 60 metri.



La cronaca come al solito prosegue in altra pagina.

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