10 settembre: due passi a Vilnius, qualche foto, qualche notizia e il rientro.
Visitando le città baltiche non poteva mancare un riferimento all’ambra: in programma c’era una visita veloce al piccolo museo di Vilnius, aperto nel 1988 nel seminterrato di una casa in stile barocco. Peccato fosse a conclusione di una giornata tra le più intense e stancanti, il 9 settembre; quindi, visto che la cronaca del 9 era già enciclopedica ne parlo un po’ qui, premettendo che la mia visita è consistita nell’attendere i compagni della gita seduta tranquillamente nel negozio a piano terra, mentre gli altri sono scesi nel museo vero e proprio.
La collezione museale presenta oggetti d'ambra che risalgono a più di 50 milioni di anni fa, nella varietà dei colori bianco, nero, verde e rosso trovati lungo le rive del Baltico.
Nel museo c’è anche la ricostruzione di una delle collezioni di maggiore valore storico, quella del “Tesoro di Juodkrante“, 434 pezzi d’ambra del neolitico (III millenio AC) trovati fra il 1860-81 estraendo l’ambra vicino al paesino di Juodkrante nella penisola curlandese. Per molto tempo nessuno ha capito l’enorme valore archeologico di questa collezione e i lavoratori delle cave li vendevano ai turisti come le peculiarità di Juodkrante. Foto di Ramune Kupsyte
L'ambra è la resina emessa dalle conifere che successivamente con il tempo si fossilizza e in alcuni casi si solidifica conservando resti vegetali, fungini o animali tra cui artropodi e, molto più raramente, vertebrati. E’ traslucida, di un colore che può variare dal giallo al rossiccio al bruno fino ad arrivare al verde. La sua lavorazione è molto diffusa nei paesi che si affacciano al mar Baltico.
La collezione museale presenta oggetti d'ambra che risalgono a più di 50 milioni di anni fa, nella varietà dei colori bianco, nero, verde e rosso trovati lungo le rive del Baltico.
Nel museo c’è anche la ricostruzione di una delle collezioni di maggiore valore storico, quella del “Tesoro di Juodkrante“, 434 pezzi d’ambra del neolitico (III millenio AC) trovati fra il 1860-81 estraendo l’ambra vicino al paesino di Juodkrante nella penisola curlandese. Per molto tempo nessuno ha capito l’enorme valore archeologico di questa collezione e i lavoratori delle cave li vendevano ai turisti come le peculiarità di Juodkrante. Foto di Ramune Kupsyte
L'ambra è la resina emessa dalle conifere che successivamente con il tempo si fossilizza e in alcuni casi si solidifica conservando resti vegetali, fungini o animali tra cui artropodi e, molto più raramente, vertebrati. E’ traslucida, di un colore che può variare dal giallo al rossiccio al bruno fino ad arrivare al verde. La sua lavorazione è molto diffusa nei paesi che si affacciano al mar Baltico.
Anche se era conosciuta in Grecia, non sono noti suoi depositi; probabilmente è arrivata commercialmente dai traffici col nord Europa lungo la cosiddetta via dell'ambra, che aveva una deviazione verso la valle del Danubio, un percorso naturale seguito per il suo commercio, da cui era instradata poi verso l'Illiria e verso l'Egeo. La Via dell'ambra, un tempo detta anche "via Imperiale", è un percorso di circa 400 km che attraversa i Paesi Baltici e la Russia, tradizionali produttori di ambra fossile.
L'ambra baltica è caratterizzata dal contenere una grande quantità di acido succinico, da cui deriva il nome mineralogico di "succinite". Per succinite non si intende solo l'ambra ritrovata presso le coste del Mar Baltico: anche se i depositi maggiori si trovano in quell'area, l'ambra nel corso del tempo è stata erosa da sedimenti marini, trasportata all'interno dalle tempeste e portata da corsi d'acqua e ghiacciai a depositi secondari che si trovano nella maggior parte dell'Europa dell'est e del nord, risalenti al tardo Eocene. Foto di Markus Zohner Arts Company I depositi di ambra baltica sono i più estesi del mondo e anche i più studiati sin dal XIX secolo. L'ambra baltica sembra essere al 90% proveniente da una singola fonte botanica, ma quale essa sia non è ancora chiaro, dato che l'evidenza proveniente dagli studi di paleobotanica e quella proveniente dagli studi di chimica sono discordanti. Foto di Ramune Kupsyte, titolare del negozio "La Via dell'Ambra" specializzato in ambra baltica. Bassano del Grappa (Vicenza).
L'ambra è stata usata sino dall'età della pietra, quindi da oltre 22.000 anni. Ornamenti d'ambra sono stati rinvenuti nelle tombe Micenee e praticamente ovunque in Europa. La tradizione le attribuisce poteri medicamentosi, forse collegati con le sue note proprietà elettrostatiche: se strofinata con un panno si elettrizza. Secondo una favola turca i boccagli in ambra prevengono le infezioni quando ci si scambia la pipa (narghilè). A tutt'oggi l'ambra è usata nella produzione industriale di boccagli per pipe e per soffiatori del vetro. Foto di Ramune Kupsyte, titolare del negozio "La Via dell'Ambra" specializzato in ambra baltica. Bassano del Grappa (Vicenza).
Con l'ambra si producono gioielli ma anche saponi, tè, incenso, prodotti di bellezza e farmaci che sfruttano le proprietà antiinfiammatorie dell'acido succinico contenuto in questo prodotto. Quando nei secoli scorsi era molto diffusa la peste in Lituania si era notato che chi lavorava a contatto con l'ambra non si ammalava. Foto di Ramune Kupsyte, titolare del negozio "La Via dell'Ambra" specializzato in ambra baltica. Bassano del Grappa (Vicenza).
Frequentemente l'ambra, particolarmente quella con insetti inclusi, viene contraffatta usando plastica o resina comune. Un semplice test, da eseguirsi con particolari precauzioni per non rovinare l'oggetto, consiste nel toccare l'oggetto stesso con uno spillo rovente e determinare se l'odore che si sprigiona è quello di resina del legno. Se no, l'oggetto è sicuramente contraffatto, anche se un test positivo potrebbe essere non sufficiente a causa di un sottile strato di vera resina sopra la plastica. Generalmente le contraffazioni hanno pose e posizioni degli insetti intrappolati troppo perfette per essere realistiche. Foto di Brocken Inaglory - Opera propria.
Vilnius è conosciuta anche per la lavorazione del lino e la guida ovviamente ci ha portato a visitare uno dei negozi più famosi, dove le mie compagne di gita si sono scatenate negli acquisti mentre io mi sono limitata a fotografare.
Dettaglio.
Sulla sponda settentrionale del Neris sorge il moderno quartiere degli affari, con alcuni grattacieli, centri commerciali e la chiesa barocca di San Raffaele.
La chiesa da un’altra visuale.
La zona è raggiungibile mediante i due ponti sul fiume detti Verde e Bianco (che è solo pedonale) ed è caratterizzata da prati sul lungofiume. Il nostro albergo dava proprio sul ponte Bianco e mi sono divertita a scattare qualche foto.
I prati sul lungofiume.
Ancora lungofiume.
Uno scorcio
e un altro verso destra.
Infine, la torre della televisione. Tutte e tre le capitali visitate ne hanno una, di cui ho parlato, e anche Vilnius ce l’ha, la più alta delle tre.
La Torre della televisione di Vilnius è una torre di 326,5 m nel distretto Karoliniškės. È la struttura più alta della Lituania ed è occupata dal Centro Radio-Televisivo della regione. La costruzione iniziò il 31 maggio 1974 e terminò il 30 dicembre 1980 e fu finanziata dall'undicesimo piano quinquennale dell'Unione Sovietica, che aveva stanziato fondi per investimenti strategici nell'allora SSR lituana. Il peso dell'intera struttura è stimato tra 25.000 e 30.000 tonnellate: è composta da una base di cemento, un tubo di cemento armato cavo lungo 190 m, un piattino in cemento armato e una punta d'acciaio lunga 136 m. I trasmettitori radio sono alloggiati nella parte inferiore di cemento con antenne attaccate alla punta d'acciaio.
A 165 m dal terreno ospita il caffè "Paukščių takas" (Via Lattea), che offre una vista pittoresca della città e dei suoi dintorni attraverso una piattaforma girevole che impiega 45 - 50 minuti a compiere un giro completo. Gli ascensori ad alta velocità raggiungono il caffè dal livello del suolo in 40 secondi. Nelle giornate limpide la visibilità può estendersi fino a Elektrėnai, una città a circa 40 km a ovest, dove le centrali elettriche producevano gran parte dell'elettricità per Vilnius in epoca sovietica.
La torre della televisione ha avuto un ruolo importante negli eventi del 13 gennaio 1991, all'indomani dell'atto di ristabilimento dello stato della Lituania. Come conseguenza delle azioni militari sovietiche 14 civili sono stati uccisi e 702 sono rimasti feriti mentre cercavano di opporsi al sequestro militare sovietico della torre. Un piccolo museo dedicato alla battaglia del gennaio 1991 è ospitato al piano terra.
Aggiornamento.
MOSCA, 27 MARZO 2019 - L'ex ministro della Difesa dell'Urss Dmitry Yazov, 94 anni, è stato condannato (in contumacia) a 10 anni di carcere per "crimini di guerra e crimini contro l'umanità". Il tribunale di Vilnius lo ha giudicato responsabile degli eventi del 13 gennaio 1991, quando le truppe sovietiche presero d'assalto la torre della televisione della capitale dopo che la Lituania aveva dichiarato l'indipendenza da Mosca nel marzo 1990.
E’ arrivato il momento di salutarci. La gita si conclude con il rientro in valle, ma spero di poter riprendere presto il mio girovagare, dunque
pamatysi kitą kartą! – alla prossima!
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