Siamo alla terza - e per quest'anno ultima - gita organizzata dalla ormai leggendaria Agenzia Partiti e Contenti. Dal 2 al 6 settembre 2017 siamo stati a Salisburgo, Vienna e alla miniera del sale di Hallein.
L'Austria è una repubblica federale composta da nove Land, membro dell'Unione europea, situata nell'Europa centrale. Confina con Svizzera (Cantone dei Grigioni, Canton San Gallo) e Liechtenstein a ovest, Slovenia a sud-est, Italia a sud-ovest, Ungheria a est, Slovacchia (91 km) a nord-est, Germania (Baviera - 784 km) a nord-ovest e Repubblica Ceca (362 km) a nord. La capitale è la città di Vienna sulle rive del fiume Danubio. L'Austria è uno stato senza sbocco sul mare.
(A questo proposito la guida ci ha segnalato che molti austriaci amano
andare in vacanza soprattutto a Trieste, anche per la nostalgia di quel
territorio che non appartiene più a loro.)
L'Austria era anticamente abitata dai Celti e dagli Illiri
nella parte orientale; l'avanzata dei Celti ridusse sensibilmente la
presenza degli Illiri che ripararono principalmente sulle coste
adriatiche. Fu conquistata dai Romani e per secoli fece
parte dell'Impero Romano. Longobardi, Ostrogoti, Bavari e Franchi ne
occuparono il territorio che fu germanizzato. L'Austria finì sotto il
dominio dei Babenberg dal X al XIII secolo. I Babenberg vennero quindi scalzati dagli Asburgo, la cui linea continuò a governare l'Austria fino al XX secolo. La storia della regione si trova anche qui.
Sopra, Vienna, Hofburg, fortezza asburgica fin dal XIII secolo, in un'immagine del 1900.
L'Austria è attraversata dal Danubio
che scorre nel Paese per circa 350 km in direzione est. Il Danubio
entra nel territorio austriaco in corrispondenza della città bavarese di
Passavia (Passau) subito dopo la confluenza con i fiumi Eno (Inn) e
Ilz, e ne esce, dopo averne attraversato la Capitale, e aver segnato per
un breve tratto il confine fra Austria e Slovacchia, a ovest di
Bratislava.
Proprio a questo fiume il compositore austriaco Johann Strauss (figlio). si ispirò per comporre il suo celebre valzer dal titolo An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu). L'Austria ha anche il soprannome di " monarchia del Danubio", data all'Impero austro-ungarico che si estendeva per circa 1.300 km lungo il fiume.
Come già scritto, l'Austria è composta da 9 stati federati a loro volta suddivisi in 84 Distretti e 15 Città a Statuto Autonomo. Gli 84 Distretti sono suddivisi in 2.381 Comuni
1 - Burgenland (Capoluogo Eisenstadt)
2 - Carinzia (Capoluogo Klagenfurt)
3 - Bassa Austria (Capoluogo St. Pölten)
4 - Alta Austria (Capoluogo Linz)
5 - Salisburghese (Capoluogo Salisburgo)
6 - Stiria (Capoluogo Graz)
7 - Tirolo (Capoluogo Innsbruck)
8 - Vorarlberg (Capoluogo Bregenz)
9 - Vienna
2 - Carinzia (Capoluogo Klagenfurt)
3 - Bassa Austria (Capoluogo St. Pölten)
4 - Alta Austria (Capoluogo Linz)
5 - Salisburghese (Capoluogo Salisburgo)
6 - Stiria (Capoluogo Graz)
7 - Tirolo (Capoluogo Innsbruck)
8 - Vorarlberg (Capoluogo Bregenz)
9 - Vienna
L'Austria è caratterizzata dalla distribuzione poco omogenea
della popolazione. La densità demografica è bassa nelle regioni alpine,
mentre nelle valli del Danubio ci sono maggiori concentrazioni. Circa un quinto della popolazione totale si concentra nell'area urbana di Vienna,
mentre altre città sono di piccole dimensioni e a stento raggiungono i
200.000 abitanti. Ancora elevata è la percentuale di popolazione che
vive nei villaggi rurali. Da alcuni decenni la
popolazione austriaca non aumenta più e tende a un progressivo
invecchiamento. È rilevante la presenza di lavoratori stranieri,
provenienti soprattutto dall'area balcanica e dalla Turchia, anche se
gli immigrati hanno avuto difficoltà ad integrarsi nell'area austriaca.
L'Austria è uno dei paesi con il maggior numero di studenti stranieri al mondo.
Occupiamoci ora della gita. 2 settembre: partenza dalla Valsusa,
tappa breve a Innsbruck, arrivo a Salisburgo dove ci fermiamo la notte.
Innsbruck è il capoluogo del Tirolo Settentrionale e dello stato federato austriaco del Tirolo. Situata a 574 m s.l.m. Innsbruck è la quinta città più grande dell'Austria (dopo Vienna, Graz, Linz e Salisburgo). È attraversata dal fiume Inn; il suo nome deriva da Inn e bruck e significa Ponte sull'Inn. Ha un clima fortemente continentale, con parziale carattere alpino. Durante la seconda guerra mondiale la città venne pesantemente bombardata.
Basta fare due passi nel centro storico di Innsbruck e tornano a vivere i tempi dell’Imperatore Massimiliano I. Le facciate tardo-gotiche del periodo dal 1490 al 1520, i portici nel tipico stile architettonico Inn-Salzach, e logge variamente ornate sono impregnati di storia e di cultura. In passato, ma ancora oggi, i portici servivano per consentire gli acquisti all’asciutto. E infatti noi ci siamo arrivati con la pioggia.
Un Erker, detto anche bay window (cioè "finestra a golfo") è uno spazio per proiettare all'esterno di un edificio alcune finestre. Questa struttura è tipica delle case diffuse nei territori di lingua tedesca. Gli Erker spesso sono usati per far sembrare una stanza più larga, per aumentare l'ingresso della luce nei locali, oltre che per aumentare la visuale all'esterno.
Il simbolo della città è il Tettuccio d'oro, in tedesco Goldenes Dachl. Si tratta di un erker tardogotico che sorge sulla facciata del Neuer Hof, costruito intorno al 1420 per volere di Federico IV d'Asburgo come residenza dei conti del Tirolo. Nel 1500 Massimiliano I d'Asburgo fece aggiungere dall'architetto Niklas Türing il Vecchio il celebre erker, che lo realizzò tra il 1494 e il 1496.
L'erker si sviluppa in due volumi sovrapposti sormontati dal
celebre tetto ricoperto di 2.657 scandole di rame dorate, originali, equivalenti a 13,2 kg. Nel 2007 una tegola venne sostituita con una scandola di legno di una baita di Vals in Wipptal. Per poco tempo quella baita fu ornata da una luccicante tegola dorata del valore di 1.500 euro. Ma per la gioia degli abitanti si pose ben presto rimedio a questo scherzoso scambio.
La parte inferiore è incentrata su una finestra tardo-gotica poggiante su una serie di stemmi scolpiti (gli originali sono al Tiroler Landesmuseum) e inquadrata da due alfieri, a fresco, con gli stendardi dell'Austria e del Tirolo.
Nella parte superiore sporge un balcone a loggia con rilievi figuranti scene delle Danza della Moresca e affreschi che mostrano la vita di corte con Massimiliano I e le sue due spose, il cancelliere, il giullare. I bei rilievi sono opera di Gregor Türing, mentre gli affreschi si devono a Jörg Kölderer.
Ai piedi delle maestose vette della Nordkette il Tettuccio d’Oro sovrasta la città come una corona. Che il Tettuccio d’Oro non abbia perso nulla del suo incanto e della sua magica attrattiva, lo si vede bene quando si pensa alla storia più recente: nel 2012 ha suscitato grande scalpore il furto di otto delle sue prestigiose tegole. Le tegole ricomparvero qualche giorno dopo in diversi punti di Innsbruck e furono restituite al legittimo proprietario. La città tirò un sospiro di sollievo.
Helblinghaus, Casa Helbling, è una caratteristica dimora cittadina gotica dalla splendida facciata ornata da leggeri stucchi rococò a colori pastello. Sorge sulla centrale Herzog Friedrich Straße, la via principale cittadina, di fronte al celebre Tettuccio d'oro. Oggi l'edificio ospita abitazioni e negozi.
La sosta breve è finita: un krapfen delizioso addentato sotto l'ombrello, un'ultima occhiata agli edifici maestosi e si parte alla volta di Salisburgo. Lascio un'ultima bella immagine invernale.
Salisburgo è situata sulle rive del fiume Salzach al confine delle Alpi e dell'Austria a nord. Tracce di insediamenti risalgono al Neolitico; si pensa divenne poi un accampamento celtico. Il centro, chiamato Città Vecchia, è dominato dalle torri e dalle cupole barocche delle chiese.
Il nome "Salzburg" deriva dall'economia portante della città, l'estrazione di sale dalle miniere di salgemma delle vicine montagne, collegate alla città dal fiume Salzach. Salzburg in tedesco significa letteralmente "castello del sale" e lo stesso fiume che attraversa la città ha un significato affine a "via del sale".
È conosciuta nel mondo per la sua architettura, per il suo rapporto con la musica – diede i natali a Wolfgang Amadeus Mozart – e con le Alpi. La Città Vecchia presenta il tipico carattere gotico di impronta nordica, ma anche lo splendente barocco di chiara ispirazione italiana. Salisburgo e il suo centro cittadino sono stati inseriti dall'UNESCO il 5 dicembre 1996 nella lista dei patrimoni dell'umanità.
Lo splendore culturale e artistico di Salisburgo si deve in buona parte agli interessi dei vescovi principi che ressero le sorti cittadine tra il XVI e il XVII secolo. Wolf Dietrich von Raitenau (Bregenz, 25 marzo 1559 – Salisburgo, 16 gennaio 1617) fu arcivescovo di Salisburgo: il 2 marzo 1587 venne scelto come candidato di compromesso alla cattedra arcivescovile di Salisburgo dopo che per un breve periodo era stato a capo delle riforme liturgiche dell'area e venne consacrato il 18 ottobre di quello stesso anno. Dopo l'incendio del duomo di Salisburgo nel 1598, chiamò a corte gli architetti italiani, fece demolire le rovine della cattedrale oltre a 55 case circostanti l'area della chiesa per fare spazio ad un nuovo edificio di dimensioni più grandi che però venne iniziato unicamente sotto il suo successore e con un disegno modificato. Egli ristrutturò anche la Residenz ovvero il palazzo arcivescovile di Salisburgo che venne demolito nel 1592 e ricostruito più grande e secondo i nuovi canoni stilistici, venendo completato solo nel 1609. Di lui si sa che ebbe anche un'amante, Salomè Alt, dalla quale ebbe 15 figli e per la quale fece costruire l'attuale castello di Mirabell.
In conflitto con la Baviera per la politica di occupazione portata avanti a Salisburgo, fu un attento gestore delle saline cittadine. Nel 1611, quando le truppe bavaresi invasero definitivamente la città e lo costrinsero a dimettersi l'anno successivo a favore del nipote Marcus Sitticus von Hohenems, venne rinchiuso nelle segrete della fortezza cittadina di Hohensalzburg, dove graffitò il suo celebre epitaffio: “È l’inganno vil del mondo…”.. La città di Salisburgo deve il suo aspetto barocco in primo luogo a lui.
Iniziamo la nostra breve visita della città dalla Getreidegasse, il cuore del centro storico di Salisburgo. I meravigliosi portoni e le finestre degli edifici, che si fanno man mano più piccole a partire dal primo piano, sono caratteristici. Inoltre sugli antichi palazzi sono spesso riportati i nomi dei primi abitanti e le date di costruzione.
Un edificio della Getreidegasse desta particolare interesse: è al n° 9 ed è la casa natale di Wolfgang Amadeus Mozart. Il figlio più famoso di Salisburgo vi nacque il 27 gennaio del 1756. Per ben 26 anni, a partire dal 1747, la famiglia abitò l’appartamento situato al terzo piano dell’edificio.
Un’attrazione particolare della Getreidegasse sono anche le insegne dei mestieri riccamente decorate affisse sulle facciate degli edifici. La ditta tradizionale Wieber, situata nella via, realizza ancora oggi a mano queste “insegne pubblicitarie” in ferro battuto.
Le insegne rappresentavano il prodotto principale in vendita nel negozio, per dare la possibilità anche agli analfabeti di orientarsi nella scelta.
La guida ci ha indicato anche un'altra caratteristica in questa strada: i campanelli di alcune abitazioni sono ancora come una volta, formati da piccole maniglie, attaccate a fili che salgono su tutto il muro e terminano con un campanellino posto accanto alla finestra del piano che interessa.
Dettaglio.
Siamo passati davanti al Café - Konditorei Fürst. Le Palle di Mozart (originale in tedesco Mozartkugeln), in origine chiamate Mozart-Bonbon, sono state create a Salisburgo nel 1890 dal pasticciere Paul Fürst in onore del compositore Wolfgang Amadeus Mozart, a quasi un secolo dalla sua scomparsa. Ancora oggi le Palle di Mozart originali continuano a essere preparate artigianalmente dalla pasticceria Fürst seguendo la ricetta tradizionale, per essere poi vendute nei loro negozi o via Internet.
Poiché la stessa non ha registrato il prodotto, esistono numerose imitazioni, perlopiù a livello industriale. Le Palle di Mozart originali sono ancora oggi prodotte artigianalmente dalla pasticceria Fürst utilizzando la ricetta e il procedimento tradizionali: innanzitutto viene modellata una palla di marzapane al pistacchio ricoperta di crema gianduia che, in seguito, viene infilzata con un bastoncino di legno e immersa nel cioccolato fondente per copertura. Successivamente il bastoncino è posto in verticale su un supporto per consentire l'indurimento della pralina; una volta estratto da questa, si riempie il forellino con cioccolato fondente e si avvolge a mano la pralina così ottenuta con carta stagnola di colore argento e blu. In questo modo la pasticceria Fürst produce artigianalmente circa 1,4 milioni di Palle di Mozart in un anno, che possono essere conservate in locali climatizzati fino a otto settimane.
Passiamo davanti a un'interessante stazione barometrica a Residenzplatz
La facciata della cattedrale, nelle forme composte del primo barocco, è tripartita e realizzata in marmo di Untersberger e calcare a vista.
La Porta dell'Amore di Manzù celebra il tema della carità, rappresentando Santi salisburghesi, animali simbolici e simboli dell'Eucarestia. Un fascio di spighe e uno di pampini formano le maniglie dei due battenti.
Del Manzù è anche la statua del Cardinale, che si trova nell'ingresso laterale e che qualcuno dice voglia rappresentare in forma ironica Giulio Andreotti.
L'interno è a navata unica, (lunghezza metri 101, larghezza del transetto metri 69), affiancata da quattro profonde cappelle laterali interconnesse attraverso archi a tutto sesto, transetto e cupola sulla crociera.
Entrambi i lati della navata presentano una serie di cappelle nella quali si trova uno specifico altare. Sulla parete nord dell'altare maggiore si trova la cappella del battesimo di Cristo dove ha sede il fonte battesimale, calco in bronzo realizzato nel 1959 dell'originale gotico del 1321. Esso poggia su un leone di bronzo proveniente dalla precedente cattedrale e risalente alla seconda metà del XII secolo. Nel 1756 vi fu battezzato il compositore Wolfgang Amadeus Mozart e nel 1792 Joseph Mohr, il paroliere di “Stille Nacht”.
L'altare maggiore è del 1628 ed è attribuito all'architetto Santino Solari. L'altare è completamente in marmo e accoglie una pala con la risurrezione di Cristo, dipinta da Donato Mascagni. Sopra l'altare si trovano le statue dei patroni San Roberto e san Virgilio, oltre alle allegorie della religione e della carità. Tra le diverse figure si trova una scritta in latino "Notas mihi fecisti vias vitae" (mi mostrasti la via della vita). Sul timpano dell'altare maggiore ci sono tre angeli.
Dettaglio.
A destra e a sinistra dell'altare maggiore si trovano gli epitaffi degli arcivescovi Markus Sittikus von Hohenems († 1619) e Paris von Lodron († 1653), circondati secondo il gusto dell'epoca da simboli di morte e putti a lutto. Per ogni epitaffio si trova un medaglione con un ritratto dipinto su rame dell'arcivescovo. Nel timpano dell'epitaffio si trova anche uno stemma accartocciato dell'ecclesiastico.
La cupola della cattedrale, alta 71 metri, è suddivisa in ottagoni dipinti con scene del Vecchio Testamento realizzate nel 1955 per copiare gli originali andati distrutti con il crollo del 1944. Sulle vele della cupola si trovano le raffigurazioni dei quattro evangelisti.
Finemente intarsiati i banchi da dove assistere alle funzioni.
Già nel 1705 venne costruito un primo organo a 42 registri, il quale venne rinnovato successivamente nel 1718 che è rimasto sostanzialmente invariato sino al 1842-1845 in base alle esigenze della musica sacra del tempo. L'organo principale, circondato da angioletti muniti di strumenti musicali e incoronato da Rupert e Virgil, venne costruito nel 1988 dalla ditta svizzera F. A. Metzler.
Nel 1990, a ridosso dei quattro pilastri che sorreggono la cupola sono stati creati quattro ballatoi sorretti da mensole in marmo ed è stato stabilito di installare sopra ognuno di questi un organo a canne. I quattro strumenti, pur essendo esteticamente identici, dal punto di vista fonico si ispirano a differenti correnti musicali.
Altri due organi sono presenti nella cattedrale: situato sul pilastro a nord-est, alla sinistra dell'abside maggiore, l'Evangelienorgel è stato costruito nel 1991 dalla ditta organaria tirolese Pirchner Orgelbau. L'Epistelorgel, situato sul pilastro alla destra dell'abside maggiore, ha le medesime caratteristiche dell'Evangelienorgel, ma da questo si differenzia per i registri.
Nel 1682 all'interno della cattedrale, nell'ambito delle celebrazioni per il 1100º anniversario dell'arcidiocesi di Salisburgo venne eseguita per la prima volta la Missa Salisburgensis a 53 voci.
La facciata accoglie ai lati due torri campanarie, alte 82 m., edificate nel 1655, tripartite a loro volta come la cattedrale. Al secondo ordine si trova per ogni torre un orologio. La Marienglocke e la Virgilglocke sono le campane più antiche ancora oggi presenti nel concerto campanario della cattedrale e vennero realizzate in coincidenza con la ricostruzione barocca della cattedrale. Il 24 settembre 1961 vennero consacrate altre sette nuove campane realizzate a Salisburgo tra cui la Salvatorglocke, una delle più grandi campane al mondo e la seconda più grande d'Austria dopo quella del duomo di Vienna.
La cattedrale di Salisburgo ha uno sfortunato primato, quello di aver sostenuto nella sua lunga storia ben 6 incendi:
1127: scoppiò un incendio che distrusse parte della città, la chiesa collegiata di San Pietro e la cattedrale;
1167: incendio probabilmente doloso che distrusse buona parte della cattedrale;
1312: grande incendio che sprigionò grande calore al punto da fondere le campane;
1598: incendio nella notte tra l'11 e il 12 dicembre. A questo atto seguì la ricostruzione barocca della cattedrale;
1859: un altro incendio scoppiato per la negligenza prestata durante i lavori di ristrutturazione della soffitta;
1944: 16 ottobre, una bomba americana colpì la cattedrale. La cupola crollò.
La Piazza del Capitolo (Kapitelplatz) si trova tra il Duomo e le strade che salgono fino al castello, circondata dal Palazzo Vescovile e dagli edifici amministrativi dell'Università. Conosciuta anche come Piazza degli scacchi, per il disegno che si trova sulla pavimentazione,
contiene anche la scultura dell’artista Stephan Balkenhol, una sfera dorata con diametro di 5 metri e con un’altezza al netto della base in ferro battuto di 9 metri, su cui una figura maschile, con un’espressione neutra, indossa camicia bianca e pantaloni scuri. E' stata commissionata dalla Fondazione Salisburgo che mira ad abbellire gli spazi pubblici della città con opere di arte moderna.
Tra le molte interpretazioni, quella più credibile e interessante sembra essere un riferimento all’”uomo qualunque”, quello “Jedermann” della rappresentazione in scena ogni anno dal 1920 al Festival di Salisburgo, a sua volta basata su tradizioni medievali e su un tema come la danse macabre molto presente anche nelle decorazioni delle chiese.
Un po’ in disparte sulla grande piazza, la Kapitelschwemme (fontana del Capitolo) rimanda ai tempi passati: già nel Medioevo al centro della piazza si ergeva una fontana dei cavalli. Sotto l’arcivescovo Leopoldo Antonio Eleuterio Firmian e più precisamente nel 1732, il complesso fu ricostruito in base al progetto di Franz Anton Danreiter. L’influsso delle fontane romane è evidente. La rampa utilizzata dai cavalli per accedere all’acqua conduce direttamente al gruppo di sculture, che rappresenta il dio del mare Nettuno con tridente e corona su un cavallo marino che sputa acqua.
Dettaglio.
La Residenzplatz è una piazza sontuosa, situata fra le residenze dei principi arcivescovi, nel cuore del centro storico di Salisburgo. È delimitata dalla Nuova Residenza con il Carillon, dal Duomo, dall’Antica Residenza e dalla successione delle facciate degli antichi edifici della borghesia.
Nel XVI° secolo, durante il regno del principe arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau, furono realizzate cinque piazze: la più grande è la Residenzplatz, con l’omonima fontana. Per realizzare questa piazza furono demoliti 55 edifici medievali. Il progetto è delll’architetto Vincenzo Scamozzi.
La Fontana della Residenza, Residenzbrunnen, interamente di marmo, fu commissionata dal principe arcivescovo Guidobald Thun nel Seicento. Oggigiorno è considerata uno dei monumenti barocchi più notevoli in Europa. Saltano subito all’occhio i quattro imponenti cavalli marini, che paiono scaturire direttamente da un monte. Si riconoscono anche delle figure umane in posa sulla roccia: sostengono una specie di bacino nel quale si trovano tre delfini, che a loro volta sorreggono un altro bacino a forma di conchiglia.
Dettaglio della fontana.
Salisburgo è circondata da due piccole montagne, il Kapuzinerberg e il Festungsberg. Su quest'ultima è stata costruita un'imponente fortezza medievale (Hohensalzburg) in pietra bianca, cinta da grossi bastioni, in cui si rifugiavano i vescovi in tempi di pericolo. Con più di 7.000 metri quadrati di superficie edificata (più di 14.000 metri quadrati se si considerano anche i bastioni) è una delle più grandi fortezze d'Europa, che si è conservata pressoché intatta. E' il simbolo della città.
Il primo nucleo della fortezza nacque intorno al 1180. Nei secoli successivi fu continuamente ampliato e fortificato fino ad arrivare al suo aspetto odierno
verso la fine del '600. Fu in particolare l'arcivescovo Leonhard von
Keutschach (1495-1519) - a Salisburgo gli arcivescovi erano anche i
padroni della città e dei dintorni - a far ingrandire l'impianto e a
rendere la fortezza praticamente inespugnabile. Solo
una volta la fortezza fu in serio pericolo e non furono i soldati di una
forza straniera a metterla sotto assedio, ma i sudditi stessi
dell'arcivescovo: durante la "Guerra dei contadini" che
coinvolse soprattutto la Germania meridionale e l'Austria, migliaia di
contadini e lavoratori delle miniere di sale dei dintorni di Salisburgo
assediarono per due mesi, dal 5 luglio al 31 agosto 1525, la fortezza
dove l'arcivescovo si era ritirato con la sua corte. Ma la fortezza era
stata preparata a lunghi periodi di assedio e così l'improvvisata armata popolare dovette alla fine ritirarsi.
L'arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau diede uno scarso contributo all'ulteriore ampliamento della fortezza, giacché egli si dedicò quasi esclusivamente a una serie di interventi edilizi nella città di Salisburgo. Tuttavia il suo destino fu molto legato alla fortezza: nel 1611, infatti, egli venne imprigionato dai Bavaresi in una cella di Hohensalzburg, dove rimase fino alla morte.
Durante le guerre napoleoniche Salisburgo si arrese senza dare battaglia e questo salvò la fortezza, che altrimenti sarebbe stata rasa al suolo. Nell'800 fu usata come caserma e durante la prima guerra mondiale funse da prigione per i prigionieri di guerra italiani, più tardi per gli attivisti nazisti, prima dell'annessione dell'Austria alla Germania.
Dopo la seconda guerra mondiale Salisburgo divenne sempre di più meta del turismo internazionale e per questo sono stati eseguiti vari lavori di restauro, anche molto estesi, che hanno permesso che la fortezza si presenti oggi in perfetto stato di conservazione. Vi si può accedere a piedi o mediante una funicolare.
L'Abbazia di Nonnberg è un convento di suore benedettine riconoscibile dal campanile con cupola rossa che svetta sotto la Fortezza di Hohensalzburg. È il più antico convento costantemente abitato d'Europa ed è costituito dall'abbazia, dal convento stesso, dalle cappelle, dalla chiesa, dal chiostro e dal refettorio che presentano una varietà di stili architettonici quali il romanico, il gotico e il barocco.
Non si sa nulla dell’origine della costruzione, solo che nel periodo intorno all’anno mille l’imperatore Enrico II° fece costruire una basilica romanica sul luogo dell’odierno convento. Nel 1009 venne consacrata alla Madonna. Erentrude di Salisburgo fu la prima badessa ed è considerata la santa patrona della città.
Il convento raggiunse fama mondiale grazie alla novizia Maria von Kutschera. La badessa del convento la mandò come governante dal barone Georg Ritter von Trapp, divenuto vedovo, per occuparsi dei suoi sette figli. Poco tempo dopo Maria sposò il barone e all’inizio degli Anni Trenta fondò un coro di famiglia.
La sua storia fu ripresa nel 1964, quando fu girato qui il musical "The Sound of Music" (“Tutti insieme appassionatamente”) con Julie Andrews e Christopher Plummer; nel film risaltano le spettacolari piazze del centro storico e il paesaggio alpino circostante.
In estate la città di 150.000 abitanti diviene per varie settimane l’ombelico del mondo culturale. Questa trasformazione annuale si deve al Festival di Salisburgo: fondato nel 1920 dal regista teatrale Max Reinhardt è una manifestazione di altissima qualità musicale rinomata internazionalmente.
Percorriamo il ponte Makartsteg, pedonale e per ciclisti, sul Salzach: è il più moderno della città, ed è il terzo con questo nome. Il primo venne costruito 1905, in piena Art Nouveau. Venne sostituito dal secondo nel 1967. Quello odierno è conosciuto come “il ponte dell’amore”, vista la quantità di lucchetti agganciati.
Il nome di battesimo di Mozart era Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart: Joannes Chrysostomus, perché il bambino nacque il 27 gennaio, giorno di san Giovanni Crisostomo;
Wolfgangus (letteralmente: «camminare come un lupo»), nome del nonno materno, Theophilus, nome del padrino. Il nome Amadeus è la traduzione latina del nome Theophilus (dal greco Theophilos, cioè «colui che ama Dio» o anche «colui che è amato da Dio»). Sembra che Mozart patisse una certa insofferenza per la desinenza '-us' apposta alla fine dei suoi nomi, tanto che a volte si firmava con enfasi scherzosa: Wolfgangus Amadeus Mozartus.
Per tutto ciò che riguarda la vita, la malattia e la morte del genio di Salisburgo, ho lasciato il link sul nome all'inizio di questo paragrafo.
Christian Andreas Doppler (Salisburgo, 29 novembre 1803 – Venezia, 17 marzo 1853) è stato un matematico e fisico austriaco, famoso per le ipotesi di ciò che oggi conosciamo come effetto Doppler, cioè l'apparente cambio di frequenza e lunghezza d'onda di un’onda percepita da un osservatore in moto relativo rispetto alla sorgente dell'onda stessa.
Herbert von Karajan, (Salisburgo, 5 aprile 1908 – Anif, 16 luglio 1989), è generalmente considerato uno dei più grandi direttori d'orchestra di tutti i tempi. La sua adesione al partito nazista ne determina l'allontanamento forzato dalla scena musicale al termine della seconda guerra mondiale; in seguito diventa direttore principale della Philharmonia Orchestra di Londra dal 1949 al 1960, e nel 1954 approda alla direzione dei Berliner Philharmoniker, ruolo che manterrà a vita e comunque sino alle dimissioni formalizzate – per motivi personali – in data 29 marzo 1989.
Basta fare due passi nel centro storico di Innsbruck e tornano a vivere i tempi dell’Imperatore Massimiliano I. Le facciate tardo-gotiche del periodo dal 1490 al 1520, i portici nel tipico stile architettonico Inn-Salzach, e logge variamente ornate sono impregnati di storia e di cultura. In passato, ma ancora oggi, i portici servivano per consentire gli acquisti all’asciutto. E infatti noi ci siamo arrivati con la pioggia.
Un Erker, detto anche bay window (cioè "finestra a golfo") è uno spazio per proiettare all'esterno di un edificio alcune finestre. Questa struttura è tipica delle case diffuse nei territori di lingua tedesca. Gli Erker spesso sono usati per far sembrare una stanza più larga, per aumentare l'ingresso della luce nei locali, oltre che per aumentare la visuale all'esterno.
Il simbolo della città è il Tettuccio d'oro, in tedesco Goldenes Dachl. Si tratta di un erker tardogotico che sorge sulla facciata del Neuer Hof, costruito intorno al 1420 per volere di Federico IV d'Asburgo come residenza dei conti del Tirolo. Nel 1500 Massimiliano I d'Asburgo fece aggiungere dall'architetto Niklas Türing il Vecchio il celebre erker, che lo realizzò tra il 1494 e il 1496.
L'erker si sviluppa in due volumi sovrapposti sormontati dal
celebre tetto ricoperto di 2.657 scandole di rame dorate, originali, equivalenti a 13,2 kg. Nel 2007 una tegola venne sostituita con una scandola di legno di una baita di Vals in Wipptal. Per poco tempo quella baita fu ornata da una luccicante tegola dorata del valore di 1.500 euro. Ma per la gioia degli abitanti si pose ben presto rimedio a questo scherzoso scambio.
La parte inferiore è incentrata su una finestra tardo-gotica poggiante su una serie di stemmi scolpiti (gli originali sono al Tiroler Landesmuseum) e inquadrata da due alfieri, a fresco, con gli stendardi dell'Austria e del Tirolo.
Nella parte superiore sporge un balcone a loggia con rilievi figuranti scene delle Danza della Moresca e affreschi che mostrano la vita di corte con Massimiliano I e le sue due spose, il cancelliere, il giullare. I bei rilievi sono opera di Gregor Türing, mentre gli affreschi si devono a Jörg Kölderer.
Ai piedi delle maestose vette della Nordkette il Tettuccio d’Oro sovrasta la città come una corona. Che il Tettuccio d’Oro non abbia perso nulla del suo incanto e della sua magica attrattiva, lo si vede bene quando si pensa alla storia più recente: nel 2012 ha suscitato grande scalpore il furto di otto delle sue prestigiose tegole. Le tegole ricomparvero qualche giorno dopo in diversi punti di Innsbruck e furono restituite al legittimo proprietario. La città tirò un sospiro di sollievo.
Helblinghaus, Casa Helbling, è una caratteristica dimora cittadina gotica dalla splendida facciata ornata da leggeri stucchi rococò a colori pastello. Sorge sulla centrale Herzog Friedrich Straße, la via principale cittadina, di fronte al celebre Tettuccio d'oro. Oggi l'edificio ospita abitazioni e negozi.
La sosta breve è finita: un krapfen delizioso addentato sotto l'ombrello, un'ultima occhiata agli edifici maestosi e si parte alla volta di Salisburgo. Lascio un'ultima bella immagine invernale.
Salisburgo è situata sulle rive del fiume Salzach al confine delle Alpi e dell'Austria a nord. Tracce di insediamenti risalgono al Neolitico; si pensa divenne poi un accampamento celtico. Il centro, chiamato Città Vecchia, è dominato dalle torri e dalle cupole barocche delle chiese.
Il nome "Salzburg" deriva dall'economia portante della città, l'estrazione di sale dalle miniere di salgemma delle vicine montagne, collegate alla città dal fiume Salzach. Salzburg in tedesco significa letteralmente "castello del sale" e lo stesso fiume che attraversa la città ha un significato affine a "via del sale".
È conosciuta nel mondo per la sua architettura, per il suo rapporto con la musica – diede i natali a Wolfgang Amadeus Mozart – e con le Alpi. La Città Vecchia presenta il tipico carattere gotico di impronta nordica, ma anche lo splendente barocco di chiara ispirazione italiana. Salisburgo e il suo centro cittadino sono stati inseriti dall'UNESCO il 5 dicembre 1996 nella lista dei patrimoni dell'umanità.
Lo splendore culturale e artistico di Salisburgo si deve in buona parte agli interessi dei vescovi principi che ressero le sorti cittadine tra il XVI e il XVII secolo. Wolf Dietrich von Raitenau (Bregenz, 25 marzo 1559 – Salisburgo, 16 gennaio 1617) fu arcivescovo di Salisburgo: il 2 marzo 1587 venne scelto come candidato di compromesso alla cattedra arcivescovile di Salisburgo dopo che per un breve periodo era stato a capo delle riforme liturgiche dell'area e venne consacrato il 18 ottobre di quello stesso anno. Dopo l'incendio del duomo di Salisburgo nel 1598, chiamò a corte gli architetti italiani, fece demolire le rovine della cattedrale oltre a 55 case circostanti l'area della chiesa per fare spazio ad un nuovo edificio di dimensioni più grandi che però venne iniziato unicamente sotto il suo successore e con un disegno modificato. Egli ristrutturò anche la Residenz ovvero il palazzo arcivescovile di Salisburgo che venne demolito nel 1592 e ricostruito più grande e secondo i nuovi canoni stilistici, venendo completato solo nel 1609. Di lui si sa che ebbe anche un'amante, Salomè Alt, dalla quale ebbe 15 figli e per la quale fece costruire l'attuale castello di Mirabell.
In conflitto con la Baviera per la politica di occupazione portata avanti a Salisburgo, fu un attento gestore delle saline cittadine. Nel 1611, quando le truppe bavaresi invasero definitivamente la città e lo costrinsero a dimettersi l'anno successivo a favore del nipote Marcus Sitticus von Hohenems, venne rinchiuso nelle segrete della fortezza cittadina di Hohensalzburg, dove graffitò il suo celebre epitaffio: “È l’inganno vil del mondo…”.. La città di Salisburgo deve il suo aspetto barocco in primo luogo a lui.
Iniziamo la nostra breve visita della città dalla Getreidegasse, il cuore del centro storico di Salisburgo. I meravigliosi portoni e le finestre degli edifici, che si fanno man mano più piccole a partire dal primo piano, sono caratteristici. Inoltre sugli antichi palazzi sono spesso riportati i nomi dei primi abitanti e le date di costruzione.
Un edificio della Getreidegasse desta particolare interesse: è al n° 9 ed è la casa natale di Wolfgang Amadeus Mozart. Il figlio più famoso di Salisburgo vi nacque il 27 gennaio del 1756. Per ben 26 anni, a partire dal 1747, la famiglia abitò l’appartamento situato al terzo piano dell’edificio.
Mozart
vi trascorse l’infanzia e la gioventù insieme ai genitori
Leopold e Anna Maria e alla sorella
“Nannerl”. Nel 1773,
dopo
il terzo viaggio a Vienna,
la famiglia si trasferì nella casa situata nella Makartplatz.
La
Casa natale nella Getreidegasse era divenuta troppo piccola per i
ricevimenti di società. Wolfgang Amadeus Mozart visse fino al 1781
nella casa nella Makartplatz dopodiché si trasferì a Vienna.
Un’attrazione particolare della Getreidegasse sono anche le insegne dei mestieri riccamente decorate affisse sulle facciate degli edifici. La ditta tradizionale Wieber, situata nella via, realizza ancora oggi a mano queste “insegne pubblicitarie” in ferro battuto.
Le insegne rappresentavano il prodotto principale in vendita nel negozio, per dare la possibilità anche agli analfabeti di orientarsi nella scelta.
La guida ci ha indicato anche un'altra caratteristica in questa strada: i campanelli di alcune abitazioni sono ancora come una volta, formati da piccole maniglie, attaccate a fili che salgono su tutto il muro e terminano con un campanellino posto accanto alla finestra del piano che interessa.
Dettaglio.
Siamo passati davanti al Café - Konditorei Fürst. Le Palle di Mozart (originale in tedesco Mozartkugeln), in origine chiamate Mozart-Bonbon, sono state create a Salisburgo nel 1890 dal pasticciere Paul Fürst in onore del compositore Wolfgang Amadeus Mozart, a quasi un secolo dalla sua scomparsa. Ancora oggi le Palle di Mozart originali continuano a essere preparate artigianalmente dalla pasticceria Fürst seguendo la ricetta tradizionale, per essere poi vendute nei loro negozi o via Internet.
Poiché la stessa non ha registrato il prodotto, esistono numerose imitazioni, perlopiù a livello industriale. Le Palle di Mozart originali sono ancora oggi prodotte artigianalmente dalla pasticceria Fürst utilizzando la ricetta e il procedimento tradizionali: innanzitutto viene modellata una palla di marzapane al pistacchio ricoperta di crema gianduia che, in seguito, viene infilzata con un bastoncino di legno e immersa nel cioccolato fondente per copertura. Successivamente il bastoncino è posto in verticale su un supporto per consentire l'indurimento della pralina; una volta estratto da questa, si riempie il forellino con cioccolato fondente e si avvolge a mano la pralina così ottenuta con carta stagnola di colore argento e blu. In questo modo la pasticceria Fürst produce artigianalmente circa 1,4 milioni di Palle di Mozart in un anno, che possono essere conservate in locali climatizzati fino a otto settimane.
Passiamo davanti a un'interessante stazione barometrica a Residenzplatz
e arriviamo al Duomo, che con la sua imponente cupola e i due campanili dona una forte impronta all’immagine della città. Dedicata ai santi Ruperto e Virgilio,
la cattedrale fu eretta nelle forme attuali tra il 1614 e il 1628 su
progetto di Santino Solari, dopo l'incendio che la distrusse nel 1598.
La cattedrale sorge isolata a delimitare tre vaste piazze: Residentzplatz e Kapitelplatz, lungo i fianchi; Domplatz, davanti alla facciata e collegata alle altre da passaggi ad archi. La Domplatz, sistemata dall'architeto vincentino Vincenzo Scamozzi nel 1607,
è circondata da sobri palazzi barocchi e ornata al centro dalla Mariensäule. La colonna è delimitata esternamente da una balaustra e consta di una base di pietra a gradoni sui cui angoli stanno quattro statue
in metallo, opera del XVIII sec. di Wolfgang e Johann Baptist
Hagenauer, rappresentanti un Serafino, Satana, la Chiesa e il Potere
Temporale. A un livello più alto sopra un ulteriore gradone è presente
una sfera, sormontata da una nube con due cherubini su cui si erge la
statua di Maria che dà il nome all’opera.
Dettaglio di una delle statue.
Prima dei tre portali che si aprono sulla facciata della cattedrale si trovano quattro grandi statue raffiguranti i santi Pietro e Paolo, al centro, mentre sui lati si trovano San Roberto e San Vigilio, copatroni della città. Sui cancelli d’ingresso sono indicate le date di tre consacrazioni della chiesa: 774, 1628 e 1959.
Dettaglio di una delle statue, san Rupert (Roberto)
Altro dettaglio, con una delle tre date e san Virgil (Virgilio).
La facciata della cattedrale, nelle forme composte del primo barocco, è tripartita e realizzata in marmo di Untersberger e calcare a vista.
Le tre porte in bronzo della cattedrale sono state realizzate tra il 1957 ed 1958 da Giacomo Manzù (Porta dell'Amore), quella centrale, da Toni Schneider-Manzell (Porta della fede) quella di sinistra e da Ewald Mataré (Porta della Speranza), quella di destra.
La Porta dell'Amore di Manzù celebra il tema della carità, rappresentando Santi salisburghesi, animali simbolici e simboli dell'Eucarestia. Un fascio di spighe e uno di pampini formano le maniglie dei due battenti.
Del Manzù è anche la statua del Cardinale, che si trova nell'ingresso laterale e che qualcuno dice voglia rappresentare in forma ironica Giulio Andreotti.
L'interno è a navata unica, (lunghezza metri 101, larghezza del transetto metri 69), affiancata da quattro profonde cappelle laterali interconnesse attraverso archi a tutto sesto, transetto e cupola sulla crociera.
Entrambi i lati della navata presentano una serie di cappelle nella quali si trova uno specifico altare. Sulla parete nord dell'altare maggiore si trova la cappella del battesimo di Cristo dove ha sede il fonte battesimale, calco in bronzo realizzato nel 1959 dell'originale gotico del 1321. Esso poggia su un leone di bronzo proveniente dalla precedente cattedrale e risalente alla seconda metà del XII secolo. Nel 1756 vi fu battezzato il compositore Wolfgang Amadeus Mozart e nel 1792 Joseph Mohr, il paroliere di “Stille Nacht”.
L'altare maggiore è del 1628 ed è attribuito all'architetto Santino Solari. L'altare è completamente in marmo e accoglie una pala con la risurrezione di Cristo, dipinta da Donato Mascagni. Sopra l'altare si trovano le statue dei patroni San Roberto e san Virgilio, oltre alle allegorie della religione e della carità. Tra le diverse figure si trova una scritta in latino "Notas mihi fecisti vias vitae" (mi mostrasti la via della vita). Sul timpano dell'altare maggiore ci sono tre angeli.
Dettaglio.
A destra e a sinistra dell'altare maggiore si trovano gli epitaffi degli arcivescovi Markus Sittikus von Hohenems († 1619) e Paris von Lodron († 1653), circondati secondo il gusto dell'epoca da simboli di morte e putti a lutto. Per ogni epitaffio si trova un medaglione con un ritratto dipinto su rame dell'arcivescovo. Nel timpano dell'epitaffio si trova anche uno stemma accartocciato dell'ecclesiastico.
La cupola della cattedrale, alta 71 metri, è suddivisa in ottagoni dipinti con scene del Vecchio Testamento realizzate nel 1955 per copiare gli originali andati distrutti con il crollo del 1944. Sulle vele della cupola si trovano le raffigurazioni dei quattro evangelisti.
Finemente intarsiati i banchi da dove assistere alle funzioni.
Già nel 1705 venne costruito un primo organo a 42 registri, il quale venne rinnovato successivamente nel 1718 che è rimasto sostanzialmente invariato sino al 1842-1845 in base alle esigenze della musica sacra del tempo. L'organo principale, circondato da angioletti muniti di strumenti musicali e incoronato da Rupert e Virgil, venne costruito nel 1988 dalla ditta svizzera F. A. Metzler.
Altri due organi sono presenti nella cattedrale: situato sul pilastro a nord-est, alla sinistra dell'abside maggiore, l'Evangelienorgel è stato costruito nel 1991 dalla ditta organaria tirolese Pirchner Orgelbau. L'Epistelorgel, situato sul pilastro alla destra dell'abside maggiore, ha le medesime caratteristiche dell'Evangelienorgel, ma da questo si differenzia per i registri.
Nel 1682 all'interno della cattedrale, nell'ambito delle celebrazioni per il 1100º anniversario dell'arcidiocesi di Salisburgo venne eseguita per la prima volta la Missa Salisburgensis a 53 voci.
La facciata accoglie ai lati due torri campanarie, alte 82 m., edificate nel 1655, tripartite a loro volta come la cattedrale. Al secondo ordine si trova per ogni torre un orologio. La Marienglocke e la Virgilglocke sono le campane più antiche ancora oggi presenti nel concerto campanario della cattedrale e vennero realizzate in coincidenza con la ricostruzione barocca della cattedrale. Il 24 settembre 1961 vennero consacrate altre sette nuove campane realizzate a Salisburgo tra cui la Salvatorglocke, una delle più grandi campane al mondo e la seconda più grande d'Austria dopo quella del duomo di Vienna.
La cattedrale di Salisburgo ha uno sfortunato primato, quello di aver sostenuto nella sua lunga storia ben 6 incendi:
1127: scoppiò un incendio che distrusse parte della città, la chiesa collegiata di San Pietro e la cattedrale;
1167: incendio probabilmente doloso che distrusse buona parte della cattedrale;
1312: grande incendio che sprigionò grande calore al punto da fondere le campane;
1598: incendio nella notte tra l'11 e il 12 dicembre. A questo atto seguì la ricostruzione barocca della cattedrale;
1859: un altro incendio scoppiato per la negligenza prestata durante i lavori di ristrutturazione della soffitta;
1944: 16 ottobre, una bomba americana colpì la cattedrale. La cupola crollò.
La Piazza del Capitolo (Kapitelplatz) si trova tra il Duomo e le strade che salgono fino al castello, circondata dal Palazzo Vescovile e dagli edifici amministrativi dell'Università. Conosciuta anche come Piazza degli scacchi, per il disegno che si trova sulla pavimentazione,
contiene anche la scultura dell’artista Stephan Balkenhol, una sfera dorata con diametro di 5 metri e con un’altezza al netto della base in ferro battuto di 9 metri, su cui una figura maschile, con un’espressione neutra, indossa camicia bianca e pantaloni scuri. E' stata commissionata dalla Fondazione Salisburgo che mira ad abbellire gli spazi pubblici della città con opere di arte moderna.
Tra le molte interpretazioni, quella più credibile e interessante sembra essere un riferimento all’”uomo qualunque”, quello “Jedermann” della rappresentazione in scena ogni anno dal 1920 al Festival di Salisburgo, a sua volta basata su tradizioni medievali e su un tema come la danse macabre molto presente anche nelle decorazioni delle chiese.
Un po’ in disparte sulla grande piazza, la Kapitelschwemme (fontana del Capitolo) rimanda ai tempi passati: già nel Medioevo al centro della piazza si ergeva una fontana dei cavalli. Sotto l’arcivescovo Leopoldo Antonio Eleuterio Firmian e più precisamente nel 1732, il complesso fu ricostruito in base al progetto di Franz Anton Danreiter. L’influsso delle fontane romane è evidente. La rampa utilizzata dai cavalli per accedere all’acqua conduce direttamente al gruppo di sculture, che rappresenta il dio del mare Nettuno con tridente e corona su un cavallo marino che sputa acqua.
Dettaglio.
La Residenzplatz è una piazza sontuosa, situata fra le residenze dei principi arcivescovi, nel cuore del centro storico di Salisburgo. È delimitata dalla Nuova Residenza con il Carillon, dal Duomo, dall’Antica Residenza e dalla successione delle facciate degli antichi edifici della borghesia.
Nel XVI° secolo, durante il regno del principe arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau, furono realizzate cinque piazze: la più grande è la Residenzplatz, con l’omonima fontana. Per realizzare questa piazza furono demoliti 55 edifici medievali. Il progetto è delll’architetto Vincenzo Scamozzi.
La Fontana della Residenza, Residenzbrunnen, interamente di marmo, fu commissionata dal principe arcivescovo Guidobald Thun nel Seicento. Oggigiorno è considerata uno dei monumenti barocchi più notevoli in Europa. Saltano subito all’occhio i quattro imponenti cavalli marini, che paiono scaturire direttamente da un monte. Si riconoscono anche delle figure umane in posa sulla roccia: sostengono una specie di bacino nel quale si trovano tre delfini, che a loro volta sorreggono un altro bacino a forma di conchiglia.
Dettaglio della fontana.
Salisburgo è circondata da due piccole montagne, il Kapuzinerberg e il Festungsberg. Su quest'ultima è stata costruita un'imponente fortezza medievale (Hohensalzburg) in pietra bianca, cinta da grossi bastioni, in cui si rifugiavano i vescovi in tempi di pericolo. Con più di 7.000 metri quadrati di superficie edificata (più di 14.000 metri quadrati se si considerano anche i bastioni) è una delle più grandi fortezze d'Europa, che si è conservata pressoché intatta. E' il simbolo della città.
L'arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau diede uno scarso contributo all'ulteriore ampliamento della fortezza, giacché egli si dedicò quasi esclusivamente a una serie di interventi edilizi nella città di Salisburgo. Tuttavia il suo destino fu molto legato alla fortezza: nel 1611, infatti, egli venne imprigionato dai Bavaresi in una cella di Hohensalzburg, dove rimase fino alla morte.
Durante le guerre napoleoniche Salisburgo si arrese senza dare battaglia e questo salvò la fortezza, che altrimenti sarebbe stata rasa al suolo. Nell'800 fu usata come caserma e durante la prima guerra mondiale funse da prigione per i prigionieri di guerra italiani, più tardi per gli attivisti nazisti, prima dell'annessione dell'Austria alla Germania.
Dopo la seconda guerra mondiale Salisburgo divenne sempre di più meta del turismo internazionale e per questo sono stati eseguiti vari lavori di restauro, anche molto estesi, che hanno permesso che la fortezza si presenti oggi in perfetto stato di conservazione. Vi si può accedere a piedi o mediante una funicolare.
L'Abbazia di Nonnberg è un convento di suore benedettine riconoscibile dal campanile con cupola rossa che svetta sotto la Fortezza di Hohensalzburg. È il più antico convento costantemente abitato d'Europa ed è costituito dall'abbazia, dal convento stesso, dalle cappelle, dalla chiesa, dal chiostro e dal refettorio che presentano una varietà di stili architettonici quali il romanico, il gotico e il barocco.
Non si sa nulla dell’origine della costruzione, solo che nel periodo intorno all’anno mille l’imperatore Enrico II° fece costruire una basilica romanica sul luogo dell’odierno convento. Nel 1009 venne consacrata alla Madonna. Erentrude di Salisburgo fu la prima badessa ed è considerata la santa patrona della città.
Il convento raggiunse fama mondiale grazie alla novizia Maria von Kutschera. La badessa del convento la mandò come governante dal barone Georg Ritter von Trapp, divenuto vedovo, per occuparsi dei suoi sette figli. Poco tempo dopo Maria sposò il barone e all’inizio degli Anni Trenta fondò un coro di famiglia.
La sua storia fu ripresa nel 1964, quando fu girato qui il musical "The Sound of Music" (“Tutti insieme appassionatamente”) con Julie Andrews e Christopher Plummer; nel film risaltano le spettacolari piazze del centro storico e il paesaggio alpino circostante.
In estate la città di 150.000 abitanti diviene per varie settimane l’ombelico del mondo culturale. Questa trasformazione annuale si deve al Festival di Salisburgo: fondato nel 1920 dal regista teatrale Max Reinhardt è una manifestazione di altissima qualità musicale rinomata internazionalmente.
Percorriamo il ponte Makartsteg, pedonale e per ciclisti, sul Salzach: è il più moderno della città, ed è il terzo con questo nome. Il primo venne costruito 1905, in piena Art Nouveau. Venne sostituito dal secondo nel 1967. Quello odierno è conosciuto come “il ponte dell’amore”, vista la quantità di lucchetti agganciati.
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La guida ci ha parlato di tre persone importanti, nate a Salisburgo. Le riporto ben volentieri.
Wolfgang Amadeus Mozart
(Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791) è stato un
musicista austriaco a cui è universalmente riconosciuta la creazione di
composizioni di straordinario valore artistico. Annoverato tra i più
grandi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento,
iniziò a comporre all'età di 5 anni e morì all'età di trentacinque,
lasciando pagine che influenzarono profondamente tutti i principali
generi musicali della sua epoca. Fu il primo, fra i musicisti più
importanti, a svincolarsi dalla servitù feudale e a intraprendere una
carriera come libero professionista.
Il nome di battesimo di Mozart era Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart: Joannes Chrysostomus, perché il bambino nacque il 27 gennaio, giorno di san Giovanni Crisostomo;
Wolfgangus (letteralmente: «camminare come un lupo»), nome del nonno materno, Theophilus, nome del padrino. Il nome Amadeus è la traduzione latina del nome Theophilus (dal greco Theophilos, cioè «colui che ama Dio» o anche «colui che è amato da Dio»). Sembra che Mozart patisse una certa insofferenza per la desinenza '-us' apposta alla fine dei suoi nomi, tanto che a volte si firmava con enfasi scherzosa: Wolfgangus Amadeus Mozartus.
Per tutto ciò che riguarda la vita, la malattia e la morte del genio di Salisburgo, ho lasciato il link sul nome all'inizio di questo paragrafo.
Christian Andreas Doppler (Salisburgo, 29 novembre 1803 – Venezia, 17 marzo 1853) è stato un matematico e fisico austriaco, famoso per le ipotesi di ciò che oggi conosciamo come effetto Doppler, cioè l'apparente cambio di frequenza e lunghezza d'onda di un’onda percepita da un osservatore in moto relativo rispetto alla sorgente dell'onda stessa.
Herbert von Karajan, (Salisburgo, 5 aprile 1908 – Anif, 16 luglio 1989), è generalmente considerato uno dei più grandi direttori d'orchestra di tutti i tempi. La sua adesione al partito nazista ne determina l'allontanamento forzato dalla scena musicale al termine della seconda guerra mondiale; in seguito diventa direttore principale della Philharmonia Orchestra di Londra dal 1949 al 1960, e nel 1954 approda alla direzione dei Berliner Philharmoniker, ruolo che manterrà a vita e comunque sino alle dimissioni formalizzate – per motivi personali – in data 29 marzo 1989.
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