lunedì 21 maggio 2018

Gita a Vienna - centro storico seconda parte

4 settembre: visita del centro storico. Seconda parte.


Riprendiamo la nostra visita con alcuni palazzi che ci indica la guida e un giro in pullman. La Looshaus,  costruita nel 1909, è uno dei principali esempi del Modernismo viennese. Essa segna la rinuncia di storicismo, ma anche alla decorazione floreale dello stile secessionista. Si trova sulla Michaelerplatz davanti al Hofburg. Quello che colpisce è il contrasto tra il marmo disposto nella parte inferiore della facciata (un verde marmo cipollino di Eubea) e la semplice facciata intonacata in calce dei piani residenziali sovrastanti.

L'edificio causò un'ondata di critiche e di sdegno. Si dice che l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria fosse addirittura inorridito dalla facciata assolutamente semplice che si ergeva proprio davanti al palazzo imperiale, tanto da voler evitare di utilizzare l'uscita sulla Michaelerplatz, ma anche di aver fatto abbassare le tende delle finestre della Hofburg, in modo da non verder più quella casa "orribile". Il popolo invece la chiamava la "casa senza sopracciglia" perché sprovvista dagli ornamenti sopra le finestre tipiche per le facciate dell'epoca. Nato come edificio commerciale ora è sede di una banca.


La  Herrengasse, via dei signori, segue il tracciato di un’antica strada dell’epoca romana. Oggi la via conduce dalla Michaelerplatz alla Schottengasse (vicolo degli Scozzesi) e poi al nono distretto. Nei secoli della dominazione absburgica l’aristocrazia e i ceti più ricchi della popolazione fecero erigere nelle vicinanze della Hofburg i loro sfarzosi palazzi. Palazzo Herberstein è uno di questi.



Costruito nel 1896-1897, ha sostituito Palais Dietrichstein, famosa per il suo Café Griensteidl, dove un gruppo di giovani poeti e scrittori conosciuti come Jung-Wien si riunivano regolarmente. Dopo la demolizione della caffetteria, nel 1990 è stato inaugurato un nuovo Griensteidl Café a Palazzo Herberstein.

Andiamo ora alla Chiesa Votiva. Il 18 febbraio 1853, mentre stava passeggiando, Francesco Giuseppe I d'Austria fu aggredito dall'operaio tessile ungherese János Libényi che intendeva così vendicare le centinaia di martiri della rivolta magiara, impiccati nella città di Arad, nel settembre 1849. Approfittando della disattenzione della scorta, il ventiduenne Libényi tentò di pugnalare l'imperatore alla gola, ma la lama rimase incastrata in una fibbia di metallo che ornava il colletto della divisa, procurando solo lievi escoriazioni; l'attentatore fu immediatamente bloccato dai presenti e, dopo un rapido processo, fu impiccato nella prigione di Simmering, lo stesso febbraio.
Dopo il fallito attentato, il fratello dell'imperatore, l'arciduca Ferdinando Massimiliano d'Austria, lanciò una raccolta di fondi per costruire una nuova chiesa a Vienna. La chiesa doveva rappresentare "un ringraziamento dei popoli della monarchia per la salvezza di Francesco Giuseppe".

Divenne in un certo senso un progetto concorrente a quello, senza dubbio maggiore, del duomo di Colonia. Non da ultimo aveva una certa importanza come elemento accomunante delle varie etnie, in grande maggioranza cattoliche, dell'ormai pericolante Impero austriaco.

Costruita in Rooseveltplatz, in posizione un po' arretrata rispetto alla Ringstraße, in stile neogotico secondo i piani di Heinrich von Ferstel, la chiesa venne eretta nel giro di una ventina di anni (1853-1879) e inaugurata in occasione delle nozze d'argento di Francesco Giuseppe ed Elisabetta di Baviera, il 24 aprile 1879.

Si presenta come una basilica a tre corte navate e un corposo transetto. La facciata è sormontata da due snelle torri ottagonali. Nonostante le notevoli dimensioni (99 m di altezza) la relativa rapidità della costruzione si riflette nell'omogeneità stilistica, principale caratteristica di questa chiesa, distinguendola così dalle cattedrali gotiche, a cui è ispirata: queste ultime, infatti, venivano spesso costruite nel corso di secoli, spesso con interruzioni, ed erano quindi inesorabilmente oggetto di importanti ripensamenti nel progetto.


L'interno è luminoso per le molte bellissime vetrate e custodisce diverse opere d’arte, fra cui una tomba del 1500 con un rilievo del Conte Niklas Salm, un altare del 1400 che riproduce le scene della Passione


e un singolare monumento ai caduti: un cero che pesa 280 kg, alto 4 m, con un diametro di 30 cm, che (dicono) brucerebbe ininterrottamente per 200 anni se restasse sempre acceso.












Dettaglio.



Un’altra parte interessante è l’altare che ospita una copia della Vergine di Guadalupe, costruito in memoria dell’imperatore del Messico, Ferdinando Massimiliano d'Austria, fratello di Francesco Giuseppe.


Dettaglio, non chiarissimo purtroppo, della memoria di Massimiliano.


Dal punto di vista statistico a Vienna toccano 120 metri quadrati di area verde a testa su una popolazione di 1,7 milioni di abitanti. In altri termini: più della metà del territorio urbano è costituito da aree verdi. Con ciò Vienna risulta essere una delle metropoli più verdi del mondo. Il parco di Sigmund Freud è situato tra l'Università principale di Vienna e la Chiesa Votiva; tra i parchi della città è particolarmente amato per la bella iniziativa per l'estate: 100 comode sedie a sdraio vengono portate qui ogni giorno (e intorno alle 21 vengono ritirate) e sono a disposizione del pubblico gratuitamente.


L'Università fu fondata il 12 marzo 1365 dal Duca Rodolfo IV e dai fratelli Alberto III e Leopoldo III, da cui proviene il nome aggiuntivo di Alma Mater Rudolfina. E' la seconda università più antica dell'Europa Centrale, e la più antica tra i paesi di lingua tedesca. L'edificio principale attuale sulla Ringstraße fu costruito tra il 1877 ed il 1884 da Heinrich von Ferstel.

Il Burgtheater fu voluto da Maria Teresa d'Austria per avere un teatro adiacente al suo palazzo e fu inaugurato il 14 maggio 1748. Il 14 ottobre 1888 venne spostato in un nuovo edificio disegnato da Gottfried Semper sulla Ringstraße, dove si trova ancora oggi.


Il 12 marzo 1945 venne quasi completamente distrutto in un raid aereo e, un mese più tardi, il 12 aprile, venne ulteriormente danneggiato da un incendio dalle origini sconosciute. È stato ricostruito con le sembianze originarie tra il 1953 e il 1955. A fianco si estende il Volksgarten.


Una foto storica del teatro intorno al 1900.


Il MuseumsQuartier è un complesso museale di Vienna. Situato nel distretto di Neubau, occupa un'area di 60.000 m² e contiene edifici barocchi e di architettura moderna. Originariamente era il complesso delle scuderie di corte, destinato ad ospitare fino a 600 cavalli e 200 carrozze. Il progetto dell'edificio venne affidato nel 1713 dall'imperatore Carlo VI all'architetto Johann Bernhard Fischer von Erlach.


Dopo la fine della prima guerra mondiale le scuderie persero il loro scopo originario e gran parte del fabbricato venne dismessa. Negli anni ottanta vi furono svariati dibattiti sulla destinazione migliore per il complesso e dall''86 prese corpo l'dea di farne sede di musei. Nel 1998 ebbero inizio i lavori, che si conclusero nel 2001 e il 29 giugno di quell'anno il complesso museale venne aperto.


Il Kunsthistorisches Museum (Museo della storia dell'arte), è uno dei più antichi e ricchi musei al mondo. L'edificio principale, sormontato da una cupola ottagonale alta 60 metri, si trova in Maria Theresien-Platz, lungo la Ringstraße.  Inaugurato il 17 ottobre 1891 alla presenza dell'imperatore Francesco Giuseppe I d'Asburgo, dal 22 ottobre venne aperto al pubblico.

La Saliera di Francesco I è un'opera scultorea in ebano, oro e smalto, realizzata da Benvenuto Cellini al tempo del suo soggiorno in Francia, tra il 1540 e il 1543. Di piccolo formato (è alta 26 cm), è considerato universalmente il capolavoro d'oreficeria dell'artista e uno degli oggetti più significativi del Manierismo europeo. Custodita nel museo, è stata trafugata l'11 maggio del 2003. Dopo una fallita richiesta di riscatto l'opera è stata recuperata il 22 gennaio 2006, all'interno di una scatoletta, in un bosco presso Zwettl, a circa 90 km dalla capitale austriaca.


Il Parlamento di Vienna è situato lungo la Ringstraße. L’architetto Theophil Hansen scelse di costruirlo nello stile classico di un tempio greco, in omaggio agli Elleni che furono il primo popolo ad amare la libertà e la legalità sopra ogni altra cosa. I lavori per la costruzione iniziarono il 2 settembre 1874, la prima sessione parlamentare fu il 4 dicembre 1883.

I pronai da tempio greco di ordine corinzio spiccano davanti alla facciata e fungono così da avancorpi, dando un aspetto pomposo al palazzo. Due coppie di quadrighe svettano ai due lati della facciata. Presso le rampe che portano all'edificio campeggia la statua di Atena, che simboleggia la saggezza del governo statale. Nel complesso, la struttura della facciata principale ricorda quella dello Zappeion ad Atene. Con l'uso di forme neogreche, il Parlamento completa l'insieme di neostili sempre diversi che caratterizza la zona della Ringstraße.

L’imponente edificio occupa una superficie di quasi 14.000 m². Ci sono 1.600 stanze con 920 finestre. Il consumo giornaliero di energia elettrica è all’incirca pari al fabbisogno annuo di quattro case unifamiliari.

Come parlamento della vecchia Austria, Reichsrat, ospitava politici delle nazionalità più disparate, suddivisi nelle due camere poste rispettivamente a sinistra e a destra dell'entrata principale (le camere si chiamavano Abgeordnetenhaus, e Herrenhaus: l'edificio è infatti bipartito). Si ricordano anche politici trentini come Alcide De Gasperi e Cesare Battisti, oppure friulani come Luigi Faidutti e Giuseppe Bugatto. Tutt'oggi, le due camere parlamentari dell'attuale Repubblica Austriaca si riuniscono nel palazzo, nonostante gli interventi di restauro legati ai danni arrecati durante la seconda guerra mondiale.
Si notano a destra i pinnacoli del municipio.


La chiesa di San Carlo Borromeo è una chiesa cattolica situata ai margini del primo distretto, 200 metri fuori dal Ringstrasse. È una delle più eminenti chiese barocche d'oltralpe e vanta una imponente cupola dalla forma ellittica. Restaurata sul finire degli anni ottanta del Novecento, è nota anche grazie  alle sue due colonne poste ai lati, decorate con bassorilievi.


La vasta cupola e il porticato d'ingresso sono ispirati all'arte classica greca e romana. Venne fatta costruire per volere dell'imperatore Carlo VI, a seguito dell'epidemia di peste che colpì la città. L'imperatore, infatti, decise che appena la città fosse scampata al flagello, avrebbe fatto costruire una chiesa dedicata a San Carlo Borromeo, protettore dei malati di peste. Le due colonne ritorte, ispirate alla Colonna Traiana di Roma, sono decorate con rilievi raffiguranti la vita del santo.

Dettaglio della colonna con bassorilievi.


Lo scalone d'ingresso è affiancato da due angeli, rappresentati il Vecchio ed il Nuovo Testamento mentre la facciata si ispira alla chiesa di Sant'Agnese in Agone di Roma. Il decoro del frontone rappresenta le sofferenze della cittadinanza viennese durante l'epidemia di peste.


In fondo ad Augustinerstrasse si apre la piazza dell'Albertina. Il palazzo omonimo venne eretto su uno degli ultimi tratti degli antichi bastioni della città, i bastioni agostiniani. Noto come Palazzo Taroucca, nel 1793 venne acquistato da Alberto di Sassonia-Teschen, genero di Maria Teresa d'Austria, che lo estese fino  a confinare con il palazzo imperiale.


Abbandonata ogni attività politica, Alberto si dedicò alle sue collezioni di arte, già iniziate dai tempi in cui era stato Governatore d'Ungheria e proseguite a Bruxelles. Furono recuperate solo due terzi delle collezioni che vennero trasferite nella città di Vienna, essendo affondata la nave da trasporto sulla quale era stata imbarcata una parte delle stesse.

Il successivo erede, l'Arciduca Carlo, figlio adottivo di Alberto e Maria Cristina, diede avvio, nel 1820, a una riforma del palazzo affidata al Kornhäusel, che intervenne, soprattutto, sulle decorazioni d'interno.


Ora l'Albertina è il più visitato museo di Vienna: qui si trova una delle collezioni grafiche più ampie e preziose del mondo, sopravvissuta a guerre, crisi e intrighi asburgici per venderla dopo la seconda guerra mondiale. Custodisce circa 45.000 disegni e acquerelli, più di un milione di incisioni prodotte nell'arco di cinque secoli e 35.000 volumi.


Accanto a una modernissima tettoia in titanio, simbolo della “nuova” Albertina, si trova il monumento equestre dell’emerito fondatore della collezione dal 1768, il duca Alberto di Sassonia-Teschen, appassionato e illuminato collezionista. Nel 1921 venne assunto per il museo il nome di Albertina, proprio in suo onore.


All'inizio del 1919, il palazzo e la collezione passarono in proprietà della neonata Repubblica austriaca. Nel 1920 la collezione venne unita alla collezione della libreria della corte imperiale. Nel marzo 1945, l'Albertina venne gravemente danneggiata da bombardamenti aerei. Riparata, essa venne completamente rinnovata a partire dal 1998.


Addossata alla Albrechtsrampe, la rampa d'ingresso, si trova la Danubius-Brunnen (Fontana del Danubio), realizzata nel 1864-1869 e restaurata nel 1945. Donata da Francesco Giuseppe alla città di Vienna fu inaugurata nel 1869.


Attorno alle figure allegoriche centrali del Danubio e di Vindobona (Vienna), entro una serie di nicchie sono disposte le personificazioni di alcuni fiumi, tutte di marmo bianco di Carrara.



Nella piazza si trova anche dal 1991 il Memoriale contro la guerra e il fascismo (Mahnmal gegen Krieg und Faschismus) realizzato nel 1988 da Alfred Hrdlicka composto di quattro elementi distinti:


due blocchi di marmo che simboleggiano il Portale della violenza, una rappresentazione di Orfeo che entra nell'Ade e un blocco di corpi rimasti intrappolati nel rifugio antiaereo sottostante la piazza durante un bombardamento.

L’opera è composta da più parti per ricordare tutte le vittime del nazionalsocialismo, sia dell’Olocausto che della guerra in generale. I blocchi di granito grigio alla base delle sculture provengono dal campo di concentramento di Mauthausen.



Il personaggio in bronzo che pulisce il selciato ricorda l'ordine impartito agli ebrei il 12 marzo 1938, allorché l'Austria venne annessa alla Germania, di cancellare dalle strade tutte le scritte patriottiche.





Praticamente di fronte all'Albertina sorge la Staatsoper, il più celebre teatro di Vienna. Numerosi architetti di spicco parteciparono al bando indetto dalle autorità di Vienna per la costruzione di un palazzo per l'opera lirica. Alla fine vennero accolti i piani di costruzione, in stile neorinascimentale, degli architetti August Sicard von Sicardsburg e Eduard van der Nüll. Nel 1861 cominciarono i lavori.


L'edificio suscitò nell'opinione pubblica delle critiche violente. Si rimproverò ai due architetti una "completa mancanza di stile", l'imperatore Francesco Giuseppe la definì addirittura una "stazione ferroviaria". Eduard van der Nüll, non resse le critiche e si suicidò nell'aprile del 1868. Dieci settimane dopo, anche il secondo architetto morì di un attacco cardiaco. Foto 1900.


Tutto sommato però conquistò presto i viennesi che la chiamarono "Das erste Haus am Ring" (il primo palazzo della Ringstraße). Venne inaugurato come Opera di Corte (Wiener Hofoper), il 25 maggio 1869 con l'opera di Mozart Don Giovanni, alla presenza dell'Imperatore Francesco Giuseppe e dell'Imperatrice Elisabetta.

Nel 1920 con la caduta della Monarchia asburgica e la nascita della Prima repubblica austriaca assunse l'attuale denominazione di Opera di Stato.

Verso la fine della seconda guerra mondiale, il 12 marzo 1945, il teatro venne quasi completamente distrutto da un bombardamento americano. La sezione frontale, che era stata murata per precauzione, rimase intatta, così come il foyer, con gli affreschi di Moritz von Schwind, lo scalone principale, il vestibolo e la sala da tè. Sala e palcoscenico furono però distrutti dalle fiamme insieme a quasi tutto l'arredamento e oggetti di scena per più di 120 opere con circa 150.000 costumi. La Staatsoper venne temporaneamente ospitata presso al Wiener Volksoper. Il Teatro dell'Opera venne riaperto il 5 novembre 1955 con l'opera Fidelio di Beethoven.

A Vienna l’opera è universale. Non occorre un biglietto d’entrata per assaporare una stupenda serata di musica e canto. Il programma "Oper live am Platz" si svolge nei mesi di aprile, maggio, giugno e intorno a Capodanno - dal 27 dicembre al 2 gennaio, con tutto il fascino dell’opera di Strauss Il pipistrello il 31 dicembre nell’ambito del Percorso di San Silvestro. L’Opera di Stato trasmette ogni stagione più di 80 rappresentazioni live su un maxi schermo a LED di 50 m2. Un direttore della fotografia predispone una ripresa in diretta ideale grazie alle otto telecamere HD comandate da remoto. Mentre all’interno tutte le sere gli spettatori lottano per conquistarsi i convenienti posti in piedi, all’esterno, nella Karajan-Platz, si sta seduti comodamente e ci si gode lo spettacolo gratis. 180 sedie vengono messe a disposizione durante la trasmissione in diretta. Circa mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo sul maxischermo scorrono le informazioni sull’opera e sugli interpreti.


Lo spettacolo più noto a livello internazionale è l'Opernball, il Ballo dell'Opera, che si tiene ogni anno l'ultimo giovedì prima di Carnevale. È uno spettacolo mediatico di primo ordine che attira ospiti da tutto il mondo. Il codice di abbigliamento del ballo è molto rigido: frac per gli uomini e abito da sera lungo per le donne. I prezzi per partecipare sono altissimi.


La chiesa di Santa Maria degli Angeli, comunemente chiamata chiesa dei Cappuccini (Kapuzinerkirche) con annesso monastero dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini è stata fondata nel 1617 e dedicata nel 1632. Si trova a poca distanza dal Palazzo imperiale Hofburg. L'edificio, pur essendo nato in epoca barocca, presenta una facciata molto semplice, ricostruita negli anni trenta del XX secolo.


L'imperatore Ferdinando d'Asburgo lo scelse come luogo di esequie e di sepoltura dei membri della dinastia imperiale e dei loro discendenti. Nei sotterranei si sviluppa un complesso detto Cripta Imperiale, mausoleo nel quale sono custoditi i sarcofagi di circa 150 appartenenti alla casa d'Asburgo.


Oltre un quarto delle persone qui sepolte morì al momento della nascita o prima di compiere i 5 anni di età. La chiesa subì nel corso degli anni diversi cambiamenti ma la piccola cappella originale fu conservata, insieme alle tombe dei due fondatori, a quelle di una decina di bambini e fu chiamata la Cappella degli Angeli.


Nella foto, il corridoio della cripta.


Nel 1908 fu costruita la Franz Josephs Gruft, con le tombe dell'Imperatrice Elisabetta di Baviera (1837 - 1898) a sinistra, moglie dell'Imperatore; l'Imperatore Francesco Giuseppe (1830 - 1916) e l'Arciduca Rodolfo (1858 - 1889) a destra, figlio dell'Imperatore Francesco Giuseppe e di Sissi.


La tomba dell'Imperatrice Maria Teresa (13 maggio 1717 - 29 novembre 1780). Primogenita discendente sopravvissuta dell'Imperatore Carlo VI 40, la sua ascesa fu contestata e ufficialmente la corona dell'Impero andò a suo marito (1736), l'Imperatore Francesco I. Morta all'età di 63 anni, i suoi quarant'anni di regno sono visti dagli austriaci come quelli della Regina Vittoria per gli inglesi: gli anni d'oro del potere, del prestigio e dell'impero. E' sepolta accanto al marito (Lunéville, 8 dicembre 1708 - Innsbruck, 18 agosto 1765) in un magnifico doppio sarcofago del tardo Barocco.



Il Palazzo d'Inverno del Principe Eugenio è un grande palazzo nobiliare che sorge nel centro storico nei pressi del Duomo di Santo Stefano. Era la residenza cittadina, invernale, del principe Eugenio di Savoia, in alternanza con quella, estiva, del Belvedere. Rappresenta uno dei più bei palazzi di Vienna e un capolavoro dell'Architettura barocca austriaca.


Nella Domgasse n.5 si trova l’unico appartamento, della dozzina in cui Mozart abiterà a Vienna, rimasto in piedi fino ad oggi. Vive qui dal 1784 al 1787, al primo piano, i suoi anni probabilmente più felici. In ogni caso non rimane in nessun altro appartamento così a lungo come in questo. Durante questo periodo Mozart è un artista acclamato; proprio qui scrive alcune delle sue composizioni migliori fra cui la sua opera forse più interessante: Le nozze di Figaro.


Attraverso stradine strette della Vienna medievale arriviamo alla piazzetta, con la fontana di Mosè del 1798, su cui sorge la chiesa dei Francescani, conosciuta anche come Chiesa di San Girolamo. Eretta nel 1603, la facciata esterna della chiesa è in stile rinascimentale, tuttavia, il suo interno è in stile barocco.

Le finestre ad arco acuto richiamano motivi tardo-medievali mentre la ricchezza dei dettagli della facciata è un chiaro richiamo al rinascimento. L'avancorpo che sporge nella piazza fu sostituito nel 1742 dal portale rinascimentale.


L'interno è ben più lussuoso di quanto sarebbe logico aspettarsi da una chiesa dell'ordine del fraticello, ma si sa, quando ci sono di mezzo i potenti... e gli Asburgo avevano una predilezione per gli antichi ordini monastici, Francescani e Cappuccini in particolare.

Il pulpito.


I confessionali.
 
Santo Stefano è la cattedrale metropolitana di Vienna; il monumentale edificio è lungo 107,2 metri e largo 34,2 metri. Ha quattro torri: la più alta è la torre sud con i suoi 136,44 metri, sulla cui sommità si arriva tramite una scala di 343 gradini. La torre è uno dei simboli della città e i viennesi la chiamano "Steffl":  è visibile da quasi ogni punto della città. Il duomo rappresentava la salda unione tra monarchia e chiesa cattolica e, di conseguenza, il suo campanile doveva essere il più alto dell'impero degli Asburgo. Per questo fu imposto ai costruttori del campanile del duomo di Linz di fermarsi a due metri sotto quello di Vienna. Qui un sito da cui ho attinto notizie.

Le fondazioni dell'edificio risalgono al 1147, quando sul luogo dell'attuale cattedrale venne realizzata una chiesa di pianta romanica. Una seconda più grande struttura sempre di pianta romanica fu edificata nel XIII secolo, e di essa ci rimangono sulla facciata dell'ingresso principale il Portale dei Giganti e le Torri dei Pagani. Il portale fu così battezzato dopo il ritrovamento, nel XV secolo, di un osso di mammut nelle fondamenta: all'epoca si credeva la gamba di un gigante annegato durante il diluvio universale. Le torri invece sono chiamate "dei pagani" perché si ergono sul luogo in cui nell'antichità sorgeva un tempio pagano. Fu solo tra il XIV e il XV che la chiesa assunse una conformazione gotica.

Ulteriori aggiunte vennero effettuate dagli Asburgo, tra cui la costruzione della torre settentrionale, iniziata nel 1467 ma non terminata, per mancanza di soldi ma anche perché nel frattempo i gusti erano cambiati (il gotico non era più di moda). Una leggenda ritiene che il completamento non avvenne perché il suo architetto Hans Puchsbaum ruppe un patto col demonio e venne fatto precipitare giù dalla struttura. Nel 1515 venne celebrato nella cattedrale il doppio matrimonio tra i nipoti di Massimiliano e i figli del re di Ungheria. Nel 1916 vi si tennero i funerali dell'imperatore Francesco Giuseppe.

La torre nord ospita nella cupola la Pummerin, la grande campana di 21 tonnellate ottenuta dalla fusione di 100 palle di cannone sparate dai turchi contro le mura viennesi durante l'assedio della città. La campana venne realizzata nel 1711, ma nel 1945 crollò per i bombardamenti ed è stata ricostruita dai pezzi di quella precedente.
 

Di squisita fattura è il tetto maiolicato, completamente rivestito da ben 250.000 tegole smaltate policrome che formano lo stemma dell'aquila bicefala degli Asburgo; il 1831 è l'anno in cui sono stati aggiunti gli stemmi al tetto già decorato a partire dal 1490.





Qui invece gli stemmi dell'Austria e di Vienna; il tetto fu certosinamente ristrutturato dopo che la cattedrale fu gravemente danneggiata dai bombardamenti degli Alleati e dall'incendio che ne seguì nel 1945. Tre anni più tardi vennero completati i lavori di ricostruzione e restauro della chiesa. Dal tetto si affacciano i tradizionali doccioni o gargoyle.


Dettaglio gargoyle.



Molte chiese dell'epoca romanica e gotica avevano un orientamento ben preciso: la cattedrale giace su un particolare asse che collega, a queste latitudini, l'alba del Solstizio invernale con il tramonto del Solstizio estivo. L'abside, da sempre, punta al Solstizio invernale e precisamente all'alba del 26 Dicembre 1137, data di fondazione della prima chiesa e giorno di Santo Stefano, patrono della cattedrale.

Nella foto, un modello del duomo.


Sul lato nord-occidentale è posto il pulpito di san Giovanni da Capistrano, realizzato nel XVIII secolo. Il santo francescano la cui statua è posta sopra il pulpito predicò proprio da quel punto contro l'invasione turca portando alla vittoria dell'esercito cristiano nel 1456 nella battaglia di Belgrado.

Curiosità: sono numerose, nella cattedrale e fuori, le statue e le icone di Cristo e della Madonna associate a leggende popolari. Sulla facciata c'è una figura di Cristo chiamata "Uomo del dolore". I viennesi conoscono questa figura come "Cristo con mal di denti" perché sarebbe solito punire i peccatori colpendoli appunto col mal di denti.

All'interno c'è invece la statua della Madonna dei Servi che venne in soccorso a una cameriera accusata di aver rubato al proprio padrone.

In una sala delle catacombe è ospitato il museo lapideo della cattedrale, dove sono conservate pietre tombali e altre figure tratte dagli esterni del duomo, ora sostituite da copie. Nella foto, pietre funerarie lungo una fiancata della cattedrale, che testimoniano la precedente presenza di un cimitero.

La piazza davanti alla chiesa principale di una città era anche il luogo dove si teneva il mercato cittadino e le fiere che radunavano i commercianti stranieri. Per essere al sicuro dagli imbroglioni che spesso e volentieri usavano misure e pesi truccati il comune fece applicare al muro della chiesa delle stecche di ferro con le misure corrette che ognuno poteva usare per controllare. 

Durante l'occupazione nazista (dal 1938 al 1945) la sigla "O5" era quella della resistenza antinazista. 5 sta per "E", la quinta lettera dell'alfabeto, O5 significa quindi "OE" = "Österreich"). Dopo l'annessione dell'Austria da parte della Germania la denominazione "Österreich" era vietata. I nazisti lo lavavano via, ma riappariva sempre. Oggi la sigla è incisa nella pietra del duomo e protetta da una lastra di vetro.  

Metto questa foto, non molto chiara, ma che serve a indicare la posizione delle immagini di cui ho parlato sopra.



Prima di entrare nella cattedrale, il dettaglio di un rosone 

e della magnifica facciata gotica.


Non appena si entra si è colpiti dalla grandiosa munificenza della cattedrale. L'interno è a tre navate con colonne ornate da grandi statue (Santi, uomini, donne o raffigurazioni collettive sono più di un centinaio) e altari. Le due navate laterali sono più basse, quella di sinistra era per le donne, la destra per gli uomini e al centro stava la nobiltà.

Al centro l’altare maggiore in marmo nero e nell’abside artistiche vetrate gotiche, le uniche originali rimaste.

 
L'altare maggiore barocco in marmo risale al 1641, è opera dell'architetto Johann Jacob Pock e al centro ospita un grande dipinto che presenta il Martirio di Santo Stefano, patrono della cattedrale, opera del pittore tedesco Tobias Pock, autore anche della pala dell'altare laterale dedicato ai santi Pietro e Paolo, e fratello di Johann Jacob. 





Dal 1511 al 1515 Anton Pilgram, scultore e architetto boemo, prende parte al cantiere del Duomo di Vienna, per il quale realizzerà la cantoria gotica dell'organo, con un suo famoso autoritratto rappresentato con gli strumenti da lavoro, compasso e squadra; 

e soprattutto quello che sarà il suo capolavoro e una delle sculture più alte del tardogotico: il Pilgramkanzel. Il prezioso Pulpito dai complicati intrecci e trafori gotici, domina la navata centrale ed è decorato con le statue dei quattro Padri della Chiesa e da piccole sculture di animali diabolici scacciati da un cane. 


Dettaglio del pulpito.  





 
Dettaglio della rampa di salita al pulpito. 

Da una piccola finestrella più sotto, la Fensterguker, si affaccia lo stesso Pilgram. Nel medioevo quasi mai l'artista firmava la sua opera, così spesso gli autori delle opere d'arte sono rimasti sconosciuti fino ad oggi. Il Rinascimento cambiò la tradizione. L'artista cominciò a riconoscersi come intellettuale che creava opere uniche e irripetibili. I molti autoritratti di pittori e scultori dell'epoca dimostrano un ruolo dell'artista nella società completamente cambiato.

L'altare Wiener Neustädter, chiamato anche "Friedrichsaltar", commissionato dall'imperatore Federico III, è un  trittico in stile gotico del 1447, un altare convertibile con una parte centrale principale e due ali mobili esterne. Il trittico è decorato da 72 dipinti di santi e da pannelli scultorei raffiguranti scene della vita della Vergine Maria e di Cristo. Le sculture sono in parte colorate, in parte dorate.

L'altare si trova nel coro della navata femminile dal 1952.





 
L'icona della Madonna di Pécs è pregata dai fedeli che hanno delle persone care malate, poiché si dice che l'immagine abbia versato lacrime. Fu questa Madonna ad aiutare il principe Eugenio di Savoia nella vittoria sui turchi,

e a sinistra della porta principale, sempre nella navata delle donne, proprio nella Cappella Tirna, posta di fronte al baldacchino con l'icona, c'è la tomba del principe Eugenio.

A destra dell'altare principale, nel coro della Navata degli Apostoli, risalta l’imponenza del sarcofago in marmo rosso dell’imperatore Federico III del 1493. La piastra di copertura della tomba pesa da sola otto tonnellate.
 
Uscendo dal duomo non si può non notare la modernissima costruzione dalla mole curvilinea che ci si trova quasi di fronte. E' la  così detta Haas Haus; opera progettata dall'architetto viennese Hans Hollein. Nonostante le accese polemiche per la costruzione di un edificio moderno proprio nel centro storico, l'architetto riuscì a portare a termine il suo progetto grazie anche all'intervento dell'allora sindaco della città. Guardando la facciata dell'edificio da sinistra verso destra la caratteristica pietra chiara man mano lascia il posto alle vetrate a specchio. L'intera facciata dell'edificio è curvilinea e la cattedrale vi si specchia.

Si chiude qui la terza giornata, densa e faticosa da riproporre vista la mole di notizie. La cronaca continua.

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