La gita a Vienna, come quella precedente, ci ha
costretto a un lungo tragitto in pullman, spezzato da tappe ma comunque
massacrante; ne è valsa la pena, però, perché sia i Castelli della Loira
- gita precedente - sia l'Austria hanno molto da offrire e regalano
meraviglie anche inaspettate.
Otto siti austriaci sono inclusi nell’elenco del patrimonio mondiale UNESCO,
e ognuno di essi merita un viaggio: la reggia di Schönbrunn e i centri
storici di Vienna, Salisburgo e Graz, i paesaggi affascinanti della
Wachau e del lago Neusiedlersee, il panorama mozzafiato dell’area alpina
di Hallstatt-Dachstein/Salzkammergut e la più antica ferrovia di
montagna in Europa sul Semmering, capolavoro d’ingegneria del XIX
secolo. Noi ne abbiamo visitati tre. Per gli altri vedi qui.
Dal 1996 il centro storico della città di Salisburgo è nella lista dei patrimoni mondiali dell'umanità.
Salisburgo è riuscita a mantenere un tessuto urbano
straordinariamente ricco, sviluppato nel corso del periodo che va dal
Medioevo al XIX secolo, quando era una città-stato governata da un
principe-arcivescovo. Al commercio internazionale di sale,
l'oro bianco, la città deve ricchezza e benessere attraverso i secoli. I
proventi derivanti dal commercio del sale consentirono ai principi
vescovi di costruire una città che per il suo aspetto italiano, i
numerosi edifici sacri e l'atmosfera particolare, si guadagnò il titolo
di "Roma dal Nord". La sua arte gotica fiammeggiante
attrasse molti artigiani e artisti prima che la città divenisse ancora
meglio conosciuta attraverso il lavoro degli architetti italiani Vincenzo Scamozzi e Santini Solari, ai quali il centro di Salisburgo deve molto del suo aspetto barocco.
Questo punto di incontro tra Europa settentrionale e meridionale, ha
forse scatenato il genio del figlio più famoso di Salisburgo, Wolfgang Amadeus Mozart, il cui nome da allora è stato associato alla città.
Dal 2001 il centro storico della città di Vienna è nella lista dei patrimoni mondiali dell'umanità.
Il centro storico di Vienna è fra i monumenti storici urbani più belli d'Europa. Tre epoche caratterizzeranno l'antica capitale degli imperatori d'Asburgo: il medioevo con il Duomo gotico di Santo Stefano; il barocco, che ha la sua massima espressione nel palazzo di corte (Hofburg) con le sue fastose cupole; il tardo XIX secolo con i maestosi edifici allineati lungo il Ring, come il teatro Staatsoper e il museo di storia dell'arte Kunsthistorische Museum. Il fascino imperiale del centro storico di Vienna è arricchito anche da numerose chiese, palazzi e parchi. Le collezioni raccolte in tutto il mondo dai facoltosi regnanti d'Austria, e la plurisecolare tradizione musicale sono parte integrante del centro storico di Vienna, al pari dei sapori gustosi della cucina viennese e della sua raffinata pasticceria,
della rilassata tranquillità delle sue caffetterie e dei negozi
nostalgici, un tempo fornitori della imperial-regia corte d'Asburgo.
Dal 1996 il Palazzo e i giardini di Schönbrunn sono nella lista dei patrimoni mondiali dell'umanità.
Dal XVIII secolo al 1918, Schönbrunn fu la residenza degli imperatori asburgici; con il suo ampio parco e gli edifici di servizio è uno dei più importanti complessi barocchi d'Europa. È stato progettato dagli architetti Johann Bernhard Fischer von Erlach e Nicolaus Pacassi ed è pieno di esempi eccezionali di arte decorativa. Il giardino zoologico di Schönbrunn, il più antico (1752) e uno dei più prestigiosi d'Europa, si distingue da un lato per i meravigliosi padiglioni barocchi, e dall'altro per gli spaziosi recinti degli animali, realizzati secondo i criteri più moderni.
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Per me, che sono nata a Bressanone e quindi mastico
malamente un po' di tedesco, è stato divertente constatare come in
Austria, a differenza della Francia, tutti cercano di comprendere e
aiutare i turisti che non parlano la loro lingua e anzi
un cameriere pareva persino seccato dal fatto che mi rivolgessi a lui
nella sua lingua, per chiedere il razionatissimo pane per esempio.
Visto che siamo in tema di cibo, si mangia meglio in Austria che in Francia. Personalmente ho apprezzato parecchio la frittatensuppe
il gulasch
e lo stinco, anche se ci hanno servito quasi sempre carne e dopo un po' ne eravamo stufi.
Improponibili invece quelli che ci hanno passato per canederli e per una che li adora e se li prepara pure, QUELLI non erano canederli.
Ricordo con nostalgia quando, andando alle elementari, a piedi e
rigorosamente da sola, mi fermavo a comperare per la merenda il panino a cornetto, il kipferl
ma in questa gita mi sono limitata al krapfen mit aprikosenmarmelade
e ovviamente alla sacher, gustata al caffè Mozart.
L'interno del caffè Mozart.
Non ho assaggiato invece il Salzbuger Nockerl, una sorta di meringa formata da una “catena montuosa” di tre gnocchi
di colore bruno-dorato, ricoperti di zucchero a velo, che raffigurano
le tre “montagne” della città di Salisburgo – Kapuzinerberg, Mönchsberg e
Rainberg.
Ottima la birra, sempre apprezzata.
Simpatica e caratteristica la Wiener Rathauskeller, sala da pranzo del municipio, dove ci siamo fermati come già riferito il 5 settembre.
Alcune note che mi sembrano interessanti.
Il Kipferl è una specialità alimentare austriaca dolce o
salata a forma di mezzaluna. La sua composizione è a base di farina,
burro, uova, acqua e zucchero, con l'aggiunta di tuorlo d'uovo spalmato
sulla superficie per ottenere una colorazione più dorata. Può essere
considerate "figlia" del Kipferl la variante italiana, più elaborata, cornetto, ma anche della più recente, francese: croissant.
Il termine Croissant risale al XIX secolo e alla diffusione delle Viennoiserie in Francia (pasticceria di origine viennese). Il nome deriva dalla pasticceria che l'ufficiale austriaco in congedo August Zang aprì a Parigi in rue de Richelieu nel 1838 o 1839 e in cui vendeva dolci tipici viennesi.
Visto il successo fu ben presto imitata da molti fornai francesi. La
viennoiserie è un tipo di piccola impresa artigianale, molto diffusa in
Francia, la cui produzione è principalmente dedicata alle viennoiseries,
ovvero ai dolci da forno la cui tecnica di realizzazione si avvicina a quella del pane, distinguendosi dalla pâtisserie
(pasticceria) che produce dolci alle creme. In Italia tale distinzione
non esiste, in quanto i fornai sono autorizzati alla produzione sia del
pane che dei dolci secchi da forno.
Nella foto, la Boulangerie Viennoise nel 1909.
Circolano storie popolari che attribuiscono
erroneamente l'origine e la forma del kipfel e quindi del successivo
croissant alla celebrazione della sconfitta dell'Impero ottomano nell'assedio di Vienna
del 1683 o in quello di Budapest del 1686. Un
panettiere che stava lavorando durante la notte udì il rumore dei turchi
che stavano scavando una galleria. Come ricompensa per aver salvato la città il panettiere ricevette il diritto esclusivo di produrre pasticceria a forma di mezzaluna
per commemorare l'evento. Non ci sono fonti originali
che confermino queste storie: l'invenzione del kipferl risale
infatti perlomeno al XIII secolo.
Un'altra tradizione vuole che la battaglia di Vienna abbia ispirato l'invenzione del cappuccino che sarebbe stato creato, secondo alcuni, da Padre Marco d'Aviano
(il frate cappuccino di origini friulane, presente alla battaglia), da
cui il termine "cappuccino". Secondo altre fonti invece da Franciszek Jerzy Kulczycki, che aprì la prima caffetteria a Vienna.
La leggenda vuole che i soldati della confederazione
polacco-lituana e dell’esercito asburgico, mentre erano di stanza nella
Vienna liberata dal secondo assedio turco del 1683, trovarono dei sacchi
di strani frutti che assomigliavano ai fagioli, che
all'inizio ritennero mangime per cammelli per cui decisero di bruciarli.
Il re Giovanni III di Polonia concesse i sacchi a uno dei suoi
ufficiali di nome Franciszek Jerzy Kulczycki, che aprì
la prima caffetteria. Dopo alcuni esperimenti Jerzy aggiunse dello
zucchero e del latte, così nacque la tradizione del caffè viennese.
Questo risultato è stato storicamente riconosciuto, per
cui in molti moderni caffè viennesi hanno appeso a una finestra un
ritratto di Kulczycki. Un'altra spiegazione afferma che Kulczycki, dopo
aver trascorso due anni nell'Impero ottomano, sapesse perfettamente
cosa fosse il caffè e avrebbe ingannato i suoi superiori facendo loro
credere che fossero sacchi di fagioli, in modo da farseli assegnare in
quanto considerati di modesto valore.
La caffetteria viennese,
o caffè viennese, è un'istituzione tipica di Vienna importante nel
contesto della cultura austriaca e viennese. Dall'ottobre 2011 la
"Cultura della Caffetteria di Vienna" è considerata "patrimonio
culturale immateriale" nell'inventario austriaco dell' "Agenzia
nazionale per il patrimonio culturale immateriale", una sezione dell'UNESCO. Il caffè viennese è descritto in questo inventario come un luogo "dove si consumano il tempo e lo spazio, ma solo il caffè compare sul conto."
A differenza dei tradizionali caffè di tutto il mondo, a Vienna è considerato del tutto normale per un cliente fermarsi da solo per ore e leggere a lungo l'onnipresente giornale. Insieme al caffè, il cameriere servirà un bicchiere di acqua corrente fredda
e, durante il prolungarsi della permanenza, porterà spesso al cliente
ulteriori bicchieri d'acqua non richiesta, con l'idea di servirlo con un
esemplare senso di attenzione.
Nella foto: i componenti tipici della caffetteria viennese: giornale, bicchiere d'acqua e tavolo di marmo.
Dura ormai da qualche secolo e non sembra sbiadirsi con il tempo la fama di "città in musica" o di "capitale a passo di valzer",
appellativi che accompagnano da sempre Vienna: sembra il minimo per una
capitale che ha dato i natali a compositori del calibro di Strauss e Schubert, ha ospitato artisti di rilievo assoluto, quali Beethoven e Mozart e saluta l'arrivo dell'anno nuovo con uno spettacolare concerto.
Il Concerto di Capodanno di Vienna è il tradizionale concerto della Filarmonica di Vienna che si tiene dal 1939 a Capodanno nella sala dorata del Musikverein (foto sopra) di Vienna. La popolarità del Concerto ne fa uno degli avvenimenti musicali più seguiti al mondo,
diffuso dalle emittenti di almeno quaranta paesi, con un pubblico
stimato in almeno un miliardo di spettatori in ogni parte del mondo.
Il programma, suddiviso in due parti, si basa prevalentemente su musiche della famiglia Strauss
(Johann Strauss padre, Johann Strauss figlio, Josef Strauss e Eduard
Strauss) eseguite dai Wiener Philharmoniker e, tradizionalmente, viene
concluso con l'esecuzione di tre brani fuori programma, due dei quali fissi: il primo è una polka veloce (o galopp), il secondo è An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu) di Johann Strauss jr e il terzo è la Radetzky-Marsch (Marcia di Radetzky) di Johann Strauss padre; durante quest'ultimo brano, è prassi consolidata che il pubblico in sala batta le mani, seguendo il tempo scandito dal direttore, assieme all'incalzare dell'orchestra.
Inoltre, tradizionalmente, alle prime note del Sul bel Danubio blu il pubblico fa partire un lungo applauso a cui seguono gli auguri degli orchestrali e del maestro d'orchestra.
Ma non c'è solo questo. Entusiasmano il pubblico in tutto il mondo, sono definiti gli ambasciatori più giovani di Vienna: sono i Piccoli Cantori di Vienna. Gli inizi del coro risalgono al 1498, anno in cui l'imperatore Massimiliano I fondò la Hofmusikkapelle di Vienna, di cui i Piccoli Cantori facevano parte.
Il coro (composto da venti a quaranta bambini) aveva l'incarico di fare l'accompagnamento nella messa domenicale.
Come retribuzione i piccoli cantori ricevevano una rigorosa istruzione
musicale e il mantenimento. Alla fine della prima guerra mondiale
l'Impero Austro-Ungarico sparì, e nel 1920 i musicisti della corte viennese furono licenziati.
Nonostante ciò Josef Schnitt, a quel tempo parroco della cappella
imperiale, riuscì a continuare la tradizione corale. Dal 1948 i ragazzi
abitano il "Palazzo Augarten", utilizzato sia come un collegio (scuola convitto) sia come la sede per le prove.
Malgrado i grandi danni subiti a seguito della Seconda guerra mondiale,
il palazzo ha mantenuto l'aspetto originario e gran parte del mobilio
d'epoca è ancora oggi conservato.
Attualmente il coro è una organizzazione privata senza fini di lucro. Ci sono 100 piccoli cantori nella fascia fra i 10 ed i 14 anni di età, che sono divisi in quattro gruppi, due dei quali fanno gite internazionali. Ogni anno si portano a termine circa 300 concerti per più o meno 500 000 persone. Tutti i gruppi viaggiano annualmente da nove a undici settimane.
Nella foto, il coro nella sala dorata del Musikverein.
A Vienna le carrozze trainate da bianchi cavalli e guidate da cocchieri dal caratteristico cappello bombato sono chiamate fiaker. Se ne trovano parecchie nelle più rinomate piazze del centro; un giretto in fiaker può costar molto caro per cui è meglio informarsi sul prezzo prima di salirvi.
La parola francese "fiacre" fa riferimento alla stazione di sosta delle carrozze da nolo nella strada parigina Rue de Saint Fiacre. Nel 1720 anche a Vienna le carrozze, fino ad allora chiamate Janschky-Wagen, furono ribattezzate "Fiaker" (e numerate). Il boom da allora in poi fu inarrestabile: tra il 1860 e il 1900 a Vienna circolavano più di 1.000 fiaker. I fiaccherai spesso erano personaggi originali, conosciuti da tutti in città, che amavano esibirsi tra l'altro anche come cantanti. In particolare veniva apprezzata la loro discrezione quando qualche personaggio altolocato s'intratteneva nella carrozza con la propria amante. Sicuramente il più famoso fu Josef Bratfisch, fiaccheraio personale del principe ereditario Rodolfo, (figlio di Sissi e Francesco Giuseppe) che nel gennaio del 1889 portò la sua amante Mary Vetsera a Mayerling, (nella foto, il castello) dove ebbe fine tragicamente la loro vita.
Una foto d'epoca, Sissi con uno dei suoi adorati cani.
Ritratto di Francesco Giuseppe, che più che imperatore sembra un nonno tenerissimo.
Concludo con una nota forse irriverente, ma "quanno ce vô ce vô". Sotto il Duomo ci sono le catacombe dove sono conservate, in urne di rame, le viscere degli imperatori; i corpi imbalsamati riposano invece nella Cripta dei Cappuccini e i cuori nella
cripta della chiesa degli Agostiniani. Ma a 'sta benedetta gente, di
essere sepolta senza essere anche squartata non passava proprio per la
testa eh?
Alla prossima!
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