mercoledì 3 ottobre 2018

Le capitali baltiche - Lettonia - Riga - Prima parte



La Repubblica parlamentare di Lettonia confina a nord con l'Estonia, a est con la Russia, a sud-est con la Bielorussia, a sud con la Lituania ed è bagnata a ovest dal Mar Baltico.
La lingua ufficiale è il lettone che, come il lituano e l'estinto antico prussiano, appartiene al gruppo baltico della famiglia delle lingue indoeuropee. Il russo fu la lingua ufficiale imposta durante l'occupazione sovietica mentre durante l'impero russo la lingua ufficiale nella capitale Riga rimase il tedesco fino al 1891. Oggi la lingua russa è la lingua di minoranza più diffusa, parlata dal 40% della popolazione mentre il tedesco è praticamente scomparso.

Terra anticamente abitata da popoli nomadi dediti alla pesca e alla caccia, il territorio fu colonizzato dai livoni, popolo di ceppo ugrofinnico, ai quali si aggiunsero i lettoni, una popolazione indoeuropea. L'Ordine Teutonico iniziò la conversione delle popolazioni locali al cristianesimo agli inizi del XIII secolo. Protagonista dell'evangelizzazione della Lettonia fu Alberto di Buxhövden, che fondò l'attuale capitale Riga insediando la sede vescovile. Altre notizie si trovano sia nella prima pagina della mia cronaca sia, dettagliate, in rete.

La Lettonia è costituita da quattro regioni tradizionali: Curlandia, Livonia, Semgallia e Letgallia. Giallo Curlandia e Semgallia (in taluni casi la Curlandia e la Semgallia vengono considerate come una regione unica), arancio Livonia, verde Letgallia.

E’ molto boscosa (40% della superficie), con numerosi laghi di origine glaciale, (più di 3000), torbiere e zone paludose. La lunga costa (531 km) è prevalentemente sabbiosa e non possiede isole. L'elemento caratterizzante del litorale lettone è il Golfo di Riga: l'area occupata dal Golfo è di 18000 chilometri quadrati e la profondità massima è di 54 metri.


Il territorio è formato da pianure interrotte da colline che non superano i 300 m d'altezza. Il punto più elevato del Paese è il Gaiziņkalns, che raggiunge i 311 m d'altezza.


Il fiume principale è la Daugava (Dvina Occidentale) lunga 1020 km. Un altro fiume importante è il Gauja. Foto Dvina di Alex Zelenko. 

La maggior parte dei credenti sono luterani (circa il 24,3% della popolazione), con piccole percentuali di cattolici (il 18,8%) e di ortodossi orientali (il 15,3%). 
In Lettonia c'è una comunità ebraica (circa lo 0,43% della popolazione) residua al periodo sovietico. La comunità ebraica lettone fu decimata durante la seconda guerra mondiale. Il Ghetto di Riga è stato uno dei più ampi tra i ghetti nazisti della seconda guerra mondiale nei territori conquistati in seguito all'invasione tedesca dell'Unione Sovietica. Istituito il 23 ottobre 1941, servì come luogo di raccolta temporanea per i 30.000 ebrei della città, che furono quasi tutti progressivamente massacrati nei mesi successivi. Il ghetto fu parzialmente ripopolato grazie all'arrivo tra il dicembre 1941 e il febbraio 1942, di circa 16.000 ebrei dalla Germania, Austria e dal Protettorato di Boemia e Moldavia. Anch'essi subiranno lo stesso destino di distruzione, fino alla liquidazione finale del ghetto nel novembre 1943. 
Foto da Bundesarchiv, Bild 183-N1212-326 / Otto Donath / CC-BY-SA 3.0 

La bandiera lettone è composta da due bande orizzontali di colore rosso scuro di uguale dimensione, separate al centro da un striscia bianca più sottile (larga la metà delle due bande rosse). La particolare tonalità di rosso è nota anche come "rosso lettone". Il simbolismo dei colori è il seguente: il rosso rappresenta il sangue versato per la libertà e l'indipendenza e il bianco rappresenta il diritto e la verità

Lo stemma della Repubblica di Lettonia è stato adottato ufficialmente il 16 giugno 1921, dopo la proclamazione dell'indipendenza del 18 novembre 1918 e raccoglie i simboli dei quartieri storici lettoni. Il sole, nella parte superiore, simboleggia la statualità della Lettonia. Le tre stelle in cima allo stemma rappresentano i quartieri storici del Regno di Lettonia: Livonia, Letgallia e, combinate insieme, Curlandia-Semgallia. Il leone rosso nella parte sinistra dello stemma rappresenta Curlandia e Semgallia, mentre il grifone d'argento nella parte destra rappresenta le altre due. 

In Lettonia l'uso di internet raggiunge circa il 70% della totale popolazione, ed è uno dei più alti nell'Europa, secondo alcune statistiche è il mezzo di comunicazione più importante nel paese. L'elevato utilizzo di internet ha contribuito alla creazione, alla diffusione e alla popolarità di diverse start-up innovative del mondo della finanza.

Il 44% della Lettonia è ricoperto da foreste. Vicino alle coste si trova un'enorme varietà di fiori oltre alle foreste di conifere nelle quali, come passatempo, i lettoni raccolgono funghi che sono assai numerosi. Nelle foreste più interne si trovano sia conifere che piante decidue di cui la più diffusa è la betulla. Animali selvatici frequenti sono i cervi, caprioli e volpi. Vi sono anche alci, castori, lontre, lupi e rare renne. Le coste sono popolate dalle foche. Le cicogne bianche raggiungono 6500 esemplari, sei volte tanto rispetto a tutta l'Europa occidentale. Foto di Martin Konopacki 

La Ballerina Bianca è l’uccello nazionale lettone. Il suo nome scientifico è Motacilla alba, ha una forma slanciata ed elegante, si ciba d'insetti acquatici e delle loro larve, di ragni, mosche e piccoli molluschi. A seconda delle disponibilità di cibo può avere comportamenti sia stanziali che migratori. Predilige frequentare campi, giardini, città ed in generale la troviamo dove c'è presenza di acqua. Nidifica fra le rocce o nei buchi dei muri. Il maschio canta poco e attrae la femmina con una serie di richiami rituali. Uccello attivo, mobile e irrequieto, è sempre in movimento: quando non vola muove continuamente la lunga coda, con movimento ritmico, tanto da essere chiamata "batticoda". 

6 settembre: iniziamo la visita di Riga.
Riga, capitale della Lettonia, è situata sul Mar Baltico alla foce del fiume Daugava. E’ la città più grande delle Repubbliche Baltiche ed è uno dei principali centri culturali, politici ed economici della regione. Fu fondata il 18 agosto 1201 dal vescovo tedesco Alberto di Buxhövden, (come scritto sopra) giunto da Brema per evangelizzare e germanizzare la Livonia, regione abitata da popolazioni baltiche di religione pagana. La città conobbe nel corso del XIII secolo un periodo di grande splendore, grazie all'entrata nella lega anseatica. Foto di Nikater - Opera propria. 


Come si nota anche nella foto precedente, a Riga ci sono molti ponti che collegano le due sponde del fiume Daugava.
Il ponte Vanšu è un ponte strallato lungo 595 metri, uno dei cinque che attraversano il fiume e attraversa l'isola di Ķīpsala. Fu costruito durante il periodo sovietico e aperto al pubblico il 21 luglio 1981 con il nome di ponte di Gorkij. Nel 2013 è stata aperta una spiaggia con campo da pallavolo sotto al ponte, sulla sponda di Ķīpsala. Brunswyk autore presunto della foto.


Il primo ponte ferroviario in ferro a Riga, lungo più di 600 metri, fu costruito nel 1871-1872 per la ferrovia Riga-Jelgava. Il nuovo ponte fu inaugurato nel 1914, bombardato due volte, durante la prima guerra mondiale nel 1917 e la seconda guerra mondiale nel 1944, e fu ricostruito entrambe le volte. Oggi è l'unico ponte ferroviario di Riga. Foto mia, scattata durante la navigazione, quindi non molto precisa. 


Lo Stone Bridge, chiamato ponte di ottobre fino al 1992,  si trova tra il ponte ferroviario e il ponte Vanšu. Sulla carreggiata di 27,5 metri passano tram, filobus e automobili. Sui bordi ci sono zone pedonali larghe 3,5 metri. Foto di Dean Mouhtaropoulos, Getty Images.

Andando con il pullman verso il centro storico notiamo dal ponte la Cattedrale di San Giacomo, della quale scriverò dopo, il Castello e la torre della televisione.
Il Castello di Riga è situato su una sponda del fiume Daugava. Fu costruito nel 1330 assieme ad altre fortificazioni che lo circondano e ricostruito tra il 1497 e il 1515. Gli svedesi conquistarono la fortezza nel 1641, dopodiché la distrussero. Il castello fu ricostruito nel XVII secolo e negli anni trenta del XX secolo l'architetto E.Laube fece eseguire una ristrutturazione. Il governatore lettone dichiarò il castello sua residenza nel 1938. Oggi la struttura è la residenza ufficiale del presidente della Lettonia. La sera del 20 giugno 2013 il castello venne parzialmente distrutto da un incendio mentre erano in corso lavori di restauro. 


La Torre della televisione è costruita su un'isola chiamata Zaķusala nel mezzo del fiume Daugava; la base della torre si trova a circa 7 metri sopra il livello medio del mare. E’ utilizzata come ripetitore del segnale radiotelevisivo ed è l'edificio più alto della capitale lettone, con un'altezza di 368,5 metri, costruito tra il 1979 e il 1989 con finanziamenti dal governo centrale dell'Unione Sovietica. È anche la più alta torre televisiva indipendente nell'Unione europea e una delle più alte al mondo. A 97 metri c’è la piattaforma panoramica, dalla quale è possibile vedere quasi l'intera città, a 137 metri c'è un'altra piattaforma di osservazione, che però non è sempre aperta al pubblico. 


Nel 1997 il centro storico di Riga è stato inserito dall'UNESCO nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità, in virtù dei suoi oltre 800 edifici Art Nouveau (lo Jugendstil tedesco) e per l'architettura in legno del XIX secolo. Come si legge nella motivazione, il centro storico di Riga, pur mantenendo relativamente intatto il tessuto urbano medievale e delle epoche successive, vanta una tale qualità e quantità di edifici Art Nouveau che non ha paragoni al mondo. 



Una distinzione importante va comunque operata fra il centro storico (Vecriga) di stampo medievale, che si sviluppa attorno alla chiesa di San Pietro, 


e il cosiddetto Centrs, ovvero la zona edificata fra la fine del XIX e il 1914 principalmente per opera del celebre architetto Michail Osipovič Ėjzenštejn (1867-1921), padre del celebre regista Sergej Michajlovič Ėjzenštejn (La corazzata Potëmkin)In particolare domina la combinazione di azzurro e bianco, che è quella preferita da Ėjzenštejn.


L'Art Nouveau si impose in Lettonia (allora parte dell'Impero Russo) con un certo ritardo rispetto ad altre città europee ma non per questo con meno vigore. In seguito all'abbattimento della cinta di mura medioevale e dei prospicienti sobborghi costituiti da case di legno, l'intera area a nordest del centro storico divenne il gigantesco cantiere della nuova Riga, in cui dozzine di architetti locali contribuirono a creare un armonioso quanto variato susseguirsi di elaborate facciate. 



Se i primi edifici Art Nouveau risalgono solamente al 1899, già nel 1901 il nuovo stile si era imposto definitivamente in città. La via principale lungo la quale si snodano gli edifici è "Alberta iela" (in tedesco Albertstraße), situata al centro di una tranquilla ed elegante zona residenziale creata dal nulla al principio del secolo XX e che oggi ospita molte ambasciate. Il primo edificio che vediamo, in parte coperto da reti per la ristrutturazione


presenta nel giardino una statua dedicata a un sindaco di Riga.


Tra gli edifici di maggior spicco, il palazzo di Alberta iela 2a è un'efficace fusione di neoclassicismo, Art Nouveau e richiami all'Antico Egitto. L'edificio fu realizzato nel 1906, periodo in cui Ejzenštejn divorziò dalla moglie e si coglie la sua sofferenza in molti dettagli, comprese le strisce rosse (sangue) e i mascheroni sofferenti. Notevoli sono la facciata traforata in cima 


e le due grosse sfingi che vigilano di fronte all'ingresso


"Elizabetes iela" (in tedesco Elisabethstraße) fiancheggia invece in parte un vasto parco ed è la via in cui si trova, al numero 10b, il più celebre palazzo Art Nouveau di tutta Riga. Costruito nel 1903 sempre su disegno di Ejzenštejn, raggruppa tutte le caratteristiche del particolare Jugendstil eclettico righese, a cominciare dall'accostamento di colori azzurro-bianco, dalle figure mitologiche (mascheroni con teste di Medusa) e dalla profusione di aquile, ghirlande ed elmi. Foto di Jean-Pierre Dalbéra.



Dettaglio mio della parte superiore.


La casa con le finestre ellittiche, al numero 4 di Alberta iela, fu costruita e abitata da Ejzenštejn dopo il divorzio. (peccato per l'auto che rovina la scena, ma non ho potuto evitarla, era parcheggiata e vuota).

Talvolta gli ornamenti sugli edifici ideati da Ejzenštejn sono persino esagerati, come si vede nel dettaglio di Strelnieku iela 4, tanto da fargli meritare il soprannome di pasticcione pazzo 



Per concludere, alcuni pasticci miei: un dettaglio 


un altro dettaglio


un topino 


un gatto 


e i due insieme. La cronaca continua.

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