Il Friuli Venezia Giulia (FVG) mi mancava, così quando
ho visto nel programma dell'agenzia una gita in quella regione mi sono
iscritta, anche perché sin da piccola mi ha affascinato la storia del
Castello di Miramare e dell'infelice coppia che lo ha abitato. Non solo
il castello, ma tutto quello che ho visto nei quattro giorni in cui
siamo stati in FVG valeva la fatica del lungo percorso intrapreso in
pullman.
Alla grande varietà dei paesaggi che arricchiscono la regione corrisponde un patrimonio culturale altrettanto
ricco, determinato da una storia complessa e dalla confluenza, in
questa terra, di diverse popolazioni. Il Friuli Venezia Giulia è un piccolo universo in cui si fondono tante diverse tradizioni: è la “terra dei contrasti”.
La prima tappa, Udine, con un territorio estremamente
vario che si estende dalla spiaggia di Lignano alle Prealpi Carniche, ha
come elemento caratterizzante il fiume Tagliamento, circondato da paesaggi suggestivi ed entrato nella storia come teatro dei drammatici eventi della grande guerra.
Parlando di Udine però è doveroso citare il Tiepolo,
artista eccezionale che, non ancora trentenne, ottiene qui
importanti commissioni. Il suo primo importante intervento pittorico su
larga scala, quello in cui riesce a svincolarsi definitivamente dalla
tradizione barocca per elaborare un linguaggio autonomo e originale, è il ciclo degli affreschi della “Galleria” nel Palazzo Patriarcale.
La guida ci offre un'altra chicca, quando andiamo a vedere il Palazzo Comunale, chiamato anche Palazzo D’Aronco,
perchè ideato e progettato dal grande architetto Raimondo D’Aronco.
Egli presentò una sua prima bozza nel 1888 e il 5 marzo 1911 il progetto
definitivo, che comprendeva tutto l’isolato. La prima pietra della
costruzione venne posta il 20 aprile dello stesso anno ma i lavori
proseguirono a rilento per lo scoppio della guerra, per la mancanza di
fondi e la difficoltà nel reperire alcuni materiali: finalmente il
progetto fu terminato nel 1932.
Il barbiere di Via Rialto
aveva continuamente tormentato il D’Aronco con critiche e
punzecchiature e l’architetto lo ripagò a opera finita facendo scolpire,
rivolto alla sua bottega, un bassorilievo in cui lo si vede bendato,
con le orecchie d’asino e al collo amuleti, cioè cieco, asino e
superstizioso.
E proprio davanti al Palazzo, una targa con spiegazione in friulano,
fotografata un po' di corsa (il tempo è sempre tiranno). Non posso
mettere l'immagine in grande perché ci vorrebbe un lenzuolo per
contenerla...
Un'altra sorpresa per me è stata Spilimbergo, con la scuola mosaicisti
del Friuli. Interessante la visita, in tutta calma poiché la scuola era
chiusa per la festività del 2 giugno, affascinanti i lavori, chiare e
dettagliate le spiegazioni della nostra paziente guida. Nella scuola
persino i bagni sono a pareti mosaicate.
Nelle varie classi abbiamo potuto vedere
le tappe del lavoro del mosaicista, i suoi strumenti, le sue prove e
anche la sua inventiva.
Il tempo clemente ci ha
permesso di ammirare tutto quello che ci si presentava davanti agli
occhi. Per nostra fortuna non era periodo in cui soffia la bora,
un vento a raffiche impetuose che raggiungono l'intensità massima lungo le Rive di Trieste, in prossimità
del centro cittadino. Le case del capoluogo giuliano hanno pareti
portanti più spesse della norma nella direzione di provenienza del vento
e alcune finestre hanno protezioni in
acciaio. Nella foto, la bora soffia sul molo audace a Trieste.
Abbiamo concluso il nostro giro visitando Redipuglia,
sacrario imponente, che lascia sgomenti come già ci era capitato al
cimitero americano di Omaha. Il museo ricostruisce gli orrori della
guerra e dovrebbe essere visitato anche dai giovani, che forse nemmeno
sanno cosa voglia dire conflitto mondiale.
Foto storica del fronte isontino.
Non abbiamo visto le conseguenze del disastroso terremoto
che colpì duramente questa regione il 6 maggio 1976 e per altri mesi
ancora, portando devastazione e morte. Ma i friulani sono un popolo
capace di reagire e ben presto hanno ricostruito, pietra dopo pietra, il
loro paese.
A lato, effetti della scossa principale.
Sono anche amanti dello sport, che li vede impegnati un po' su tutti i fronti. Molto conosciuta è la Barcolana, la storica regata velica internazionale che si svolge in ottobre, nelle acque suggestive davanti a Trieste.
La cucina friulana
risente della morfologia della regione che va dal mare ai monti, della
diversità delle culture e delle popolazioni che l'hanno abitata
contribuendo in maniera sostanziale alla differenziazione delle
tradizioni culinarie. Dal punto di vista economico, i principali
distretti alimentari nel secondo decennio del 2000 sono quelli del
settore vitivinicolo e quello del Prosciutto di San Daniele.
Abbiamo potuto apprezzare ottimi piatti e degustare vini corposi.
Per finire, la popolazione eterogenea della regione ci è
sembrata cordiale, con notevoli punte di ironia da parte soprattutto di
una delle nostre guide.
Come al solito, ben felice di esserci stata.
Alla prossima!
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