16 agosto - Spalato (Split) e arrivo a Ragusa (Dubrovnik)
Molti considerano Spalato una delle più belle città d’Europa. A renderla unica, l’incredibile vivacità delle sue attività, il fascino degli antichi palazzi romani, il paesaggio naturale in cui è inserita, il contrasto fra le montagne alle sue spalle e il turchese del mare.
Da quanto è risultato dalle ricerche archeologiche la storia di Spalato inizia come
colonia siracusana, fondata durante il regno di Dionisio il vecchio (395 a.C.) con il nome di Aspálathos. Divenne in seguito
città romana, sviluppatasi intorno allo sfarzoso
palazzo dell'imperatore
Diocleziano, fatto costruire nel 295-304 d.C.
(A lato, antica pianta del palazzo, qui un blog molto completo)
Nei secoli successivi, gli abitanti della vicina Salona, già porto illirico e in seguito popolosa città romana, per sfuggire alle incursioni degli Avari e degli Slavi, si rifugiarono fra le sue mura: secondo alcuni il nome romano della nuova città-palazzo "Spalatum" deriva proprio dal latino Salonae Palatium.
Non mi dilungo sulla storia della città, rintracciabile in rete; mi limito a pochi cenni ma metto
qui un link che porta a un sito davvero interessante (anche se propaganda appartamenti da affittare).
Nel dopoguerra Spalato ritornò alla Jugoslavia,
ossia alla Repubblica Socialista di Croazia, nel periodo 1944-1991.
Dalla dissoluzione jugoslava del giugno 1991 fa parte della Croazia indipendente.
Durante il conflitto armato in Croazia, all’inizio della guerra nel 1991, ci furono diversi mesi di tensione e di
coprifuoco, durante i quali Spalato veniva in continuazione
attaccata
dal porto della marina militare e dalle numerose caserme dell’ex
esercito federale, sparse in luoghi strategici della città. Di giorno e
di notte i cecchini spararono alla popolazione uccidendo diversi civili.
Il
15 novembre 1991, esattamente alle ore 6.20 del mattino, circondata dalle navi militari, la città di Spalato venne presa a
cannonate.
Durante i bombardamenti vennero colpite numerose case di Veli Varoš,
l’antica chiesa della Madonna di Spinut nell’omonimo quartiere, il Museo
dei Monumenti Archeologici e anche il Palazzo di Diocleziano, per
fortuna senza subire enormi danneggiamenti. In una
risposta lampo, durata poco più di un’ora, il neo formato esercito croato, composto prevalentemente dalla
popolazione civile
di Spalato, riuscì a danneggiare gravemente la gran parte della flotta
navale ex-jugoslava, costringendola alla ritirata verso l’isola di
Lesina.
Una curiosità: durante l’attacco navale a Spalato, si registrò un evento senza precedenti
nella storia di tutte le guerre nel Mondo. Fu infatti la prima volta
nella storia che una nave militare aprì il fuoco e attaccò la città
dalla quale prese il proprio nome. Il cacciatorpediniere Split (Spalato),
colpito dalle batterie difensive, fu gravemente danneggiato e
disabilitato, costretto alla ritirata e messo fuori uso per sempre.
Pur avendo subito danni nelle guerre jugoslave, negli ultimi anni la città sta godendo di un periodo di notevole espansione economica, legato anche all'ingresso della Croazia nella Unione Europea.
L'industria moderna in Dalmazia comincia nel 1860 con il "Primo cementificio dalmata Gilardi e Bettiza". La città di Spalato è stata sede in passato di grandi industrie nel settore delle costruzioni navali, della chimica, della carta e dell'abbigliamento. Dopo il collegamento, avvenuto nel 2005, di Spalato con il resto della rete autostradale croata, i contatti esterni della città sono stati ulteriormente facilitati e sono completati dalla presenza di un porto
che fornisce collegamenti tramite traghetto sia con le isole dalmate
che con le altre principali città costiere croate e con alcune città
italiane come Ancona e Pescara. Gli spostamenti aerei sono garantiti dalla presenza in città del terzo aeroporto croato per importanza.
Spalato è famosa soprattutto per il
Palazzo di Diocleziano, la
porta Aurea e la
cattedrale con il suo celebre
campanile. Il complesso storico di Spalato con il Palazzo di Diocleziano sono inclusi dal 1979 nel
patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. A lato,
ricostruzione dell'antico Palazzo.
Il Palazzo è un imponente complesso architettonico fatto edificare dall'imperatore Diocleziano allo scopo di farne la propria
dimora; con le sue mura coincide col nucleo originario del
centro storico della città. Dopo aver riformato l'Impero romano, con l'entrata in vigore del sistema della tetrarchia, Diocleziano
abdicò
ritirandosi nel palazzo. Vi visse dal 305 fino alla morte, avvenuta nel
311. La reggia imperiale è una delle opere architettoniche più preziose
della tarda antichità, non soltanto per l’ottimo stato di conservazione
di alcune parti e complessi originali, ma anche per una serie di forme
architettoniche che anticipano l’arte paleocristiana, bizantina e
dell’alto Medioevo.
Il palazzo, una sorta di
grande villa fortificata,
si presentava come una struttura autonoma, cittadella dedicata alla
figura sacra dell'imperatore, per il quale esisteva già un
mausoleo,
destinata quindi a ospitarlo in eterno. Nella metà del VII secolo il
mausoleo dell'imperatore, persecutore dei cristiani, divenne
cattedrale nella quale i posti d'onore furono riservati agli altari con le reliquie di
San Doimo e
Sant'Anastasio, martiri giustiziati nella vicina Salona. L'
ottagono esterno del mausoleo era circondato da un portico (periptero) a 24 colonne. Il suo interno è a
pianta circolare con quattro nicchie semicircolari e quattro rettangolari. Al centro fu sistemato il
sarcofago di Diocleziano che più tardi venne
distrutto.
Il
campanile della
cattedrale (57m) è la più originale costruzione dalmata medievale,
iniziata nel XIII secolo. Per la sua costruzione fu necessario demolire
il portico originale del mausoleo. A cavallo tra il XIX ed il XX secolo
il campanile fu completamente
restaurato e alquanto modificato. Vale la pena di affrontare la scalinata che porta in cima al campanile per godere del bellissimo
panorama di tutta la città.
La cittadella entro il Palazzo è strutturata con la pianta tipica degli
accampamenti militari romani: due strade perpendicolari, il
cardo ed il
decumanus, che si intersecano e dalle quali si dipartono numerose
vie trasversali perpendicolari a scacchiera; aveva una forma leggermente trapezoidale, con un lato affacciato sul mare e quattro poderose torri quadrate agli angoli.
In origine, la sua cinta muraria misurava 215,50 m per 175–181 m. In queste mura si aprono tuttora vari torrioni quadrati e quattro porte, affiancate da torri a base ottagonale: la Porta Aurea (a nord), la Porta Argentea (a est), la Porta Ferrea (a ovest) e la Porta Aenea o bronzea, sul mare a sud. Ciascuna era dotata di controporta e cortile d'armi. Le poderose mura furono una sorta di novità rispetto alle ville romane dei secoli precedenti e si resero necessarie per via degli eventi turbolenti della storia romana dell'epoca.
Sopra, ricostruzione della Porta Aurea in epoca romana.
Il nome dell'attuale Porta Aurea all'epoca romana era Porta septemtrionalis.
L'imperatore Diocleziano la varcò per la prima volta il 1 giugno 305
quando fece ingresso al Palazzo. Fu costruita a forma quadrangolare, con
doppie porte, come parte del sistema difensivo militare
(propugnaculum). Era la più importante delle quattro, posta sull'asse
nord-sud e opposta all'affaccio sul mare. La sua facciata è decorata con
le nicchie che ospitavano sculture raffiguranti i quattro tetrachi
(Diocleziano, Massimiano, Galerio e Costanzo Cloro). Da questa porta,
collegata con il Peristilio con la via Cardo, la strada portava
direttamente a Salona, capoluogo della provincia romana
della Dalmazia, e la potevano usare solo l'imperatore e la sua
famiglia. Sotto l'influenza di Venezia, nel XVI secolo, la porta cambiò nome diventando Porta Aurea (Porta d'Oro), che poi è il nome cha ha conservato fino a oggi.
E' da questa porta che noi entriamo nel Palazzo, dopo aver visto però
la statua di
Gregorio di Nona, vescovo cattolico croato,
opera del 1929 del grande scultore croato Ivan Meštrović. Nel X secolo
il vescovo si oppose alle decisioni del Papa sulla Chiesa croata in
merito all'uso della
lingua latina nella liturgia locale, dopo il 925. Gregorio tradusse il messale del rito romano in
lingua slava, adottando l'alfabeto glagolitico. La sua iniziativa costituì un importante passo per l'
evoluzione della lingua croata e favorì la diffusione nel cristianesimo nel Regno di Croazia.
Alla fine della seconda Guerra Mondiale,
Spalato viene incorporata in Croazia quale parte dello Stato federale
Jugoslavo. Segue un periodo di
crescita economica e di sviluppo industriale, purtroppo senza badare troppo alle
conseguenze ambientali.
I resti di questo accelerato sviluppo, insieme all’architettura
socialista dell’epoca, sono ancora oggi visibili in diverse parti sia
della città (nei quartieri periferici all’entrata verso il centro
cittadino ci sono edifici davvero inguardabili) sia nei dintorni,
soprattutto nella baia dei Castelli (Kaštelanski Zaljev), sede di
diversi insediamenti industriali.
Lo
stadio Poljud è il principale impianto calcistico e atletico di Spalato. Ha una capienza di 34.448 posti. Terreno di casa della
squadra dell'Hajduk Spalato, dal design innovativo, fu costruito negli anni del
regime socialista jugoslavo in occasione dei Giochi del Mediterraneo del 1979 ospitati proprio nella città adriatica.
La cronaca come al solito prosegue in altra pagina.
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