mercoledì 4 luglio 2018

Gita nel Cilento - terza parte - Grotte di Pertosa

Continua 3 giugno: pomeriggio alle Grotte di Pertosa, quindi arrivo al Villaggio Oasis di Laura - Capaccio dove ci fermeremo 6 giorni.

Tra le valli dei fiumi Tanagro, a nord, Calore, a sud-ovest e Sele a ovest, si estendono da nord-ovest a sud-est i monti Alburni con i loro 23 km di lunghezza e 10 km di larghezza. Definiti le Dolomiti del Sud, sono un complesso di bianche rocce calcaree di natura dolomitica, colline e vallate che hanno avuto origine nel mesozoico. La natura carsica del complesso ha favorito la formazione di un gran numero di doline, torri, inghiottitoi, gallerie e grotte (circa 400) tra cui le famose Grotte di Castelcivita, le più estese del sud Italia, le Grotte di Pertosa, e le meno conosciute Grotta di Fra’ Gentile, la Grava del Fumo e la Grotta dell’Auso a Sant’Angelo a Fasanella.

L'origine delle Grotte di Pertosa (la cui denominazione ufficiale è "Grotte dell'Angelo di Pertosa"), è fatta risalire a ben 35 milioni di anni fa; sono un complesso di cavità carsiche che si sviluppa nel sottosuolo dei vicini comuni di Auletta e Polla, a 263 m s.l.m., lungo la riva sinistra del fiume TanagroSono le più importanti dell'Italia del sud,  le sole in Europa a conservare i resti di un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C.


e l’unico sito speleologico in Europa dove è possibile navigare un fiume sotterraneo, il cui corso è stato deviato per un utilizzo energetico, addentrandosi verso il cuore della montagna. Così facendo l'entrata delle Grotte si è allagata, tanto da permettere l'accesso all'interno solo attraverso imbarcazioni a fondo piatto, tirate a mano dalle guide attraverso un sistema aereo di funi.

Situate nel massiccio dei Monti Alburni, cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, le Grotte si estendono per circa tremila metri in un percorso ricco di concrezioni, dove stalattiti e stalagmiti decorano ogni spazio con forme, colori e dimensioni diverse.

La calcite è un minerale presente in rocce di origine sedimentaria costituito da carbonato di calcio; quando una goccia di minerale cadendo lascia un anello di calcite si forma nel corso di moltissimi anni una stalattite, caratterizzata da un piccolo canale interno in cui scorre l’acqua che la forma. In genere le stalattiti sono cilindriche ma si possono trovare anche in forme particolari e fantasiose.


L’acqua che cade dalla stalattite deposita sul fondo della cavità strati successivi di materiali che formano le stalagmiti, che non hanno canale interno. Nel corso dei secoli (il calcare per crescere di un solo centimetro impiega 100 anni) stalattiti e stalagmiti possono incontrarsi formando colonne. Oltre che in Italia, il fenomeno del carsismo è presente in molti altri paesi europei ed extraeuropei.


Come si è detto, le grotte sono percorse per circa un terzo del loro sviluppo da un torrente sotterraneo che riemerge in superficie dall’ingresso. Qui, lungo tutta l’antegrotta, già alla fine dell’Ottocento scavi condotti da Giovanni Patroni e Paolo Carucci avevano permesso di identificare i resti di un impianto palafitticolo

Successivamente, a seguito della costruzione di una diga di sbarramento delle acque per un loro sfruttamento a fini idroelettrici, la zona palafitticola è stata completamente sommersa. Ciò ha causato di fatto un’interruzione delle ricerche durata fino al 2009, quando un intervento di manutenzione della diga, portando al drastico abbassamento del livello idrico, ha consentito nel sito l’avvio di una nuova indagine archeologica. 

Da tale più recente indagine è emerso come l’estensione della struttura palafitticola sia molto più vasta di quanto si fosse originariamente supposto. Le datazioni radiocarboniche, effettuate su campioni prelevati dalle palificazioni lignee, inquadrano il contesto nella seconda metà del II millennio a.C. Il particolare microclima delle grotte ha fatto sì che resti lignei di quelle antiche costruzioni giungessero quasi intatti sino a noi a testimonianza storica dell'avvenuto insediamento e di una lunga permanenza. Anche gli antichi Greci e poi i Romani scelsero queste caverne naturali per i loro rituali e le cerimonie sacre, tanto che il primo ad accennare a questi luoghi fu Plinio il Vecchio.


Le Grotte sono visitabili da più di 80 anni, dato che la loro apertura al pubblico risale al 1932. Si snodano in una suggestiva serie di cunicoli ed antri, fino a terminare in tante "Sale" naturali, ognuna con una caratteristica diversa. Seguendo un percorso ben delimitato da corde sospese, la guida traghetta l'imbarcazione verso il cuore del monte e la sorgente, da dove si diramano i vari percorsi.





















Il più breve è di circa 1,5 Km e dura circa 40 minuti: si inizia con l’ingresso nella Sala delle Meraviglie; si prosegue in barca per arrivare al piccolo approdo e a piedi verso la Sala del Trono e la maestosa Grande Sala (alta ben 24 metri). Si continua visitando la Sala delle Spugne, la grande Cascata sotterranea e la suggestiva Sala del Paradiso. Un viaggio di oltre un chilometro, con 400 metri da percorrere in barca sul fiume sotterraneo. 

Il secondo itinerario è lungo circa 2,5 Km, dura un'ora, e prevede l'uscita a piedi attraverso il Ramo dei Pipistrelli fino alla balconata che affaccia sul fiume. Dal 1° luglio 2003 è stato poi inaugurato il percorso Extra, lungo circa 3 Km: con queste tre diramazioni si esplora tutto il sentiero posto più a nord all'interno delle Grotte, l'unico visitabile. Esistono altri 2 sentieri, oltre a quelli aperti al pubblico: uno mediano e uno più a sud aperti esclusivamente al personale specializzato e agli speleologi o esploratori. 




Alcune immagini trovate in rete, visto che all'interno delle grotte non si potevano scattare foto.









Terminata la visita alle Grotte ci dirigiamo al resort Villaggio Oasis a Laura/Capaccio dove ci fermeremo quasi una settimana. Sistemazione discreta, spiaggia scomoda da raggiungere ma in compenso cibo ottimo e abbondante con eccellenti scelte. 


Una delle due piscine


spiaggia


e trenino per raggiungerla. La cronaca continua.

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