venerdì 15 giugno 2018

Gita in Olanda - quinta parte - Volendam, Marken

Continua 3 maggio: Volendam, Marken


Andiamo a mangiare al  Jacobs Hoeve Cheese Farm dove visiteremo anche il caseificio





con una simpatica energica signora che ci illustrerà le varie fasi della preparazione del loro formaggio. 

Waterland è una municipalità dei Paesi Bassi situata nella provincia dell'Olanda Settentrionale. Posta a nord di Amsterdam, sorge lungo le coste dell'IJsselmeer, di cui ho già parlato.
Numerosi e pittoreschi centri abitati punteggiano il territorio; noi siamo andati a 
Volendam, un villaggio e porto peschereccio situato nel tratto meridionale dell'IJsselmeer.
Il villaggio deve il proprio nome alla costruzione di una diga (dam) che nel 1357 collegava Edam con il Purmermeer, lungo la quale furono costruite alcune case. La prima parte del toponimo è forse da ricondurre al verbo vollen "riempire". Per i cinque secoli successivi, Volendam rimase poco più che un isolato villaggio di pescatori.

Tra il 1874 e il 1914, Volendam divenne una meta prediletta dai pittori: fu grazie all'avvento degli artisti che Volendam iniziò a svilupparsi come meta turistica.
La via principale della zona del porto si caratterizza per i numerosi edifici con facciate e frontoni in legno. Dietro tale via si trova l'area chiamata Doolhof (labirinto), caratterizzata da stretti canali e stradine dietro le chiuse.

Durante i giorni festivi, gli abitanti di Volendam indossano il loro costume tradizionale: quello degli uomini è costituito da maglione in jersey e pantaloni a sbuffo, quello delle donne da cuffietta in pizzo e vestito a fiori con grembiule a righe e collana di corallo.

Nella notte tra il 31 dicembre 2000 e il 1º gennaio 2001, il villaggio di Volendam fu sconvolto da una terribile tragedia: la morte di 14 persone (soprattutto giovani) e il grave ferimento di altre 180 nell'incendio che distrusse il Café 't Hemeltje, il più grande locale cittadino, durante i festeggiamenti per l'arrivo del nuovo anno. Un monumento ricorda le vittime.

Il Volendams Museum, inaugurato nel 1991, vuole testimoniare le tradizioni e la cultura locale. Raccoglie abiti tradizionali, artigianato domestico, modelli in scala e offre una panoramica interattiva sulla storia della città. 
Volendam viene considerata la controparte cattolica della vicina e protestante Marken.
Da marzo a settembre, un traghetto, il Marken Express, collega Volendam all'ex-isola di Marken.
Marken divenne un'isola nel XII secolo, quando le onde del Mare del Nord formarono un mare interno. Il prosciugamento dei polder circostanti ha cambiato la morfologia del territorio rendendo una penisola questo antico villaggio di pescatori. 

Il porto.

Da vari decenni, infatti, il villaggio è tornato a congiungersi alla terraferma grazie a una strada sopraelevata ma vi si respira ancora un'atmosfera da isola. Furono i monaci frisoni i primi a stabilirsi originariamente nel luogo, dove crearono alcuni poggi su cui edificarono case e fattorie. Poi se ne andarono, abbandonando l'isola alle inondazioni. 

Marken divenne allora un villaggio di pescatori che trasformarono questo piccolo triangolo verde del Markermeer dedicandosi al commercio dell’olio di balena, ma gli inizi del XX secolo, la chiusura graduale dello Zuiderzee pose fine all'attività e gli abitanti si misero a produrre fieno, ritenuto uno dei migliori della zona. 

Da qui deriva l'architettura dell'isola: allineate ai margini di strade striminzite, case in legno alte e strette, fino al 1931 costruite su palafitte, su terrapieni artificiali, detti 'werf '. Tipico è il frontone, in genere di colore verde, blu o rosso con profili bianchi. Anche gli interni sono particolari, con mobili dipinti a mano. 
Gli abitanti sono in gran maggioranza protestanti e poco inclini alle novità. Molti indossano i costumi tradizionali, soprattutto nelle festività.


La diga che collegò Marken alla terraferma venne completata nel 1957: si tratta di una striscia di terra lunga 1 km e larga poche decine di metri.
Nella foto, un giardino.






La giornata si conclude con il rientro ad Haarlem. La cronaca continua. 

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