La
Repubblica
di Lituania
confina a nord con la Lettonia, ad est con la Bielorussia, a sud con
la Polonia e a sud-ovest con l'exclave (territorio
isolato dallo Stato al quale appartiene politicamente)
russa dell'Oblast' di Kaliningrad, mentre ad ovest è bagnata dal
mar Baltico. Lo sviluppo costiero è di 108 km di cui solo 24 sono
direttamente sul mar Baltico:
i
rimanenti si affacciano sulla laguna dei Curi, che
è un'area del mar Baltico isolata dalla penisola dei Curi, detta anche penisola di Neringa o penisola curlandese, un
sottile cordone litorale lungo 98 km sulle coste della
Lituania e della Russia. La
punta settentrionale della penisola è separata dalla città di
Klaipėda e dalla Lituania continentale da un canale largo 300 metri
grazie al quale la laguna interna comunica direttamente col Baltico.
Il punto più largo misura 3,8 km e si trova presso Nida nella parte
lituana, mentre il punto più sottile è rappresentato da un istmo
alla base della penisola, presso il paese russo di Lesnoje, che
misura 380 m di larghezza.
La
penisola è costituita esclusivamente da sabbia e caratterizzata da enormi dune mobili alte fino a 60 metri, che nei secoli passati
hanno letteralmente inghiottito interi paesi. Per proteggere i
villaggi dei pescatori dalle dune, nei primi anni dell’800 il
governo prussiano avviò una massiccia campagna di
riforestazione dell’area tanto che oggi grandi foreste di
pini coprono la quasi totalità della penisola, proteggendola
dall’erosione degli agenti atmosferici. La grande duna di Nida in
Lituania è una delle maggiori d'Europa e viene anche chiamata il
"Sahara della Prussia Orientale".
Per la sua rara bellezza
paesaggistica, l'UNESCO ha iscritto la penisola nel 2000 tra i
Patrimoni dell'Umanità. L'ecosistema delle dune è oltretutto
minacciato, dalla parte russa, dall'urbanizzazione selvaggia e dal
disboscamento. La penisola di Neringa è popolata da alci, caprioli,
volpi e cinghiali, nonché 900 varietà di piante; è anche un
importante luogo di sosta per oltre un milione di uccelli migratori. La
parte lituana e quella russa della penisola sono entrambe parco
nazionale. Foto di A.Savin (Wikimedia Commons·WikiPhotoSpace) - Opera propria.
La città più importante della penisola è Nida; ogni anno vi si svolge un Festival Internazionale dedicato allo scrittore tedesco Thomas Mann, che vi giunse per la prima volta il 24 agosto del 1929 rimanendone incantato, tanto da decidere di costruire proprio a Nida una casa per le vacanze estive. Il 16 luglio del 1930 Thomas Mann e la sua famiglia presero possesso della loro nuova casa. Al porto attendevano in tanti il celebre scrittore che proprio pochi mesi prima, nel novembre del 1929, era stato insignito del Premio Nobel della Letteratura. Purtroppo con l’avvento di Hitler e del nazionalsocialismo tutta la vita di Mann, come quella di tanti altri scrittori di lingua tedesca, subì dei cambiamenti drastici. Thomas Mann lasciò Nida per sempre il 4 settembre del 1932: non avrebbe più rivisto la sua casa, né questi luoghi che lo avevano tanto colpito.
La casa è stata salvata dalla scrittrice lituana Antanas Venclova e dal giornalista Leonas Stepanauskas che sono riusciti a convincere le autorità sovietiche a preservare questo luogo. Oggi Nida si è nuovamente affermata come centro culturale e artistico. Testo tratto da Luoghi d’autore - “Thomas Mann in vacanza a Nida: scrivere fra le dune e il mare”.
L'86,7% della popolazione è di etnia lituana e parla lituano (una delle due lingue baltiche ancora esistenti), unica lingua ufficiale dello stato. Esistono numerose minoranze come quella russa (4,8%), quella polacca (5,6%) e quella bielorussa (1,3%), tutte parlanti le loro rispettive lingue. Sono presenti anche i Caraiti, popolazione originaria della Crimea, ormai ridotta a poche centinaia di persone, che vive in caratteristiche case nella cittadina di Trakai, vicino all'omonimo lago. Ne parlerò trattando del castello di Trakai.
Caraiti in abiti tradizionali; illustrazione di Auguste Raffet (Crimea, 1837).
I primi insediamenti nel territorio dell'odierna Lituania si formarono dopo l'ultima glaciazione nel decimo millennio a.C. I Proto-Indoeuropei, che arrivarono tra il terzo e il secondo millennio a.C. si mescolarono con la popolazione locale, formando così le tribù Baltiche. La prima menzione scritta del nome "Lituania" si trova in un manoscritto tedesco, Annali di Quedlinburg, e risale al 9 marzo 1009. Negli anni Trenta del XIII secolo le terre lituane furono unite da Mindaugas, incoronato Re di Lituania il 6 luglio 1253. Dopo l'assassinio del re nel 1263, la religione pagana della Lituania divenne un obiettivo delle crociate dei Cavalieri Teutonici e dell'Ordine Livoniano. Nonostante un plurisecolare conflitto con i crociati, il Granducato di Lituania si espanse notevolmente nei territori dell'Europa Orientale, diventando infine lo stato europeo più esteso nel XV secolo.
Lungo la costa si trovano spiagge sabbiose e dune di sabbia. Verso est il paese ha molte colline che però non arrivano ai 300 metri, con estesi boschi; il patrimonio boschivo è meno esteso di quello della Lettonia e dell'Estonia, essendo maggiore lo sfruttamento del suolo per le attività agricole. Paesaggio con il Nemunas presso Druskininkai vicino al confine con la Polonia. Foto di Renato Stecca, tratta dal suo bellissimo blog http://chiviaggiaimpara.blogspot.com
La Lituania è una nazione ricca d’acqua. Vi scorrono oltre 29 mila corsi d’acqua, di cui tuttavia solo 758 sono più lunghi di 10 km. Il fiume principale è il Nemunas, che attraversa il paese per circa la metà degli oltre 1000 km del suo corso; nasce in Bielorussia e, dopo aver attraversato la Lituania sfocia a Curlandia poco a sud di Klaipėda. Suoi affluenti principali sono il Neris (510 km), il Chara (325 km) e il Šešupė (298 km). Foto di Renato Stecca.
L’1,5 per cento del territorio è coperto da laghi (876 kmq): ne esistono ben 2833; 1600 di questi sono però più piccoli di mezzo acro e molti sono stagnanti e paludosi. Il lago di Drūkšiai è il più grande ed è circondato da ruscelli, paludi e foreste dove crescono molte specie di piante che difficilmente possono essere trovate altrove. Il lago è l’habitat naturale anche di uccelli, crostacei e pesci rari. Quello forse più famoso è però il lago di Trakai, nella foto di Renato Stecca.
Curiosità. Il dibattito su dove si trovi il centro geografico dell'Europa non si è ancora risolto: esistono differenti opinioni basate sulle misurazioni, sulla definizione dei confini e del punti estremi dell'Europa, nonché sui differenti modi di calcolare il risultato finale.
Dopo una correzione dei confini del continente europeo nel 1989, Jean-George Affholder, studioso dell'Istituto Geografico Nazionale della Francia, stabilì che il centro geografico dell'Europa si trova a 54°54′N 25°19′E. Il metodo utilizzato per il calcolo fu quello del centro di gravità della forma geometrica dell'Europa. Questo punto si trova in Lituania, a 26 km a nord della capitale, Vilnius, vicino al villaggio di Purnuškės. Lo scultore Gediminas Jokūbonis ha posto in quell'esatto punto nel 2004 un monumento, consistente in una colonna di granito bianco sormontata da una corona di stelle. Intorno al monumento, una vasta area di boschi e campi, che include il Lago Girija e la collina Bernotai fu dichiarata riserva nazionale nel 1992 dal Ministero del Turismo e del Ministero dell'Economia lituani. Foto di Wojsyl - Opera propria.
Ufficialmente si dichiarano cattolici il 79% dei lituani, atei e agnostici il 15%, ortodossi il 4%, protestanti il 2%.
La Lituania è stata l'ultimo paese europeo ad essersi convertito al Cristianesimo nel 1387 e sono tuttora vive alcune tradizioni che risalgono al paganesimo. Per esempio, dopo aver festeggiato la Vigilia di Natale il tavolo non va sparecchiato (fatta eccezione per i coltelli), per lasciare cibo agli spiriti dei parenti deceduti, e appena finita la cena si dovrebbero fare tre giri intorno al tavolo prima di posare il cucchiaio. Foto di Saulius Žiūra dell’albero di Natale nella Piazza della Cattedrale di Vilnius.
La bandiera lituana è composta da tre bande orizzontali di uguale dimensione. I colori, partendo dall'alto sono: giallo, verde e rosso. Il simbolismo dei colori è il seguente: il giallo rappresenta la luce e il sole; il verde l'erba e il rosso il sangue versato per la patria. I tre colori sono gli stessi della prima bandiera nazionale della Lituania, che fu stato indipendente dal 1918 al 1940. Dopo l'annessione della Lituania all'Unione Sovietica nel 1940 fu sostituita dalla bandiera della repubblica sovietica lituana. Il tricolore lituano fu adottato nuovamente come bandiera nazionale il 20 marzo 1989.
Lo stemma della Lituania, conosciuto anche come Vytis (“Cavaliere bianco” in Lituano) e utilizzato sin dal 1366, rappresenta su sfondo rosso, un cavaliere d'argento con gli speroni d'oro, che cavalca un cavallo a sua volta d'argento, con la sella e le briglie azzurre decorate in oro, ed armato con una spada (d'argento) dall'impugnatura d'oro che alza con il braccio destro sopra la testa. Il cavaliere imbraccia, alla sua sinistra, uno scudo azzurro, ornato con una doppia croce (croce patriarcale) d'oro.
Fu utilizzato come simbolo nazionale per la Repubblica di Lituania del 1918 fino al 1940. Nel 1988 fu restaurato come simbolo nazionale e l'11 marzo del 1990 fu dichiarato simbolo statale, in sostituzione del precedente emblema sovietico. Lo stemma presidenziale ha, come supporti, un grifone e un unicorno.
La Lituania vanta la trasmissione a banda larga più veloce del mondo. E' all’avanguardia per l’utilizzo della fibra ottica nei collegamenti internet e ha un tasso di utilizzo della rete pari al 65% della popolazione. Inoltre l’accesso gratuito a internet è disponibile in quasi tutti i luoghi frequentati dai turisti.
La cicogna bianca è stata eletta in Lituania simbolo del Paese. Nei Paesi Baltici si trovano moltissimi esemplari e non è difficile notare il loro nido su comignoli e tetti o su grossi pali che terminano con una piattaforma quadrata piantati per loro accanto alle case nei villaggi. (Ricordiamo la foto del tetto del Palazzo Rundale e quella del posto di frontiera). Nella stagione dell’accoppiamento tornano dall’Africa dove sono migrate intorno al 24 marzo annunciando così l’arrivo della primavera. Nei primi mesi dell’estate i nidi, che spesso sono gli stessi dell’anno precedente, ospitano in genere tre piccoli. Il 24 agosto, giorno di San Bartolomeo, che per i Lituani indica l’arrivo dell’autunno, la cicogna migra (è il primo degli uccelli migratori a farlo): con la sua partenza finisce l’estate. Foto di Manfred Heyde - Opera propria.
Continua 8 settembre: Collina delle Croci a Šiauliai e Vilnius.
La
Collina delle Croci è un luogo di pellegrinaggio e una meta
turistica che si trova nei pressi della città lituana di Šiauliai,
lungo la strada che collega Kaliningrad a Riga, a Jurgaičiai,
considerato un luogo sacro. Si
tratta di una piccola altura su cui si ergono oltre quattrocentomila
croci, piantate per devozione dai pellegrini secondo una tradizione
popolare che dura da alcuni secoli; sembra che le prime croci
risalgano al 1831, volute dai parenti in memoria dei caduti per la
liberazione della Lituania, ma
la collina è menzionata
nelle fonti scritte solo dal 1850. Quando
poi lo Zar nel 1863 vietò di posizionare croci sulle strade e
persino nei cimiteri, la popolazione reagì piantandole sulla
collina.
Numerose
leggende sono
nate
da questa abitudine, una delle quali racconta
che alcuni fedeli affermarono di aver assistito all’apparizione
della Vergine Maria con il bambino Gesù che
chiedeva loro di farlo.
Secondo un’altra, un padre disperato per la grave malattia della figlia vide in sogno una signora vestita di bianco che lo invitò a piantare una croce sulla collina: tornato a casa trovò la figlia guarita sulla porta che lo aspettava. Colpite da questo fatto, altre persone presero a piantare croci sulla collina nella speranza che le loro preghiere venissero esaudite.
Si narra anche che nel 1300 nella zona c’era il castello di legno dei baroni pagani della regione della Samogizia, distrutto dai monaci guerrieri tedeschi incaricati di cristianizzare il paese. La leggenda racconta che i Samogiti sopravvissuti ammucchiarono i cadaveri dei loro caduti e seppellendoli formarono l’attuale collina.
Altre leggende parlano di persone sepolte vive sotto le macerie di una chiesa costruita sulla collina e crollata per una forte tempesta.
In ogni caso l’usanza di piantare croci sulla collina ha preso un enorme impulso nella seconda metà del XX secolo come simbolo dell'identità nazionale lituana.
Secondo un’altra, un padre disperato per la grave malattia della figlia vide in sogno una signora vestita di bianco che lo invitò a piantare una croce sulla collina: tornato a casa trovò la figlia guarita sulla porta che lo aspettava. Colpite da questo fatto, altre persone presero a piantare croci sulla collina nella speranza che le loro preghiere venissero esaudite.
Si narra anche che nel 1300 nella zona c’era il castello di legno dei baroni pagani della regione della Samogizia, distrutto dai monaci guerrieri tedeschi incaricati di cristianizzare il paese. La leggenda racconta che i Samogiti sopravvissuti ammucchiarono i cadaveri dei loro caduti e seppellendoli formarono l’attuale collina.
Altre leggende parlano di persone sepolte vive sotto le macerie di una chiesa costruita sulla collina e crollata per una forte tempesta.
In ogni caso l’usanza di piantare croci sulla collina ha preso un enorme impulso nella seconda metà del XX secolo come simbolo dell'identità nazionale lituana.
Durante l'epoca sovietica la collina con le croci si rese ben presto invisa agli occupanti che stavano tentando, anche con la forza, di diffondere l’ortodossia nel paese e mal tolleravano i simboli del cattolicesimo.
La notte del 5 aprile 1961 le croci furono rimosse dalla collina: quelle di legno furono bruciate, quelle in metallo fuse e quelle di cemento spaccate e utilizzate per la costruzione delle strade. Per altre tre volte le croci della collina furono completamente abbattute con le ruspe per disposizione del regime comunista, ma ogni volta ricomparivano sempre più numerose.
Oggi si contano più di 400.000 croci di ogni dimensione, foggia e materiale, da piccole croci in plastica fabbricate in serie
a croci artistiche monumentali.
La costruzione delle croci è un’arte secolare inscritta nel Patrimonio dei beni immateriali dall’UNESCO per la qualità degli scultori, dei fabbri e dei falegnami che vi si dedicano.
Papa Giovanni Paolo II si recò alla collina delle croci durante la sua visita alla Lituania il 7 settembre del 1993. Celebrò la messa all’aperto su un altare in legno costruito per l’occasione e donò alla collina e al popolo lituano una grande croce di legno
con base
in granito sulla quale è riportato il suo ringraziamento per questa
grande testimonianza di fede. Alle spalle della collina si trova un
monastero francescano, edificato dopo che il Pontefice espresse il
desiderio che qualcuno si occupasse della cura e della manutenzione
del sito. Anche chi non è spinto da sentimento religioso resta
profondamente colpito dalla collina e da tutto quello che essa
rappresenta.
Lasciamo
la collina e ci rimettiamo in viaggio verso l’ultima tappa della
nostra gita, Vilnius, la capitale e la città più popolosa
della Lituania. Vanta un centro
storico barocco tra i più estesi e meglio conservati d'Europa,
dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
La
Lituania è prima al mondo per quanto riguarda il rapporto tra numero
di mongolfiere ogni mille abitanti. Vilnius è una delle poche
capitali europee che offre ai suoi visitatori la possibilità di fare
un giro in mongolfiera sorvolando il centro storico, un’esperienza
da non perdere in primavera ed estate, anche se non proprio a basso
costo. Ma non solo Vilnius: l’esperienza della mongolfiera è
disponibile un po’ in tutta la Lituania, da Kaunas, a Trakai, fino
a Birštonas e alla Penisola Curlandese. Al
nostro arrivo le ultime mongolfiere della giornata si
stavano proprio levando in volo, nel piazzale erboso lungo il fiume
Neris, davanti all’hotel.
Alcune immagini prima di chiudere: una scala, lunga, con a sinistra una sorta di corridoio senza gradini da cui sfrecciavano le biciclette.
Una statua strana, proprio davanti all'ingresso dell'hotel.
Tramonto sul centro.
La vista dalla nostra stanza, al tramonto, sul fiume Neris.
L'albergo illuminato di notte.
La cronaca continua.
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