mercoledì 27 giugno 2018

Gita nel Cilento - prima parte - informazioni generali, Atena Lucana

Dal 2 all'11 giugno 2018 ho partecipato con l'agenzia viaggi Insomma alla gita organizzata nel Cilento per un gruppo di Trentini. 

Il Cilento è una subregione (zona che, trovandosi all'interno di una regione più vasta, ha caratteristiche fisiche, etniche o linguistiche tipiche e proprie) montuosa della Campania in provincia di Salerno, nella zona meridionale della regione, dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità. La zona è limitata a nord dalla catena dei monti Alburni e a est dal Vallo di Diano. Se ne fa derivare il nome da cis Alentum ("al di qua dell'Alento"), quantunque il fiume non ne segni più il confine.

Fino alla creazione del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni il territorio cilentano era individuato tra i paesi ai piedi del Monte della Stella (1131 m.s.l.m) e altri delimitati a est dal fiume Alento. Per ragioni oggettive si è voluto estendere il Cilento a buona parte della provincia costiera e interna meridionale di Salerno. Anticamente il Cilento era parte della Lucania (insieme con il Vallo di Diano e il golfo di Policastro). Ne è rimasto segno nel dialetto, nelle tradizioni gastronomiche e nella toponomastica (Vallo della Lucania, Atena Lucana). 

Il Cilento da millenni ha ispirato poeti e cantori.  Il mito più famoso è quello dell'isola delle sirene, nell'Odissea. Il loro canto faceva impazzire i marinai, portandoli a schiantarsi con le imbarcazioni sugli scogli. L'isoletta che ispirò Omero probabilmente è quella di fronte a Punta Licosa, nei pressi di Castellabate. Di fronte al suo mare Ulisse si fece legare all'albero di maestra per ascoltare quell'ingannevole canto.
Un altro mito importante è quello di Palinuro, il nocchiero di Enea. Durante il viaggio verso le coste del Lazio cadde in mare insieme al timone. Si aggrappò al relitto e per tre giorni ingaggiò un'estenuante lotta contro le onde infuriate. Ma quando stava finalmente per mettersi in salvo sulla riva, fu barbaramente ucciso dagli abitanti di quei luoghi: da allora quel promontorio prese il nome di Capo Palinuro.

Indipendentemente dalla leggenda l'uomo ha trovato ospitalità in queste terre da almeno mezzo milione di anni. Tracce della sua presenza sono evidenti dal Paleolitico medio al Neolitico, fino alle età dei metalli. I primi uomini vissero nelle grotte costiere del Cilento a Camerota, dove si sono scoperti i resti di ominidi inizialmente classificati come una nuova specie, Homo camaerotensis; a Palinuro, dove si sono rinvenuti materiali dell'industria della pietra; nelle grotte di Castelcivita, a San Giovanni a Piro e a San Marco di Castellabate, dove si sono ritrovati reperti paleolitici; a Capaccio e a Paestum, dove sono emersi corredi funerari di età neolitica della locale civiltà del Gaudo. La scoperta di manufatti e utensili provenienti dal vicino Tavoliere pugliese o dalle isole Lipari, inoltre, ci dicono che già allora il Cilento fu crocevia di scambi. 
Nella foto, che ho scattato dall'imbarcazione su un mare non del tutto calmo, la Grotta delle ossa, con resti fossili sedimentati tra le rocce, a Palinuro.

Poi tra il VII e il VI secolo a.C. arrivarono i Greci. I Sibariti, discendenti degli Achei, fondarono Posidonia, divenuta in epoca romana Paestum. Nello stesso periodo per mano dei Focesi, provenienti dall'Asia Minore, sorse Elea (poi divenuta la Velia romana): il fiorente centro cilentano ospitò la Scuola Eleatica di filosofia, l'artefice fu Senofane nel VI secolo a.C., e quella medica da cui trasse origine l'importante Scuola Medica Salernitana, madre della moderna medicina occidentale. A Paestum si continuò a battere moneta, diritto tramandato dagli Achei (esperti in quest'arte), anche in epoca romana.
Nella foto Elea- Velia, resti del tempio di Asclepio.

Il filo della storia cilentana si dipana fino ai giorni nostri legando vicende romane (Cesare Ottaviano Augusto ne fece una provincia per allevare gli animali e coltivare alimenti destinati alle mense romane), a fatti medievali importanti (il Principato longobardo a Salerno, l'avvento dei monaci Basiliani e Benedettini, la nascita della Baronia con i Sanseverino, la loro rivolta a Capaccio nel 1246 contro Federico II), fino ai primi "moti del Cilento" del 1828, con l'insurrezione contro Francesco I di Borbone e i suoi ministri, seguiti vent'anni dopo da nuovi moti antiborbonici, quindi all'adesione all'unità d'Italia cui rapidamente seguirono gli anni del brigantaggio postunitario. 
Nella foto, la Certosa di san Lorenzo a Padula, voluta dai Sanseverino. 

Il parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è stato istituito nel 1991, mentre nel 1995 si è creato l'ente per la sua gestione. L'area naturale protetta di circa 36.000 ettari, interamente compresa nella provincia di Salerno, è stata successivamente estesa fino a portare la sua superficie a 181.048 ettari, corrispondendo oggi alla parte meridionale della provincia, compresa tra la piana del Sele a nord, la Basilicata a est e a sud e il mar Tirreno ad ovest. Comprende, in tutto o in parte, i territori di 8 Comunità montane e 80 Comuni. Dal giugno 1997, il Cilento è inserito nella rete delle Riserve della biosfera del Mab-UNESCO (dove Mab sta per "Man and biosphere"): su tutto il pianeta (in oltre 80 stati) si contano circa 350 di queste particolari aree protette, che servono per tutelare le biodiversità e promuovere lo sviluppo compatibile con la natura e la cultura. Dal 1998 il parco è Patrimonio dell'umanità dell'Unesco (con i siti archeologici di Paestum, Velia e il Vallo di Diano) e dal 2010 è il primo parco nazionale italiano a diventare Geoparco. La sede del Parco è a Vallo della Lucania.
 
Il profilo orografico è ovunque marcato, spesso aspro. Poche e povere in estensione sono le zone pianeggianti, per lo più in corrispondenza dei fiumi principali, l'Alento sulla costa e il Tanagro nel Vallo di Diano. Altri fiumi del Parco hanno carattere torrentizio. Le cime più importanti sono: Cervati (1898 m), Alburni (1742 m), Gelbison, detto Sacro Monte (1705 m), Motola (1700 m), Monte Centaurino (1433 m), Cocuzzo (1411 m), Bulgheria (1224 m). La costa è bassa e sabbiosa dal Sele ad Agropoli, e poi sul litorale tra Casal Velino ed Ascea; altrove, è alta e rocciosa, spesso crivellata di meravigliose grotte e insenature


La geologia del parco è marcata dalla compresenza di due tipi di roccia predominanti: il "Flysch del Cilento", ricco di colori e stratificazioni, che si ritrova in corrispondenza del bacino idrografico dell'Alento e sulla costa nord, e il calcare del Cretaceo, ricco di cavità carsiche, proprio dei complessi montuosi interni (Alburno-Cervati) e della parte meridionale del territorio interessato dal Parco. 








Dopo queste doverose premesse, passiamo alla cronaca.

2 giugno: partenza da Lavis verso la prima tappa, distante 930 km, dove pernotteremo solo.

Àtena Lucana è la più antica cittadina del Vallo di Diano. Sorge su un colle nella parte occidentale della valle ad un'altitudine di 625 metri sul livello del mare, al confine con la Basilicata. Il ritrovamento di una grande necropoli del VII-VI secolo a.C. fa ritenere che Àtena fu una grande città greca i cui reperti evidenziano una fitta relazione culturale e commerciale con altre città della Magna Grecia. 


La cronaca continua. 

2 commenti:

  1. Sei un'enciclopedia. ...grazie per la descrizione! !!che col tempo io dimenticherei 😢

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  2. Sei un'enciclopedia. ...grazie per la descrizione! !!che col tempo io dimenticherei 😢

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