Dal 2 all'11 giugno 2018 ho partecipato con l'agenzia viaggi Insomma alla gita organizzata nel Cilento per un gruppo di Trentini.
Il Cilento è una subregione (zona che, trovandosi
all'interno di una regione più vasta, ha caratteristiche fisiche,
etniche o linguistiche tipiche e proprie) montuosa della Campania in
provincia di Salerno, nella zona meridionale della regione,
dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità. La
zona è limitata a nord dalla catena dei monti Alburni e a est dal
Vallo di Diano. Se ne fa derivare il nome da cis
Alentum
("al di qua dell'Alento"), quantunque il fiume non ne segni
più il confine.
Fino alla creazione del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di
Diano e Alburni il territorio cilentano era individuato tra i paesi
ai piedi del Monte della Stella (1131 m.s.l.m) e altri delimitati a
est dal fiume Alento. Per ragioni oggettive si è voluto estendere il
Cilento a buona parte della provincia costiera e interna meridionale
di Salerno. Anticamente il Cilento era parte della Lucania (insieme
con il Vallo di Diano e il golfo di Policastro). Ne è rimasto segno
nel dialetto, nelle tradizioni gastronomiche e nella toponomastica
(Vallo della Lucania, Atena Lucana).
Il Cilento da millenni ha ispirato
poeti e cantori. Il mito più famoso è quello dell'isola delle
sirene, nell'Odissea. Il loro canto faceva impazzire i marinai,
portandoli a schiantarsi con le imbarcazioni sugli scogli. L'isoletta
che ispirò Omero probabilmente è quella di
fronte a Punta Licosa, nei pressi di Castellabate. Di fronte al
suo mare Ulisse si fece legare all'albero di maestra per ascoltare
quell'ingannevole canto.
Un altro mito importante è quello di
Palinuro, il nocchiero di Enea. Durante il viaggio verso le coste del
Lazio cadde in mare insieme al timone. Si aggrappò al relitto e per
tre giorni ingaggiò un'estenuante lotta contro le onde infuriate. Ma
quando stava finalmente per mettersi in salvo sulla riva, fu
barbaramente ucciso dagli abitanti di quei luoghi: da allora quel
promontorio prese il nome di Capo Palinuro.
Indipendentemente
dalla leggenda l'uomo ha trovato ospitalità in queste terre da
almeno mezzo milione di anni. Tracce della sua presenza sono evidenti
dal Paleolitico medio al Neolitico, fino alle età dei metalli. I
primi uomini vissero nelle grotte costiere del Cilento a Camerota,
dove si sono scoperti i resti di ominidi inizialmente classificati
come una nuova specie, Homo camaerotensis; a Palinuro, dove si sono
rinvenuti materiali dell'industria della pietra; nelle grotte di
Castelcivita, a San Giovanni a Piro e a San Marco di Castellabate,
dove si sono ritrovati reperti paleolitici; a Capaccio e a Paestum,
dove sono emersi corredi funerari di età neolitica della locale
civiltà del Gaudo. La scoperta di manufatti e utensili provenienti
dal vicino Tavoliere pugliese o dalle isole Lipari, inoltre, ci
dicono che già allora il Cilento fu crocevia di scambi.
Nella foto, che ho scattato dall'imbarcazione su un mare non del tutto calmo, la Grotta delle ossa, con resti fossili sedimentati tra le rocce, a Palinuro.
Poi
tra il VII e il VI secolo a.C. arrivarono i Greci. I Sibariti,
discendenti degli Achei, fondarono Posidonia, divenuta in epoca
romana Paestum. Nello stesso periodo per mano dei Focesi, provenienti
dall'Asia Minore, sorse Elea (poi divenuta la Velia romana): il
fiorente centro cilentano ospitò la Scuola Eleatica di filosofia,
l'artefice fu Senofane nel VI secolo a.C., e quella medica da cui
trasse origine l'importante Scuola Medica Salernitana, madre della
moderna medicina occidentale. A
Paestum si continuò a battere moneta, diritto tramandato dagli Achei
(esperti in quest'arte), anche in epoca romana.
Nella foto Elea- Velia, resti del tempio di Asclepio.
Il
filo della storia cilentana si dipana fino ai giorni nostri legando
vicende romane (Cesare Ottaviano Augusto ne fece una provincia per
allevare gli animali e coltivare alimenti destinati alle mense
romane), a fatti medievali importanti (il Principato longobardo a
Salerno, l'avvento dei monaci Basiliani e Benedettini, la nascita
della Baronia con i Sanseverino, la loro rivolta a Capaccio nel 1246
contro Federico II), fino ai primi "moti del Cilento" del
1828, con l'insurrezione contro Francesco I di Borbone e i suoi
ministri, seguiti vent'anni dopo da nuovi moti antiborbonici, quindi
all'adesione all'unità d'Italia cui rapidamente seguirono gli anni
del brigantaggio postunitario.
Nella foto, la Certosa di san Lorenzo a Padula, voluta dai Sanseverino.
Nella foto, la Certosa di san Lorenzo a Padula, voluta dai Sanseverino.
Il parco nazionale del Cilento,
Vallo di Diano e Alburni è stato istituito
nel 1991, mentre nel 1995 si è creato l'ente per la sua gestione.
L'area naturale protetta di circa 36.000 ettari, interamente compresa
nella provincia di Salerno, è stata successivamente estesa fino a
portare la sua superficie a 181.048 ettari, corrispondendo oggi alla
parte meridionale della provincia, compresa tra la piana del Sele a
nord, la Basilicata a est e a sud e il mar Tirreno ad ovest.
Comprende, in tutto o in parte, i territori di 8 Comunità montane e
80 Comuni. Dal giugno 1997, il Cilento è inserito nella rete delle
Riserve della biosfera del Mab-UNESCO (dove Mab sta per "Man and
biosphere"): su tutto il pianeta (in oltre 80 stati) si contano
circa 350 di queste particolari aree protette, che servono per
tutelare le biodiversità e promuovere lo sviluppo compatibile con la
natura e la cultura. Dal 1998 il parco è Patrimonio dell'umanità
dell'Unesco (con i siti archeologici di Paestum, Velia e il Vallo di
Diano) e dal 2010 è il primo parco nazionale italiano a diventare
Geoparco. La sede del Parco è a Vallo della Lucania.
Il profilo orografico è ovunque
marcato, spesso aspro. Poche e povere in estensione sono le zone
pianeggianti, per lo più in corrispondenza dei fiumi principali,
l'Alento sulla costa e il Tanagro nel Vallo di Diano. Altri fiumi del
Parco hanno carattere torrentizio. Le cime più importanti sono:
Cervati (1898 m), Alburni (1742 m), Gelbison, detto Sacro Monte (1705
m), Motola (1700 m), Monte Centaurino (1433 m), Cocuzzo (1411 m),
Bulgheria (1224 m). La costa è bassa e sabbiosa dal Sele ad
Agropoli, e poi sul litorale tra Casal Velino ed Ascea; altrove, è
alta e rocciosa, spesso crivellata di meravigliose grotte e
insenature.
La geologia del parco è marcata dalla compresenza di due tipi di roccia predominanti: il "Flysch del Cilento", ricco di colori e stratificazioni, che si ritrova in corrispondenza del bacino idrografico dell'Alento e sulla costa nord, e il calcare del Cretaceo, ricco di cavità carsiche, proprio dei complessi montuosi interni (Alburno-Cervati) e della parte meridionale del territorio interessato dal Parco.
Dopo queste doverose premesse, passiamo alla cronaca.
2 giugno: partenza da Lavis verso la prima tappa, distante 930 km, dove pernotteremo solo.
Àtena Lucana è la più antica cittadina del Vallo di Diano.
Sorge su un colle nella parte occidentale della valle ad
un'altitudine di 625 metri sul livello del mare, al confine con la
Basilicata. Il
ritrovamento di una grande necropoli del VII-VI secolo a.C. fa
ritenere che Àtena fu una grande città greca i cui reperti
evidenziano una fitta relazione culturale e commerciale con altre
città della Magna Grecia.
La cronaca continua.
Sei un'enciclopedia. ...grazie per la descrizione! !!che col tempo io dimenticherei 😢
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